A perfect day for
a birthday~
Kageyama
sospirò, guardando fuori dalla finestra della sua camera d’ospedale: non c’era
l’ombra di una nuvola in cielo ed il sole brillava in tutto il suo splendore. “Proprio un giorno perfetto per festeggiare
un compleanno” pensò sarcasticamente l’uomo. Già, quel giorno lui compiva
la bellezza di cinquantacinque anni e stava trascorrendo il suo compleanno
bloccato in un letto di ospedale. Ma la cosa in fondo non lo infastidiva più di
tanto: aveva seriamente rischiato di non raggiungerli quei cinquantacinque
anni, era vivo per miracolo e quello gli bastava. Poi lui non era propenso a
festeggiare i suoi compleanni, non lo faceva da molto, moltissimo tempo: dopo
la prematura scomparsa dei suoi genitori nessuno si era interessato più di
tanto a lui, figurarsi al suo compleanno! L’uomo sospirò più profondamente,
ripensando al suo primo compleanno passato da solo: nessun regalo, nessun
dolce, nemmeno un “tanti auguri, Reiji!”. Quel giorno si era reso conto di
essere davvero solo al mondo ed aveva passato tutto il giorno a piangere. “Già, non ci può essere un compleanno
peggiore di quello…” pensò Kageyama, sdraiandosi meglio tra le morbide
coperte del suo letto. Da allora aveva cercato in tutti i modi di dimenticare
la data del suo compleanno: non la diceva mai a nessuno e se l’era dovuta
persino scrivere su un bigliettino per ricordarsela quando era strettamente
necessario. Voleva dimenticare i momenti in cui aveva avuto una famiglia, gli
attimi in cui non era stato completamente solo: in fondo come può soffrire la
solitudine qualcuno che è sempre stato solo? Reiji voleva diventare così,
almeno il suo dolore si sarebbe placato, e per un lungo periodo di tempo ci era
anche riuscito, fino a quando non entrò Kidou Yuuto
nella sua vita. Il suo allievo, da piccolo, era un gran ficcanaso e non perdeva
occasione per frugare nelle cartacce del suo Sosui
sperando di trovarci qualche informazione interessante. Un giorno il bambino
mise le mani sul fogliettino su cui Reiji aveva appuntato la data del suo
compleanno e subito chiese al suo maestro: -Sosui,
cosa significano questi numeri?-. L’uomo guardò per un attimo il fogliettino,
inespressivo. -È il giorno in cui solo nato- rispose, con tutta la calma del
mondo. Il piccolo Yuuto guardò turbato il
fogliettino. -E perché se l’è segnato?- -Perché così non rischio di
dimenticarmelo- rispose subito l’adulto, continuando a non mostrare alcuna
emozione. Il turbamento del bambino aumentò. -Come si può dimenticare la data
del proprio compleanno?- Kageyama guardò Kidou, che in quel momento prestava
troppa attenzione al foglietto per notarlo: era solito zittire chiunque
curiosasse nei suoi affari privati il prima possibile, ma Yuuto
era solo un bambino e lui non si sentiva a suo agio a trattarlo in quella maniera
un po’ brutale. -Quando non festeggi il tuo compleanno diventa solo una data
come tutte le altre e finisci per dimenticarlo-. Kidou alzò finalmente gli
occhi sull’adulto, sinceramente stupito: non aveva mai sentito di qualcuno che
non festeggiasse il suo compleanno, gli sembrava qualcosa di impossibile. -Ma
perché non lo festeggia?-. Kageyama sospirò, tutte quelle domande stavano
iniziando a pesargli. -Perché a nessuno interessa il fatto che io sia nato quel
giorno, non interessa nemmeno a me- -A me interessa!- disse il bambino,
alzandosi da terra e prendendo per mano il più grande -Il giorno del suo
compleanno mi impegnerò a farle gli auguri ed un regalo!- Reiji osservò
scettico il sorriso sincero del bambino: non dubitava tanto della sua buona fede,
più che altro della sua memoria, ma non voleva deluderlo, quindi decise di
chiudere la conversazione nella maniera più neutrale possibile. -Fa come vuoi-
gli disse, e Kidou fece davvero quello che voleva: il giorno del compleanno di
Kageyama si presentò nello studio del suo maestro con un bigliettino d’auguri
ed un regalo fatto a mano, stupendo non poco Reiji, che dovette ammettere che
il suo allievo era davvero un piccolo prodigio in molti più campi di quanti
immaginava. Ed anno dopo anno Kidou continuava a mantener fede alla sua
promessa, presentandosi ogni anno con degli auguri ed un regalo che diventavano
sempre più formali e raffinati man mano che cresceva, ma non per questo meno
graditi da Kageyama, che iniziò a ricordare la data del suo compleanno. Però
quell’anno non avrebbe ricevuto nessun augurio o regalo: Kidou era lontano, in
Giappone, ed in più credeva che il suo Sosui fosse
morto. Reiji sospirò: Yuuto gli mancava, gli mancava
davvero tanto, ma non poteva riavvicinarsi a lui. Garshield era ancora in giro,
anche lui lo credeva morto e, se fosse venuto a sapere che il suo sottoposto
traditore era ancora vivo, si sarebbe affrettato a metterlo a tacere per
sempre, usando magari lo stesso Kidou come esca per attirarlo in chissà quale
diabolica trappola. Kageyama si era ormai rassegnato all’idea che non avrebbe
potuto rivedere il suo caro allievo molto presto, ma la cosa era resa meno
dolorosa dalla presenza in Italia di Rushe e Fidio che lo venivano a trovare
praticamente ogni giorno, distraendolo dalla sua solitudine. Ma nemmeno Rushe e
Fidio gli avrebbero fatto gli auguri quel giorno: a parte il fatto che non
sapevano la data del suo compleanno,
Fidio era partito quella mattina per un ritiro con la sua squadra e
Rushe avrebbe passato la giornata in un altro ospedale per fare un checkup
medico completo. Reiji brontolò rigirandosi nel letto: anche se non voleva
ammetterlo, un po’ soffriva per quella situazione e desiderava un minimo di
attenzione. Era arrivato a sperare che almeno l’infermiera che si occupava di
lui gli facesse gli auguri, in fondo lei aveva accesso ai suoi dati clinici,
data di nascita compresa. Dopo aver passato qualche altro minuto a fissare il
giardino dell’ospedale sospirando, Kageyama udì bussare alla porta della stanza
e si girò, trovando l’infermiera ritta sulla porta con una torta in mano.
Vedendola, l’uomo si mise a sedere, sorpreso ed un po’ turbato: certo, aveva
legato bene con quell’infermiera, era probabilmente l’unica persona in
quell’ospedale con cui scambiava qualche parola amichevole e trovava piacevole
l’idea di ricevere degli auguri da lei, ma una torta? Gli sembrava un po’
eccessivo. Ma proprio nel momento in cui Kageyama aveva aperto bocca per
chiedere spiegazioni, da dietro la donna spuntarono Fidio e Rushe che urlarono
in coro “Sorpresa!” prima di gettarsi sul letto ad abbracciare Reiji. L’uomo
rimase paralizzato per un attimo: era tutto vero o stava sognando? Gli ci
vollero una manciata di secondi ed una ginocchiata sugli stinchi da parte di
Fidio per convincersi che quello non era un sogno e subito ricambiò
calorosamente l’abbraccio dei due ragazzi. -Rushe, Fidio, voi due non eravate
impegnati oggi?- chiese l’uomo una volta che si fu separato dall’abbraccio. I
due ragazzi ridacchiarono con aria complice. -Le abbiamo detto delle piccole
bugie. Non si è arrabbiato, vero Oji-san?- disse la
bambina con la sua solita espressione innocente, ma un po’ timorosa,
sinceramente preoccupata che Reiji potesse essersi arrabbiato. -Visto che lei
non ci ha detto che oggi era il suo compleanno noi ci siamo organizzati per
farle una sorpresina- continuò Fidio, sorridendo in una maniera che fece
intuire a Kageyama che era lui la mente dietro quella sorpresa. -Oh, e come
siete venuti a sapere che oggi era il mio compleanno?- Chiese l’uomo, senza
scomporsi più di tanto. -Gliel’ho detto io, spero che la cosa non le abbia dato
fastidio- rispose l’infermiera, che nel frattempo aveva poggiato la torta sul
tavolinetto che Reiji usava per consumare i suoi pasti. -L’idea di farle
passare un compleanno tutto solo rinchiuso in un ospedale mi rattristava un
po’, quindi mi sono presa la libertà di avvisare i suoi piccoli amici e di
organizzare con loro una festa a sorpresa-. Kageyama le sorrise appena e le
fece un cenno di gratitudine prima che Rushe sgusciasse via dalle sue braccia e
spingesse verso di lui il tavolino con la torta. -Guardi Oji-san,
questa torta l’ho fatta io con l’aiuto della mamma!- disse la bambina, piena di
entusiasmo. -Su, l’assaggi. Voglio sapere se le piace o meno!-. Reiji ridacchiò,
divertito dall’eccitazione della piccola. -Oh, ma non so se il dottore mi da il
permesso di mangiarla- rispose l’uomo, facendosi desiderare. L’infermiera
ridacchiò a sua volta e gli fece l’occhiolino. -Diciamo che il dottore non
verrà a sapere di questa sua piccola scappatella- disse, prima di tagliare una
fetta di torta per ognuno dei presenti. Per un attimo calò il silenzio, mentre
tutti assaggiavano la torta, poi di nuovo la camera si riempì di chiacchiere
gioiose. –Oh Rushe, è davvero buonissima! Sei davvero brava!- Trillò
l’infermiera, contenta. La piccola arrossì, imbarazzata da quelle lusinghe. -È
merito della mamma, senza di lei non sarei mai riuscita a farla. A lei piace, Oji-san?- Chiese speranzosa la bambina, con gli occhi fissi
sulla persona che stimava di più al mondo. -È deliziosa, ti ringrazio- disse
Kageyama, accarezzando la testa di Rushe e sorridendo dolcemente, rendendo la
bimba più che felice. -Ora è il turno del mio regalo!- Si intromise Fidio,
schioccando un bacio sulla guancia di Reiji e porgendogli un pacchetto. L’uomo
lanciò un’occhiataccia al ragazzo, pulendosi appena la guancia prima di
prendere il pacchetto ed aprirlo lentamente. All’interno Kageyama trovò una
custodia che conteneva un paio di occhiali da sole nuovi di zecca e dall’aria
decisamente costosa: era un modello diverso da quelli che indossava a Liocott Island e non assomigliava nemmeno al modello che
usava quando era in Giappone, erano degli occhiali più sportivi, ma allo stesso
tempo sobri. -Ho notato che lei indossa sempre degli occhiali da sole e visto
che i suoi si sono rotti durante l’incidente ho pensato di regalargliene un
nuovo paio- disse Fidio, lievemente imbarazzato. Reiji sorrise, chiudendo la
custodia: Fidio aveva sempre un occhio di riguardo nei suoi confronti e cercava
sempre di soddisfare al meglio le sue esigenze, non importava quanto questo
venisse a costare. L’uomo un po’ si vergognava di venir viziato in quel modo da
un quattordicenne, ma in fondo gli era profondamente grato per tutte le
attenzioni che gli mostrava. –Grazie Fidio, è un regalo davvero gradito- disse
Reiji prima di ricambiare il bacio che gli aveva dato il ragazzo sulla guancia
in segno di gratitudine. Subito dopo Rushe tornò ad arrampicarsi sul letto di
Kageyama. –Ne, Oji-san, oggi è una splendida
giornata. Che ne dice di fare una passeggiata in giardino?- L’uomo annuì e
l’infermiera si procurò subito una sedia a rotelle per accompagnarlo, mentre
Fidio e Rushe iniziavano a discutere su quale angolo del giardino fosse il
migliore per giocare a calcio e mostrare al festeggiato i loro miglioramenti in
quello sport. Una volta in ascensore Reiji chiuse gli occhi e sospirò
soddisfatto: sì, quello era proprio il giorno perfetto per festeggiare un
compleanno, forse il più bello che lui avesse mai festeggiato.
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Angolino
rotondo
Ah, il venti
di giugno… Un giorno speciale, non c’è che dire! Stasera gioca l’Italia, si
spera in un’altra vittoria mentre i maturandi iniziano a godersi un weekend di
riposo prima di concludere il loro percorso di scuola superiore con la terza
prova e la prova orale. Già, quest’anno il venti di giugno è una data speciale
un po’ per tutti per un motivo o per l’altro, ma per me questo giorno è tre
volte più speciale. La mia famiglia è sempre stata strana per i compleanni, ce li ritroviamo tutti raggruppati uno dietro
l’altro. Il mio per esempio cade il giorno prima di quello di mio zio ed il
giorno dopo quello di un mio procugino. Ma il venti di giugno? Beh, questo è un
giorno proprio speciale: per prima è nata la mia mamma, che oggi raggiunge la
fantastica quota di cinquant’anni e si è trovata in casa la figlia
universitaria che non pensava di vedere per questo compleanno a causa degli
esami. Poi, un bel po’ di anni dopo, uno
dopo di me per la precisione, in questa
data nasceva la mia migliore amica, beta reader e
compagna di tante avventure, nonostante ci conosciamo relativamente da poco ed
una ragazza discretamente fortunata visto che, pur affrontando la maturità, si
ritrova col giorno del suo compleanno libero da esami, così può trascorrerlo
con le persone a cui tiene di più e per ultima, ma non meno importante, in
questa data e nata Sissy quel peperino con cui parlo da sì e no due mesi ma che
non posso adorare, dolce e simpatica com’è. Questa one-shot
è dedicata principalmente a lei, ma in fondo è dedicata un po’ a tutte e tre.
Vi voglio bene ragazze, vi auguro un buon compleanno ed un anno pieno di
felicità e successi in ogni campo!
Grazie a chi
sia arrivato a leggere fino a questo punto, voglio bene anche a te e ti auguro
una giornata ed un’estate fantastica.
A presto,
-Lau °
3 °