Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Jake Blake The Heartquake    21/06/2014    0 recensioni
Alassante, dopo tanto tempo, trova il modo di passare una serata tranquilla con Fanucci, lo Sceriffo del dominio che da tanto tempo è oggetto delle sue mire amorose. Ciò che non si aspetta, però, è quello che la serata ha in serbo per loro ha qualcosa di... esplosivo
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'Autore: questa è la prima delle due versione della Alassante/Fanucci. Spero che la seconda possa piacere tanto quanto questa, Enjoy!
 
Alassante camminava per le strade di Verona, sconsolata. Dello Sceriffo non vi era nessuna traccia, e sapeva benissimo che probabilmente non l'avrebbe rivisto per un lungo periodo, visti i problemi che gli Indipendenti stavano dando. Quell'assamita, quei gangrel, tutto quel casino avvenuto all'Elysium... Un macello dietro l'altro. E quando le fiamme avevano avvolto il suo amato Fanucci, un colpo al cuore l'aveva fatta temere il peggio. Quando però, dalle fiamme lo Sceriffo si era sollevato, malconcio, aveva tirato un sospiro di sollievo.

"Aspettate qualcuno, bella signorina?" 

Fanucci, dal nulla, era comparso alle spalle di Alassante, indossando la sua tipica divisa nera, con il suo caratteristico bastone. In viso il suo sorriso più cordiale, con quella barbetta biondiccia incolta che lo aveva caratterizzato fin da quando era arrivato nel dominio. Mai visto un Ventrue così spigliato. Alassante si sciolse, quando lo vide, e senza troppi complimenti si lanciò verso di lui, stringendosi in un caldissimo abbraccio che durò per interminabili istanti. Lo Sceriffo, dopo qualche attimo, le fece allentare la presa, porgendole il braccio e iniziando a passeggiare con lei sotto la luna piena. I due camminarono a lungo, in silenzio. Quando Alassante si fece forza per iniziare il proprio discorso che da mesi albergava nella sua mente e nel suo cuore, Fanucci parlò

"Alassante, io lo so perchè desideravate vedermi, questa notte. E le notti precedenti. Ma noi non possiamo unirci, Alassante, no. La mia posizione, dopo gli ultimi eventi, si è fatta... Scottante, pericolosa, e penso che una nostra unione non possa far altro che indebolirci rendendoci più vulnerabili... Vi prego, non piangente, Alassante, so che queste parole sono per voi stilettate, ma io non potrei mai permettermi di vedervi in pericolo in quanto il pubblico possa scoprire una nostra tresca amorosa... Che di tresca non avrebbe nulla, poichè anche io, nonostante le premesse, ricambio ciò che provate voi per me. Vi prego quindi di perdonarmi, se non posso fare nulla per questa cosa... Almeno per ora. Ho predisposto, nei prossimi mesi, che qualcuno venga formato per sostituirmi, così potremo scappare a New York insieme, e ricominciare tutto da lì... Che ne dite, Alassante? Ce la farete a resistere?" 

La Toreador, commossa dalle parole dello Sceriffo, lo abbracciò. Dopo qualche istante, si separò, prendendo le sue mani nelle proprie, fissandolo intensamente con un sorriso malinconico sul volto. I due incrociarono gli sguardi, come sospesi nel tempo, come se non ci fosse null'altro da fare. Fanucci abbassò lo sguardo, con un sorriso amaro in volto, per poi stringerla a sè

"Io vi amo, Alassante, perdonatemi se non posso dimostrarvelo meglio, perdonatemi se non l'ho fatto prima. Vi prego, perdonatemi"

Senza dire altro, Fanucci prese il volto di lei fra le mani, dandole un bacio appassionato, per poi iniziare a spostarsi delicatamente sul suo collo. I canini penetrarono con facilità la carne della Toreador, la quale si lasciò travolgere dal piacere di quell'atto così improvviso. Sentì un calore spargersi rapidamente in tutto il suo corpo a partire dal morso, mentre fremeva e gemeva di piacere. Fanucci, con dolcezza incredibile, iniziò lentamente a succhiare il dolcissimo sangue di lei, con lentezza, in modo da prolungare quanto più possibile il piacere di lei. Voleva che quello sarebbe potuto essere ricordato come il primo di una serie di momenti indimenticabili assieme alla sua amata. Passarono i minuti, Fanucci si staccò, leccando delicatamente la ferita, guardando negli occhi la Vampira

"I miei doveri per il Dominio chiamano, Alassante. Ci rivedremo domani, se a voi andrà bene. E ora perdonatemi, ma devo scappare"

Così dicendo, senza attendere una reazione, Fanucci si voltò, incamminandosi nelle tenebre, mentre una goccia di sangue lentamente gli rigava il volto...
****


"Fanucci, Aldrighi, Lunga notte. Sono lieta che abbiate accolto il mio invito, siamo qui per discutere del destino di questo lurido cane"

disse, allungando un dito mollemente sollevato in direzione di Amadeus, il quale indossava una felpa con il simbolo dei Genesis

"Mi è concesso parlare, signori, o devo aspettare il vostro responso senza aver possibilità alcuna di appellarmi al sacro diritto di Ordalia concesso nei Domini Camarillici?"

chiese Amadeus, tranquillo, guardandosi attorno. Piazza Bra era deserta, a quell'ora della notte, fatta eccezione per alcune macchine parcheggiate. La calma echeggiava incontrastata. Lydia, la custode, si limitò a guardare con fare stizzito l'Assamita, aprendo bocca. Con sorpresa, però, nessun suono venne udito. Lydia sbarrò gli occhi, nel panico. Quando si accorse quello che stava accadendo era ormai troppo tardi. Sei colpi vennero esplosi dalla Gran Guardia, due per ogni carica lì presente. Aldrighi cadde a terra, centrato in pieno cuore dai due proiettili speciali con la testata in legno. Lydia, invece, sentì un bruciore terribile allo sterno e uno lancinante alla faccia. Il primo colpo era andato vicino all'obiettivo, il secondo le aveva deturpato il volto. Per il dolore cadde a terra, sconcertata dal silenzio nel quale tutto questo stava accadendo. L'Assamita si stava vendicando. Fanucci, invece, per qualche strano motivo, non venne colpito dai proeittili, i quali risultarono essere ai suoi piedi. Amadeus lo guardò, sorridendo, estraendo la sua spada. Fanucci, in tutta risposta, evocò dal nulla quattro tentacoli d'ombra. Per nulla sorpreso, Amadeus iniziò a danzare attraverso quei tentacoli, affettandoli con la sua lama, evitandone le spire letali. Fanucci, concentrato nel combattimento, non si accorse che, nel frattempo, due auto si erano fermate alle sue spalle. Le granate colpirono impietose nella schiena il Vampiro, il quale cadde a terra, orribilmente deturpato dalle esplosioni. Amadeus fece un cenno, soddisfatto, e gli uomini risalirono in auto, scappando alla stessa velocità con la quale erano arrivati. Con tutta la calma del mondo, l'Assamita si avvicinò ad Aldrighi, decapitandolo senza troppi problemi, sputando sulle sue ceneri. Poi si mise su Lydia, voltandola in modo che potesse guardarlo. La Custode, piangente, lo fissò sbalordita. Il sorriso sulle labbra dell'Assamita furono l'ultima cosa che lei vide, mentre questi la decapitava orrendamente. Poi fu la volta di Fanucci, il quale, tenace come nessuno, in quel dominio, era tornato a reggirsi in piedi, poggiandosi sul suo bastone. Amadeus rimase sorpreso dalla cosa, e decise di divertirsi con lui. Il primo colpo gli portò via il braccio libero, il secondo invece gli squarciò il petto. Ormai morente, lo Sceriffo decise di giocare il tutto e per tutto. Approfittando di un momento di distrazione dell'Assamita, un tentacolo riuscì ad impalettarlo mentre Amadeus si divertiva a sventrare lo Sceriffo con la sua lama. Spalancando gli occhi con timore, Amadeus si rese conto di essere stato fregato. Fanucci si distese, guardando il cielo, tirando un sospiro di sollievo, mentre il suo sangue iniziava lentamente a richiudere il richiudibile. Alzò lo sguardo quando sentì un rumore sordo provenire da lì vicino. Quello che vide gli spezzò il cuore. Alassante, la quale aveva assistito a tutto, si era appena impalettata, convinta che il suo amato fosse morto. Una figura ammantata, al suo fianco, la sollevò di peso, sparendo. Un'altra figura, comparsa dal nulla, sollevò Amadeus, per poi scomparire subito dopo. Fanucci, urlante, tentò di alzarsi in piedi. Una volta sui suoi piedi, tenendosi le interiora con le mani, arrancò per qualche passo. Uno strano rumore attirò la sua attenzione, come se un ticchettio potentissimo fosse improvvisamente entrato nella sua testa. Si voltò, sospettoso. Ciò che vide era qualcosa di tremendo. A pochi metri, in una delle auto parcheggiate, vi era dell'esplosivo con un timer. Urlò al mondo al sua disperazione, mentre il fuoco lo consumava assieme all'esplosione a catena delle auto parcheggiate. Dall'alto della Gran Guardia, Alassante iniziò a lacrimare, nonostante fosse in torpore.

Il suo amato Fanucci era morto, e non avrebbe potuto fare nulla per riaverlo questa volta...


 
  
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