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Autore: Elysse Sickle    20/06/2014    2 recensioni
A volte si fa l'abitudine a tutto.
Ad essere forte.
Ad essere solo.
Ad essere forte da solo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Caro diario,
Oggi per l'ennesima volta, a scuola, Daisy mi ha umiliato davanti tutta la classe, compreso Ethan che mi guardava e rideva insieme a tutti gli altri. Mi sono sentita orribile, come se un camion mi avesse passato di sopra. Io non gli ho fatto niente di male, ma lei e tutti gli altri, continuano ogni giorno ad insultarmi ed a umiliarmi.

Mi sento sola. Mi sento triste e sola. La solitudine è una brutta malattia, forse anche peggio dell'amore. Non so come superare tutto questo. Dopo la morte di mamma, il mondo è crollato e non si è più ricostruito. Dopo la sua scomparsa, casa mia è più vuota, papà è diventato pazzo e io, io sono a pezzi.

Oggi mi sono fatta una nuova amica, si chiama "Lametta", fa male, rimane il segno,  rimane ma mi tira su di morale. Almeno, penso al dolore che mi provoco e non più ai miei problemi, alla solitudine, a mamma che non è più qui con me, a papà che si chiude in camera e non esce più, a Daisy, a Ethan, a tutti..
Penso che Ethan.. lui, non mi vorrebbe mai. Io, penso di amarlo. Mi piace dalla 5° elementare, fino adesso, 2° superiore.
Tutti hanno scoperto che lui mi piace, grazie a Daisy, ovviamente. La mia è una cittadina del sud degli Stati Uniti, Gantlinville. E' talmente piccola, che per spostarti non devi usare nessun mezzo. Qui, sanno tutto di tutti, e non puoi risparmiarti ne nasconderti, ne tenerti per te anche il più piccolo segreto, prima o poi scopriranno anche quello.

Con mia madre, Gantlinville, era felice e spensierata. Almeno, per me. La conoscevano e l'amavano tutti. Si faceva voler bene e aiutava sempre tutti, anche quando non voleva. Lei amava i libri. Uno dei pochissimi fattori che abbiamo in comune. Ogni libro era sacro per lei. Decise di iniziare a lavorare nella biblioteca della città. Era felice ed emana allegria tutti.

Penso che lei, non sarebbe molto contenta di me.. nessuno lo sarebbe.

Ieri mentre tornavo da scuola, avevo pensato di scappare. Sì, di non tornare a casa, ma la signora Waston, quella vecchia che abita di fronte a noi, mi vide e mi riportò a casa. Volevo ucciderla in quel momento.. Se pur una piccola cittadella, scappare era facile: bastava andare alla "statale", alla fine della città, per rendere i pullman che attraversavano le città. Nessuno ci va mai, quindi, se ti vedevano passare da li, pensavano già che volevi andartene o che stai diventando pazzo. Ma, un altro anno in questo schifo, e diventerò veramente pazza.

Approposito di pazzi, quel pazzo di papà, oggi, ha iniziato a picchiarmi, senza motivo. Ho pensato, magari era arrabbiato o ha scoperto che volevo scappare e si è arrabbiato. Ma, mi ha fatto molto male. Mi ha preso dai capelli e mi attirato a se, poi ha iniziato a darmi degli schiaffi. Ho ancora il segno delle sue dita impresse nella mia guancia. 

Non so davvero cosa fare.. La solitudine si sta prendendo tutte le mie forze, il mio sorriso, tutto.. Mi sento sola. Mi sento triste e sola, e non so più cosa fare. Non ce la faccio più.

E' tardi, ed è meglio che torni a letto, altrimenti chi lo sente quel pazzo lì.

Notte xx

 
  
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