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Autore: Giulietta beccaccina    21/06/2014    7 recensioni
Continuo di "Domani non conta, adesso tu sei qua." incentrato sul rapporto tra Emma Carstairs e Julian Blackthorn, i due parabatai protagonisti della nuova trilogia di Cassandra Clare, ovvero The Dark Artifice.
"-E adesso, Jules?- sospirò la cacciatrice sulla sua bocca. -Adesso facciamo quello che abbiamo sempre fatto Em... Affrontiamo tutto insieme.-."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Carstairs, Julian Blackthorn
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato.'
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Ben ritrovati a tutti! Questa One-shot è il continuo della mia precedente storia "Domani non conta, adesso tu sei qua." ma può essere letta anche senza conoscere il contenuto dell'altra :) I protagonisti sono sempre Emma e Julian, ma stavolta la scena è un po' più spinta. Penso che l'arancione sia il reating giusto, perchè la scena intima non è descritta in modo molto dettagliato, ma qualora qualcuno non la pensi così vi prego di farmelo sapere così alzerò fino a rosso. E' la prima volta che scrivo una scena spinta, quindi sono ben accette critiche e suggerimenti :) Mi raccomando, fatemi sapere le vostre opinioni! Adesso vi lascio alla storia, buona lettura :*



“Eravamo giovani. Eravamo avventati, arroganti, stupidi, testardi.

E avevamo ragione.
Non rimpiangiamo niente.”

(Abbie Hoffman)



Erano passate ore, o minuti, Julian non avrebbe saputo dirlo con precisione. La sua mente si trovava in uno strano stato onirico, l'unico appiglio alla realtà era la piccola e carnosa bocca di Emma, che continuava a tentarlo succhiando e mordendo leggermente le sue labbra, ormai rosse e gonfie dal continuo baciarsi. Era tutto incredibilmente strano e giusto nello stesso momento: erano sempre stati amici, di quelli fidati, per cui avresti dato la vita. Erano cresciuti insieme, avevano fatto i primi passi insieme, avevano corso per la spiaggia insieme, e adesso si stavano amando insieme, come se fossero nati solo per questo destino.
Ci aveva provato lui, come lei, a far finta che tra loro andasse tutto bene, che la gelosia fosse sintomo di un giustificato legame fraterno, che la preoccupazione fosse causata dalla forte amicizia che li univa, che la perfetta sintonia fosse la stessa che per secoli aveva accomunato tante altre coppie di parabatai. Ma in fondo sapevano, avevano sempre saputo, prima con l'incoscienza e l'ingenuità di due bambini, adesso con la consapevolezza di due giovani ragazzi, che loro si sarebbero sempre appartenuti, con o senza la legittimazione delle rune.
Come poteva un sentimento così forte e bello creare tanta paura? Julian ancora non capiva, ma forse era colpa di Emma, che in quell'esatto istante gli si era avvicina ancor di più, tanto da sedersi sulle sue gambe e sentire il suo seno premere contro il proprio petto, il respiro affannato e il cuore al galoppo di chi ha corso per ore, le mani frementi e incerte di chi non ha mai amato prima in un modo così travolgente. Jules se la sistemò meglio addosso prendendola per la vita, poi salì ad accarezzarle le spalle, scendendo con le grandi mani a sfiorale con delicatezza i seni attraverso la leggera stoffa della maglietta che la ragazza usava per dormire. Il giovane Nephilim poteva sentirla fremere sotto le sue mani e sospirare contro la sua bocca mentre gli stringeva alcune ciocche di capelli tra le dita. In quel momento smisero di baciarsi, poggiando le fronti l'una contro l'altra; Julian pensò di morire in quegli occhi nocciola, che adesso erano tanto liquidi e profondi a causa del desiderio che pensò di annegarvi dentro. Gli sguardi tra lui ed Emma non erano mai stati frettolosi o superficiali, ma mai si sarebbe aspettato che sarebbe stato proprio lui a rendere quegli occhi freddi e calcolatori, occhi da guerriero, così vivi ed intensi; mai avrebbe sperato di avere la possibilità di amarla in questo modo....eppure ora la sua Em era lì, gli occhi incatenati ai suoi, le guance arrossate e la bocca semiaperta, le braccia legate al suo collo come per paura che potesse scappare via...
-E adesso, Jules?- sospirò la cacciatrice sulla sua bocca.
-Adesso facciamo quello che abbiamo sempre fatto Em..... Affrontiamo tutto insieme.-. Detto ciò Jules provò a riavvicinare le labbra a quelle di lei, ma la bionda tirò leggermente indietro la testa mettendo sopra la bocca di lui il pollice, e accarezzandogli il labbro inferiore con estrema lentezza. Il respiro di Julian si mozzò per un istante, e subito i suoi occhi cercarono quelli di lei in una muta richiesta, come a chiederle altra aria, altra vita. E lei invece gli diede molto di più....
-Io ti amo...- gli sussurrò piantando i suoi occhi in quelli verde mare di lui. La testa girò vorticosamente, il cuore rallentò di colpo la sua corsa frenetica, i grandi occhi si allargarono ancor di più. Lo amava. Julian lo sapeva, ma sentirglielo dire in un modo talmente naturale e intenso lo sorprese come se non avesse mai avuto nessuna certezza a riguardo.
-Anche io... Anche io ti amo Em...- e a quelle parole Emma si sentì andare a fuoco, dall'emozione per quelle parole sussurrate al buio come il più grande dei segreti, e per l'eccitazione di sentire il suo Jules così vicino da poter percorrere con le dita ogni cicatrice procurata dalle innumerevoli battaglie, ogni runa che si erano marchiati addosso, ogni muscolo teso dal desiderio di avere di più. Tra un bacio e l'altro Emma si ritrovò stesa sul grande materasso, con Julian sopra di lei a sovrastarla. Con una calma innaturale, molto simile a quella prima della tempesta, le lunghe dita da artista del cacciatore raggiunsero il bordo della maglietta di lei, alzandola fin oltre alla sua testa e facendola ricadere sul freddo pavimento di legno della camera, mettendo in mostra i seni tondi e pieni della ragazza. Il cuore di Emma sembrava esploderle nel petto, tanto che per un secondo credette che pure Jules potesse sentirlo. E si sorprese nell'osservare lo sguardo di Julian: credeva ormai di conoscere ogni sfumatura del suo carattere, ma ora quegli occhi color verde acqua erano un mare di desiderio, che li rendeva brillanti e liquidi, sembravano nutrirsi del suo corpo semi nudo. Era uno sguardo rapace quello di Julian, lo sguardo di un predatore affamato ed esausto a causa della troppa attesa, pronto a far sua la preda senza via di scampo. La Nephilim se ne stupì: i grandi occhi del suo amico l'avevamo sempre guardata, quando con dolcezza, quando con dedizione, ma mai con così tanta fame... Fame di lei, solo e soltanto di lei.
Senza altra esitazione Jules tornò a baciarla, scendendo dalla sua bocca al collo, marchiandola con le grandi e bollenti labbra e con i denti, che affondavano nella tenera carne appena sotto il mento. Scese sempre più giù, fino ad assaggiare la dolcezza e la morbidezza dei piccoli seni, e facendo sfuggire ad Em un gemito di piacere, che lo eccitò ancor di più e lo spinse a far proseguire la scia di baci sempre più in basso, finché non giunse all'ombelico, che succhiò e leccò mentre con le mani faceva scivolare via l'ultimo indumento rimasto a coprire il corpo fremente della ragazza. Non appena le mutandine toccarono terra vennero subito raggiunte dagli indumenti del ragazzo, e finalmente si trovarono nudi. Le mani di Emma percorrevano tremanti il corpo possente del moro, curiose di scoprirlo per la prima volta sotto questa nuova luce, sotto le sembianze non più di un ragazzino ma bensì di un giovane uomo. Stremato dall'attesa e dal desiderio, Julian poggiò le sue grandi mani sulle cosce di Em, e con tutta la delicatezza di cui disponeva in quel momento le aprì le gambe posizionandovisi nel mezzo e poggiandosi sulle braccia, poste ai lati della testa bionda della ragazza, affinché non pesasse eccessivamente con il suo peso su di lei.
Julian non si rese bene conto per quanto tempo lui ed Emma rimasero uniti, l'uno dentro l'atra, sapeva solo che quando finalmente fu completamente dentro di lei sentì ogni muscolo del suo corpo tendersi dall'eccitazione, desideroso di avere di più, di averla di più. Fu semplicemente giusto e perfetto: i loro sospiri e gemiti che riempivano la stanza, le unghie di Emma che si aggrappavano alle sue spalle graffiandole, e le lunghe gambe strette attorno alla sua vita, con il bacino che seguiva ritmicamente le sue spinte, per sentirlo di più dentro di lei, e le loro bocche che si cercavano senza sosta, come a non volersi perdere mai più.
Fecero l'amore tutta la notte, come a voler saziare una fame che durava da ormai troppo tempo, e quando la fioca luce dell'alba fece capolino dalla finestra, Julian non poté che contemplare il piccolo e caldo corpo di Emma stretto al suo, con il capo poggiato sul suo petto, le braccia a stringergli il busto, e le belle gambe intrecciate alle sue. "Una scena perfetta da ritrarre..." si trovò a pensare Jules, mentre i suoi occhi si saziavano di quel piccolo corpo schiacciato contro il suo ed illuminato dai primi raggi del sole.
Cosa sarebbe successo adesso? Il nuovo giorno era già arrivato, e come si sarebbero comportati d'ora in avanti? Julian non ne aveva idea... Sapeva solo che avrebbe mantenuto fede alle sue parole, avrebbero affrontato tutto insieme, come avevano sempre fatto da quando ne aveva ricordo.
  
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