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Autore: Kieis_chan    19/06/2014    3 recensioni
[dalla storia]La salita verso la cima della montagna era lunga e tortuosa, e percorrerla con un bambino capriccioso e lagnoso non alleggeriva affatto la pesantezza del ‘viaggio’… se così si poteva definire.
RufyxAce
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ONE PIECE
In the Fusha village
 
 
6 anni.  ‘L’incontro’

La salita verso la cima della montagna era lunga e tortuosa, e percorrerla con un bambino capriccioso e lagnoso non alleggeriva affatto la pesantezza del ‘viaggio’… se così si poteva definire.
-Io non voglio.- si sentiva piagnucolare con voce acuta –Io voglio rimanere in città. Devo partire con Shanks e la ciurma!- continuava a ripetere strepitante il proprietario di quella voce così ‘suadente’, aggrappandosi ad un tronco d’albero.
L’anziano con cui il bambino si stava lamentando, non che il proprietario della suddetta voce, al suono di quelle parole sgranò gli occhi e di riflesso la mascella cadde a terra. –Mio nipote non diventerà mai un pirata!- sbraitò dando un fragoroso pugno sulla testa del moccioso che di riflesso lasciò la presa dell’albero.
 Garp D. Monkey, comandate della marina, uomo stimato ed amato dai suoi sottoposti e dalla popolazione per le sue eroiche imprese in mare, si ritrovò a trascinare con tutte le sue forze suo nipote imprecando ad ogni suo ostacolare i piani già stabiliti.
In silenzio o quasi ritornarono a salire la montagna, lanciandosi di sottecchi sguardi contrariati.
Ma si sa il bello dei bambini è che non portano per molto il risentimento, così con un gran sorriso il moccioso guardò il comandante –Nonno ma dove stiamo andando?- chiese inclinando la testa di lato.
Il vecchio scosse la testa teatralmente –Ti sto portando da una persona che ti crescerà, e forse riuscirà ad impararti un po’ di buone maniere.-
-Ma non lo fai già tu?- domandò fissandolo con quegli occhi neri come pece.
Garp sospirò pesantemente, tanto che i cespugli accanto a loro tremarono –Io devo partire Rufy.- spiegò con calma –Non posso portarmi un marmocchio dietro.- declamò, dando con un po’ troppa forza un buffetto sulla spalla del nipote.
Rufy gonfiò le guance assottigliando di conseguenza gli occhi –Non so se voglio stare lì da solo.- borbottò calciando un sassolino che intralciava il suo cammino.
Il vecchio esplose in una fragorosa risata, il bambino si voltò verso di lui interdetto non capendo cosa ci fosse di divertente, ma poi l’arcano mistero si scoprì. –Non sarai solo.- proclamò Garp –Dove ti sto portando c’è anche tuo fratello maggiore.- Spiegò sorridendo.
Gli occhi di Rufy si allargarono dalla sorpresa, allora le cose cambiavano decisamente prospettiva, cominciò a corre allontanandosi dal nonno , ma poco dopo si bloccò lasciando sorpreso quest’ultimo. –Ma non l’avevano rapito gli alieni?- chiese, colpendo il pugno sinistro sulla mano destra con un espressione totalmente idiota ma convinta.
Le spalle del comandante caddero, come colpite da un peso troppo grande –Tu.- borbottò avvicinandosi al bambino a grandi passi –Stupido.- proclamò dandogli l’ennesimo pugno sulla testa, facendolo rannicchiare su se stesso toccandosi l’enorme bernoccolo pulsante –Ma chi ti ha detto questa storia?- domandò sconvolto.
Con tutta l’ingenuità che si può possedere a sei anni, Rufy indicò l’anziano –Tu.- dichiarò semplicemente.
Garb ci riflettè un po’, per poi cacciare dal nulla un ventaglio e portarselo alla bocca coprendola –Hai ragione.- farfugliò arrossendo.
Rufy incrociò le braccia al petto guardando torvo l’anziano, suo nonno cominciava a perdere qualche rotella il che non era decisamente un buon segno.
Il comandante si ricompose riprendendo il passo –Comunque nessun alieno Rufy. Lo portai io lì, dove stiamo andando, per lo stesso motivo per qui porto te.- chiarì l’accaduto lisciandosi la barba nera.
Il moccioso si alzò sempre accarezzandosi la testa e seguendo il nonno –E il motivo sarebbe che sei troppo vecchio, per poter sopportare due bambini.- disse annuendo.
L’anziano annuì con veemenza –Proprio così.- proclamò, ma un attimo dopo se ne pentì e, tanto per cambiare scagliò l’ennesimo pugno sulla testa del nipote.
-Ma nonno perché mi picchi?- protestò quello, con due grosse lacrime agli occhi –Sei cattivo.- farfugliò cercando di mantenere il passo dell’anziano.
Il  comandante fece finta di nulla, continuando ad ignorare i lamenti e le imprecazioni del nipote, si ritrovò a pensare che decisamente quel piccolo viaggio dalla città alla montagna era troppo lungo e faticoso in quelle condizioni.
 
 
 
Al tramonto si ritrovarono davanti ad un enorme abitazione, ricoperta di buchi e vari tentativi falliti di ripararli. Rufy si strinse al nonno un po’ intimorito dall’aspetto lugubre dell’abitazione.
Garp che conosceva bene quel posto, si avvicinò alla porta d’entrata e bussò forte facendo tremare l’intera casa.
Dall’interno si sentirono dei passi pesanti e, poco dopo la porta si aprì. Una donna enorme dai lunghi capelli ricci color delle arance si parò davanti a loro con un cipiglio contrariato, ma dopo aver realizzato chi avesse di fronte la sua espressione cambiò e Rufy giurò che era di puro terrore, il che in realtà non lo stupì poi molto. –Garp, che ci fai qui?- domandò quella, con voce tremante.
-Dadan ti ho portato il bambino.- disse l’uomo afferrando quest’ultimo e porlo i mezzo i due.
Il bambino fissò la grossa donna, o quello che gli doveva somigliare ed allungando una mano chiese- Ma chi è questa balena?-
Lei l’afferrò per la maglia alzandolo da terra, dura conseguenza dell’insulto appena detto, portandolo al pari del suo volto –Non sono una balena!- affermò furiosa sputacchiando.
Rufy cominciò a scalpitare sventolando le mani in aria –E’ un orco!- urlava ripetutamente sconvolto, girandosi verso il nonno.
Dadan offesa per l’ennesimo insulto lo lasciò cadere a terra, facendogli sbattere con forza il fondoschiena. La donna guardò il comandante della marina fra l’offesa e l’accigliata –E’ il fratello minore di Ace vero?- borbottò quella incrociando le braccia al petto osservando attentamente il moccioso.
Garb sbuffò rumorosamente e, mentre dava una mano al nipote per alzarsi annui con il capo. Si guardò in torno per cercare quel furfante, ma proprio non lo vedeva nei paraggi –Dov’è?- chiese scrutando con cipiglio severo la donna.
Quella alzò le spalle scuotendo la testa –Starà giocando da qualche parte qui intorno.- proclamò, come se fosse ovvio che fine avesse fatto il ragazzino più grande, infondo stavano sempre parlando di quello scalmanato di Ace.
Continuarono a parlare finchè non si sentirono in lontananza dei passi veloci e sommessi, Rufy si voltò verso quei rumori e vide in lontananza la figura di un ragazzino smilzo, dai capelli neri e ribelli che si avvicinava nella loro direzione a grande velocità.
-Nonno forse è lui succodifrutta!- proclamò quello entusiasta.
Garb si grattò la fronte –Succodifrutta?- bisbigliò voltandosi nella direzione in cui guardava il nipote, scoppiando in una fragorosa risata capendo un po’ in ritardo la battuta del bambino.
Ace si fermò a  pochi passi da loro guardandoli interrogativo –Che ci fai qui vecchio?- domandò imbruttendo all’anziano.
In tutta risposta il comandante indicò il mocciosetto di fianco a lui, che a grandi passi si avvicinava al fantomatico fratello. –Sei succodifrutta?- chiese con un enorme sorriso –Io sono Rufy. Tuo fratello minore!-dichiarò gioioso.
Il maggiore dei due sgranò gli occhi ed arrossì vistosamente all’appellativo datogli dal più piccolo –Non mi chiamo succodifrutta, idiota!-sbraitò dandogli un poderoso calcio nello stinco. –Il mio nome è Ace.- sentenziò tirandogli una guancia paffuta.
Rufy rise divertito, sentendosi già a suo agio con questo fratello nuovo di zecca, si proprio così, perché  infondo quando il vecchio lo portò lì, lui aveva solo tre anni e proprio non riusciva a ricordare com’era stare in sua compagnia. –Scusa, scusa.- bofonchiò divertito –Non lo sbaglio più.- dichiarò ridendo di gusto.
Il più grande accennò un sorriso all’udire qella risata cristallina, quel bambino tutto tondo era buffo e rumoroso ma, forse avrebbe riportato un po’ di colore alle sue giornate tristi e grigie.
Ace lasciò la presa dalle guance del fratello e fissò l’anziano con aria scontrosa –Perciò rimane qui?- chiese inclinando leggermente il capo di lato, imitato dal più piccolo.
Garp li guardò intenerito, nonostante tutto si somigliavano molto, e con un cenno del capo annuì. –Ti da fastidio?- domandò a sua volta curioso.
Il maggiore valutò bene la situazione, adesso che non era più solo avrebbe potuto giocare o meglio torturare qualcuno e, da bravo fratello maggiore avrebbe potuto dare la colpa al minore per qualche sua marachella e tante altre cose da fratello più grande… Sorrise sbiego puntando lo sguardo arrogante in quello del nonno –Assolutamente.- ghignò.
 
 
Se solo Rufy avesse saputo che avere un fratello maggiore volesse dire essere presi di mira dai suoi dispetti, avrebbe rifiutato certamente l’idea sul nascere; Ma ahimè la bontà era parte integrante di lui e non riusciva proprio a vedere il male nelle persone, neanche quando era così palese.
Nonostante si vedesse lontano chilometri che suo fratello maggiore non voleva affatto saperne di stare insieme, lui continuava a seguirlo ovunque andasse, come un pulcino che segue la chioccia. In tutta risposta il più grande lo faceva perdere nel bosco, lo spingeva giù dalla discesa o gli faceva cadere un alveare in testa e, tante altre cose dannatamente pericolose.. ma in risposta Rufy stringeva i pugni e si rialzava perché un vero pirata non si fa abbattere da queste sciocchezze.
Lui aveva uno scopo: conquistare Ace, e lo avrebbe portato a termine costo la morte… Che sicuramente non sarebbe tardata ad arrivare se la situazione non fosse cambiata.


-Ace.- Urlò Rufy saltellando verso il moro che all’udire del suo nome si bloccò. –Posso venire con te?- chiese quello fermandosi di fronte al più grande sorridendo radioso.
Il moro si morse il labbro inferiore alzando un sopracciglio –No.- rispose secco dando uno spintone al fratellino –Non voglio pesi morti dietro.- affermò dandogli le spalle e dileguandosi nel bosco.
Rufy scoraggiato fece dietro front, tornando verso casa calciando ogni tanto dai sassolini.
Dadan seduta fuori lo vide avvicinarsi a lei con un muso lungo e il viso scuro –Ti ha cacciato di nuovo?- chiese nel tono più dolce che possedeva.
Il bambino alzò lo sguardo e sporse il labbro inferiore annuendo – Non vuole mai giocare con me.- borbottò calciando il terreno. Lei sospirò non sapendo cosa dire li osservava costantemente, ma proprio non sapeva come poter far cambiare atteggiamento a quel cocciuto di Ace. Inizialmente aveva provato a spiegargli con le buone che un bravo fratello maggiore non si comportava così e, quando vide che da parte sua non c’erano miglioramenti provò con le cattive…ma anche queste non ebbero il successo desiderato, se non altro avevano aumentato il rancore del ragazzino. –Rufy, dovresti lasciarlo stare.- concluse Dadan poggiando una mano sui capelli del moretto.
Quello scosse il capo deciso –Non lo farò.- proclamò –Ace mi deve volere bene.- concluse con una nota di lamentela nella voce.
Dadan sbarrò gli occhi –No che non deve se non vuole.- provò a spiegarli, ma quello non volle sentire ragioni, non c’era nulla da dire erano proprio fratelli. Non ascoltavano mai.
-E’ mio fratello, perciò mi deve volere bene, e se non me ne vuole me ne farò volere.- affermò stringendo i pugni –Anche se questo volesse dire essere riempito di botte.- finì incrociando le braccia al petto con cipiglio deciso.
La donna lo guardò poco sicura di quel ragionamento, ma alzò le spalle e si portò alla bocca le solite tre sigarette e le accese inspirando affondo –Un modo c’è per convincere Ace a giocare con te.- disse quella pensierosa –Ma dovrai metterci tutto il tuo impegno.- dichiarò con un ghigno.
Rufy si avvicinò ulteriormente alla vecchia, molto interessato –Dimmi tutto.- disse sorridendo a sua volta.
 
 
Ace proprio non capiva perché quel moccioso tondo e rumoroso gli girasse in torno. Lui non era abituato ad avere compagni di gioco, sulla montagna bambini oltre a lui non c’erano ed in città i suoi coetanei non vedevano di buon occhio la sua aspirazione a diventare un pirata… perciò tutto sommato nella sua solitudine si trovava bene.
Da quando Rufy era entrato nella sua vita si era fatta rumorosa e quello non faceva che gironzolargli intorno, ma lui proprio non lo sopportava… Sapeva che era stato lui a dire al vecchio che non gli dispiaceva che il nanerottolo rimanesse lì, ma non appena Garp se ne andò cambiò subito idea sul da farsi. Sapeva che si stava comportando male, anche perché quello rimaneva sempre suo fratello e sapeva anche che, se si fosse impegnato un pochino di più, molto di più, avrebbe sicuramente trovato un qualcosa che lo avrebbe attratto in lui.
Ma era difficile.. molto difficile.
Ace sospirò sedendosi su una grossa pietra, poggiando i gomiti sulle ginocchia prendendosi il viso fra le mani, non voleva cambiare la sua vita ma sapeva, che se non avesse accettato il fratello suo nonno gli avrebbe dato una lezione che non avrebbe mai dimenticato e, forse era meglio scegliere il male minore.
-Sono nella cacca.- sbuffò tirandosi lievemente i capelli –Quel nanerottolo rompiscatole.- grugnì incrociando le braccia al petto e fissando davanti a se. Una distesa di acqua blu.
Il mare era così affascinante ai suoi occhi, calmo e possente, lì avrebbe potuto vivere in serenità lontano da tutto e tutti… vivere da vero uomo… da pirata.
 
 
Una volta che il sole fu tramontato Ace si mise in cammino verso casa, saltellava sui sassi cercando di non cadere, immaginando che sotto di lui ci fosse della lava ardente. Quando arrivò davanti all’abitazione vide suo fratello seduto sotto il portico che ciondolava le gambe, sicuramente in attesa del suo arrivo.
Il maggiore inspirò riempendosi fino a scoppiare i polmoni dandosi forza, forse quello era il momento per provare a conversare con suo fratello, con passi decisi si avvicinò al minore dandogli un lieve pizzico sulla coscia –Che fai?- gli chiese alzando un sopracciglio.
Rufy lo fissò stupito da quell’atteggiamento ma, si riprese quasi subito sfoderando un sorriso tutto denti –Ti aspettavo.- ammise continuando a ciondolare le gambe –Si era fatto tardi e, mi stavo preoccupando.- ammise arrossendo lievemente.
Ace alzò gli occhi al cielo, ora si sarebbe anche dovuto sentire in colpa perché stava facendo preoccupare suo fratello?  -La sera aspetto sempre che il sole tramonti nel mare prima di tornare.- spiegò prendendo posto vicino a lui.
-Woow dovrebbe essere bellissimo.- borbottò il più piccolo emozionato –Io non l’ho mai visto.- ammise sporgendo il labbro inferiore in fuori.
Il moro lo guardò in contrasto fra mente e cuore e, alla fine borbottò –Forse un giorno ti ci porterò… Ma non so quando.- confermò guardando si sottecchi suo fratello.
Rufy a quelle parole si riempì di gioia –Davvero?- chiese eccitato –Non vedo l’ora.- ammise ridendo.
Ace distolse lo sguardo, non si doveva far intenerire da quell’aspetto da fagottino ripieno. Rimasero seduti sotto alla veranda ancora per molto, chiacchierando di cose futili ma che agli occhi di due bambini sembravano molto importanti.
Ma la serenità che si era creata sparì di colpo quando Rufy aprì bocca –Ace come mai hai le guance piene di caccole?-
Il maggiore in un primo momento si toccò il viso pensieroso poi realizzò che si stava riferendo alle lentiggini, ed un fuoco di rabbia gli si accese dentro… E’ vero si era ripromesso che ci avrebbe messo la buona volontà, e lui l’aveva fatto però questo era di troppo. Si alzò in piedi furente e con tutta la sua forza diede un pugno sulla testa al fratello. –Sono lentiggini, idiota.- farfugliò lasciandolo steso lì nella veranda, mentre lui tornava in casa.
Si era trovato sorprendentemente bene con Rufy.. ma non avrebbe di certo tirato i conti troppo presto.
 
 
Quando si svegliò quella mattina Rufy era già in piedi, da quella ‘famosa’ sera erano passati diversi giorni e, tutto era tornato come sempre o quasi.. Ace ancora non era disposto a dividere i suoi spazi con lui, ma la sera si ritrovavano spesso a parlare. Conoscendosi meglio il maggiore scoprì che Rufy voleva diventare un pirata.. o meglio Il re di tutti i pirati e, questa piccola cosa lo aveva fatto cedere un pochino, perché anche lui ambiva a quel sogno.
Ace si rannicchiò sotto le coperte nascondendo il volto, avrebbe voluto rimanere ancora un po’ lì sotto a bearsi di quel tepore ma, la voce squillante del fratello lo catturò.
-Dadan io allora vado.- Disse quello aprendo il portone di casa, il maggiore riusciva a sentire la sua camminata saltellante nel portico.
- Mi raccomando non fare tardi.- disse quella da dentro –E stai attento.- urlò in fine.
A quelle parole il moro scostò le coperte e corse verso la finestra, dove stava andando Rufy? Lui era convinto che lo aspettasse sempre a casa e invece quello se ne andava per i fatti suoi.
Preso dalla curiosità che attanaglia tutti i bambini si vesti in fretta, e con la medesima urgrnza scese le scale barcollando verso il salotto.
-Dov’è andato il nanetto?- chiese alla donna che era seduta sul divano intenta a leggere il giornale.
-Che ti importa.- sbuffò lei guardandolo –A te non servono i pesi morti.- ghignò rimettendosi a leggere.
Ace serrò la mascella, lo sapeva che lo stava punendo ma era ingiusto, lui si stava sforzando per accettare quel moccioso. Preso dalla curiosità che lo stava divorando, decise che lo avrebbe seguito, così uscì di casa e cominciò a corre per il sentiero.


 
-Rufy!- urlò Shank fra le risate –Che fine avevi fatto?- gli domandò accarezzandogli i capelli perennemente scompigliati.
Il bambino gonfiò le guance contrariato da quel gesto, dato che lui non si sentiva un bambino e stizzito si sedette sullo sgabello del bar-ristorante di Makino –Il nonno mi ha portato via dalla città.- spiegò un po’ triste –Solo perché non vuole che diventi un pirata.- sbuffò battendo una mano sul bancone.
L’uomo accanto a lui scoppiò in una risata fragorosa –Tuo nonno è un uomo saggio.- affermò bevendo un altro sorso dal suo boccale, sicuramente pieno di alcool. – E adesso dove stai?- chiese avvicinando il viso a quello del bambino continuando a sorridere in quel modo spiazzante.
Rufy lo guardò per un momento rapito da quel sorriso –Da Dadan sulla montagna.- farfugliò spaesato –Con il mio fratellone.- ammise ricambiando quel sorriso.
-Hai un fratello?- chiese quello divertito, poggiando i gomiti sul bancone.
-Si.- rispose entusiasta il bambino –Lui è più grande di me.- cominciò a spiegare –Ma è un tipo forte.- sentenziò riempendosi di orgoglio, perché per Rufy, Ace, era un modello da seguire.
-Wow.- soffiò Shank  mantenendo il suo sorriso, spostando lo sguardo da Rufy alla porta –Ed immagino che il tuo fratellone sia quello lì.- dichiarò indicando una testolina che spuntava nel locale.
Il moretto scese di corsa dallo sgabello gonfiandosi di emozione e dalla sorpresa  -Ace.- lo chiamò, avviandosi a grandi passi verso di lui tendendo le braccia.
Ace sbarrò gli occhi guardando l’uomo che era seduto accanto al fratello e, quando quest’ultimo fece un salto per allacciare le braccia al suo collo, quello lo afferrò per la maglietta sventolandolo come un ventaglio –Tu conosci Il rosso?- chiese quello sbalordito, facendo aderire la sua fronte a quella del minore.
Rufy annuii con veemenza, non avendo forza di parlare, sentendosi ancora schekerato. Il maggiore lo fissò intensamente aspettando che dicesse qualcosa in più, un semplice cenno con il capo non soddisfava la sua curiosità. Il minore prese fiato –E’ amico mio.- ammise –E mi porterà con se sulla rotta maggiore.- declamò sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi.
Ace lo guardò per qualche altro secondo, per poi lasciare la presa sulla sua maglietta facendolo cadere con un sonoro tonfo a terra. Si voltò verso Shank e, con grandi falcate si avvicinò a lui guardandolo intensamente –Se ti porti il nanerottolo devi portare anche me.- dichiarò stizzito, indicando il minore ancora seduto a terra che sorrideva.
Il rosso lo fissò con il suo solito sorriso sulle labbra –Nha.- mugugnò –Non porterò nessuno dei due con me.- stabilì alzando un sopracciglio –Il mare non è posto per due bambini come voi.- decretò, voltandosi verso la ragazza dietro il bancone e mostrandogli il boccale vuoto.
A quelle parole Rufy si avvicinò al fratello, contrariato a sua volta –Non è giusto.- proclamarono all’unisono i bambini –Noi siamo grandi.- urlarono battendosi un pugno sul petto.
Guardando quella scena così buffa tutta la ciurma scoppiò in una risata cristallina, che fece innervosire ancora di più i due.
-Questo è proprio un atteggiamento da bambini.- asserì l’uomo inclinando il viso –Quando sarete più grandi e, se vostro nonno non vi avrà fatto diventare dei marines, potremmo anche riparlarne.- sentenziò unendosi alle risate della sua ciurma.
Rufy ed Ace si guardarono e, per la prima volta riuscirono a capirsi. Un grande sorriso invase le loro facce –Bene allora ne riparleremo.- proclamarono, lasciando tutti ammutoliti. Perché era scontato che non sarebbero mai diventati dei Marines.
 
 
 
-Ace.- chiamò Makino avvicinandosi a lui –Mi raccomando stai attento.- lo avvisò con cipiglio preoccupato.
Quello annuì, sistemandosi meglio sulla schiena Rufy –Non ti preoccupare.- disse con un ghigno –Il bosco è casa mia.- chiarì, incamminandosi verso il sentiero, borbottando parole verso il fratello caduto in letargo.
La ragazza rimase a guardarli intenerita, sapeva bene le difficoltà che stavano vivendo, la convivenza non era facile, ma si sentiva sollevata nel riuscire a vedere dei miglioramenti.
-Sono dei bravi bambini.- Sussurrò Shanks al suo orecchio, facendola trasalire per la sorpresa.
-Si.- ammise lei sorridendogli –Chissà cosa succederà in futuro.- chiese pensierosa, continuando a guardare davanti a se.
Shanks sorrise, portando un braccio a cingere le spalle di Makino stringendola un po’ –Diventeranno pirati.-proclamò in un soffio, guardandola di sottecchi.
-E cosa ti fa dire questo?- chiese lei curiosa poggiando la testa sulla sua spalla, puntando lo sguardo su di lui.
Il rosso inalò il profumo familiare della donna, riempendosi i polmoni –Mi ricordano me da bambino.- sussurrò, beandosi della risata dell’ amica.
 
 
 
 
Dadan rimase sorpresa nel veder rientrare Ace, con in spalle il minore addormentato –Che è successo?- chiese un po’ allarmata da quell’atteggiamento.
Il maggiore la guardò interdetto –Nulla.- borbottò quello sistemando per l’ennesima volta Rufy sulla schiena –Si è addormentato nel locale di Makino.- ammise, avviandosi alle scale –Non sono riuscito a svegliarlo, così l’ho portato io a casa.- spiegò annuendo, intensificando così la sua storia.
La donna lo fissò con il suo solito cipiglio arrabbiato –Non è più un peso?- gli chiese a bruciapelo.
Il moretto abbassò la testa –Vuole essere il re dei pirati.- ghignò stringendo piano le cosce del minore, incominciando a salire le scale, per portarlo nella loro stanza.
Dadan sorrise –Quindi è un no?- domandò ancora cercando di ottenere una risposta decisa.
Ace si bloccò sulla scala, voltandosi verso di lei –Ma tu non dirglielo.- affermò mostrando il suo sorriso sghembo e, con uno scatto riprese a salire le scale.
-Va bene.- affermò quella sbuffando. Conquistare  Ace non era un impresa facile ma, bastava solo conoscere il modo giusto o l’argomento adatto e, lui avrebbe donato il suo cuore.. infondo era pur sempre un bambino.
La donna gli lanciò un ultima occhiata e rimase sorpresa nel vedere il sorriso sul volto di Rufy che la guardava sorridendo -Il piano ha funzionato.- mimò con le labbra, strusciando il viso sulla maglia del fratello. Adesso Rufy si poteva ritenere soddisfatto.
 
 
 
Note di me:
Questa è stata effettivamente la prima fic su OP che io abbia scritto. E allora voi vi chiederete perché non l’hai postata prima? Facile, perché non ho completato la serie. Vi spiego: io non amo postare le storie quando non le ho terminate, ma siccome non volevo dedicarmi solo alle KiddxLaw, ho deciso di metterla in bella vista qui, su efp! Vi avverto che non posterò con regolarità e che ogni capitolo è come se fosse una shot! In modo che non ci sia quella suspance che uccide mentre scrivo il prossimo capitolo! Inoltre volevo spiegarvi che i capitoli andranno secondo l'età di Rufy.
Vi ringrazio già da adesso per chi leggerà e commenterà.
un bacio grande <3
  
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