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Autore: io ti sento dentro    21/06/2014    1 recensioni
Amil giovane ragazza deve portare avanti lei la sua famiglia. Un giorno decise di dare svolta alla sua vita e si trovò catapultata in un'altra dimensione.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto cambia prima o poi.

Sono passati ormai due anni da quando, qui in Iran, è scoppiata la guerra. Una guerra che non finisce o che non finirà. Sono Amil, ho sedici anni la mia vita è cambiata due anni fa quando mio padre fu ucciso dai Talebani. Da quel giorno mia madre si è ammalata e tocca a me portare avanti la mia famiglia. Non posso più andare a scuola, sono state distrutte. Per portare a casa qualcosa da mangiare devo fare lavori forzati, lavori orribili. Questa mattina mentre sono uscita i Talebani picchiavano a sangue dei poveri bambini e solo allora ho capito di più quando la razza umana fa schifo e mi sono chiesta: “Come può un uomo uccidere un suo fratello?” Una domanda alla quale è difficile rispondere. Torno a casa di corsa con quella roba che ero riuscita a guadagnare. Dopo aver apparecchiato la tavola metto in alcune “valige” i nostri vestiti. Questa sera partiamo, non so di preciso dove finiremo ma è ora di dare una svolta a questa vita. La sera è arrivata subito e io, mia madre e i miei cinque fratelli ci dirigiamo verso una barca. In questo luogo a me sconosciuto ci sono miliardi di persone, tutti che vogliono cambiare la loro vita. Dopo molto sbarchiamo, la mia vita è appena cambiata. Mi addormento; ma vengo svegliata da una voce a me familiare che ripete: “Amil, Amil svegliati siamo in pericolo.” E' la voce del mio fratellino. Mi guardo intorno e capisco che la barca stava affondando. Le persone presenti qui sopra si incominciano ad agitare, dei signori portano me e mio fratello verso una scialuppa di salvataggio. Non potevo salire lì sopra e andarmene, non potevo lasciare lì mia madre e i miei fratelli. Ma sono stata costretta. Quella scialuppa ci portò fino a Lampedusa. Ero sola, sola con un fratello da portare avanti. Non sapevo dove andare, cosa fare. Vidi da lontano una carrozza molto lunga e così insieme a mio fratello incominciai a correre. Saliti li sopra abbiamo cercato un posto in cui sedere. Una volta seduti ci siamo addormentati e ci siamo svegliati quando abbiamo messo piede in, suppongo,una grande città di nome Milano. Scesi da quella lunga carrozza eravamo di nuovo soli, così ci siamo messi a girovagare per la grande metropoli. Non avevo più forze, ricordo solo di essere caduta a terra e la voce di mio fratello chiamarmi, poi il vuoto totale.
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Ora mi trovo in una nuova casa con dei signori che accudiscono me e mio fratello. Posso riandare a scuola e posso permettermi le cose che tutti i ragazzi della mia età si permettono. Posso uscire per strada senza la paura di essere uccisa. Sono libera. Sono passati tre mesi dall'ultima volta che ho visto mia madre e gli altri miei fratelli non so se sono vivi e non so se li rivedrò più. La mia vita è cambiata. 
   
 
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