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Autore: Feynman    20/06/2014    8 recensioni
Abbagliante, tremenda, con che rapidità m'ucciderebbe un'alba, se io non potessi ora e sempre irraggiare un'alba da me.
Noi pure sorgiamo, abbaglianti e tremendi come il sole, e fondiamo la nostra aurora, o anima mia, nella calma frescura dell'alba.
Walt Whitman
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La foresta negli occhi

 
 
Io conoscevo il tuo segreto. Erano i tuoi occhi a dire, a rivelare, ciò che la tua bocca temeva di confessare. Ti sentivi sporco, amico mio. Sentivi, dentro di te, la bestia ruggire. Volevi solo amare, dopotutto e non capivi cosa ci fosse di sbagliato. Amavi me, semplicemente. Provavi, per me, sentimenti così spaventosi e strani per uno come te, così silenzioso e conforme al mondo che lo circondava.
Amavo osservarti di nascosto quando, senza difese, sorridevi al mondo che ti si apriva davanti. I tuoi occhi erano una foresta di colori. Quelle iridi avevano ogni sfumatura del verde e ancora oggi ricordo come, incredibilmente, si accesero quel giorno.

Gli esami erano così vicini e noi eravamo così spaventati. Festeggiavamo cercando di dimenticare ciò che ci stava aspettando dietro l’angolo. Bevevamo davanti ad un falò. Margherita aveva proposto di incontrarci nel bosco, a notte fonda, per riesumare uno di quei vecchi rituali che tanto la facevano impazzire. Ridevamo e cantavamo con la faccia sporca di fango. Avevamo il viso dipinto, quella sera, come i cacciatori pronti a scovare le prede nella notte. I gufi intonavano quei loro canti cupi alla luna piena. Un lupo, ogni tanto, dedicava il canto malinconico alla Dama Bianca.
Ci baciammo, quella notte, nascosti e aiutati dall’oscurità. Ilaria, la ragazza che ti ama inutilmente, venne a chiamarci. Vide il tuo viso illuminato dalla luna e dalla passione che avevi risvegliato solo per me. Gelosia. Perché, pensava, non potevi darle ciò che avevi dato a me?
Sembra esser passato così tanto tempo, amico mio. Il mondo, da allora, non è più lo stesso. Adesso possiamo amarci alla luce del sole. Adesso possiamo non nasconderci negli ombrosi cunicoli. Eravamo, allora, due amanti in fuga che temevano il mondo attorno a loro. Ci nascondevamo nelle foreste, nei boschi, per poterci amare in libertà.

Ricordi quando fuggimmo da scuola? Ricordi come mi sorridesti, felice, perché avevi deciso di rivelarmi quel segreto che, in cuor mio, conoscevo già? Ricordi come, la prima volta, ci amammo all’ombra degli alberi. Le loro chiome ci nascondevano al tremendo sole che ci avrebbe traditi rivelando, al mondo, il nostro amore sbagliato.
Ilaria ti aveva avvisato. Ti aveva detto di non fidarti di me. Ti aveva chiesto, quasi tra le lacrime, di lasciarmi. Ti stavo rovinando, Alessio. Stavo rovinando il tuo viso d’angelo perché, secondo lei, ti avevo costretto a essere come me. Ti avevo costretto a lasciarla. Era gelosa, Ilaria di noi. Voleva il tuo amore. Voleva toglierlo a me.

Abbiamo visto l’alba insieme, oggi.

Sei voluto rimanere a casa mia. Ci siamo amati nel mio letto troppo piccolo per contenere la nostra furia dirompente. Dirai, tutto questo, a Ilaria? Le dirai che, mentre mi abbracciavi, hai detto di amarmi? Quante volte, Alessio hai urlato il mio nome? Quante volte, dopo avermi morso la spalla, avevi detto di volermi? Dirai, Alessio, tutto questo alla tua amica?

Il sole è ancora basso. Sono solo le cinque della mattina. Quando mio padre è venuto a svegliarmi tu, velocemente, ti sei nascosto sotto le coperte. Avresti dovuto dormire affianco a me. Mio padre, forse, ci ha sentiti. Mia madre l’ha fatto sicuramente. Lei sa. Lei mi vuole, nonostante tutto, ancora bene. Mio padre non lo accetta. Stanotte, mentre ti sentiva urlare, si sarà toccato. Piaci anche a lui, te l’ho mai detto? Ha degli ottimi gusti, devo riconoscerglielo.
Ci aspetta un’altra giornata di menzogne, amore mio.
Devo ascoltare le lamentele, fintamente sussurrate, di quella puttanella di Ilaria.
Oggi, forse, gli dirai una volta per tutte chi sei. Sei il mio ragazzo. Sei il mio uomo. Le urlerai contro e le dirai di smetterla.

«Amo Stefano, mettitelo in testa! »

Mi sembra di sentirtelo dire. Siamo ancora abbracciati. L’alba è arrivata. Il sole è sorto ma non ci nascondiamo, questa volta. Siamo pronti a subire le conseguenze di tutto questo. Affronterò mio padre. Dovrà accettarlo. Io sono ciò che lui, alla mia età, non ha accettato di essere.
 
 
 

Abbagliante, tremenda, con che rapidità m'ucciderebbe un'alba, se io non potessi ora e sempre irraggiare un'alba da me. 
Noi pure sorgiamo, abbaglianti e tremendi come il sole, e fondiamo la nostra aurora, o anima mia, nella calma frescura dell'alba.
Walt Whitman





 
Angolo Autrice

Ogni tanto ritorno anche io. E' una slash senza pretese, la prima per me, scritta per il concorso "Dove mi innamorai..." di _Moonbeam e Nereide Ombrasmagliante sul forum. Spero possa piacervi come io a me è piaciuta scriverla ^^

Alla prossima,
Feynman
   
 
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