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Autore: ValentinaRenji    20/06/2014    1 recensioni
Il buio è solamente luce capovolta.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. SADNESS
 

The secret side of me 
I never let you see 
I keep it caged 
But I can't control it 
So stay away from me 
The beast is ugly 
I feel the rage 
And I just can't hold it 

 
 
Credevo che l’oscurità significasse morte, dolore, malvagità. Temevo il buio nella paura di trovarvi i miei demoni, nel costante timore dell’ignoto, delle fauci dell’abisso dietro di me. Ora quella notte eterna è la mia dimora, è la culla del mio sonno e il vento che respiro. Quelle creature spaventose e rantolanti non erano nient’altro che il mio riflesso su uno specchio di fumo e ragnatele.

La foresta è silenziosa, avvolta nella quiete del bosco estivo. I fitti alberi frondosi si accalcano sui pendii umidi, profumati di terra bagnata e muschio mentre la foschia avvolge i tronchi neri ed aleggia fra le felci verdeggianti, pallide come un sole malato novembrino. Il ruscello scava placido il suo corso, gorgheggiando, le acque limpide e pure suonano la loro musica impercettibile scorrendo sui sassi lisci e levigati. Di tanto in tanto solo un lieve cinguettio, mozzato da sibili di vento e lontani ululi. Le nubi, accalcate nel cielo denso, formano una fitta coltre plumbea, borbottante, un tuono latra il suo dolore squarciando quella bolla di malinconica magia. Un rombo, una folata di gelo e poi la pioggia. Fitte lacrime cadono al suolo, fredde, vomitate dalla volta grigiastra con estrema sofferenza per sfracellarsi sulle foglie in piccole fragili goccioline.
I brandelli neri aleggiano fra i fusti alti e verrucosi, svolazzando come un fantasma senza volto disperso nell’oblio più profondo. La massa oscura sibila nel sentiero appena accennato, delineato da massi e macigni contenenti quarzo che riflettono piccoli scintillii luminosi. Il respiro è affaticato, quasi brontolante, rancoroso, simile ad un ringhio sommesso e famelico, canino, colmo di malvagità e terribile angoscia. Il viso è un agglomerato oscuro, senza lineamenti, solamente la forma arrotondata fa intuire che quella dev’essere senz’altro una testa. O almeno, in passato lo era.

Guardo le mani e non le vedo più: le cerco con lo sguardo, cercando almeno un cenno, una vaga forma e mi trovo di fronte a brandelli, lembi leggeri come l’aria che fluttuano insieme alla mia figura. Si muovono sinuosi nel vento, come un mantello smosso dalla brezza. Cosa sono diventata? Cos’è questo immenso dolore nel petto?
 
It's scratching on the walls 
In the closet, in the halls 
It comes awake 
And I can't control it 
Hiding under the bed 
In my body, in my head 
Why won't somebody come and save me from this? 

Make it end! 
 
 
Il cielo lacrima linfa sofferente sulla superficie della terra, piange insieme a me tutta la sofferenza che mi divora, quel fuoco fulvo corrosivo, quegli aghi talmente appuntiti da mozzare il fiato.


Sono sollevata da terreno, non esistono più i piedi, né gli arti, né un corpo definibile come tale. Solo un’ombra nera, nulla di più. Memorie, ricordi, flash nella mente: due occhi verdi e tristi ghermiti dal caos, capelli lunghi e biondi fra le mie dita sottili. Quel sorriso, forse l’unico mai visto in tutta la vita, mesto e scarno.

Dove sei?

Dove sono?

Ricordi:


“Perché hai paura? Voltati.”

“No, non ne ho il coraggio.”

Una sensazione di profondo panico, l’abisso dietro le mie spalle esili, il terrore di poter essere divorata viva da un momento all’altro. Chi c’era dietro di me? Da chi proviene questa voce da donna?
Brandelli neri ondeggiano da quello che dev’essere il suo corpo longilineo e pallido, fluttuando acconto al mio corpo tremante ed immobile.

“Se vuoi crescere devi ammettere a te stessa che ciò che tanto ti spaventa in realtà esiste davvero, e fai bene a temerlo. Devi aprire la mente e sapere che nulla ‘non esiste’, che i mostri ci sono sotto al letto, che i fantasmi ti cercheranno nel buio. E avrai paura, forse più di quanta ne hai adesso. Però, se supererai il terrore, nulla potrà più fermarti.”

“Chi sei?”

“Sono sempre stata con te. Ti ho visto crescere, tremare dal panico, vedere cose che non tutti gli occhi potevano carpire. Prima di chiedere a me chi sono … scopri chi sei tu.”

Chi sono io… chi sono io?
I feel it deep within, 
It's just beneath the skin 
I must confess that I 
Feel like a monster 
I hate what I've become 
The nightmare's just begun 
I must confess that I 
Feel like a monster 


 
Un mostro, io sono un mostro. Un animo freddo come la pietra che nessuno riesce più a scaldare. Paradiso, inferno: quante illusioni. Ho chiuso gli occhi senza accorgermene ed ora vado in solitudine fra mondi grigi e vorticosi ed altri spenti e vuoti. La vita scorre di fronte a me, impalpabile, lenta, i visi invecchiano rigandosi di rughe, i capelli sbiancano e cadono, le ossa si sgretolano passo dopo passo e poi si perisce come una flebile fiamma spenta dal vento. E poi c’è chi ci abbandona in gioventù, straziando il cuore a chi lo ama senza alcuna possibilità di guarire, facendo accalcare accanto alla tomba decorata pochi cari e tanti ipocriti.
E tutti piangono, chi lacrime vere, chi lacrime finte.

Chi ha pianto per me?

Chi ha vissuto per me?

Chi ha sorriso per me?
I must confess that I feel like a monster.

 


Buonasera lettori!
Il testo in inglese è tratto dalla canzone "Monster" (from Skillet).
Non sarà una storia lunga, qualche capitolo al massimo ... spero possa piacervi ugualmente, anche se so bene che il tema scelto non è dei migliori e anzi, potrebbe risultare triste/deprimente. Purtroppo siamo abituati a infiniti "Vissero felici e contenti" ma non sempre la vita ci fa questo dono. Non cerco la bellezza narrativa, piuttosto esalto il significato, il guardare oltre le righe.

Se avete commenti, pensieri o opinioni sarò felice di sentirle.

A presto,
Un bacio.

Valentina
 
   
 
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