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Autore: potteriani    20/06/2014    1 recensioni
Ok, non chiedetemi come mi sia uscita questa roba, ma stavo ascoltando The A Team di Ed Sheeran e mentre guardavo il video mi è venuta l'ispirazione ... quindi, boh, diciamo che è una messa in parole di quel video...
Rating arancione più che altro per le tematiche delicate (droga, prostituzione)
Enjoy
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Faceva davvero freddo. Non un freddo piacevole, faceva male cazzo. Aprire gli occhi si rivelò estremamente difficile: le palpebre sembravano essere diventate dei macigni, e le faceva male tutto. Alla fine, dopo una serie estenuante di tentativi, aprì gli occhi e venne colpita immediatamente dalla luce del Sole che splendeva pigro dietro le nuvole. Provò a muovere un po’ le gambe irrigidite dal freddo, e scoprì di avere ancora addosso la coperta della sera prima. Bene, almeno si sarebbe coperta un po’. Però sotto indossava solo un cappotto leggero e aveva la gonna. Merda. Si alzò a sedere sulla panchina del parco, praticamente deserto. Si strinse ancora di più nella coperta e si sistemò meglio il cappuccio. Odiava il freddo, lo odiava davvero. Si alzò lentamente e a fatica, sentiva la bocca impastata e non era sicura di riuscire a stare in piedi. Alla fine le gambe la ressero, e cominciò a camminare per il parco. Passò sotto un albero e sfiorò i rami, sorridendo alla luce del giorno. Nonostante stesse ancora gelando, c’era il Sole, e questo la riscaldava un po’. Camminò ancora, passando in mezzo a dei piccioni e spaventandoli. Poi prese una delle stradine del giardino che portavano alla collinetta più in alto, la sua preferita. A volte andava a dormire in cima alla collina, le sere in cui riusciva ad arrivarci. Alzò la testa e sorrise alle nuvole, sapendo che dietro di esse si nascondeva il Sole. Per questo spalancò le braccia, e non gliene fregava niente della coperta caduta per terra: doveva riuscire a prendere tutti i raggi di Sole possibili. Li voleva, voleva sentire il calore sulla pelle. Ma sentì solamente altro freddo pungente.
Uscì dal parco sempre infreddolita, e cominciò a camminare per le vie della città, urtando le persone e non fermandosi a scusarsi, troppo confusa. Dopo un po’ che camminava tra la folla si fermò, sentendosi persa. Dov’era? Come c’era arrivata? Guardò in alto, cercando di vedere il Sole, il suo Sole. Ma vide solo nuvole e decorazioni natalizie, e questo la disorientò ancora di più. Alla fine riuscì ad arrivare ad una delle stazioni della metro, non sapeva bene quale. Si mise fuori, davanti all’ingresso, e prese dei giornali che si trovavano al lato di una colonna cominciando a cercare di venderli alle persone che passavano. Nessuno la considerava, andavano tutti di fretta e nessuno voleva ascoltarla. Fanculo, si ritrovò a pensare. Lei se ne stava lì a morire di freddo e questi stronzi neanche la ascoltavano. Si mise a sedere davanti alla vetrina di un negozio che illuminava la strada di luce, e continuò a cercare di vendere le riviste.
Dopo una serie di tentativi inutili si avvicinò un ragazzo. Era carino, coi capelli rossicci e una faccia amichevole. Provò a venderli anche a lui, e per la prima volta le parve che qualcuno volesse davvero ascoltarla. Non la fece parlare molto, disse di essere di fretta anche lui, ma alla fine comprò lo stesso una copia della rivista. Lei mise le due sterline in tasca, e il ragazzo la salutò mentre si allontanava, immergendosi nella folla. Non aveva più voglia di stare seduta lì al freddo, così decise di alzarsi e sgranchirsi un po’ le gambe. Passò davanti a un fioraio e si perse per un momento a guardare delle viole. Non vedeva dei fiori veri da una vita, ed erano sempre come li ricordava. Però cazzo, faceva sempre più freddo, e il fioraio la stava guardando male.
Si allontanò col passo strascicato, respirando lentamente. Dalla bocca le uscivano piccole nuvolette di fumo. Mentre camminava sul marciapiede vide una donna che stava per gettare via una tazza da asporto, quelle del caffè. La fermò prima che fosse troppo tardi, e le chiese se poteva darla a lei invece che buttarla. La donna la guardò con un’espressione disgustata, ma le diede lo stesso la tazza. Fanculo anche a lei, aristocratica del cazzo. Si fermò ad uno spartitraffico, appoggiandosi alla ringhiera e osservando il traffico che scorreva intorno a lei. Era sempre uguale: tutte quelle luci, i rumori. Si stava muovendo tutto troppo velocemente. Aveva la nausea, così decise di attraversare la strada e di sedersi fuori da un altro negozio, appoggiando la testa alla colonna dietro di lei e tenendo la tazza vuota sulle gambe, nel caso qualcuno avesse voluto lasciarle qualcosa. Anche lì le persone le passavano davanti a una velocità troppo elevata perché fosse reale. Andavano di fretta in tutte le direzioni, e nessuno si fermava a guardarla.
Si sentiva inutile, invisibile. Stava cominciando a risentir affiorare la depressione, e porca troia, non andava bene. Si sentiva di merda, e voleva solo la sua dose. La sua dose speciale. Ed ecco che stava piangendo di nuovo, sbafandosi il trucco. Che palle. Asciugò la lacrima velocemente, cercando di pensare a cosa fare a quel punto, cercando di trovare un piano d’azione. Doveva rifarlo. Doveva, non aveva scelta.
Non sapeva come, ma riuscì a tornare a casa. Si cambiò davanti allo specchio, sistemando meglio che poteva la merce. Si legò i capelli e tolse il trucco sbafato. Si rifece il trucco e dopo essersi messa il rossetto riuscì di casa. Andò al parcheggio che c’era dietro il supermercato vicino a casa sua, e scostando il cappotto mise una gamba in avanti, facendo vedere le sue calze a rete bucherellate. Dopo un po’ si fermò una macchina, e lei si avvicinò molto lentamente al finestrino, sentendo il freddo che le si irradiava fin dentro le ossa. Tolse il cappotto per mostrare la mercanzia al tipo in macchina, e quando si abbassò per guardarlo in faccia vide che il tipo apprezzava ciò che vedeva. Cercò di mettere su la faccia migliore che le riusciva, e il tipo le disse di salire a bordo. Era sulla cinquantina, stempiato e coi capelli grigi.
La portò in un albergo di lusso che la fece stupire: erano in pochi a spendere così tanto per una camera quando dovevano andare con una puttana. A volte le era capitato di doverlo fare in macchina perché l’uomo della serata non voleva sganciare per l’albergo. Questo invece non badava a spese. Quando la fece entrare in camera lei ebbe giusto un secondo per osservare la stanza, poi si dovette occupare del suo cliente, facendolo divertire. Mentre era intenta a spogliarlo gli sfilò abilmente i soldi dal taschino, sentendosi sollevata quando vide che erano abbastanza. Continuò ad intrattenerlo fino a che lui non fu soddisfatto e crollò accanto a lei. Quanto meno non aveva la fede. Si addormentò dopo poco, lasciandola sveglia e nuda al suo fianco, sotto le lenzuola. Si sentiva uno schifo. Il tipo era stato rude e sbrigativo, e lei cominciò a piangere, sentendo tutte le emozioni di merda di quella giornata tornarle in mente, portandola quasi a crollare.
Si rivestì in fretta, lasciando il tipo a dormire, e se ne andò nella notte, venendo ignorata da tutti. Riuscì a tornare al parcheggio dietro casa sua, dove c’era il suo solito fornitore pronto per lei. Gli diede velocemente i soldi, volendo il prima possibile la sua dose. Erano i soldi del tipo e del ragazzo di quella mattina. Il giorno dopo sarebbe dovuta andare con qualcun altro, ma chissene. Lo spacciatore le diede la solita bustina, e non appena lei la vide le sembrò di poter tornare a respirare. Eccola lì, la sua salvezza.
Tornò in fretta a casa, riuscendo a mala pena ad aprire la porta. La chiuse velocemente, o forse no. Non le importava in realtà: voleva solo preparare la dose, fanculo se la porta restava aperta. Prima di togliersi il cappotto controllò che fosse ancora nella busta, e quando la rivide sospirò ancora di sollievo. Buttò il cappotto in un qualche angolo, e prese la scatola di fiammiferi sul comodino, accendendo le poche candele che le erano rimaste. Si sedette a terra al bordo del letto, tirando fuori la provetta. Vi mise dentro la dose e la scaldò con l’accendino, mettendola poi nella siringa. Le tremavano le mani, ma riuscì comunque a centrare la vena, e Dio, quando la roba entrò in circolo si dimenticò di tutte le sue preoccupazioni. Sentiva solo un senso di calore e di tranquillità. Si dimenticò di quel tipo del cazzo e di quella camera d’albergo, si dimenticò dei fiori e delle riviste, si dimenticò del ragazzo dai capelli rossi e del traffico. Ma non si dimenticò del Sole. Il suo Sole. Mentre si stendeva a terra con un tonfo sordo, aprì gli occhi e li puntò al soffitto, immaginando di vedere il Sole. Non era così male in fondo, quel calore.


La mattina dopo la ragazza dell’appartamento 25 uscì di casa verso le nove, diretta ad un appuntamento con sua madre. Mentre chiudeva la porta di casa vide che quella dell’appartamento accanto, il 24, era aperta. Poteva esserci stata una rapina: quel quartiere era piuttosto brutto, e non sarebbe stata la prima volta che capitava nel loro condominio. Provò a bussare lentamente. Sapeva che lì ci abitava una ragazza più o meno della sua età, ma non ricordava di averla sentita rientrare la notte prima. Spinse un po’ il legno della porta, spalancandola. Quello che vide le fece gelare il sangue nelle vene. Si precipitò subito a terra, accanto al corpo che giaceva in mezzo alla stanza. Cominciò ad ansimare e a piangere. Oh cazzo! Cazzo, cazzo, cazzo! La sua vicina di casa era distesa a terra con gli occhi spalancati e vitrei, la siringa ancora infilata nel braccio. Ancora sotto shock prese il cellulare e compose il numero dell’emergenza. Mentre singhiozzava disperata al telefono, un timido raggio di Sole sbucò tra le tende scure della stanza, illuminando gli occhi senza vita della ragazza.



Note autrice: come ho già detto, non so da dove mi sia usicta questa one shoot, so solo che un minuto prima guardavo il video della canzone, e un minuto dopo scrivevo. Non ho mai scritto roba di questo genere, qundi non so bene cosa ne sia uscito fuori ... Fatemi sapere se vi va, e qui vi lascio il link del video e della canzone ----> https://www.youtube.com/watch?v=-KlOodL9Gw4
  
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