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Autore: Fiamma Erin Gaunt    20/06/2014    1 recensioni
Larissa è orfana, non ha mai incontrato suo padre, e quando arriva al Campo porta con sé un alone di mistero.
Figlia del Dio della guerra, attaccare briga le viene più che naturale, specialmente quando si trova tra i piedi un certo figlio di Ermes.
Dal testo:
- Ehy, ragazza gufo. –
Irrigidì le spalle, pronta a incassare l’ennesima provocazione e a reagire di conseguenza. Erano passati mesi dal suo arrivo al Campo e i loro scontri ormai erano diventati leggendari.
- Idiota. – salutò in risposta.
[Partecipa alla Challenge “Un semidio per un Dio” indetta sul forum da Giorgiab105]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Apollo, Ares, Luke Castellan, Nuovo personaggio, Talia Grace
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Owl Girl

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando Larissa War era giunta al Campo Mezzosangue nessuno aveva più di qualche effimera informazione sul suo conto. Aveva una cascata di onde corvine e occhi di un azzurro così chiaro da farli sembrare di ghiaccio, un bel viso e tratti scolpiti e arroganti che aveva ereditato dal padre. Era orfana, figlia di chissà quale donna mortale e il potente dio della guerra. E aveva un gufo. Non un animale, badate bene, ma un gufo tatuato sulla spalla. Nessuno al Campo aveva tatuaggi; erano un segno dell’appartenenza a un mondo che non aveva nulla a che fare con quello divino, roba per i comuni esseri umani insomma.

Tatuaggio che le aveva valso l’attribuzione di un soprannome tutto suo, creato da quella creatura insopportabile che andava sotto il nome di Luke Castellan, figlio di Ermes e Capo Cabina. Ecco, lui era probabilmente l’unico mezzosangue che Larissa non potesse nemmeno vedere; così testardo, con quell’aria di superiorità che lo accompagnava costantemente, e sfoggiava quella cicatrice come se fosse la testimonianza di chissà quale grande impresa. Gli avrebbe fatto molto volentieri un’altra cicatrice da sfoggiare, magari qualcosa che gli cancellasse per sempre dal volto quel suo sorrisetto sghembo e irritante.

- Ehy, ragazza gufo. –

Irrigidì le spalle, pronta a incassare l’ennesima provocazione e a reagire di conseguenza. Erano passati mesi dal suo arrivo al Campo e i loro scontri ormai erano diventati leggendari.

- Idiota. – salutò in risposta.

Luke arricciò le labbra in un sorriso sghembo, scivolando a terra accanto a lei. Quando le loro braccia nude si sfiorarono, Larissa si allontanò all’istante.

- Guarda che non mordo. – rise, con un pizzico di divertimento, prima di aggiungere: - Pensavo che i figli di Ares non avessero paura di nessuno. –

Un lampo di collera illuminò gli occhi chiari della ragazza. Lei non aveva mai conosciuto suo padre, non si era mai degnato di venirla a trovare da quando era giunta al Campo, figurarsi prima, e questa era una delle poche cose in grado di ferirla. Tutti i suoi fratelli, persino Clarisse che come lei era una delle pochissime figlie di Ares che fossero mai venute al mondo, lo avevano incontrato almeno una volta … Lei no.

- Tu non sai proprio niente, Castellan. – ringhiò, in un’imitazione particolarmente riuscita dei toni in cui Clarisse si rivolgeva alla maggior parte del resto del mondo. Poi si alzò in piedi, spolverandosi meccanicamente i pantaloni neri e facendo per incamminarsi verso il lago.

Sorpreso da quella reazione, Luke sgranò gli occhi blu. Però, per un tipo curioso come lui, l’idea di lasciar perdere non era minimamente contemplata.

- Si può sapere che accidenti ti è preso, War? – domandò, rivolgendosi alla sua schiena.

Il gufo tatuato sulla spalla, circondato dall’oscurità della notte, sembrava guardarlo male a sua volta.

- Mi è preso che sei un completo idiota e che parli senza sapere. Perché tu non sai nulla di me, Castellan … nulla! – ribadì, voltandosi nuovamente a fronteggiarlo.

Poi riprese, senza dargli nemmeno il tempo di aprire bocca per provare a ribattere: - Ti credi tanto spiritoso con le tue battute e il tuo “ragazza gufo”, ma hai la minima idea di cosa significhi questo tatuaggio? No. Mi provochi con le tue insinuazioni su Ares e sull’essere sua figlia, ma lo sai cosa si prova quando tuo padre non si è mai degnato di farsi vedere in diciassette anni di vita? No, non puoi saperlo, visto che tu sei il prediletto di Ermes! –

A corto di fiato per la foga con cui aveva pronunciato quelle parole, rimase in silenzio a fissarlo con aria truce, stringendo gli occhi per sforzarsi di impedire alle lacrime che li affollavano di correre lungo le guance alabastrine. Lei non piangeva, non più, e di certo non per un padre che non la considerava né davanti a un ragazzo che l’avrebbe presa in giro a vita.

Luke sembrava interdetto e a corto di parole, cosa che non capitava molto spesso. Strascicò i piedi, imbarazzato, e abbassò lo sguardo.

- Hai ragione, non lo so, e mi dispiace che tu ci stia così male. – ammise, allungando una mano verso di lei.

Larissa fece per ritrarsi, colta di sorpresa.

- Che … Che stai facendo? –

- Cerco solo di essere gentile. – replicò, accarezzandole una guancia e asciugando con il pollice l’unica solitaria lacrima che era sfuggita al suo controllo.

Il tocco di Luke era freddo e delicato, le mani sorprendentemente morbide per essere quelle di un guerriero e non c’era alcuna traccia della solita scintilla ironica che gli illuminava gli occhi blu. Questa volta non si stava facendo beffe di lei, era sincero.

Spostò le dita sulla sua spalla, accarezzando il contorno del tatuaggio.

- Ti va di spiegarmi cosa significa? –

L’aveva buttata lì d’istinto, certo che non avrebbe mai assecondato la sua richiesta. E invece l’aveva sorpreso per l’ennesima volta.

- È un gufo reale. Rappresenta la volontà di onorare il ricordo di una persona cara che non c’è più. – spiegò, sostituendo la mano di lui con la sua e accarezzando il disegno come se fosse la cosa più cara che avesse al mondo, - È per mia madre. –

Il pensiero di quanto l’avesse presa in giro per quel segno da comune adolescente, il fatto di aver persino coniato un appellativo consapevole che le desse fastidio, lo fece avvampare per l’imbarazzo. Aveva ragione lei, era un vero idiota.

- Mi dispiace. –

- L’hai già detto, Castellan. Che c’è, cominci a soffrire di senilità precoce e ti scordi le cose? – lo punzecchiò.

- Idiota e senile, devi proprio volermi un mondo di bene, eh? – ribattè, inarcando un sopracciglio.

- Bè, non sei stato molto gentile con me. –

- La gentilezza non è una delle tante meravigliose qualità che mi contraddistinguono. – ammise.

- Neppure la modestia. –

- Stai insinuando che sia arrogante, War? – chiese, fingendosi scandalizzato.

- Io non insinuo mai, Castellan, io affermo. –

Si guardarono negli occhi per una frazione di secondo prima di scoppiare a ridere all’unisono.

Il passato di Larissa era un mistero per tutti … Da quel momento, tutti tranne che per Luke.   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Comincio a infestare anche questo fandom. Perché? Perché sì, ovviamente u.u

Questa sarà una long (o mini long?) incentrata sulla mia OC Larissa e sulla sua vita al Campo, inoltre prenderà ispirazione dai prompt contenuti nella tabella che troverete qui sotto e partecipa alla Challenge “Un semidio per un Dio” indetta sul forum da Giorgiab105. C’era la possibilità di scegliere tra le divinità più importanti (ognuna con i suoi prompt di riferimento) e  io ovviamente ho scelto Ares … In futuro potrei anche decidere di comporre un’altra mini long o una raccolta inventando un nuovo semidio. Detto ciò, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

 

 

1.      Colore rosso

2.      Lancia

3.       Gufo reale

4.      Sfida

5.      Arena

6.       Scelta libera – Nuovo inizio

  
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