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Autore: giallo1412    19/06/2014    1 recensioni
Un nuovo intricato caso attende la regina del mistery Jessica Fletcher
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Fletcher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Il passato che ritorna
 
L’auto sfrecciava tra le strade deserte della campagna scozzese, Jessica ormai era sprofondata nei sedili posteriori di quella vecchia vettura in cui si trovava.
Al volante c’era un uomo che ormai aveva raggiunto i settant’anni, i capelli bianchi e le sottili rughe sul volto lo facevano sembrare uno di quei nonni delle soap opere, quelli che avevano sempre una buona parola per tutti e che rassicuravano i protagonisti dopo una pena d’amore.
La donna si chinò in avanti e chiese: - Mi scusi, lei è il maggiordomo della signora Evans?
- Esattamente Miss. – Rispose senza distaccare lo sguardo dalla strada, come se potesse incrociare una macchina in quella landa desolata.
- Mi potrebbe ripetere il suo nome?
- Sebastian, miss Fletcher.
- Oh, è vero… me lo aveva detto prima! – Sorrise lei. – Mi dica, è molto lontano dalla città il castello?
- Si trova a venti chilometri da un piccolo villaggio di pescatori, ma non si preoccupi, abbiamo luce, acqua corrente e anche la tv via cavo.
- Oh non ne avrei dubitato. – “è tipico di Claire non farsi mancare nulla” – E mi dica, è da tanto che lavora per la signora?
- Da quando si è trasferita qui, ma mi dica Miss, perché tutte queste domande? – Chiese l’uomo guardando Jessica dallo specchietto retrovisore.
- Oh semplice curiosità, non l’avrò mica offesa? – L’uomo fece un cenno di dissenso. – Oh molto bene, non vedo l’ora di arrivare al castello. – Riappoggiò la schiena sullo schienale molliccio e si mise a scrutare il verde panorama: - Ci sono molti castelli nelle vicinanze?
- Soltanto uno Miss. Si trova a due chilometri da quello della signora Evans e il proprietario è stato tanto gentile con la signora che sono diventati amici.
- Oh, mi fa piacere. – Jessica capì che con quell’uomo non c’era molto da chiacchierare, così per tutto il tragitto rimase a fissare fuori dal finestrino, cercando gli animali della fredda campagna.
 
Arrivati a destinazione, Jessica, si trovò davanti ad una costruzione enorme, la colpì soprattutto la torretta su cui si trovava solo una piccola finestrella “ottimo posto per commettere un delitto!” poi estese lo sguardo al resto della costruzione “Altro che la mia casa di Cabot Cove, questa è gigantesca”.
Il maggiordomo scese dall’auto e aprì la portiera a Jessica, la quale ne uscì con il naso all’insù, per finire di vedere la loggia. Dopo di che, il maggiordomo, prese dal bagagliaio le valigie, fece qualche passo e poi disse: - Gliele porto nella sua stanza. Se vuole seguirmi la signora la sta aspettando nel salottino.
Jessica incominciò a camminargli dietro, notò un uomo accovacciato su un cespuglio di rose “Hanno pure il giardiniere”.
Pensò di fare un cenno di saluto, ma poi decise di non volerlo disturbare.
 
Il salottino, come lo aveva chiamato il maggiordomo, non era poi così piccolo come si era immaginata Jessica, era più grosso di quello di casa sua ed era pieno di quadri splendidi.
Da una delle poltrone si alzò una donna sulla sessantina e aprendo le braccia esclamò: - Oh Jessica, che piacere vederti! – Si trattava della padrona di casa, la signora Claire Evans.
- Claire, non sei cambiata affatto dall’ultima volta! – Esclamò Jessica.
- Nemmeno tu, per questo. – Fece una piccola pausa e poi continuò. – Allora, come è andato il viaggio?
- Ho trovato facilmente un aereo che mi portasse a Londra e poi ho preso per un pelo il treno per arrivare alla stazione più vicina.
La donna fece cenno a Jessica di accomodarsi sul comodo divano in pelle, ella accettò molto volentieri quell’invito e si accinse a sedersi, fu interrotta da una figura che passò davanti alla porta.
Jessica lo guardò per qualche secondo, poi si rimise in piedi e disse: - Tommy, come se cresciuto!
Il ragazzo, che doveva avere bene o male trentacinque anni, si arrestò davanti all’ingresso della stanza, i suoi occhi erano come ghiaccio e scrutavano la scrittrice con fare minaccioso.
- Alla fine l’hai chiamata. – Borbottò lui. – Non so cosa ti sia saltato in mente, vuoi che questa donna rovini ancora una volta questa famiglia?
- Thomas, come… - Cercò di ribattere la padrona di casa, che però fu subito interrotta.
- Signora Fletcher, non si azzardi a ficcare il naso in faccende che non la riguardano. Ci ha già rovinato una volta, non permetterò che succeda la seconda. – Detto questo scomparve dietro lo stipite della porta.
Jessica rimase a fissare lo spazio vuoto, dove prima si trovava il ragazzo, poi si sedette lentamente.
Claire la fissò per qualche secondo, poi borbottò: - Lo posso biasimare, vedi…
- No! Non lo biasimo, non è colpa mia quello che è successo. – Ribatté con gentilezza, ma duramente.
- Jessica, tu hai fatto morire mio marito.
- Claire, io voglio chiarire una volta per tutte questa storia. – Prese un lungo respiro e proseguì. – Io non sono responsabile della morte di Jason, ti ricordo che è stato lui a scavarsi la fossa da solo.
- Se tu non avessi… - Fu interrotta nuovamente.
- Se io non avessi detto nulla? Ti rendi conto che si è macchiato del più grande peccato del mondo? Ha ucciso un uomo, Claire. – La donna fissò Jessica con gli occhi spalancati. – Lo ha brutalmente accoltellato e poi ha nascosto il suo corpo nella discarica di Cabot Cove.
- Oh non me lo ricordare! – Una lacrima scese sul volto della donna facendoli sbavare il trucco.
- Mi dispiace ma devo ricordartelo, sembra che quanto successo sia solo colpa mia, io ho soltanto indagato e sono arrivata alla conclusione, cioè che tuo marito Jason aveva ucciso il suo datore di lavoro per vendetta.
- Ma per colpa tua è andato in prigione e lì si è suicidato! – La lacrima iniziale si tramutò in una vera e propria cascata.
- Secondo te dovevo tacere? Dovevo lasciare che un assassino girasse per le strade di Cabot Cove e vivere nel timore che uccidesse una seconda volta? – Jessica stava iniziando a innervosirsi, ma restò calma come suo solito.
- Non avrebbe mai ucciso ancora! – Esclamò Claire alzandosi di scatto.
- Uno che ha già ucciso una volta prima o poi lo farà una seconda. Claire, io non ho nulla contro di te, anzi, sono venuta qui proprio per aiutarti.
- Forse hai ragione, - La donna si risedette accanto alla scrittrice – forse è meglio così. Ero talmente innamorata di quell’uomo che gli avrei perdonato qualsiasi cosa; pure l’omicidio. – Le lacrime continuarono a scenderli a catinelle. – Dio solo sa perché era dalla sua parte, ho sempre creduto che fosse colpa tua, Jessica, se Jason si era ucciso. Ma lui ormai aveva confessato il fatto, ed è stato così codardo che piuttosto di pagare per ciò che aveva fatto ha preferito suicidarsi. Che stupida! – Dopo queste parole scoppiò in un pianto pieno di dolore e forse, sì, forse anche di odio. Odio verso il marito, verso di lei che aveva tradito una sua amica per proteggere l’uomo che credeva di amare e questo la faceva stare tremendamente male.
 
ANGOLO DELL’AUTORE:
Ciao,
Dunque, questo capitolo secondo me è particolarmente significativo, anche se corto ( Non mi riesce proprio di farli più lunghi), perché finalmente si scopre che cosa successe tra la nostra affezionata scrittrice e la donna di nome Claire.
Spero che vi sia piaciuto e spero che continuerà a piacervi anche nei prossimi capitoli!
Un saluto
Giallo1412

 
  
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