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Autore: Jean Fire    19/06/2014    0 recensioni
Il freddo doveva avermi fuso il cervello il giorno in cui decisi di derubare gli Stark, i protettori del Nord...Eppure quella era stata la scelta più azzeccata, una scelta che mi avrebbe cambiato l'intera vita. Sentivo il sangue scorrere velocemente nelle vene mentre trasportavo il vassoio in argento che avrei dovuto portare fino al banchetto, ma non ci arrivai mai.
- Occhio a dove cammini - disse una voce bassa e quasi distratta. Sapevo che non dovevo guardarli negli occhi, ma la curiosità era tanta, troppa e il mio sguardo incontrò una landa di ghiaccio
- Mi scusi MyLord...Robb Stark - mormorai, intimorita da quella figura così maestosa e potente
- Come vi chiamate? - chiese il giovane dopo aver preso il vassoio dalle mie mani, sfiorandole per qualche secondo
- Shireen - mentii, dopotutto non potevo rivelare la mia vera identità, non potevo farmi scoprire adesso che ero ad un passo dal prendere quello che mi interessava, anche se era incredibilmente difficile mentire a quegli occhi...
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Robb Stark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Non è un vero cavaliere ma mi ha salvato lo stesso.
Salvalo, se puoi, e placa la furia dentro di lui"
- Sansa Stark

POV ROBB STARK

L'avevo raggiunta col sorriso sulle labbra e il cuore in pace. Per diversi giorno ero stato lontano dall'accampamento impegnato ad azioni di guerriglia, vicino a me Vento Grigio, l'immenso meta lupo che mi seguiva praticamente ovunque. Avevamo vinto. Continuavamo a vincere eppure...eppure tutto sembrava avere l'odore della sconfitta. Gli uomini tornavano mutilati, se tornavano, e i campi un tempo rigogliosi adesso erano macchiati di rosso. 
Ero stato contento di tornare all'accampamento, sperando così di trovare un pò di pace, serenità e...Lyenna la ragazza dai colori del drago. Era incredibile come quella ragazza mi avesse aperto il cuore, notte dopo notte e mi aveva ascoltato, come pochi dei miei generali avevano fatto. Dopotutto ero ancora un ragazzo, un ragazzo a cui era stata data una corona troppo pesante da reggere sul capo. 
- Karel...vai pure, resto io con Lyenna - dissi al vecchio maestro accennando un sorriso. Ormai era diventata routine, ogni sera, ogni notte mi avviavo verso quella parte di accampamento per vederla e parlare. La sua figura era impossibile da non riconoscere, anche al buio. Il fisico snello, scattante e con timide curve femminili, l'andatura ondeggiante a causa della gamba spezzata e poi quei capelli rossi quanto l'alito del drago che ondeggiavano lungo la sua sinuosa schiena che speravo di accarezzare. Gli occhi di ametista presto sfiorarono il mio corpo e sentii i brividi salire lungo la schiena. Molto comandanti mi avevano detto di allontanarla, che non avrebbe portato a niente di buono, ma non poteva essere, non poteva essere figlia di un Targaryen. 
La giovane parlò e io rimasi ad ascoltare la sua voce, chiara, cristallina e delicata. La sua storia era terribile. Che ci fosse ancora qualcuno disposto ad un uccidere per non vedere un drago? Che qualcuno avesse così paura? Così paura da incendiare una casa e uccidere un'intera famiglia? Potevo vedere le lacrime negli occhi della giovane, il suo volto farsi più cupo ai ricordi e pensai a quanto doveva aver sofferto. Fin da piccola aveva ricevuto solo sangue e fiamme, dolore e disperazione. 
Sapevo che ero il Re. Sapevo che sarei andato in sposa ad una Lady sconosciuta, sperando che fosse gentile e dolce, e sapevo che non avrei mai dovuto allargare le braccia e avvolgerla nel mio abbraccio. Sentivo i suoi seni piccoli toccare il mio torace e un poco le mie guance si infiammarono 
 - Mi dispiace Lyenna...nessuno dovrebbe soffrire così tanto, nessuno dovrebbe vedere la propria famiglia venire uccisa...nessuno dovrebbe rimanere solo -
Quelle parole risuonavano nella mia testa, le stesse parole che le aveva detto un suo soldato prima di morire. Nessuno dovrebbe rimanere solo. Nessuno. Gli dei non dovrebbero permetterlo, gli dei dovevano essere misericordiosi e invece si erano presi giochi di molte persone, di persone dolci come Lyenna. 
- Robb! Attento! - aveva detto la giovane, mentre con incredibile forza fisica riuscì a spostarmi, proteggendomi da chissà quale nemico invisibile, ma non ci misi molto a vedere l'armatura illuminata lievemente da una torcia; un'armatura porpora. Sentii il sangue raggiungere velocemente la testa. Si erano spinti così oltre, avevano cercato di uccidermi in quella maniera così vile...
- Lyenna stai qui, sarai al sicuro, non ti muovere - mormorai senza neanche guardarla mentre mi alzavo velocemente e correvo verso l'uomo. Non avevo armatura, niente che mi proteggesse da qualsiasi attacco, avevo la mia spada e Vento Grigio. Lo sentivo correre dietro di me e poi lo vidi superarmi, grande quanto un orso. Un ringhio, uno solo e un balzo, lungo abbastanza da arrivare al polpaccio dell'uomo. Sentii il suo urlo di dolore, incredibilmente acuto, così acuto da ferirmi i timpani. Lo raggiunsi, dietro di me stavano correndo alcuni dei miei uomini. Vento Grigio continuava a stringere la presa, suono di ossa maciullate e altre urla. I miei soldati lo presero e lo misero in piedi, Vento Grigio, il muso sporco di sangue, ringhiò sommessamente
- Siete così disperati voi Lannister da cercare di farmi fuori alle spalle? - chiesi guardando la maschera di dolore che era l'uomo. Tornammo indietro lentamente e l'uomo continuava a mugolare qualcosa che sembrava non avere senso, parole a caso detto da un uomo delirante dal dolore
- Fermategli l'emorragia prima di sbatterlo nella cella...lo voglio vivo - ringhiai ai miei uomini che subito annuirono, portandolo verso le prigioni. Come aveva fatto a superare le sentinelle? Che le avesse uccise? Che mi avessero tradito? O che stessero dormendo? Non ne avevo idea, ma dovevo far chiarezza e al più presto. Mi avvicinai a Lyenna, lo sguardo fisso su di me, il viso terreo, probabilmente dovuto al grande spavento che si era presa
- Lyenna è meglio che torniate alla tenda, ci potrebbero essere altri attacchi durante la notte - dissi sforzandomi di non guardarla troppo. Avevo paura di vedere paura nei suoi occhi, paura di me, terrore per quello che avevo fatto. Sentivo ancora chiaramente il sangue colare dal volto e potevo vedere degli schizzi sulla maglia di lana. Dopotutto era una donna, una ragazza a cui avevano ucciso la famiglia per niente e forse era rimasta traumatizzata, forse non mi avrebbe mai più rivolto la parola...
- Mio Signore io...non penso di riuscire a muovermi... -
La sua voce era tranquilla, dolce e delicata come al solito. Non riuscivo a capire il motivo del percè fosse ancora a terra, la paura forse? ma poi vidi la sua mano spostarsi, ricoperta da sangue. Inizialmente la mia reazione fu di stupore. Cosa era successo? Perchè non l'aveva detto e..come faceva ad essere così calma? Poi lo stupore si esaurì e nacque la rabbia, cieca e furiosa. Perchè era stata colpita? Perchè aveva cercato di salvarmi spostandomi dalla traiettoria del dardo? Perchè, perchè, perchè? Mille e mille domande rimbalzavano nella mia mente e poi la presi in braccio, portandola in infermeria. Karel mi avrebbe maledetto. 
- è un ordine, Mio Re? - chiese lei, la voce che traballava appena, il peso completamente abbandonato sulle mie braccia. Sentivo i suoi occhi viola continuare a guardarmi. Erano bellissimi, dalle mille sfumature, dai mille colori e pieni di vita, anche adesso
- Sì Lyenna...Vivi, è un ordine - le risposi quasi con rabbia. Non volevo e non potevo permettermi di perderla, doveva vivere, doveva lottare. Cominciai a sentire la sua testa farsi sempre più pesante e i suoi occhi sembravano volersi chiudere
- Karel! Karel! - urlai tenendo ancora la giovane tra le braccia, il suo sangue cominciava a scivolarmi lungo il braccio, lento e caldo, mentre la sua tunica era ormai quasi zuppa
- Mio Signore cos...Lyenna! - disse il vecchio anziano guardando la giovane che tese una mano verso di lui, la bocca pressoché perfetta si distese in un sorriso
- Karel... -  mormorò lei stringendo la mano del vecchio. Aveva una forza incredibile, così tanta forza in un corpo così minuto, così giovane...rimasi affascinato. 
- Portala di qua -  disse il vecchio continuando a stringere la mano della giovane. Arrivammo in un'ala deserta dell'infermeria e il vecchio fece cenno di metterla sulla brandina. Probabilmente quello era il suo letto, la sua tenda; c'erano pergamene, infusi, aghi di varie misure e bende, libri e tanto, tanto altro. Vidi il vecchio avvicinarsi e mormorare qualcosa alla giovane che annuì, una solitaria lacrima le pungeva un occhio. Il vecchio strappò la freccia dal corpo della giovane e lei emise un urlo, agghiacciante. Tremai nel vedere il suo volto deformato dal dolore e nel sentire il suo sangue colare sulle mie braccia.
- Appoggiala, delicatamente - disse Karel mentre correva da una parte all'altra della tenda cercando e cercando. Infine tornò e diede qualcosa da bere alla giovane che bevve con difficoltà
- Mio Re non è questo il vostro posto -  disse il vecchio quasi con fin troppa durezza. Aveva ragione. Avrei dovuto proteggerla come fanno i veri cavalieri, ma era stata lei a salvare me, lei si era messa davanti al dardo, lei aveva lasciato che corressi dietro l'aggressore e lei non aveva fatto neanche una smorfia quando era stata colpita, ne un rantola ne un cenno.
- No, è questo adesso, vicino a lei...Mi ha salvato Karel -  dissi con tutta la forza che possedevo. Il maestro fermò per qualche secondo le sapienti e veloci mani per poi riprendere il lavoro. Stava pulendo la ferita e presto l'avrebbe cucita. Fortunatamente non aveva toccato nessun organo vitale, anche se aveva rischiato molto, fin troppo. Non doveva accadere. Non sarebbe dovuto accadere. 
- Speriamo che la ferita non si infetti...è gia viva per miracolo che si infetta...la perderemo -  disse con la voce preoccupata di un padre. Lyenna era così dolce e gentile con tutti che tutti l'amavano, tutti le volevano bene, perfino il maestro dal cuore di pietra come Karel che ora le sfiorava il viso come se fosse sua figlia, sussurrandogli parole dolci mentre lei a stento riusciva a tenere aperti quei magnifici occhi viola
- Portiamola di là, qua c'è troppa umidità - disse il vecchio e così la sollevai delicatamente, gli occhi sempre puntati nei suoi, attento a scorgere ogni singola emozione della giovane. Quando uscirono però notarono che tutte le barelle erano state occupate. Karel imprecò e molti soldati si svegliarono grugnendo. 
- Starà nella mia tenda, è quella più soleggiata ed è costantemente controllata e poi ci sarà Vento Grigio, nessuno oserà avvicinarsi -  dissi cominciando a camminare prima che il maestro potesse dire qualsiasi cosa. Sentii la pesante catena al suo collo tintinnare mi correva dietro
- Robb...Mio Re...Nessuno -  mormorò, il fiato corto e gli occhi pieni di apprensione e preoccupazione. Quanto doveva amare quella fanciulla per muovere un ricatto contro il suo stesso Re? Annuii ed entrai nella tenda. Vento Grigio era già sdraiato di fianco al mio letto e quando mi vide entrare uggiolò appena, andando ad annusare la giovane, leccando poi la mano sua mano. Lyenna sorrise appena, accarezzando con difficoltà il pelo morbido del meta lupo
- Ciao... -  mormorò, la voce incredibilmente debole
- Cosa...ci faccio qui?  - chiese qualche secondo dopo. La deposi sul mio giaciglio, decisamente più comodo di quelli dell'infermeria, e la coprii con quasi tutte le pelli che possedevo
- Sei al sicuro, in infermeria non c'erano posti e così ti ho portato qui...nessuno ti farà del male Lyenna. Ora devi riposare, altrimenti Karel chiederà la mia testa - mormorai sorridendo accarezzando il profilo pressochè perfetto del suo viso. Una delle sue mani delicate andò a posarsi su quella stessa mano, spostandola appena in modo che potè baciarla dolcemente. Sentire il calore di quelle labbra mi fece arrossire
- Gra...zie...Ro..bb...S... - non riuscì neppure a finire la frase che cadde nel sonno. Guardai il suo corpo debole e fragile e il suo volto, così bello da far invidia persino alla Regina Cersei, così bello da essere scambiato per quello di una Lady.
Era stata abbandonata, non sapeva chi erano i suoi veri genitori, non sapevo niente di lei, non sapevo neanche cosa ci faceva in quel villaggio bruciato e non sapevo perchè si era fatta chiamare Shireen quando era venuta a Grande Inverno, non sapevo perchè mi aveva colpito e derubato e cominciavo a dubitare anche che Lyenna fosse il suo vero nome...Sì, l'avevo riconosciuta, avevo riconosciuto i suoi movimenti, i suoi colori erano più unici che rari e  poi la bruciatura che si era procurata a Grande Inverno era stata visibile per diversi giorni, forse dimentica che l'avevo vista...
- Chi sei? Qual'è il tuo nome? - disse alla figura addormentata profondamente, sul viso un'espressione quasi beata. Chissà se quel contadino aveva ragione...era forse tornato il Drago?
  
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