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Autore: Ashura_exarch    20/06/2014    8 recensioni
Darwin aveva ragione, solo il più forte sopravvive. E, diciamoci la verità, i pokemon sono molto più forti degli umani, è naturale che alla fine li abbiano soverchiati. Non li hanno assoggettati o cose del genere, ma li hanno proprio portati all'estinzione. O quasi. L'ultimo esponente di questa antica razza sa di avere i giorni contati, ma non ha intenzione di finire dimenticato come milioni di altri individui prima di lui.
Genere: Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Prologue

L'uomo osservava il gruppo di pokemon. Tra quelle montagne era facile nascondersi, per cui non aveva avuto problemi. Era proprio una bella giornata, per cui era normale che fossero tutti fuori. E ciò non poteva che facilitargli il lavoro. Era a circa una quindicina di metri sopra di loro, per cui godeva di un'ottima visuale. La sporgenza che lo nascondeva era anche bella grande, non aveva avuto difficoltà a ripararsi. L'unico inconveniente semmai era il vento, che a quell'altitudine soffiava davvero forte e rischiava di esporlo, ma per fortuna faceva talmente tanto rumore che copriva qualsiasi suono dell'uomo.
Aveva passato molto tempo a studiare la gerarchia di quei gruppi, e aveva capito che quella era una delle cosiddette "squadre d'esplorazione". Aveva recuperato quel libro da una delle ultime biblioteche che aveva visitato, e gli era tornato molto utile; era anche stato fortunato perché la maggior parte dei manoscritti era irreparabilmente compromessa. Era stato scritto un centinaio di anni prima o poco più, quando ancora gli umani erano numerosi, e quando già i pokemon avevano creato una società a sé da molto tempo.
Quella però non si poteva definire esattamente una squadra d'esplorazione normale, era più una famiglia. Del resto, stando a quel che diceva il libro, quale squadra d'esplorazione vivrebbe tra le montagne più sperdute di quel mondo maledetto? Non era certo una famiglia formata da legami di sangue, quei pokemon erano tutti di specie troppo diverse tra loro, ma costituivano lo stesso una famiglia. Neville era abbastanza empatico da averlo intuito. Neville si ricordava di aver avuto una famiglia anche lui, molto tempo prima, ma ormai apparteneva tutto al passato. LUI era il passato. Lui era l'ultimo uomo, l'ultimo rappresentate della sua specie. Della specie umana.
Una piccola fitta al petto gli ricordò che doveva prendere la pillola. Estrasse il barattolino di tasca, tolse il coperchio e se ne lasciò cadere una in mano. Una volta che la ebbe ingoiata, guardò all'interno del barattolo. Ne erano rimaste solamente quattro. Erano scadute, ma aiutavano, e soprattutto erano le ultime che aveva. Il tempo stringeva, doveva applicare il piano al più presto. Stando alle informazioni che era riuscito a recepire aveva poco tempo per metterlo in atto.
Più osservava quei pokemon, più si convinceva della riuscita del suo piano. Aveva scoperto di non essere solo in quei luoghi poco dopo che vi si era stabilito, e già allora aveva cominciato a maturare alcune idee. Ma ormai mancava poco. Tra non molto tutto il meccanismo si sarebbe messo in moto. Era una cosa folle, ne era consapevole, chiunque sano di mente l'avrebbe definita una follia. Ma non c'era più nessuno che lo potesse fare, e Neville se ne compiaceva, visto che non si poteva definire proprio sano di mente. Neville aveva sempre avuto una propensione per la schizofrenia, ma per fortuna era ad un livello lieve. Per il momento. Ma non sarebbe durato ancora per molto.
Erano circa una ventina, forse anche di più, Neville non era mai stato bravo nel far di conto. Glie ne sarebbero bastati cinque per la riuscita del suo piano, in ogni caso. Ce la poteva fare, ce la doveva fare. Non poteva fallire, non doveva.
Un largo sorriso si formò sulle sue labbra. Un sorriso malsano, quasi folle. Se il suo piano avesse avuto successo, lui avrebbe continuato a vivere, a vivere in eterno. Era una cosa folle e non lo era al tempo stesso. Neville era sicuro che ce l'avrebbe fatta, a qualsiasi costo. Si voltò, e si incamminò verso casa sua. E cominciò a ridere. E poi si mise anche a cantare.
Il suono della sua voce venne raccolto dal vento e venne trasportato più giù, dove stava la "sqadra d'esplorazione".
- Hai sentito qualcosa? - chiese Lloyd.
- Mi è sembrato anche a me di sentire qualcosa - gli diede sostegno Finley.
- Smettetela, sarà stato il vento - sentenziò Nellie.
- Ha ragione Nellie. Su, andiamo! - chiuse il discorso Olston.
- Se lo dite voi - disse Lloyd, leggermente turbato. - A me comunque quella sembrava una risata - sussurrò a Finley.
- Già, hai ragione. Poi mi è sembrato di sentire anche una canzone, no?
- Forse hanno ragione, sarà stato il vento. Almeno spero. Chi ci può essere in queste montagne oltre a noi?
- Hmm...

Note dell'autore
Scommetto che un po' vi ha incuriosito, questo prologo. E tranquilli, se vi sembra corto per compensare ho già pronto un capitolo bello lungo che posterò agli inizi di luglio.
E visto che sono festaiolo ed oggi faccio 15 anni (e ciò vuol dire che un quinto della mia inutile vita è passato) vi voglio consigliare una canzone per darsi alla pazza gioia davanti allo schermo. Tanto già ci considerano schizzati, quindi pazzia in più pazzia in meno... La canzone si chiama Seventeen dei Casxio, ed è sempre un remix.
A presto!
  
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