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Autore: aiedailAster    19/06/2014    7 recensioni
Dopo la sconfitta di Nightmare Moon, Princess Celestia ha dovuto assumersi la responsabilità non solo sia del sole che della luna, ma anche di tutta Equestria.
Eppure, Princess Luna, la sua dolce sorellina, le manca da morire...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Princess Celestia, Princess Luna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nella Everfree Forest tutto ormai taceva. La cosiddetta “quiete dopo la tempesta”.

O meglio, la battaglia.

Solo il maestrale, che, impetuoso e tagliente come una lama argentea e affilata, smuoveva le cime degli enormi alberi, facendo frusciare le foglie, creando così un sottofondo davvero particolare.

La luna piena era più splendente che mai nel cielo notturno, tanto da offuscare quasi le stelle. Un po' anomalo, si direbbe.

Certo, la Everfree Forest era un luogo strano, e come in tutti i luoghi strani, non tutto funziona come ci si dovrebbe aspettare.

Ma quella non era una notte come tutte le altre.

Oltre al fatto che la luna rifulgeva più del solito, c'era anche un particolare mai visto prima: sulla luna erano visibili delle grandi macchie scure, che formavano una figura simile ad una puledra vista di profilo.

Il satellite, con la sua luce candida, illuminava una vastissima radura situata quasi al centro della foresta... se radura si poteva ancora chiamare.

L'erba sembrava essere stata strappata con forza dalla terra e portata chissà dove dal vento; alcuni alberi erano seriamente danneggiati, e fumavano ancora.

Una giovane puledra giaceva a terra, che sembrava priva di sensi: era un'alicorno dal manto bianco e dall'aspetto regale, con una fluente criniera rosa, ma il suo corpo era coperto di tante piccole ferite. Indossava una semplice armatura dorata, che luccicava alla luce della luna, e di tanto in tanto stringeva le palpebre e aggrottava la fronte, mostrando un'espressione di sofferenza sul suo volto.

Vi sorgeva anche un enorme palazzo in quella vasta radura... o almeno, un tempo.

La sala del trono era completamente distrutta, l'immenso soffitto a volta della navata centrale era crollato e buona parte dei calcinacci era stato spazzato via dal maestrale, così come le numerosissime e meravigliose colonne.

Le poche che erano ancora rimaste, con la freddezza della pietra, sembravano trasmettere il dolore e la sofferenza avvenuta poco prima; delle bellissime e grandi vetrate erano rimasti pochi cocci e il telaio carbonizzato che serviva a reggere la struttura.

Di tutto il castello non restavano che poche macerie.

Due maestosi alicorni si fecero largo tra il campo di battaglia. La prima, dal manto bianco con gli zoccoli sfumati di arancione e dalla bellissima criniera arancione e blu notte, corse subito dalla giovane alicorno a terra e si chinò su di lei, mentre il secondo, dal manto blu scuro (che sembrava un cielo stellato) e dalla criniera viola scuro, rimase in disparte, guardando la luna piena.

L'alicorno dalla criniera rosa si mosse lentamente ed aprì gli occhi, volgendo lo sguardo verso i due alicorni che erano appena arrivati.

“M-mamma? P-papà?”

I due le sorrisero dolcemente e l'alicorno color della notte le si avvicinò, continuando a guardare il candido satellite.

La giovane alicorno alzò piano la testa, soffermandosi sul disco lunare, e delle lacrime cristalline fecero capolino nei suoi profondi occhi rosa acceso.

“Luna, sorellina mia, perché sono arrivata a farti questo? Perchè?!” disse con un filo di voce, mentre le lacrime cominciavano a rigarle il volto.

La maestosa alicorno bianca l'abbracciò forte.

“Celestia, hai fatto il possibile... non c'era più niente da fare...” disse con voce calma.

La puledra, che a quanto pare si chiamava Celestia cominciò a singhiozzare forte e le lacrime continuarono a scorrerle copiose sulle guance.

“M-ma... è tutta colpa MIA!” urlò. “Se non me ne fossi accorta prima, se non avessi capito quanto stesse soffrendo... tutto questo non sarebbe mai successo!”

Dopo un attimo di silenzio, continuò.

“Perchè è finita così? N-non era questo quello che volevo! E' stata tutta c-colpa mia, perché devi pagare tu per tutto questo?”

Adesso Celestia aveva cominciato a piangere sul serio, sentendosi incredibilmente sola e in colpa; i singhiozzi diventarono incredibilmente forti, e sembrava che il suo petto prima o poi non avrebbe più retto tutto quello sforzo.

Celestia aveva ormai un peso enorme nel profondo del suo cuore, che le impediva di formulare altre parole.

Era uno strazio vederla piangere a dismisura, battendo con forza gli zoccoli per terra e continuando ad urlare:”Perchè?” volgendo il suo sguardo disperato verso il disco lunare, come se potesse darle una risposta.

Aveva perso Luna, la sua amata sorellina, una pony che le voleva bene per ciò che era davvero: l'aveva vista nascere e crescere sempre più bella e forte e con lei aveva condiviso gioie e dolori.

Pensò ai momenti in cui da puledrine giocavano insieme, a quando ridevano e scherzavano, e anche a quando, nei momenti difficili, l'una aiutava l'altra.

Non ci sarebbero stati più... mai più.

Sua madre la strinse ancora di più a sé, incurante dei singhiozzi e del pianto della figlia. Ben presto riuscì a calmarsi.

Si sentirono dei rumori di zoccoli dietro ai due maestosi alicorni.

Essi si voltarono di scatto.

Dietro di loro c'era un drappello di pony in armatura dorata completa di elmo: le Guardie Reali.

“King Cosmos... Queen Galaxia... anche voi qui?” sussurrò uno dei pony, facendo da portavoce all'intero gruppo.

L'alicorno color della notte, King Cosmos, disse con voce autoritaria:”Sì... tornate pure nell'arena di addestramento... qui non c'è bisogno di rinforzi, ormai...” concluse, guardando il palazzo ormai distrutto.

“Come desiderate...” rispose la Guardia, facendo cenno agli altri di seguirlo e di ritornare da dove erano venuti.

Queen Galaxia continuò ad accarezzare la criniera di Celestia, tenendo gli occhi bassi e guardando con dolcezza la figlia.

“Ma... p-perchè?” continuava a ripetersi la giovane alicorno.

King Cosmos la fissò con serietà.

“E' il volere del fato, figlia mia. Sentivo che prima o poi doveva succedere... certo, non un processo così lento e al tempo stesso devastante, ma... non mi aspettavo sarebbero intervenute anche altre forze.”

“Ma... come farò adesso senza di lei? L-Luna mi manca...” singhiozzò sconsolata Celestia, tenendo o sguardo puntato in basso.

Queen Galaxia aprì con maestosità le sue bellissime ali e la guardò con severità mista a... compassione, forse?

“Ascoltami, Tia...”

TIA?! Avevano anche il coraggio di chiamarla Tia?!

Solo sua sorella usava quel nomignolo.

Subito le venne in mente l'immagine di Luna da piccola che, sorridendo, la chiamava in quel modo; fu come se il suo cuore venisse trafitto da una pugnalata e la scacciò dalla sua mente, sforzandosi di non rimettersi a piangere.

Queen Galaxia riprese a parlare.

“... so che il destino è stato crudele, ma dovrai riuscire ad andare avanti senza di lei. Il suo esilio sulla luna ha segnato anche noi, ma Equestria deve andare avanti, ha bisogno di essere guidata da un sovrano. In questo momento hai agito come una vera sovrana, Celestia, ed ora grazie a te tutti i pony di Equestria sono salvi.”

King Cosmos appoggiò uno zoccolo su una spalla della figlia.

“Guarda la luna, adesso...”

“No, padre, ti prego...” implorò Celestia, con la vista che ricominciò ad essere sfocata.

Non voleva vedere la luna, altrimenti tutto il suo dolore che aveva provato le sarebbe ripiombato addosso, ma il padre, fissandola con fermezza, le sollevò la testa e la costrinse a guardarla.

“Guarda! Adesso non governerai solo il giorno, ma anche la notte. Ora dovrai assumerti la responsabilità su questi due astri, per continuare a mantenere l'armonia ad Equestria; non dovrai più voltarti a rimpiangere il passato, adesso devi puntare al presente e al futuro, anche se questo costerà farti portare questo pesante fardello sul cuore.”

Queen Galaxia alzò la testa con fierezza e disse:”Celestia, ti prego, fallo per tutta Equestria. Il tuo popolo ha fiducia in te, e tu devi guidarlo verso un futuro migliore...”

Celestia guardò i genitori con uno sguardo carico di speranza e di ammirazione; si asciugò le poche lacrime che ancora le rigavano le guance e si alzò in piedi; per quanto dolore stesse provando in quel momento, annuì senza scomporsi.

“Quindi... sei pronta?” le chiese cautamente la madre.

Celestia si soffermò e chiuse gli occhi.

“Sì, sono pronta.” disse con fierezza.

In quel momento, un bagliore dorato scaturì dal petto di Celestia, fermandosi all'altezza dei suoi occhi; poi, la luce aumentò d'intensità e lei fu costretta a chiudere gli occhi, mentre percepiva che la luce la stava completamente avvolgendo.

Sentì una nuova, meravigliosa energia scorrere in lei e all'improvviso percepì una forza d'animo che non aveva mai provato prima.

Quando riaprì gli occhi, guardando la sua criniera, per poco non urlò dallo stupore.

La sua criniera era diventata più lunga e fluente come quella dei genitori ed oltre al colore rosa, esibiva anche il verde chiaro ed il celeste, e, spiegando le ali, costatò che erano diventate un po' più grandi e maestose di prima.

King Cosmos e Queen Galaxia sorrisero.

 

*****

 

Quando venne l'ora dell'alba, con un respiro profondo, Celestia prese coraggio, abbassò la luna e fece sorgere il suo amato astro.

I primi raggi del sole le scaldarono il cuore ed alleviarono per un attimo il peso che aveva sul cuore. Inoltre, illuminarono un oggetto a pochi centimetri da lei.

La sua corona.

La fissò per un minuto, seguendo i bellissimi ghirigori ambrati con lo zoccolo e toccando la gemma viola finemente intagliata.

“Ne valeva la pena?” si chiese.

Ma aveva detto di essere pronta, doveva farlo.

E così, sollevò la corona con la magia e lentamente la posò sul suo capo; in quel preciso istante, il disco solare colpì la corona dorata con i suoi raggi, facendola risplendere come mille soli...

Una luce pura e magica, come se lei ed il sole fossero una cosa sola...

Queen Galaxia prese la parola e, con il tono più solenne che aveva, pronunciò queste parole:

Princess Celestia, da oggi siete la sovrana di Equestria, custode del sole e della luna e dei Sei Elementi dell'Armonia. Anche se non potete più usarli, sarete voi che li custodirete fino alla venuta dei nuovi Portatori. Vostro è questo regno e vostra è la forza che ci guiderà fuori dalle avversità. Voi... siete la speranza.”

 

********

 

Celestia guardò con ammirazione il nuovo palazzo reale ancora in costruzione, situato in una cittadina chiamata Canterlot.

Non riusciva a smettere di pensare agli avvenimenti di quella maledetta notte; prima la trasformazione di sua sorella in Nightmare Moon, poi la lotta, i tentativi di far ragionare Luna, le grida, l'evocazione degli Elementi dell'Armonia, e, in quel turbinio di luci, l'ultima cosa che vide, per un attimo, non fu il viso di Nightmare Moon, ma quello di sua sorella, che, con un'espressione triste, le diceva:”Tia, perché mi fai questo?”, prima di sparire.

E poi, un po' per lo sforzo, un po' per il pensiero di Luna, aveva cominciato a precipitare e, poco dopo, a perdere i sensi.

Scosse la testa e si distaccò dai suoi pensieri, ricordando le parole di suo padre: non serviva a niente guardare indietro e piangersi addosso, ma doveva andare avanti. Per tutta Equestria.

All'improvviso, qualcosa attirò la sua attenzione: una macchia cobalto in mezzo ad un prato di margherite.

Una piccola chiazza di colore scuro in mezzo al verde chiaro ed al bianco.

Celestia si chinò per guardare meglio, e...

Era un piccolo fiorellino color cobalto, che sfumava al blu notte verso l'interno.

Il cuore dell'alicorno sembrò fare un salto mortale nel petto.

Cobalto. E blu notte... gli stessi colori di Luna, la sua dolce sorellina.

Sentì le lacrime che ricominciavano a risalire.

“Oh, Luna...” mormorò, mentre percepì una lacrima che le scivolò sulla guancia.

Con uno zoccolo accarezzò la superficie vellutata del fiore, spostando poi lo sguardo sul campo.

Adesso sapeva come doveva essersi sentita Luna a palazzo.

Anche lei, come una piccola macchia cobalto, si sentiva inutile ed ignorata davanti alla gloria di Celestia, il campo di margherite, che tutti ammiravano ed osannavano.

Si fermò di scatto. La sua mente viaggiava a ritroso nel tempo, quando Luna era ancora accanto a lei...

*****

 

Era un caldo giorno d'estate.

Le luci morenti del crepuscolo, filtrate dalle bellissime finestre, creavano un'atmosfera magica nella grande stanza di Celestia, ed ella era intenta a scrivere il discorso per la Festa Annuale del Raccolto.

Intinse la piuma nella boccetta d'inchiostro e continuò a scrivere sulla pergamena, correggendo qualcosa qua e là.

Ad un tratto, Celestia sentì un tonfo sordo. Lasciò cadere la piuma e si guardò intorno turbata, macchiando di inchiostro una parte di pergamena.

Sentì bussare quasi scherzosamente alla porta ed una piccola vocina che gridava:”Tia, Tia!”, e Celestia allora capì.

“Puoi entrare, Luna.” disse sorridendo.

La porta si aprì piano e nella stanza scivolò la piccola figura di Luna.

Manto cobalto, corta criniera ciano e profondi occhi blu, saltellava sul posto e fissava Celestia con curiosità mista a gioia.

“Tia, Tia!” continuò a ripetere Luna sbattendo le piccole ali. “Vuoivederelalunachesorge?” disse tutto d'un fiato.

“Parla piano, Luna, non ho capito!” ribadì Celestia con tono bonario.

L'alicorno cobalto smise di saltellare e ripetè un po' più lentamente quanto aveva appena detto.

“E-ecco... vuoi vedere la luna che sorge?”

Celestia si rabbuiò all'istante.

Stanotte? Perchè proprio adesso?

Doveva scrivere ancora buona parte del discorso, del raccolto spartito nelle zone di Equestria, e poi... a dir la verità non ne aveva molta voglia.

“S... stanotte, Luna?” le chiese mormorando.

“Sì, Tia, proprio adesso!” ripetè Luna ricominciando a saltellare eccitata.

L'alicorno bianca sospirò.

“Be'... non stanotte, Luna.”

La risposta secca sorprese Luna, che smise di saltellare.

“Ma, Tia... me l'avevi promesso...” replicò con un velo di tristezza.

“E' una cosa molto importante per me... insomma, sono riuscita a far sorgere la luna dopo tanto tempo... ”

“Lo so, Luna, lo so. Il fatto è che...”

“No, il fatto è che tu lo RIMANDI SEMPRE!” urlò all'improvviso Luna, con le lacrime che cominciavano a spuntarle dagli occhi.

“Ma no, Luna, non è così...” disse Celestia nel tentativo di calmarla. Troppo tardi.

Dopo un attimo di silenzio, la principessa della notte abbassò lo sguardo, rassegnata.

“Be', fa niente, comunque... adesso ti lascio in pace, immagino vorrai finire il tuo discorso...” disse con voce flebile Luna, voltandosi ed uscendo dalla stanza, chiudendo la porta.

Celestia tornò a scrivere, cercando di sembrare noncurante della cosa, ma aveva una punta di senso di colpa nel cuore.

E quello, era solo l'inizio...

 

******

 

Popolo di Equestria! Oggi celebriamo la Festa Annuale del Raccolto per osannare tutti i doni che la natura ci offre e per rinnovare il forte legame che c'è fra i pony di terra, gli unicorni e i pegasus, come si vede già dalla Festa del Focolare dell'Amicizia!”

 

La Festa Annuale del Raccolto era appena cominciata; lo si poteva evincere dal palazzo reale particolarmente addobbato per l'occasione.

Grida di giubilo partirono dal popolo. Celestia tirò un respiro profondo e continuò.

 

La delegazione dei pony di terra: la cancelliera Puddinghead e il suo segretario Smart Cookie!”

 

Una pony terrestre dal manto marroncino, dalla criniera color cioccolato, che indossava un buffo cappello-budino avanzò saltellando, seguita da una puledra dal manto giallo e dalla criniera rossiccia, visibilmente imbarazzata.

Entrambe portavano enormi cesti pieni di frutta, verdura e cereali, che deposero ai piedi della maestosa statua del sole e della luna.

Dopo un veloce inchino, tornarono ai loro posti.

 

“Luna, dove sei? Ti perderai tutto!” pensò velocemente Celestia in preda all'ansia.

 

E adesso: la delegazione dei pegasus! Il Comandante Hurricane con il suo subordinato Private Pansy!”

 

Due pegasus in armatura si fecero largo tra la folla: il primo, dal manto rosso e dalla criniera nera, che esibiva uno sguardo fiero e un po' feroce, avanzò a passo spedito, mentre il secondo, dal manto cobalto chiaro e dalla criniera azzurrina, si fece timidamente largo tra gli altri pony.

Anch'essi recavano grandi cesti pieni di primizie, che deposero insieme agli altri portati dai pony di terra.

 

E per finire: la delegazione degli unicorni! Princess Platinum e la sua consigliera, nonché maga, Clover the Clever!”

 

Stavolta avanzarono due unicorni: la prima era vestita in modo particolarmente elegante (con tanto di corona in testa) ed aveva il manto violetto e la bellissima criniera argentea; la seconda, invece, indossava un abito da maga per le occasioni speciali ed aveva il manto bianco e la criniera verde scuro e seguiva un po' titubante quella che doveva essere la sua sovrana.

E così, dopo che anche loro ebbero lasciato i loro enormi cesti ai piedi della grande statua, Celestia cercò disperatamente Luna con lo sguardo.

“Luna... dove sei?” pensò.

Scosse la testa e continuò il proprio discorso.

 

E così, con i Portatori degli Elementi dell'Armonia che hanno portato qui i doni della nostra fertile terra, annuncio finalmente... l'inizio della Festa Annuale del Raccolto!”

 

La folla scoppiò in un fragore di applausi, urla di gioia e di trionfo; il clima di festa era ormai incontenibile e subito dopo si cominciarono a portare le botti piene di sidro fresco fresco e si stapparono bottiglie di vino.

Poco dopo cominciarono i canti e i balli popolari, ed in quel turbine di musica e risate, si sentì, forte e fragoroso come un tuono d'estate, il grido della folla rivolto a Celestia.

 

“CELESTIA! - CELESTIA! - CELESTIA!”

 

“LUNGA VITA A CELESTIA!”

 

“VIVA LA SOVRANA DEL SOLE!”

 

Ma in quel momento, nessuno pensò di acclamare anche solo per un istante Princess Luna...

“Mi amano, mi acclamano! Il popolo di Equestria mi è riconoscente!” pensò Celestia con un certo orgoglio, sentendosi incredibilmente maestosa oltremisura.

“Di certo non c'è pony così bella e amata come me!”

Pronunciò quella frase ad alta voce, sicura che nessuno ci avesse fatto caso.

Sentì un rumore di zoccoli alle sue spalle e, con la coda dell'occhio, vide sua sorella fuggire in lacrime.

Celestia avrebbe tanto voluto mordersi la lingua.

In quel momento, la musica e le voci sparirono, mentre Luna scomparve in fondo al buio corridoio.

Subito Celestia la inseguì, superando le Guardie Reali e correndo a perdifiato lungo i corridoi del castello, fin quando non la raggiunse nella sua stanza.

La vide a terra, con il viso interamente coperto dalle lacrime e singhiozzando forte.

“L-Luna, che ti succede?”

“VATTENE, LASCIAMI IN PACE!”

Luna strillò con tutta la forza che aveva nei polmoni, sbattendo gli zoccoli per terra e guardando la sorella con sguardo truce.

“Ecco, la frittata l'ho fatta.” pensò Celestia con amarezza. “Luna, sorellina mia, spero che ti calmerai. Dopotutto non è colpa tua.”

Si avvicinò alla sorella tendendo lo zoccolo.

“Luna, ti prego, dimmi cos'hai, posso aiutarti...”

“N-no, n-non puoi invece...” singhiozzò Luna evitando lo sguardo della candida alicorno.

“Sì che posso, dimmi cosa ti turba...” insistette Celestia.

“HO DETTO DI NO!!!!” urlò ancora Luna raggomitolandosi all'angolo della stanza, singhiozzando più che mai.

“LASCIAMI SOLA!”

Celestia guardò con apprensione la sorella e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, e tirando un sospiro affranto.

“Forse si calmerà...” pensò Celestia.

E pensava male, invece.

Quello era solo l'inizio della tenebra che pian piano si stava annidando nel cuore della giovane sorella...

 

******

 

La pioggia cominciò a cadere copiosa su Canterlot; le gocce cristalline bagnarono il volto e la criniera di Celestia, che si riscosse dal lungo flashback.

Il campo ora era coperto di mille gocce e il piccolo fiore cobalto era imperlato d'acqua; Celestia guardò il cielo e constatò come le grandi nuvole grigie non avevano tardato a coprire il cielo di Equestria.

L'alicorno bianca si rialzò e si mise al riparo sotto il portico del ristorante più lussuoso di Canterlot.

Un fulmine squarciò il cielo, illuminando per un attimo le nuvole di blu scuro.

Oh, Luna...

Ripensò alla sua spaventosa trasformazione in Nightmare Moon.

Un pizzico di follia,o di risentimento, e le tenebre prendono subito il sopravvento nel profondo dell'anima.

Se un pony è già afflitto, o si sente solo, basta un niente, come un soffio di vento con il dente di leone e puff! Tutto vola via in neanche un nanosecondo.

Celestia ritornò a fissare il cielo e per un attimo, fra le nuvole intravide il volto di Luna intriso di tristezza che le diceva:”Tia, perché m fai questo?”

Un altro tuffo al cuore nel petto di Celestia. Questo era troppo.

Corse sotto la pioggia, lo sguardo puntato in basso, cercando di scacciare dalla sua mente il volto e la voce della sua sorellina.

Corse per tutto il viale, fin quando non ce la fece più e crollò a terra, ansimante.

La pioggia mista alle lacrime le rigava le guance, rendendo appiccicaticcia la criniera e afflosciandola lungo il collo.

“Luna?” mormorò con il fiato mozzo.

Alzò ancora lo sguardo al cielo, guardando i fulmini e mormorò piangendo:”Mi dispiace, Luna, scusami...”

Poi non resse più. Non poteva tenersi ancora tutta la rabbia dentro.

Piantò con forza gli zoccoli nel terreno, alzò la testa e urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.

“LUNA!”

 

****************

 

 

The years now before us
Fearful and unknown
I never imagined
I'd face them on my own

May these thousand winters
Swiftly pass, I pray
I love you; I miss you
All these miles away

May all your dreams be sweet tonight
Safe upon your bed of moonlight
And know not of sadness, pain, or care
And when I dream, I'll fly away and meet you there
Sleep...

 

[cit. Lullaby for a Princess]

  
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