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Autore: TastemyMarsBar    19/06/2014    3 recensioni
Prima della Maledizione, prima dell'Ammutinamento, il Capitan Jack Sparrow non sa quale sia il suo più profondo desiderio.
E' la sua amata bussola a guidare lui e tutta la flotta in una misteriosa isola, mentre nel cervello del capitano rimbombano delle parole.
[BUON COMPLEANNO, PSEUDOPOLISYARD! Questa storia partecipa alla Caccia al tesoro con il prompt 4.2]
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Pintel, Raghetti, Sputafuoco Bill Turner
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Al gran bucaniere

Guarda a Nord.
L’imperativo, o il consiglio, riecheggiava nella mente del Capitan Jack Sparrow, che non riusciva  a ricordare chi gliel’avesse dato.
Uomo o donna, pirata per bene o un brigante di gentiluomo? Qual era il suo significato?
Il capitano scosse la testa e allontanò qualsiasi sciocco problema. Mani sul timone, vento tra i capelli, non aveva bisogno di nient’altro per essere felice.
O quasi.
Le dita inanellate frugarono tra pizzo, cuoio, ciocche stoppose fino a toccare la pelle della sua fiaschetta di rum. Non c’era niente al mondo che amasse di più. La portò alla bocca, godendosi il fuoco corroborante della sua bevanda prediletta scorrergli sulla lingua e giù in gola, fino allo stomaco.
“Portate da be-e-re
al gran bucanie-e-re”
Accennò un paio di note sottovoce mentre controllava la rotta con il solo ausilio della sua bussola.
“A cosa mai potrà servire una bussola che non punta al Nord? A osa potrà mai servire se cambia sempre direzione?” Esclamò a voce alta, con quel suo tono di beffa che tutti a bordo conoscevano bene. Il capitano aveva litigato con qualcuno? Il suo era un interlocutore reale, ipotetico, fittizio? Ognuno lasciò la propria mansione, mentre Jack  iniziava uno dei suoi strani discorsi.
“Il Nord. A che dovrebbe servirmi, il Nord? Chi mai”- enfatizzò quelle due parole con un vago gesticolare con cui accompagnò il resto del discorso – “chi mai va davvero a Nord?  Dunque, se effettivamente tutti  concordiamo col fatto che nessuno è mai giunto a Nord, come possono le vostre bussole funzionare? Portano in un posto che non esiste! Ebbene…”  Continuò a parlare, ma senza avere veramente chiaro cosa stesse lui stesso dicendo. Nella testa gli riecheggiava quell’anonima voce che parlava, parlava ancora.
Guarda a Nord. Continua a guardare.
Controllò le carte un’ultima volta, per accertarsi che il percorso fosse quello indicato dalla sua bussola. Una semplice curiosità gli stuzzicò la lingua. “Sputafuoco, in che direzione stiamo navigando?”
“Dritti verso Nord, signore. Ma non è lei a decidere la rotta, capitano?”
“Già, sì… sì, sono io.” Rispose Jack, lo sguardo corrucciato perso nel blu.
“Portate da be-e-re
al gran bucanie-e-re…”
Come continuava? Boh, a chi importa. Accennò un motivetto a bocca chiusa, continuando a dirigersi dove lo aspettava ciò che più desiderava al mondo in quel momento.
Non sapeva neanche cosa fosse, ma del resto aveva sempre vissuto così, all’avventura, sulla sua bella nave dalle vele nere che ora navigava incerta verso una meta a tutti ignota.

“Capitano, una terra!”
All’orizzonte si vedeva una terra, una terra dalla spiaggia dorata come mai ne aveva viste in tutti i mari che aveva solcato.
“Attracchiamo, ciurma!” Urlò perché tutti lo sentissero, e sul ponte gli uomini ammainarono le vele, sperando dopo giorni e giorni di aver finalmente trovato un posto dove divertirsi un po’.
“Cosa farai appena sceso?” Chiese all’uomo al suo fianco il pirata più alto della ciurma, un uomo smilzo e rinsecchito dalle pupille rosse.
“Troverò una donna. Una donna dal seno ampio, ma non una di quelle che si trovano nelle osterie. Io voglio una signora…”
“E come pensi che ti possa guardare una signora, Ragetti?” Pintel ridacchiò e tornò al suo lavoro mentre Jack attraversava il ponte guardando verso prua. Le fronde verdi delle palme lasciavano intravedere un sentiero sterrato e pieno di foglie: un’isola di indigeni? Solitamente erano pieni di tesori. Ad ogni modo, la sua bussola lo portava sempre più verso l’isola, e verso l’isola guidò i suoi uomini.
Camminavano da ore tra la natura incontaminata, e tra gli uomini iniziava a diffondersi il malumore e lo scontento: perché erano sulla terraferma, se non c’era niente? Non una bella donna con cui divertirsi, niente banchetti, niente rum!
“Mi sembra chiaro che non ci sia un cazzo, su quest’isola. Capitano, torniamo alla nave.”
Guarda a Nord. Continua a guardare. Niente viene dal Sud.
Ancora quella raccomandazione… perché continuava a rimbalzargli nella testa?
Affondò una mano nella saccoccia dove teneva la sua preziosa bussola, ma non la estrasse. Ne prese un’altra, una  normale. La aprì, e guardò dove gli indicava.
La lancetta  che puntava al Nord era dritta davanti a lui, a indicargli il sentiero che stavano già percorrendo. Andarono avanti e avanti, avanti ancora.
“Capitano!” una voce gracchiante alle sue spalle lo costrinse a voltarsi: era Barbossa.
Di tutti i pirati della ciurma claudicante che aveva messo assieme, l’unico che veramente temesse era proprio lui. Hector non aveva una grandissima forza fisica, ma era un abile spadaccino, e – più importante di ogni altra cosa – aveva carisma. Gli uomini si fidavano di lui in una maniera assai diversa dal modo in cui riponevano fiducia in Jack: troppo strano, disorientato, stravagante. Hector aveva i piedi per terra e parlava chiaro, era un doppiogiochista senza scrupoli – come tutti i bravi pirati – ma non aveva mai amato gli arzigogolati giri di parole tanto cari al capitano.
“Sono giorni che non abbiamo idea di quale sia la nostra meta.” Protestò ad alta voce.
La ciurma rispose in coro: “Già!”
“Niente donne, niente rum. E niente cibo fresco.”
“Già!”
“E sa cosa, Capitano? Ho tanta, tanta voglia di affondare i miei denti in una succosissima mela. La Perla Nera si ammutina!”
I pirati alzarono un pugno al cielo in segno di approvazione.
“Ma- ma- ma- con calma! Non potete! Possiamo parlarne, no!”
Di tutto ciò che sarebbe potuto accadere, questo era ciò che Jack temeva di più, ciò che più si aspettava.
“Oh, non possiamo? Non è più tempo per le tue chiacchiere.”
In un momento i pirati gli furono addosso, e per quanto potesse cercare di ribellarsi erano tanti, e la punta della sua sciabola non potè niente, né i proiettili nelle sue pistole.
Uno, due, tre, quattro colpi. Nessuno a segno.
“Sei in difficoltà, Jack? Ti è rimasto solo un colpo. Cosa speri di farci, colpirci tutti in fila?”
Alla sua battuta, assai poco divertente, tutti scoppiarono a ridere. A farli ridere era la disperazione negli occhi del loro vecchio capitano, era la felicità di aver riconquistato una libertà che – non se ne rendevano conto – presto sarebbe diventata la peggiore delle schiavitù.
Così se ne andarono, lasciando Jack Sparrow – non più capitano – da solo,  con un colpo in canna e la mente annebbiata dal caldo.
Eppure la bussola non poteva avere torto… alla fine di quella strada c’era ciò che più desiderava al mondo.
Passo dopo passo, da solo, arrancò ancora per molto. La gola bruciava di sete e il rum era finito, quindi non poteva fare altro che sperare.
Poi li vide. Con grandi casse sulle spalle, contrabbandieri di rum dalla pelle scura che si davano da fare sulla costa opposta della spiaggia. Uno di loro, chino tra le foglie, con un calcio aprì le porte di quello che sembrava essere a tutti gli effetti un magazzino.
Si fregò le mani e aspettò che se ne andassero per poi entrare nel sotterraneo.
Era molto più grande di quanto sembrasse da fuori, ed era pieno, pieno di grandi bottiglie. Sorrise, ricordando chi gli aveva detto quelle parole.
Era stato un oste, una notte a Tortuga: parlava di rum, rum!
Da Nord, diceva, viene il più pregiato. Dalle isole dei Contrabbandieri del Nord. Non viene niente da Sud, non ci pensare nemmeno: quelli lo tengono per sé, lo bevono tutto. Ma i mercanti del Nord ti fanno avere il nettare più prelibato. Scoppiò a ridere.
Aveva perso la sua nave per quello, per uno stupido capriccio di un momento senza desideri profondi. Afferrò la bottiglia più vicina e iniziò a bere senza preoccuparsi di quanto bevesse, di quando sarebbe finito. Non sarebbe finito quella notte, e che importava poi? Aveva ancora un colpo in canna. Ubriaco, solo nel covo segreto di mercanti di rum: sarebbe stata la degna fine del fu capitan Jack Sparrow. Ma quella notte, quell’ultima notte, l’avrebbe passata con il suo più grande amore.
Portate da be-e-re
al gran bucanie-e-re
si può sfuggire a una pene d’amore
ma non alla sete, la sete di rum!
La sete di rum! 

 

Salve! :3 
Questa storia dal dubbio senso partecipa alla caccia al tesoro indetta dallo staff di Pseudopolis Yard per il suo compleanno. 
TANTI AUGURI, PseudopolisYard!
Non mi è concesso di rivelare quale fosse il prompt a cui mi sono ispirata, ma la canzone che Jack canticchia nel corso della storia è "Il Bucaniere", dei Musicanti del Vento. L'ho scoperta recentemente, e me ne sono innamorata, quindi DOVEVO inserirla in qualche fanfiction. 
Anyway, c u soon!
      
~lezLilith
 
   
 
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