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Autore: Feltonistas    19/06/2014    3 recensioni
È il migliore incidente che le sia mai capitato.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Traduzione di: http://dramione.org/viewstory.php?sid=1287&chapter=1



È seduta su un gabinetto in un bagno pubblico, il coperchio abbassato e la porta chiusa a chiave, leggendo come 'Amy+Robbie=Amore' e 'Per un lavoretto chiamare...'. I ragazzi sono fuori, da qualche parte, scroccando cibo e non prestando attenzione a cosa sta comprando da Boots. Sventola lo stick di plastica come se fosse un ventaglio.
Due linee rosa.
"Oh, cazzo," dice.
 

--

"Come...come...come è potuto succedere?" Ron sta camminando avanti e dietro, tirandosi i capelli e dicendo sia niente che tutto, perché la sua bocca si rifiuta di chiudersi.
"Beh, Ronald, quando un uomo ed una donna si amano molto, o sono semplicemente davvero eccitati..." inizia, alzando gli occhi al cielo.
"Stai...hai...amore?" balbetta lui, ed è così pallido che le sue lentiggini risaltano come gocce di cioccolato su un biscotto.
Le andrebbe proprio un biscotto.
"Non lo so," dice con sincerità. "Forse; era...complicato." Sospira. "Harry? Cosa ne pensi?"
Harry mette un dito dietro gli occhiali per massaggiarsi l'occhio e scrolla le spalle.
"Grazie." dice lei con voce strascicata e fa una smorfia.
"Scusami, Hermione, ma..." Sospira. "Davvero?"
"Sì, davvero."
Lui sospira di nuovo e lei tira un filo del divano. Sa cosa sta pensando, come non potrebbe, avendo passato ogni minuto, di notte e di giorno, con lui; avendo seduto e camminato e corso e dormito a turni. La vorrà al sicuro alla Tana, o in Australia con i suoi genitori. Una donna incinta in una avventura di vita e di morte, per quanto abbia un cervello grande, non è utile. 
"Dio, Ron, tua madre mi ucciderà," geme lei. 

--

Fortunatamente, per essere nel bel mezzo di una guerra, Hermione arriva sana e salva alla Tana. Bussa alla porta e risponde a qualche domanda prima che Molly la spinga in cucina, mettendole tra le mani una tazza di tè e rimproverandola per la sua magrezza.
"Harry e Ron, stanno..."
"Stanno bene, Signora Weasley."
"Ma allora perché non sei..."
"Mi trovo impossibilita ad assisterli."
Sorseggia il tè, trasalendo e tirando fuori lo spicchio di limone che prima adorava. Non più, da quando le sue papille gustative sono cambiate, grazie a Junior. Molly la guarda e i suoi occhi si spalancano.
"Oh Merlino," esclama, "Ucciderò quel ragazzo."

--

Per un millisecondo, Hermione pensa di lasciar credere a Molly che il padre sia Ron. Le risparmierebbe litigate e le garantirebbe un posto dove dormire e fare la pipì (cosa che ormai è diventata una parte della sua vita più importante di quanto fosse in precedenza), ma decide che non sarebbe una cosa giusta. Non servirebbe a niente far tubare e coccolare Molly, per poi non darle il suo bambino dai capelli rossi alla fine. 
E comunque, è sempre stata una pessima bugiarda.
"Non è di Ron," ammette. "Non è neanche di Harry, perché Ginny mi ucciderebbe."
"E allora di chi..."
"Preferirei...non dirlo."
Forse è la pausa, forse è il suo dimenarsi inconscio, sta di fatto che Molly le sorride tristemente e le accarezza il capo ed Hermione non vuole pensare troppo a cosa potrebbe passare nella mente della donna.
"Sei benvenuta a restare per tutto il tempo che vuoi, cara." le dice Molly ed Hermione finisce il suo tè.

--

Quando Ginny torna a casa per Natale quasi sviene, nel vedere Hermione, seduta al tavolo della cucina, che fa stelline di pasta di zucchero. Sua madre le corre incontro, balbettando rassicurazioni e accarezzandole il braccio, ma Ginny stringe il telaio della porta quando la sua amica si alza in piedi per lavarsi le mani, con il pancione che spunta tra i fianchi ossuti.
"Porca puttana," esclama.
"Ginevra, attenta a come parli!" 
"Scusa, mamma, ma...per Merlino, Hermione, quando è successo?"
"A Giugno, credo. All'inizio di Giugno," dice Hermione, asciugandosi le mani su un tovaglietta e tirando giù il suo maglione Weasley. A sei mesi dovrà iniziare a trasfigurare i suoi vestiti. 
Dopo cena, Ginny la trascina nella sua camera, la fa sedere e le chiede di vuotare il sacco. Naturalmente, Hermione cerca di cambiare discorso.
"Come va a scuola?" le chiede.
"Fanculo la scuola, chi ti ha messa incinta?"
"Tutto bene con le lezioni?"
"È stato Ron?"
"Ho sentito che l'ES si riunisce ancora."
"Viktor?"
"Com'è il nuovo preside?"
"Neville?"
"Hagrid ha ricostruito la sua casa?"
"Ti prego, dimmi che non è di Fred o di George."
"Davvero, Ginny, Fred e George?"
"Adesso sì che ci siamo. Ti prego, ti prego, TI PREGO, dimmi chi è il padre."
Hermione si contorce, riflettendo. Sarebbe bello, avere qualcuno con cui parlarne; non doverlo tenere solo per sé e così nascosto da non poterlo più trovare, da non riuscire più a distinguerlo da un sogno confuso.
"Devo fare pipì," dice invece.

--

Natale è deprimente. Harry e Ron sono da qualche parte nei boschi e i gemelli non riescono a confondere nessuno sulla loro identità e Remus è super nervoso. Tonks, rotonda e luminosa, divorando piselli dolci, è eccitata che ci sarà un altro bambino.
"Saranno migliori amici," le dice. "Lo posso già vedere."
"Già," mormora Hermione, desiderando che ci sia più succo di zucca nel suo bicchiere.
"Probabilmente saranno nella stessa Casa di Hogwarts."
"È una...possibilità."
Hermione si strofina gli occhi, fingendo stanchezza da gravidanza, e si domanda quanto vicini saranno i loro bambini sull'arazzo della Famiglia Black.

--

Tutto precipita a Capodanno. A sette mesi di gravidanza, mentre sta piegando la biancheria nella sua stanza, sente un fracasso al piano di sotto. Cautamente, con la bacchetta sguainata, scende giù per le scale, sbirciando nel salotto. Arthur e Shaklebolt sono lì, portando un corpo tra di loro. I suoi piedi si trascinano sul tappeto, lasciando tracce di fango. Molly pulisce velocemente con la bacchetta ed Hermione osserva dalla porta mentre Draco Malfoy è seduto sul sofà. 
Stringe la bacchetta così forte che quasi si spezza in due.
"Cos'è successo, Kingsley?" chiede Molly.
"L'ho trovato durante un'incursione da Borgin e Burkes. Tutti gli altri sono scappati e lui si è semplicemente... arreso."
"Cosa?"
"Ha a malapena combattuto. Lo stavo portando dritto al Ministero ed eravamo quasi arrivati, ma..."
"Ma cosa, Kingsley?" lo sollecita Arthur.
Kingley si passa una mano sul viso e si siede pesantemente su una poltrona. "Sono esausto, va bene, quindi abbiamo dovuto camminare per qualche chilometro per arrivare all'entrata più vicina del Ministero. Ho pensato che fosse sicuro, dato che non cercava di liberarsi. Poi ha detto che aveva chiuso, con i Mangiamorte. Ha detto che vuole aiutare, che sa che sono un membro dell'Ordine."
"Pensi—"
"Che i Mangiamorte conoscono le identità dei membri dell'Ordine? Almeno qualcuno. Forse l'ha detto Piton. O forse Piton l'ha detto solo a Draco; ad ogni modo, ha detto che ci vuole dire tutto ciò che sa ed essere il nostro prigioniero volontario."
"Cosa?" sussurra Molly.
"Ha detto che lo farà a patto che i Mangiamorte credano che sia qui contro il suo volere, che stiamo usando il Veritaserum o qualcosa del genere su di lui, che i suoi genitori siano al sicuro, ma vuole morto Tu-Sai-Chi. Ha perso i sensi poco dopo, ma ho controllato e dovrebbe stare bene."
Arthur si lascia scappare un sospiro e guarda sua moglie, quel tipo di comunicazione verbale che non ha niente a che fare con l'invadere i pensieri di una persona. "Contatterò Remus e Minerva," dice.
"Dove dovrei portarlo? L'ho portato qui perché non riuscivo a pensare a nessun altro posto e...Merlino, sono stanco."
"Lascialo qui, Kingsley, e prendi la stanza di Percy. Riposati un po', se puoi." gli dice Molly.
Uno per uno gli adulti vanno via, Molly solo dopo aver spostato Malfoy per farlo distendere sul sofà, la testa appoggiata sul cuscino fiorato.

--

È mattina quando lui si sveglia, Hermione dorme sulla sedia, con fitte dolorose alla schiena e calci rabbiosi contro la vescica. Si trascina fino al bagno e quando ritorna gli occhi di lui sono aperti. Si alza a sedere nel sentire i suoi passi e spalanca la bocca.
"Guh," dice e lei alza un sopracciglio.
"Sempre eloquente," dice lei.
"Chi ti ha messa incinta?" farfuglia, la voce roca.
Lei scatta, "TU, BRUTTO STRONZO!"
"Arp," risponde lui.
"Hermione, cara, cosa sta succedendo?" chiede Molly, in vestaglia, avvolta dall'odore della colazione.
"Io-io-io," balbetta Malfoy ed Hermione trema di rabbia.
"Come osi chiedermi questo! Dopo...tutto, come osi sederti qui e pensare che io sia andata a letto con qualcun altro! Non sono una sgualdrina di Nocturn Alley, Draco, Gesù Cristo!"
"Io..io non...non sei una sgualdrina," ribatte lui, deglutendo a fatica.
"Bella scusa."
"Hermione—"
Le sopracciglia di Molly scattano in su, come quelle di Arthur e Kingsley, mentre stanno in piedi sulla soglia in pigiama e vestiti stropicciati.
"Hermione, è solo...è solo uno shock. Merda."
"È stato uno shock anche per me. Ovviamente, non potevo mandarti un gufo." 
"Cazzo."
"Quello è la causa di tutto."
"Immagino che lo Sfregiato e la Donnola siano ancora lì fuori, a combattere la battaglia dei giusti."
"Meno uno, certo; due, se conti Junior."
"Hai già scelto un nome, vedo. Sono lusingato."
"Taci."
Dietro di lei, Hermione riesce a sentire Kingsley ed Arthur trascinare Molly in cucina, mormorando qualcosa sulla privacy e cercando di mettere fine ai suoi balbettii. Hermione pensa che si debba aspettare proprio una bella litigata, ma i suoi occhi rimangono su Malfoy. Lui ha un aspetto orribile e lei lo informa di ciò.
"E tu hai un aspetto..."
"Se dici solo una parola sul mio peso, farò in modo che quello schiaffo del terzo anno sembri un bacio di farfalla."
Lui sorride, da adorabile, insopportabile deficiente che è. "Magnifico. Stavo per dire magnifico."
"Sei ancora un migliore bugiardo di me."
Lei si risiede, accarezzandosi il pancione; un movimento inconscio che cattura l'attenzione del ragazzo. Lui sussulta.
"Non pensavo che...non pensavo che questo potesse succedere," inizia, così piano che lei lo sente a malapena. "Non pensavo che questo potesse succedere. Tutto ciò a cui potevo pensare...eri tu."
"Lo so," continua lei. "Io dovrei essere la strega più intelligente della mia generazione e...non ho pensato. Non ci riuscivo mai, quando ero con te. Specialmente quando..." deglutisce. Si ricorda le ultime volte, così disperate, quasi dolorose. Lui la trascinava in sgabuzzini e classi, spingendo contro i muri e dentro di lei con disperazione, muovendosi avanti e dietro e ansimando e mordendole il collo. Lui mormorava cose, parole assorbite dalla pelle della sua gola e dai colletti inamidati delle sue camicie e la soffocava, nel suo profumo e nelle sue mani e nelle spinte dei suoi fianchi contro quelli di lei. Non ha mai avuto un'altra possibilità se non quella di sentire.
"Non pensavo—sapevo— che non ti avrei più rivista. Anche se non avessi...avuto successo, sapevo che non sarebbe successo. Tu mi avresti odiato. Non voglio che tu mi odi."
"Hai abbassato la bacchetta."
"Cosa?"
Lei gli sorride. Si ricorda com'era, l'anno precedente, il tremolio quasi impercettibile delle sue mani sulle cosce di lei e gli zigomi appuntiti premuti contro la sua pelle. Non era poi tanto bravo a nasconderlo, quello sguardo selvaggio negli occhi, come quello di un animale catturato, specialmente con lei. Il sospiro spezzato che si lasciava scappare quando veniva tra le sue braccia, sudato e barcollando su dei confini che lei non comprendeva, ancora riecheggia nella sua mente. "Hai abbassato la bacchetta."

--

Dopo una lunga sessione con Remus e Minerva ed altri membri assortiti dell'Ordine nella cucina dei Weasley, Draco finisce nella vecchia camera di Bill. Nessuno fa parola della mattina in cui si era svegliato lì, tranne per Molly mentre sbuccia le patate, il disappunto e la delusione velano la sua voce come pittura su un muro.
Non parlano mai del bambino, lei e Draco, anche se lui continua a fissarle la pancia.
Parlano di altre cose e leggono e giocano ai giochi di carte Babbane che gli insegna (è così bravo a poker che lei si rifiuta di giocare di nuovo con lui) e imparano gli incantesimi sui vecchi libri di scuola di Percy. 
È amichevole, confortante, proprio ciò che mancava a scuola, quando tutto era parole sgarbate e baci appassionati. Non riuscivano mai a stare seduti per molto tempo.
"Ti stai dimenando."
"Lo so."
"Allora finiscila."
"Non ci riesco," scoppia lei, tirando il maglione, stiracchiando le gambe sul tappeto di fronte a loro e poi incrociando le caviglie. Si siede più dritta e si accascia ma niente le fa passare il dolore alla schiena.
"Cos'hai?"
"Tuo figlio mi vuole uccidere, ecco cos'ho," dice a denti stretti e si immobilizza. Lo guarda, lui non batte ciglio.
Pensa di riuscire davvero a vedere la tensione, tangibile e densa come tapioca. Poi, senza un suono, lui si alza si siede dietro di lei, facendola scivolare tra le sue gambe.
"Dove ti fa male?" chiede e il suo respiro soffia sull'orecchio di lei come brezza estiva.
"Parte bassa della schiena."
Tirando su il maglione, pollici freddi premono contro la spina dorsale, disegnando dei cerchi. Lentamente, lei si calma, le mani di lui si riscaldano contro la pelle e il calore si diffonde. Per tutta la schiena, giù in mezzo alle gambe e lei sa di aver letto da qualche parte dei cambiamenti nella libido ma aveva pensato che la guerra le avesse addormentato tutto ciò che si trovava dalla pancia in giù. 
Non era così, a quanto pare. Il bambino scalcia.
"Ow," geme lei.
"Ti ho fatto male?"
"No, è..." si indica la pancia con la mano."Sta scalciando forte."
Con una mano ancor sulla schiena, lui alza l'altra, il palmo che aleggia sul pancione. Può sentire lo spazio tra di loro, brividi le attraversano il corpo sotto il pesante maglione mentre l'aria brilla. Quando la sua mano finalmente la tocca, le dita allargate, lei emette un sospiro.
Lui si muove lentamente, insicuro, la mano che avanza come se stesse nel buio, dove lei immagina che si trovi. Tutte le luci si erano spente il minuto in cui lui l'aveva guardata la mattina in cui era arrivato e non ha provato a riaccenderle. Lo sente, attraverso la lana e la pelle e il liquido, sente il suo sangue e si sta muovendo verso di esso.
Il bambino scalcia e Draco lo sente. Si immobilizza.
"Era..." sussurra e lei riesce a sentire contro la schiena il cuore che gli batte forte. Si lecca le labbra due volte prima di parlare.
"Il bambino riconosce il suo papà."

--

Dopo questo, Draco è nervoso, cammina e borbotta come un barbone alla stazione. Lei pensa che sia stato qualcosa che ha detto, che il fatto che l'ha chiamato apertamente padre lo ha spaventato a morte, come sarebbe successo a qualsiasi diciassettenne, ma lui è bloccato alla Tana, rischiando la morte, quindi, invece di scappare, ha deciso di essere il furetto agitato che lei una volta l'ha accusato di essere. 
La sta facendo impazzire.
"Dopo un'intera settimana, lo mette all'angolo mentre lui sta uscendo dal bagno, odorando di dentifricio alla menta piperita e sapone.
"Cosa diavolo ti succede?" gli chiede.
Lui la guarda, uno sguardo lungo, uno sguardo pungente, bruciante e doloroso; il tipo di sguardo sul quale scrivono i romanzi. Poi la bacia, facendole scivolare la lingua sulle labbra e dentro la bocca e quando si allontana lei dice "huh", la cosa più intelligente che in quel momento potrebbe dire. 
"Lo so che ti piace, ma non lo chiameremo Hugo," la informa e la trascina verso la sua camera, dove scoprono che anche la sua libido è in perfetta forma.

--

Si trova ad essere in ritardo, imbronciata e gonfia a metà Maggio, urlando contro tutti e finendo in lunghe litigate con Draco. Quando le si rompono le acque su tutto il pavimento del salone appena dopo colazione, lei pensa che perfino gli gnomi da giardino avranno sentito il sospiro di sollievo di Draco. 
Non riesce ad arrivare al letto sul piano di sopra e lì c'erano fin troppi proiettili a portata di mano.
"Attenzione a quelli che potrebbero rompersi, tesoro." le dice Molly, aggiustando i cuscini dietro le spalle tese di Hermione.
"Vorrei che tu fossi morto," geme Hermione verso Draco, stringendo le lenzuola che sono state stese sul pavimento magicamente pulito.
"Dicono tutte così," si esprime Arthur, dando una pacca sulla spalla del ragazzo.
"Uh," risponde lui e si inginocchia velocemente di fianco a lei, sventolandole la mano sul viso."Puoi...sai...puoi...se vuoi AHIA AHIA CAZZO, DONNA!"
Si lamenta come una bambina della sua mano 'rotta' per un'ora. Lei gli lancia addosso un leone di ceramica.

--

Alle prime luci dell'alba della mattina dopo, una cosetta che si contorce e strilla scivola fuori dal suo corpo e nelle mani di Molly. Hermione pensa che stia avendo le allucinazioni.
"È finita?" chiede.
"Sì," risponde Draco dolcemente, con gli occhi fissati su qualcosa, e lei segue il suo sguardo. Molly ha tra le braccia una copertina a quadretti che si dimena ed Hermione sente il cuore che cerca di salirle in bocca. Ha avuto un bambino. Bene.
"Congratulazione, è una bambina," dice Molly e le porge la piccola—sua figlia, si ripete Hermione—mormorando informazioni su come tenere il capo dei neonati.
Non è completamente uguale a come Hermione pensava, anche se i libri le avevano detto che lo sarebbe stato. Non ha il colorito di una pesca e non è paffutella, ma rossa e magra e coperta di una patina bianca come ragnatela. La faccia è schiacciata, gli occhi come linee sulle guance macchiate e la bocca piccola e stretta. Hermione l'aggiusta meglio, passando un dito giù per il braccetto fino alle piccole dita con minuscole unghie. Il viso si raddolcisce,  distendendosi come una rosa che sboccia.
"Ciao, Rose," sussurra Hermione.
"Mi piace Rose," le dice Draco e le bacia la tempia. Lui tocca la mano di sua figlia ed Hermione tira su col naso.
"Merlino, Hermione."
"Taci."
Il cuore di Hermione si allarga come il mare quando sua figlia apre gli occhi.

--

Harry Potter uccide il Signore Oscuro e Neville Paciock uccide un serpente ed Hermione viene trasferita da Andromeda durante la battaglia finale, mentre Draco tira fuori il Grifondoro che è in lui e va a combattere e a cercare i suoi genitori. Hermione vuole spezzargli il collo, specialmente quando è così Serpeverde da usare la loro bambina come merce di scambio. Meglio che abbia almeno un genitore, se lui muore. 
Rose e Teddy vanno d'accordissimo.
"Lo ucciderò," dice ad Andromeda mentre bevono il tè.
"Così dici."
Quando la battaglia è finita, tutti e quattro vanno ad Hogwarts, Andromeda si mette in piedi di fianco al corpo della figlia, accarezzando i capelli blu cielo del nipotino ed Hermione scruta la folla in cerca di teste bionde.
Trova prima quelle rosse.
"Hermione!" È Ron, con il viso sporco di lacrime e meravigliosamente vivo.
"Ron, oh grazie a Dio," esclama lei e lo stringe con un braccio solo.
"Wow, guarda un po'," le dice quando si allontanano, passando una nocca sulla guancia paffuta di Rose, "Hai una bambina."
"Di solito è quello che succede dopo tutta la storia della gravidanza. Stanno tutti bene?"
Le racconta quello che è successo, con una lista dei morti che comprende uno dei suoi fratelli e lei lo abbraccia di nuovo, così forte che Rose inizia a lamentarsi.
"Ho visto Malfoy laggiù," la informa, indicando con la mano il tavolo degli insegnanti, scheggiato e bruciacchiato da tutti gli incantesimi. "Con i suoi genitori."
"Grazie."
Lo abbraccia ancora una volta e si precipita in mezzo alla folla, il cuore che batte forte perché Ron non ha specificato in quale condizione si trovi Draco, se stia in piedi, seduto, insanguinato o a terra, morto, di fianco a sua madre e suo padre.
Sta abbracciando sua madre quando lo vede.
"Se mi fai di nuovo una cosa del genere, io...io ti....non so cosa ti farò, ma non ti piacerà," balbetta lei, stupide lacrime negli occhi, e Draco si precipita da lei e le bacia la fronte. Lucius sembra che sia sul punto di avere un infarto.
"Stai bene?" le chiede Draco e lei sente le sue parole, le labbra di lui premute contro la sua pelle.
"Sì."
Le si mette davanti, facendo correre le mani su e giù lungo i fianchi e tra i capelli chiari di Rose. Ha i capelli del papà ma gli occhi della mamma.
"Madre, padre," dice lui, girandosi, con le mani ancora dappertutto, "Vi presento vostra nipote."
Lucius fa cadere la bacchetta.

--

Passano ore ad Hogwarts, Lucius accasciato sul tavolo degli insegnanti, con le mani penzoloni tra le gambe e la bacchetta nella tasca di sua moglie. Hermione fa avanti e dietro tra loro e la famiglia Weasley, le due famiglie raggruppate l'una lontana dall'altra, e lei si domanda se sarà così per il resto della sua vita; tutti separati come l'olio dall'acqua. Draco cammina in cerchi con Rose tra le braccia, ma la sua stanchezza rende lei piagnucolosa e lui nervoso e Narcissa allora prende in braccio la nipotina.
Quando Hermione torna, dopo aver finito di parlare con Ginny, vede tre donne disposte a triangolo. Una bionda, l'altra mora, in piedi con le loro famiglie e i loro nipoti tra le braccia. Una famiglia è viva, l'altra no, e il vertice del triangolo è una terza donna, i capelli scuri sparsi sotto il corpo immobile come una pozzanghera d'inchiostro. 
Narcissa ed Andromeda si fissano per molto tempo, lanciando occhiate occasionali alla loro sorella morta. Hermione prende la mano di Draco. 

--

Spiegare tutto ai Malfoy non è facile; Lucius da uno scappellotto al figlio sulla testa e lo insulta nei modi peggiori ed esige che faccia la cosa giusta prima che sia troppo tardi per usare la guerra come scusa. Narcissa gioca a cucù settete. Hermione non sa decidere quale delle due scene sia più surreale. 
"Riguarda l'onore della famiglia, specialmente adesso," le spiega Draco, massaggiandosi la parte dolorante della testa. "Potresti non essere una Purosangue o non hai le connessioni giuste o cazzate del genere—"
Hermione sorride con orgoglio.
"—ma se avessi un bambino con te e non ti sposassi, beh, i miei bis-bis-bis-bisnipoti sentirebbero ancora la vergogna sociale. È ciò che devi fare."
Spiegare tutto ai genitori di lei quando tornano dall'Australia, con la memoria al suo posto, è, in effetti, ancora peggio di quanto lo era stato con i Malfoy. Sua madre impallidisce e Rose inizia a piangere e Draco inizia una gara di urla con il padre di lei ed Hermione cammina su e giù per il salotto, facendo saltellare la bambina strillante. 
"Non mi devi sposare per forza, sai," gli dice, durante una cena Malfoy-Granger presa direttamente da un romanzo di Lewis Carroll. "Cioè, non abbiamo neanche preso i nostri MAGO! E statisticamente—"
Draco la bacia sulle labbra. "Sì che devo, a pena di qualcosa di crudele ed inusuale che mio padre mi farebbe. Ma, sciocchina, voglio farlo."
Lei e Draco di sposano due mesi dopo. La notizia gira ormai a ruota libera.

--

Diciannove mesi dopo la fine della guerra, Rose fa due anni. È una cosa strana, Malfoy Manor è decorata con stelle filanti e palloncini rosa e bianchi, bambini dell'asilo di Rose che corrono in giro sulle loro gambette paffute, sporcandosi i vestiti con macchie d'erba. I Weasley sono lì, a disagio, finché Teddy vede Narcissa nella folla e si libera da sua nonna e dal suo padrino, per mostrare orgogliosamente a zia Cissy che riesce a far diventare i suoi capelli biondi come quelli di lei.
Lucius ed il padre di Hermione parlano della Borsa (babbana e magica) e si lamentano di tutti i bambini che mangiano tortini di zucchero. Hermione è ancora sbalordita da quanto bene vadano d'accordo. 
"Tutti i regali del mondo e nostra figlia sta giocando in una scatola," geme Draco, con un bicchiere di punch in mano. Lei sente odore di alcool. Lo prende dalle sue mani e lo versa nel giardino.
"È la sua festa, può giocare in una scatola, se vuole," gli dice. "E togliti quell'espressione dal viso. Se io devo sopportare tutto questo sobria, allora lo farai anche tu."
"Chi dice che dobbiamo essere sobri?"
Lei sorrise e alza un sopracciglio e tutti i bambini intorno a loro strillano e gli adulti fanno amicizia e Molly da uno scappellotto a George per aver portato alcool ad una festa per bambini. Un gufo fa cadere una lettera sulla testa di Draco.
"Davvero?" le chiede dopo averla letta, le sopracciglia così in alto che si confondono con i capelli.
"Questa volta, sono riuscita a mandarti un gufo." risponde lei.
Lui l'attira a sé, premendo il viso contro il suo collo. Lei fa cadere il bicchiere dalle mani e stringe la t-shirt tra le dita. Sa che, anche dopo due anni, ancora lo fa soffrire il fatto di aver perso così tanto, di non essere stato la prima persona al quale l'aveva detto; di non poter condividere storie sul dover sopportare le sue voglie e di non aver visto il suo corpo cambiare gradualmente, lentamente. Rose era stata un pugno nello stomaco e quel genere di pugno che lei sa si farebbe ridare in un secondo, se gli fosse data la possibilità. Ma sa anche cosa questo significhi per lui, essere lì con lei dall'inizio.
"Non lo chiameremo comunque Hugo," la informa e lei gli da uno schiaffo sul braccio.
------------------------------------------- Grazie per aver letto la Fanfiction, lasciate i vostri pareri :)
 




 

  
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