Note:
per l'iniziativa Buon compleanno, Pseudopolis Yard sono giunta a scrivere su quello che, in pratica, è stato il mio primo fandom, ma al quale non mi ero mai accostata come fanwriter. Ieri ho rivisto l'episodio 4 ed è scattato qualcosa.
Per questa ff ho usato il seguente prompt: "The moon’s weird though, right? It’s there, and there, and then suddenly it’s not. And it seems to be pretty far up. It is watching us? If not, what is it watching instead? Is there something more interesting than us? Hey, watch us moon! We may not always be the best show in the universe, but we try." (Welcome to Night Vale)
La ff è ambientata prima dell'episodio 4, durante l'infanzia di Luke. Vi sarò grata se mi segnalerete eventuali errori di caratterizzazione o altro.
Grazie a Moon, come al solito ^^
E grazie a voi di essere passati!
Fera



Le lune di Tatooin


- Quello cos'è?
Ben non alzò nemmeno la testa. Sapeva della presenza del bambino da almeno mezz'ora, anche se non si era mai voltato a guardarlo. Povero piccolo, credeva di essersi nascosto così bene dietro a quelle rocce... Sarebbe stato un peccato deluderlo.
Ora, invece, qualcosa doveva aver attratto la sua attenzione al punto da farlo uscire allo scoperto e avvicinarsi a quello strambo del vecchio Ben. Suo zio Owen non avrebbe approvato di certo.
- Si chiama lente lunare - rispose l'uomo, accovacciato vicino ad uno strano strumento. - Serve a osservare da vicino i crateri. - Finalmente sollevò il capo, e il suo sguardo incontrò quello azzurro e curioso di Luke. - Vuoi guardare?
Il faccino del piccolo si fece dubbioso e diffidente, ma Ben sentiva che una parte di lui avrebbe voluto accettare subito quella proposta. - Zia Beru vuole che torno a casa prima della seconda luna - rispose.
- Ti garantisco che non disubbidirai a tua zia. Coraggio.
Lentamente, mal celando la curiosità, Luke si accostò alla lente lunare. Era uno strumento antiquato e pesante: composto di un lungo tubo di metallo appoggiato ad un supporto, aveva un'apertura a ciascuna estremità ed era posizionato in diagonale, puntando verso la prima luna sorta. 
- Non ha uno schermo?
Ben sorrise. - No.
- Ma le lenti lunari hanno gli schermi per trasmettere l'immagine della luna, altrimenti come si fa a vederla?
- Le lenti lunari di oggi ce l'hanno, ma questo è un modello molto vecchio. Mi è stato regalato da una persona molto, molto anziana. - Ben si chinò di nuovo su una delle estremità della lente, quella che puntava verso il basso, poi si raddrizzò. - Ora è pronta. Puoi guardare, se vuoi.
- Ma dove?
- Qui, come ho appena fatto io.
Luke era così piccolo da non aver bisogno di chinarsi. Alzò invece la testa per avvicinarla al tubo di metallo. - Così?
- Appoggia l'occhio destro e chiudi il sinistro.
Il bambino ubbidì, e subito un "Oh!" di meraviglia risuonò nelle orecchie di Ben. - Ma è enorme! - strillò Luke, eccitato. - Ed è nel mio occhio! - Allungò una mano, come se volesse toccarla, e rise quando non ci riuscì.
- Sullo schermo le lune sembrano piccole, vero?
L'uomo sorrise nel vederlo annuire, sempre attaccato alla lente. - Vedo tutti i buchi - aggiunse il bimbo, che trovava la parola "crateri" troppo complicata. - E c'è tanta luce.
- Ora riapri l'occhio sinistro, staccati dalla lente e prova a guardare di nuovo la luna. 
Luke ubbidì di nuovo. Vedendo la luna senza lente, rise forte. - Non sembra la stessa!
- Già. - Ben si stava divertendo un mondo. Quel bambino era un uditorio fantastico. - La luna è una cosa strana. Si sposta, si nasconde tra le altre lune, diventa grande e poi piccola, ma è sempre la stessa.
- E a cosa serve? L'ho chiesto tante volte a zio Owen, ma dice sempre che sono piccolo e non capirei.
- Quanti anni hai, Luke?
Ben sapeva la risposta, eppure voleva sentirlo dire da lui. - Ne ho quasi cinque - rispose il piccolo,  alzando le dita di una mano.
Cinque anni. L'età di un padawan. - Le lune non servono a qualcosa, Luke - disse Ben. - Fanno parte dell'equilibrio naturale. Su certi pianeti provocano le maree, su altri...
- Cos'è una marea?
- È quando il mare si alza. Qui su Tatooine non ce n'è molta, ma alcuni pianeti hanno più acqua che terra.
Un altro "Oh!" meravigliato. - Lei ci è stato, signor Ben?
- Chiamami Ben. Sì, sono stato lì e su molti altri pianeti.
- Era un pilota?
- No, ma ho comunque viaggiato molto.
Luke annuì. - Mio padre era un pilota - aggiunse dopo qualche secondo. - Un pilota bravissimo. E io sarò come lui, e andrò sulla luna e altri pianeti.
- Ma certo - lo assecondò l'uomo. Quell'entusiasmo gli ricordava un altro entusiasmo, altrettanto puro. Chissà che ne sarebbe stato?
Guardò il cielo per un istante. - La seconda luna sta per sorgere, Luke. È meglio che torni a casa.
Il piccolo sobbalzò e fece per correre via, sempre seguito dal sorriso di Ben, ma dopo pochi passi si fermò.
- Signore?
- Solo Ben.
- Se noi guardiamo le lune, anche loro ci guardano?
Quella era una domanda insolita. - Tu che ne pensi?
- Io non lo so, ma spero di sì. Credo che si divertirebbero, guardandoci.
E agitando una mano scappò via, timoroso di non rientrare a casa per tempo. Ben avrebbe voluto dirgli di tornare quando voleva, per potergli raccontare storie su storie di lune e pianeti lontani; avrebbe voluto parlargli dell'equilibrio della natura, insegnargli a concentrarsi, a espandere se stesso per diventare un tutt'uno con l'universo, fargli conoscere quella Forza che era parte di lui e di ogni altra cosa. Sapeva, però, che non era il momento, e non lo sarebbe stato ancora per tanti anni.
Sospirando, si inginocchiò di nuovo vicino alla lente.
- Spero che tu ti stia divertendo, - mormorò, rivolto alla prima luna di Tatooine.