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Autore: itsmeWallflower    19/06/2014    1 recensioni
Dal testo: Darren l’aveva capito solo quella sera che poteva prendere tutte le vie che voleva e poteva perdersi in centinaia di curve sconosciute, alla fine ogni sua mossa era fatta per tornare all’unico posto al quale apparteneva.
E da quello, da quel posto, da quel cuore, quando lo trovi, non puoi scappare.
Non per sempre.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Maps
Pairing:CrissColfer
Raiting: Verde
Avvertimenti: AU, OOC (sempre la solita storia: Darren e Chris NON sono Kurt e Blaine. entrambi hanno due persone accanto e non stanno insieme, non lo sono mai stati e la CrissColfer non esiste. Ma a me piace pensarla diversamente. Perché? Perchè non sono normale. Detto questo, non voglio offendere nessuno. Non voglio denigrare Mia o Will e non voglio gettare fango sulle belle persone che sono Darren e Chris. Amen)
Note: la storia è praticamente ispirata alla canzone dei Maroon 5, Maps. Se non l’avete ancora ascoltata, fatelo. ;)
Questa storia non segue nessun fatto reale, non ci sono relazioni col presente e tratta di un futuro ipotetico.
Stato Storia: conclusa. OS
the novel carries the usual disclaimer about the characters bearing no relation to living persons.
 
 

Maps.


I like to think that, we had it all
We drew a map to a better place
But on that road I took a fall
Oh baby why did you run away?
 
Marzo 2015
 
-sei sempre così insicuro. Sempre così confuso Darren e non possiamo continuare così.  Io non posso.-
-sei la persona di cui potrei innamorarmi, Chris. Ma non posso, lo sai. C'é lei-
-non posso più competere con una fantasia,Dare-
-mi dispiace-
-Anche a me. Non sai quanto-
-Chris? Spero sarai felice e- mi mancherai, mi mancherai da matti. Dimmelo, Chris..dimmi che ti mancherò almeno un po'.
-fatti sentire, eh?-
-certo, anche tu-
-allora ci vediamo, Dare e-
chiedimi di aspettare ancora, non lasciarmi andare via, mi mancherai, mi mancherai come l'aria.
-sì, ci vediamo-
*
429 Giorni, 3 ore, 45 minuti e 22 secondi dopo..
 
Newport Beach era vuota, forse perché quasi nessuno traeva consolazione o piacere a starsene sotto una pioggia battente di un serata estiva.
 
Darren era solito frequentare quella spiaggia per i numerosi locali poco pretenziosi che gli lasciavano libero arbitrio con ragazze che poi spogliava per prendersi quel piacere di cui sentiva il bisogno e poi se ne andava, come se non ne potesse fare a meno, come se quel piacere potesse cancellargli quello che aveva provato troppo
tempo prima e di cui era stato poi privato.
 
Anche quella sera sarebbe potuto entrare in uno di quei rumorosi locali e trovare il suo temporaneo ed effimero piacere, ma la pioggia era una compagnia migliore, aveva constatato quando aveva spento il motore dell’auto e tutto quello che sentiva era il battere incessante delle grandi gocce d’acqua sul vetro.
 
I temporali estivi per Darren erano sempre stati, un dolce ossimoro della vita.
Amava come il caldo afoso di maggio a Los Angeles si mischiava alle gocce di pioggia fresca e costante che rendeva l’atmosfera estremamente poetica.
 
Quelle gocce d’acqua che si abbattevano sulla sabbia tiepida erano poesia come un tempo lo era stato Chris per lui, poesia.
 
Chris.
Pensare a lui faceva ancora male, sempre male.
Come il primo giorno.
E di giorni ne erano passati tanti, ormai.
Darren non avrebbe voluto tenerne il conto, ma alla fine pure non contandoli quelli sarebbero passati comunque, inevitabili.
Allontanandoli come neanche la distanza avrebbe potuto fare.
 
49 miglia percorribili in 1 ora e 40 minuti.
Era quella la distanza che divideva Newport da casa di Chris e Darren lo sapeva bene, perché pure altre volte, arrivato su quella spiaggia, la pioggia battente e quindi i ricordi di quegli occhi troppo azzurri e vivi, non lo lasciavano scendere dalla sua auto per percorrere quei pochi passi che lo dividevano dal locale prescelto per la serata, ma anzi lo portavano a fare retromarcia e guidare.
Guidare e correre, correre e correre e poi fermarsi fuori quella casa e aspettare.
Aspettare un momento o un movimento che non arrivava mai e allora Darren metteva di nuovo in moto e guidava e scappava, scappava e scappava fino a ritornare a Newport odiando quella spiaggia solo un po’ di più e scegliendo la persona destinata a qualcun altro per prendersi ancora una volta quel piacere che era consapevole non cancellava via un bel niente.
 

-Darren, lui è Will-
-è un piacere conoscerti, Chris parla sempre bene di te-
-Ma dov’è Mia? mi piacerebbe salutarla-
-non saprei. Lei non- Noi non stiamo più insieme-
-oh io, beh mi dispiace e-
perché non me lo hai detto prima? Ti ha lasciato lei?
sei stato tu? Perché? Mi manchi un casino
-già. Non funzionava più e-
chiedimi perché, Chris. Chiedimelo.
Lascia perdere lui e torna da me.
Mi mancheresti anche se non ci fossimo mai incontrati
-immagino. Magari possiamo vederci per un caffè e parlarne se vuoi e-
accidenti a te, Darren. ti odio. Ti odio e mi manchi un fottuto casino.
-certo. Un caffè per me e un diet coke per te, come i vecchi tempi e-
Mi mancano quelle sere sul divano senza nient’altro da fare se non stringerci di più, Chris. Mi manchi troppo.
-allora ci conto, Criss-
-ci vediamo Colfer. Will-
 

Quella sera era un’altra di quelle sere in cui Newport non aveva niente di accogliente, neanche per Darren.
 
E la pioggia continuava a battere e il suo cuore continuava a percorrere quelle 49 miglia come se stesse seguendo una mappa.
Una mappa per la felicità che portava sempre a lui, a Chris.
 
Doveva seguirla.
Era l’unica cosa che poteva fare.
 
Perché a volte ti rendi conto del tuo destino, subito, con un battito di ciglia magari, ma altre volte puoi non capire al volo dove questo ti vuole portare e sbagli strada e ti perdi nel percorso, prendendo ripide salite.
Ti perdi in curve di persone sconosciute che magari ti fanno girare la testa soltanto il tempo di starci su, poi finisce tutto e ti senti ancora più naufrago e vaghi in mari che cercano di affogarti e affondarti.
Ti perdi e fai mille giri e scali altrettante mille montagne per poi ritrovarti ancora lì: a 49 miglia di distanza da quello che hai capito tardi essere il tuo destino.
 
Darren l’aveva capito solo quella sera che poteva prendere tutte le vie che voleva e poteva perdersi in centinaia di curve sconosciute, alla fine ogni sua mossa era fatta per tornare all’unico posto al quale apparteneva.
 
E da quello, da quel posto, da quel cuore, quando lo trovi, non puoi scappare.
Non per sempre.
 
So I’m following the map that leads to you
The map that leads to you
Ain't nothing I can do
The map that leads to you
Following, following, following to you
 
La strada era lunga, ma rassicurante.
La velocità sostenuta, le luci della città e la canzone che Darren aveva scelto con cura girando stazione alla ricerca di quella giusta, lo avevano reso meno agitato e più emozionato.
 
Erano passati 429 giorni da quando Chris aveva deciso di arrendersi e Darren con lui e ne erano passati 32 da quando si erano ripromessi un caffè e una diet coke ed era servito 1 temporale estivo di troppo a Newport Beach per amare senza remore, questa volta, il dolce ossimoro che erano stati loro due insieme.
 
Per amare senza paura tutto quello che Chris era e che cozzava con tutto quello che lui aveva voluto essere per se stesso.
 
Era una scommessa, quella.
Una scommessa che lui aveva lanciato tanto tempo fa e che aveva vinto solo in quel momento a 30 minuti di distanza da casa, da Chris.
 
Il patto era ammettere di amare con convinzione, con riverenza, con l’anima e con il corpo, tutti quegli spigoli dell’altro che urtavano con tutto quello che lui aveva sempre creduto di non poter mai amare per convenzione, per incomprensione e per paura.
 
Lo stava ammettendo ora, ridendo di se stesso per averci messo così tanto e per aver avuto bisogno di quella pioggia che cadeva proprio quando per antonomasia non avrebbe dovuto, perché era estate ed estate non ci sono nuvole grigie ad oscurare il cielo, d’estate la pioggia non cade, non così prepotente almeno.
 
I temporali sono invernali come l’amore è di un uomo e una donna.
E temporali estivi? Esistevano, comunque e appartenevano all’estate come l’amore, il suo, apparteneva ad un altro uomo- no.. non un altro uomo, Chris.
I temporali erano estivi come lui era innamorato di Chris e c’era chi non amava per niente la pioggia d’estate, c’era chi non la capiva- lui per primo non l’aveva capita per molto tempo- e c’era chi come lui amava danzare sotto quella col viso rivolto al cielo e il sorriso di chi aveva trovato la felicità.
Quello era ciò che aveva capito osservando la pioggia cadere in quella sera d’estate e gli pareva quanto meno doveroso far partecipe anche Chris.
 
Meglio tardi che mai, no?
Meglio tardi che mai, capire che si era trovato solo nel momento in cui si era perso, seguendo una mappa che il suo cuore aveva disegnato prima che la mente solo formulasse il pensiero di seguirla.
 
429 Giorni, 3 ore, 45 minuti e 22 secondi – più 49 miglia di distanza dopo..
 

Ripensarci era fuori discussione.
Rimuginare sul perché Chris aveva rinunciato così facilmente a loro, tempo addietro non serviva a niente.
Chiedersi dove fosse stato quando aveva dovuto affrontare il suo peggio piegato sulle sue stesse ginocchia era sbagliato.
Credere di non valere per Chris quello che Chris valeva per lui non era il punto.
 
No, il punto era che doveva rendere partecipe l’altro dei suoi sentimenti.
Per evitare di scoppiare.
Darren non aveva mai creduto fosse vera l’espressione “morire d’amore” fino a quel momento.
Perché sì, quell’amore tutto insieme era troppo grande per il suo corpo che non poteva contenerlo tutto. Lo avrebbe fatto esplodere come un pallone gonfiato fino all’impossibile e Darren doveva trovare rimedio.
E il rimedio era, secondo lui, regalare quell’amore alla persona per cui lo provava.
Semplice.. certo.
Lo diceva ora “semplice” ridendo di nuovo di se stesso perché riusciva ad immaginare Chris incrociare le braccia al petto ed esclamare: “dopo 429 giorni hai capito che è semplice? Tu sei pazzo, ecco cosa sei e pure un po’ cretino!”.
 
Una volta ritrovatosi davanti la porta di casa Colfer, un po’ di panico gli era salito perché forse non avrebbe dovuto presentarsi lì senza neanche uno straccio di discorso.
 
Il fatto era che lui non era per niente bravo con le parole quando si trattava di affari di cuore e se doveva essere sincero era una frana pure con i silenzi.
Ma era lì e non se ne sarebbe andato.. quindi da qualche parte avrebbe pur cominciato.
 
Suonò al campanello con più foga del necessario ma quel gesto era stato più per calmare se stesso che per far sbrigare l’altro, anche perché Darren non andava per niente di fretta, non dopo 429 giorni che aveva passato per capire a pieno i suoi sentimenti.
 
Comunque la porta gli si era spalancata davanti mostrando prima un Chris svogliato con le lenti abbassate sul naso e una matita sull’orecchio e poi un Chris sorpreso e preoccupato.
 
Ed era bello come Darren lo ricordava se non di più.
 
“Disturbo? Posso entrare?” domandò senza neanche salutare vedendo che l’altro non accennava a muoversi,
“è solo mezzanotte passata, certo che non disturbi” bofonchiò Chris facendosi comunque da parte e chiudendo la porta quando Darren fece qualche passo all’interno.
 
Si guardò intorno notando con piacere che niente era cambiato in quella stanza.
C’era ancora la pila di dvd di fianco alla tv e i cuscini disordinati sul divano, c’era sempre una diet coke o il resto di quella sul tavolino e la lettiga di Bryan nel lato del salotto, proprio vicino alla portafinestra e poi c’era Chris che tentava di sistemarsi almeno la maglietta consunta che portava quella sera, come sempre.
Non era cambiato niente.
 
“vado a prenderti qualcosa per asciugarti, torno subito” disse Chris facendogli ricordare solo in quel momento di essere stato per troppo tempo sotto la pioggia scosciante,
“ecco tieni” mormorò poi porgendogli il telo e andandosi a sedere sul divano, invitando l’altro a fare lo stesso,
“che ci fai qui?” domandò quando Darren continuava a tenere su il suo sorrisetto alternando lo sguardo tra Bryan che era saltato sul grembo di lui e Chris,
“fuori c’è un temporale estivo” rispose tranquillo lui facendo spallucce e sorridendo ancora mentre si frizionava i capelli, pensando anche che il gatto ce l’avesse con lui per non avergli portato niente da mangiare come era solito fare quando andava a trovarli 429 giorni addietro,
“lo vedo. Ma perché sei qui? eri di strada e non riuscivi a guidare?”
“no. ero a Newport Beach” rispose lui dedicando una carezza a Bryan giusto per fargli capire che non si era dimenticato di lui,
“a Newport Beach. Darren? che succede?”
“c’è un temporale estivo, Chris e sono venuto per quel caffè di cui avevamo parlato qualche tempo fa. Sei sicuro di non averti disturbato?” Darren si guardò intorno di nuovo, preoccupato che potesse spuntare qualcuno, Will ad esempio, da un momento all’altro e rovinargli le sue intenzioni, senza sapere che Will era uscito dalla vita di Chris una settimana dopo la promessa di un caffè insieme,
“avrei dovuto avvisarti. Io- mi dispiace-“
“vuoi un caffè?” lo fermò Chris poggiandogli una mano sul ginocchio e togliendola un attimo dopo come scottatosi,
“sì, grazie” e Chris annuì facendogli segno di aspettare lì il tempo che lo preparasse.
 
Darren ad essere sinceri voleva davvero seguirlo.
Era ancora quella maledetta mappa che diceva di farlo, ma conosceva Chris abbastanza da sapere che aveva bisogno del suo tempo da solo per raccogliere tutti i pensieri, infondo lui si era fatto vivo dopo 429 giorni in cui si erano ripromessi di farlo e non lo avevano mai fatto, un attimo di smarrimento era più che comprensibile.
 
“ecco il tuo caffè per cui sei venuto da Newport” dichiarò Chris facendo ritorno in salotto con due bicchieri pieni fino all’orlo di quel liquido caldo,
“il tuo l’ho corretto con un po’ di whisky come piace a te” continuò poi porgendogli la tazza che Darren accettò con un sorriso.
 
Era una premura quella, che l’altro non si era aspettato da parte di Chris. Neanche credeva che avesse ancora del whisky in cucina, non quando gli aveva detto, una volta, che lo aveva comprato solo per lui e per la sua insana passione di unire due bevande altamente cattive per la salute.
Il solito Chris.
 
Bevvero dai loro bicchieri in silenzio, ascoltando per un po’ il suono che produceva la pioggia cadendo placida sopra di loro.
 
“cosa facevi a Newport da portarti qui?” domandò d’un tratto Chris scambiando il caffè con la sua diet coke, perché proprio non riusciva a restarne senza,
“osservavo il temporale” rispose Darren come se quello potesse far capire a Chris il nesso,
“non ho mai capito questa tua strana inclinazione ai temporali. Ricordo però che una volta siamo stati ore al telefono perché tu volevi che ascoltassi con te un temporale di Londra”
“era anche quello un temporale estivo” gli fece notare Darren, “e in effetti anche io solo ora ho capito cosa mi affascinava di questi precisi temporali” sospirò facendo spallucce,
“Darren? sei venuto qui per parlarmi di temporali?” era una domanda più che lecita quella di Chris che in effetti non ci stava capendo nulla,
“ad essere sincero, sì” rispose lui sorridendo sornione,
“oh beh.. mi pare logico” bofonchiò Chris che d’un tratto aveva pensato bene di sbattere Darren fuori dalla porta e tornarsene a lavorare sulla sua sceneggiatura, cercando di dimenticarlo ancora una volta,
“ero a Newport, pensando se scendere o meno dall’auto quando ho capito. Sai cosa mi affascina dei temporali estivi, Chris? il fatto che arrivano quando non dovrebbero, quando nessuno penserebbe che stessero arrivando. Sai perché mi piace stare ad osservarli e ascoltarli? Perché sono speciali e belli nonostante il fatto che non tutti li capiscono. Sai perché li amo? Perché mi ricordano noi” Darren riuscì a vedere come Chris trattenne il respiro e sgranò quei suoi occhi sempre troppo azzurri e sorrise inclinando un po’ il capo sulla spalla e premurandosi di osservare ogni piccolo dettaglio di quella bocca dischiusa per far uscire fuori quello che in pratica non usciva,
“ero seduto in macchina e cercavo di capire perché un temporale estivo mi ricordava di te. e anche se ci ho impiegato molto tempo-“
“429 giorni” s’intromise Chris prima di poterselo impedire,
“sì, anche se ci sono voluti 429 giorni ho capito che i temporali estivi mi ricordavano noi, perché sono come noi. Perché arrivano quando nessuno se lo aspetta, perché non sono comprensibili a tutti, neanche a me prima, perché sono un ossimoro. Proprio come noi e proprio come te sono poetici, sono belli, sono inaspettatamente unici”
“e ti ci sono voluti 429 giorni e 1 temporale estivo per capirlo?” lo apostrofò Chris sospettoso, perché con Darren non poteva mai esserne sicuro, perché lui amava usare grandi metafore e belle parole, ma alla fine della storia Chris restava sempre a mani vuote e Darren sempre più distante,
“non che avessi avuto un qualche tipo di aiuto da parte tua, Chris” rispose risentito Darren, perché se proprio doveva essere sincero tanto valeva esserlo fino in fondo, perché la verità se la meritavano entrambi,
“scusami?” Darren posò la tazza mezza vuota sul tavolo e voltò il busto verso l’altro pronto ad affrontarlo,
“mi sono chiesto molte volte dov’eri, Chris quando ero sconfitto e solo e al mio peggio e tu mi avevi detto che ci saresti stato e invece non c’eri ed io ci sono sempre stato per te. Sempre.”
“avevo bisogno di sentirmi dire che tu avevi bisogno di me, Darren. Ma tu non l’hai mai detto. Mai. Perché c’era lei ed era quello che volevi, no?”
“guardami Chris, credi che lei fosse quello che volevo?”
“e dimmi Darren credi che io avrei mai potuto capirlo se continuavi a dirmi il contrario?!”
 
Darren aveva dimenticato quanto Chris fosse esasperante, aveva dimenticato quanto lui fosse accorto ad ogni parola che ascoltava e diceva, aveva dimenticato quanto potesse essere estenuante stargli dietro senza gettare tutto all’aria e arrabbiarsi e urlargli contro.
 
Per questo e per altri mille e ovvi motivi lasciò perdere la discussione e si sporse verso di lui, prendendogli il viso con entrambe le mani e lo baciò.
 
Darren lo stava baciando con troppo trasporto, vorace, famelico e innamorato e Chris stava rispondendo alla stessa maniera, forse con qualche risentimento in più.
 
Era un bacio che sapeva di temporale estivo.
Era il tesoro che la mappa contrassegnava con una x.
 
La bocca di Chris era arrendevole, come ogni volta che le labbra di Darren si dischiudevano sulle sue.
Le mani di Chris erano pressanti e insistenti sui fianchi di Darren come a spingerlo via e trattenerlo insieme.
Come a chiedergli di lasciarlo respirare e implorargli di mozzargli il fiato in gola.
 
Le mani di Darren erano ferme sul viso di Chris e stringevano forse troppo forte, più del dovuto comunque e le unghie intaccavano quella pelle arrossata ed esposta.
 
429 giorni erano passati inesorabili cambiando tutto e facendo restare loro invariati.
 
“questo” sussurrò Darren poggiando la propria fronte a quella dell’altro senza aprire gli occhi e respirando forte dal naso, “questo e ogni mio bacio avrebbe dovuto fartelo capire, Chris.” biascicò e sorrise nel bacio che seguì,
 “avresti dovuto capire che volevo te come non avrei mai voluto avere nessun’altro. Avresti dovuto capirlo e sbattermelo in faccia, Chris”
 
Chris si staccò da lui e il suo sguardo corse a guardare l’altro col fiato corto e con lo sguardo deciso.
Deciso e sicuro perché Darren non era mai stato bravo con le parole ma con i gesti, con quelli era un maestro, anche con quelli degli altri.
E il bacio di Chris gli aveva detto quello che ancora non era riuscito a fare con le parole.
“non guardarmi così” disse allora, perché non poteva reggere, perché non poteva spiegarsi a parole altrimenti e quelle sembravano necessarie.
“così, come?”
“come se fosse tutto chiaro e semplice”
“ma è semplice, è maledettamente semplice ora, Chris”
“e allora perché non riesco a dirlo? Perché non riesco a crederci?”
“perché me ne sono andato. Perché non avevo capito quanto dovevo crederci io”
“i temporali estivi sono sporadici e scompaiono così come sono arrivati”
 
E il pessimismo di Chris quello Darren non l’aveva dimenticato, ma aveva quanto meno sperato che l’avesse accantonato in qualche anfratto della sua testa, come invece non era stato,
“vieni qui” ordinò Darren aprendo le braccia per invitarlo a stringersi a lui, ma l’altro lo fissò scettico per poi incrociare le mani al petto e alzare un sopracciglio in segno di sfida.
Voleva una risposta lui.
 
“posso essere il tuo personale giorno di sole con una nuvola grigia e piena d’acqua che ti segue ovunque tu vada, Colfer” disse alzando gli occhi al cielo e tirando l’altro al suo petto, cullandolo,
“vuoi che io sia il tuo costante personale temporale estivo?” chiese poi,
“ci hai messo 429 giorni per chiedermelo, sei un pazzo e pure un po’ cretino se pensi che dica di no!” esclamò Chris dandogli un buffetto sul petto prima di accoccolarsi meglio tra le sue braccia, nascondendo il viso nell’incavo del collo di Darren e respirare il suo profumo.
 
Il profumo di casa e pioggia.
 
“non sparire più Criss” sussurrò alzando il capo per incontrare il mento di Darren e baciarglielo piano e desideroso.
“non chiedermi più di farlo” disse lui in risposta deglutendo forte e alzando il viso per lasciare libero accesso all’altro,
“posso?” fece Chris chiedendo il permesso per un bacio sul collo e Darren scoppiò a ridere e spinse il volto dell’altro sulla sua gola, vorace.
“non chiedermi il permesso, se vuoi fare una cosa, falla perché lo desideri, non perché te l’ho concesso-“ gemette Darren quando la lingua di Chris lambì il suo pomo d’adamo, “devi rischiare il rifiuto” continuò poi con voce roca, portando una mano a stringere la nuca dell’altro e tenerlo vicino a sé, sul suo collo e Chris sorrise in quel bacio perché Darren aveva ricordato e riportato le stesse esatte parole che aveva detto lui quando a chiedere il permesso per il loro primo bacio era stato Darren.
 
 
Ed erano lì che erano ritornati, all’inizio che per assurdo era pure la destinazione.
 
Era ancora lì che sarebbero ritornati sempre, perché le loro mappe segnavano un unico cammino, uguale per entrambi.
Le loro mappe percorrevano le stesse strade per arrivare al tanto agognato tesoro.
L’uno il cuore dell’altro.
 
 
Banale, starete pensando voi.
Prevedibile, starete dicendo.
 
 
Eppure Darren e Chris non avevano trovato niente di banale in quei 429 giorni che avevano impiegato per ritrovarsi.
Darren non aveva trovato niente di prevedibile nelle strade che aveva percorso prima di capire qual’era quella che la sua mappa gli diceva di seguire.
Chris non aveva trovato niente di scontato nell’essere il personale temporale estivo di Darren.
 
Darren non aveva davvero trovato niente di così banale quando Chris quella notte, dopo 429 notti che non succedeva, lo aveva trascinato nella camera da letto.
Non aveva trovato niente di così prevedibile poter spogliare e venerare quelle curve e quei muscoli e quella pelle diafana di nuovo e da capo.
Non aveva trovato niente di così stupidamente scontato nel sentirsi dire “ti amo” dal suo personale ossimoro.
Anche se non era proprio così che era andata..
 
Chris era appoggiato al parapetto del suo balconcino, quello della camera da letto, completamente nudo e con il viso rivolto al cielo e gli occhi chiusi, beandosi di quella pioggia che continuava a cadere costante.
Era bello.
Era Chris sotto il riflesso della luna e le gocce di pioggia e Darren non riusciva a trovare niente che potesse essere più bello di quello che aveva davanti agli occhi.
 
Lo sentì sospirare quando avanzando fino a lui gli strinse i fianchi da dietro e gli baciò una spalla, leggero.
“perché sospiri?” domandò
“perché vorrei davvero che piovesse per sempre. Perché mi sei mancato come l’aria. Perché vorrei poter cancellare tutti quelli che ci sono stati prima e dopo di te, perché tu sei per me l’unico, Darren. Sei sempre stato tu. E 429 giorni fa non avrei dovuto arrendermi, ma avrei dovuto dirti che-“ si fermò Chris a quel punto chiudendo di nuovo gli occhi e sospirando ancora.
“continui a sospirare, Chris.. perché?” domandò allora l’altro col mento appoggiato alla sua spalla e un sorrisetto sghembo sul volto ed anche se Chris non poteva vederlo, sapeva che era lì quel sorriso,
“perché mi ami e non me lo hai ancora detto, ma sono felice comunque perché ti credo” disse voltandosi quel tanto che bastava per baciargli la punta del naso dal sapore di pioggia, sudore e sesso,
“oh ti credo anche io” rispose Darren volgendo lo sguardo al cielo e sorridendo perché la pioggia si stava facendo più rada e sempre più leggera..
“bene, perché non posso farne a meno” sussurrò Chris sentendo i brividi lungo la schiena al passaggio della bocca dell’altro lungo tutto il collo,
“perché mi ami” mormorò tra un bacio e un morso Darren.
 
E chi può biasimarli se in tutto questo non hanno trovato niente di banale?
Io no perché l’amore non è mai banale, non è mai scontato.
L’amore è imprevedibile e indescrivibile.
L’amore ti fa fare cose che neanche la paura può.
L’amore ti fa disegnare mappe sul tuo cuore che tu non puoi fare altro che seguire e se cadi durante la strada è sempre l’amore che provi per te stesso e per qualcun altro che ti porta a rialzarti e a metterti in marcia.
 
E signori miei, una storia che parla d’amore non è mai solo una storia.
È coraggio.
È un temporale estivo.
 
The map that leads to you
Following, following, following to you
 Fine.
 
 
Angolo Wallflower_

questo era solo il mio modo di dire che sì, ho davvero apprezzato la nuova canzone dei Maroon!

Spero abbiate apprezzato questo piccolo sclerotico racconto almeno la metà di quanto a me è piaciuto scriverlo.

Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre.

*si schiarisce la gola e se ne va, fingendo che questa storia non sia mai stata pubblicata*


Kisses ;)

questa è la mia pagina autore fb.  
questa invece è il mio profilo EFP per chi volesse leggere altri miei lavori Klaine e CrissColfer  
  
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