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Autore: Kairi09    20/06/2014    0 recensioni
| oneshot | Ichimaru, Hytsugaya, Matsumoto |
«Sono disperato, Ichimaru! Non dormo, non mangio, non… beh questo particolare è meglio saltarlo… Tutto per colpa di Matsumoto. Mi sta facendo impazzire, non la reggo più—» mormorò esasperato.
Lo osservai confuso. «In che senso? Spiegati meglio, con parole tue, che magari ce la facciamo prima di pranzo.» scherzai.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gin Ichimaru, Hitsugaya Toushirou, Rangiku Matsumoto
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una bevuta di troppo.
 

Era un giorno ordinario come tutti gli altri. Era inverno e faceva molto freddo, ma qualche grado sotto lo zero non avrebbe di certo fermato gli shinigami, o almeno non tutti.
Stavo passeggiando tranquillamente prima di andare a mangiare e fu a quel punto che accadde. Improvvisamente vidi qualcosa sfrecciare verso di me: era il capitano Hytsugaya che stava inseguendo Matsumoto per farle finire il lavoro a lei assegnato.
Mi passò accanto a una velocità impressionante. Rimasi un attimo immobile, scioccato da quanto accaduto, ma dopo poco ripresi la mia passeggiata.
Decisi di tornare nelle mie stanze per farmi una dormitina, ma quando giunsi lì trovai il capitano Hytsugaya disteso lì a terra esausto. Lo invitai a bere qualcosa ma lui, esausto, declinò immediatamente l’invito.
Cercai di farlo calmai e gli chiesi di darmi delle spiegazioni.
«Sono disperato, Ichimaru! Non dormo, non mangio, non… beh questo particolare è meglio saltarlo… Tutto per colpa di Matsumoto. Mi sta facendo impazzire, non la reggo più—» mormorò esasperato.
Lo osservai confuso. «In che senso? Spiegati meglio, con parole tue, che magari ce la facciamo prima di pranzo.» scherzai.
Hytsugaya fece un bel respiro «Matsumoto non mi dà più retta ormai— Ogni volta che c’è un lavoro da svolgere lei scappa chissà dove a bere sakè con il primo shinigami che passa. Torna sempre tardi e per di più sbronza, così che mi tocca fare il doppio del lavoro per colpa sua! Ormai non so neppure più che cosa sia la luce del sole… e non perché è inverno, ma perché a causa di quella scansafatiche sto tutto il giorno rinchiuso in quella maledetta stanza a firmare fogli o a compilare fottutissimi moduli! Non ce la faccio più, ti prego, aiutami, non so che fare—» spiegò.
Avendo capito in che casino si trovasse il povero Hytsugaya, rimasi un attimo in silenzio a pensare ad una soluzione.
Esposi l’idea a Hytsugaya che, anche se dubbioso, decise di mettere in atto il mio fantastico, perfetto, brillante, geniale e non dimentichiamo diabolico, piano.
Il tutto era diviso in tre fasi molto delicate, ma la più importante era quella intitolata: “Non farsi beccare dal vecchio” e consisteva nel non farsi beccare da Yamamoto Genryusai.
Le altre due fasi del piano consistevano nel mettersi d’accordo con gli altri shinigami che conoscono Matsumoto per la riuscita del piano ed infine nel far fare a Matsumoto il triplo del lavoro che non aveva mai svolto.
Io andai a cercare il vice capitano fuggiasco, mentre Hytsugaya radunava gli amici di quella scansafatiche per mettersi d’accordo sul da farsi.
Era ormai sera e trovai Matsumoto in un locale, in una stanzetta privata a bere sakè come se non ci fosse un domani. Era circondata da una ventina di bottiglie completamente vuote, senza contare l’altra che stava bevendo.
Appena mi vide esclamò con il suo solito tono da sbronza: «Gin-kun! Ti va di farmi compagnia per un altro giro di bevute?». La guardai sconcertato e prima che potessi aprir bocca lei, quasi sul punto di svenire, appoggiò la bottiglia che teneva in mano e si buttò all’indietro per fare un bel sonnellino.
Rimasi immobile a guardarla storto per qualche istante, dopo di che provai a svegliarla, ma senza ottenere alcun risultato. Le provai tutte: a fare un baccano incredibile, a darle dei calci sul braccio, a pizzicarle la faccia, ma niente. Non ne voleva sapere nulla di svegliarsi. Pensai e pensai e, ad un tratto, l’illuminazione.
«Matsumoto, guarda che se non ti alzi prendo Shinsō e ti taglio tutti i capelli» dissi tranquillo. Lei si svegliò di colpo, puntandomi la sua katana alla gola, esclamando: «Se ci provi ti ammazzo!». «O-OK…» balbettai in risposta.
Dopo qualche attimo, ancora sbronza, mi chiese che cosa volessi e io, non sapendo che dirle per convincerla ad andare alla decima brigata, le dissi: «B-buon compleanno!?» speravo che mi avrebbe creduto…infondo ormai era andata, irrecuperabile, …CAPUT!?
Lei, con sguardo perso e con voce sorpresa, confusa e allo stesso tempo allegra, chiese: «è il mio compleanno!? Evvivaaaa!» urlò come una pazza esaltata, finché non cadde a terra sul pinto di vomitare.
Poi continuai con la bugia dicendole che le avevano organizzato una fantastica festa alla decima brigata. Matsumoto mi chiese di farle strada, visto che lei non se la ricordava, e io la accontentai.
Arrivati lei vide che non c’era nessuno, nemmeno un addobbo, un bigliettino di buon auguri, nessuno shinigami, ma soprattutto…non c’era una torta! Matsumoto, fuori di sé, mi guardò e chiese immediatamente delle spiegazioni.
Cercai di prendere tempo, fino a che non arrivò il caro e buon vecchio Kira a dirmi che i preparativi era pronti.
Allora trascinai Matsumoto in un locale, in una stanza privata, dove ci stavano aspettando gli altri.
La scansafatiche entrando vide Hytsugaya seduto al tavolino assieme a Kira, Hisagi e qualche altra sua conoscenza.
«Benvenuta alla tua festa di compleanno!» esclamai io, con gli altri che ridevano come dei pazzi ubriachi in sottofondo. Matsumoto chiese spiegazioni e Hytsugaya le disse con voce sbronza: «Sai stiamo festeggiando! Tu dici sempre che sono troppo serio, che penso troppo al lavoro e che non mi diverto mai, così ho deciso di andare a bere qualcosa con un paio di amici». Dopo un sospiro, riprese: «Non so che fesseria ti abbia detto Ichimaru, ma sappi solo che non sei invitata!»
Ci fu un attimo di silenzio. Poco dopo Matsumoto mi osservò «Hai un minuto di vita, riempilo di parole» sibilò.
«È esattamente come ha detto Hytsugaya poco fa: ti ho mentito per farti venire qui e farti osservare quanto il tuo amato capitano si stia divertendo».
Matsumoto, frustrata, andò nelle sue stanze e non uscì fino al giorno seguente.
Io ed Hytsugaya eravamo nelle mie stanze a discutere del piano.
«Ok Ichimaru. Per il momento sta andando tutto secondo il piano, ma c’è ancora il rischio che il vecchio ci scopra!» mi disse Hytsugaya. «Sì, lo so, ma per quello non possiamo farci nulla al di fuori del stare attenti» gli risposi io.
Ad un tratto, sentimmo bussare. Era Kira, che continuava a ripetermi insistentemente: «Capitano! Capitano c’è del lavoro da fare!».
Io, un tantino irritato, gli risposi: «Kira non ora! Non vedi che stiamo ripassando le parti del piano per far sbrigare del lavoro a Matsumoto!» Kira, ancora più insistente di prima: «Ma capitano!» io a quel punto mi arrabbia subito e gli urlai contro: «Niente ma! Qui stiamo lavorando seriamente! Quindi ora sparisci e non ripresentarti se non con una cioccolata preparata appositamente per me!». Lui fece un bel sospiro, dopo di che mi rispose: «Va bene capitano…»
Quando finalmente se ne andò io e Hytsugaya tornammo a discutere, poi lui esclamò: «Quello che abbiamo fatto ieri sera andava bene, ma non era abbastanza. Dobbiamo continuare per far credere a Matsumoto che io orami sia diventato uno scansafatiche! A quel punto toccherà a lei fare tutto il lavoro della decima brigata!» esclamò improvvisamente di buon umore.
Finita la nostra strana discussione andammo a cercare Hisagi e Kira per tornare a fare gli scansafatiche.
Matsumoto era uscita dalle sue stanze e stava andando a bere nel suo solito locale. Appena entrò, ci vide subito, infuriandosi. Prima di dire qualsiasi cosa fece un bel respiro, andò a prendere posto e a chiedere: «Un bicchiere di sakè, per favore».
Lo stesso accade per tre giorni consecutivi, ma il quarto giorno Matsumoto entrò furiosa «Ora basta! Dimmi cosa stai facendo!» urlò contro il suo capitano che assunse un tono estremamente rilassato «Beh ci stiamo semplicemente riposando un po’, che c’è di male in questo?».
«Cosa c’è di male?» ribatté lei frustrata «Tu sei il capitano e questo significa che non puoi star lì a ubriacarti, c’è del lavoro da fare!».
«Beh allora fallo!» rispose Hytsugaya «Infondo sei il vice capitano, questo equivale a dire che te ne puoi occupare benissimo tu!».
Ci fu un attimo di silenzio, ma dopo poco Matsumoto sospirò e andò a finire tutto il lavoro incompiuto. E lavorò duramente per tutto il mese, mentre Hytsugaya si godeva una bella vacanza.
SBAM!
«Dannazione! Ma come diavolo è possibile che ogni mattina, alle nove e mezza, cada dal letto?! Aspetta… oh merda! Sono in ritardo! Mezz’ora fa c’era una riunione con gli altri capitani!»
Mi preparai in fretta, finché non sentii bussare. «Capitano! Ho preparato la cioccolata, ne vuole?» disse una voce che pareva essere quella di Kira.
Rimasi un attimo a pensare sul da farsi «Beh sono già in ritardo, quindi perché no?!» esclamai.
Così ci sedemmo a bere cioccolata, mentre io ripensavo a quello strano, folle sogno. 
  
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