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Autore: _Branwen_    21/06/2014    0 recensioni
«Ehi, donna dagli occhi verdi, già vai via?» le chiese.
«Certo, ne approfitto per cercare Iago, magari mi saprà dare una mano.»

Dante e Lucia, in alcuni momenti random, la cui chiave è una parola che dà il titolo a ogni mini-testo.
Buona lettura.
#1 Gelosia.
#2 Tatuaggio.
#3 Make-up.
#4 Posta.
#5 Tè.
#6 Musica.
#7 Melodia.
#8 Viaggio.
#9 Matita.
#10 Lacrime.
#11 Cinema.
#12 Computer.
#13 Abbraccio.
#14 Sete.
#15 Vacanze.
#16 Underneath their skin.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante, Lucia
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Unnecessary words'
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Underneath their skin.


Non era difficile immaginare come e perché si erano trovati così, all'improvviso, nudi, sul letto.
Tracciò un sentiero solo a lui noto con il naso e con una scia di baci, dall'ombelico di lei all’incavo dei seni sodi, facendola rabbrividire di piacere, mentre la sua cute ambrata diventava più colorita.
A Lucia sfuggì un sospiro, per Dante davvero melodioso; le labbra di lei erano vicinissime a quelle di lui, stavano cercando un contatto più profondo.
Lucia non dovette aspettare molto.
Dante affondò dentro quel corpo conturbante, prendendole i fianchi morbidi in modo saldo, stringendoli.
Sfiorando la pelle di Lucia, Dante pensò che si trattava di quanto più soave avesse mai avuto il piacere di avere sotto i suoi tocchi. Ne inspirava l'aroma pesantemente, a lungo, come se volesse assaporarlo con voracità, ma non solo, voleva inebriarsene sino a stordirsi.
Un grande poeta nel passato aveva definito la sua donna sinuosa e oscura come un gatto che riusciva a smuovere il suo animo maledetto verso sentimenti di dolcezza, a partire dalle viscere.
Dante aveva associato la pelle di quella donna celebrata in versi immortali alla pelle di Lucia; era la sua gatta con gli occhi verdi e la carnagione olivastra.
Si insinuò in quelle conturbanti membra, stringendole saldamente i fianchi morbidi; la pelle di Lucia sotto le dita era quanto di più morbido Dante avesse mai sfiorato in vita sua, sembrava cera calda e malleabile che si piegava ad ogni tocco, pronta a essere modellata dall'uomo come desiderava, eppure era tutto il contrario: ogni cosa era guidata dalla voce di Lucia.
«Dante...»  

Si trattava di un lieve ansito, eppure sufficiente per Dante.
Iniziò a percepire una scarica elettrica – o qualcosa che gli ricordava ciò – in tutto il corpo, per poi giungere al cuore che aveva preso a pompare sangue con rapidità.
Si soffermò a osservare l'incarnato della ragazza, non perdendo nessuno dei suoi sguardi. Gli occhi di lei ora erano liquidi, avvolti dal piacere che lui stesso le regalava.
Con voluttà ammirò, sorridendo compiaciuto, la bocca di Lucia spalancarsi mentre le strinse un seno; la voce della giovane le morì in gola; era quello che lui desiderava e si mosse tra quelle cosce magre.
Lasciò che le mani di Lucia, dalle dita così sottili che poteva vedere senza sforzo la rete delle vene sottostante, gli afferrassero la nuca stringendogli delle ciocche di capelli bianchi, che lei ama, attirandolo verso di sé, verso la propria bocca, bramando un bacio, famelico.
Non volle chiudere gli occhi, Dante ammirò il suo viso e soffocò i gemiti dentro la sua bocca, assieme a quelli di Lucia.
Si stupì, ancora una volta di come tutto andava a raggiungere le profondità della sua anima, ogni briciolo di lucidità che aveva lentamente andavano dissolvendosi, mentre si faceva spazio, prepotente, un desiderio e un calore inspiegabile.
Bastavano piccoli e anche delicati gesti di Lucia per fargli perdere il controllo, mentre avvertiva uno stato di inconsueta ebbrezza.

Il piacere e la voglia salivano come un battello ebbro nella sua mente e nel suo cuore, amplificando ciò che percepiva: i capelli di Lucia, rossi, scomposti che, sudati, diventavano un tutt'uno con il suo corpo; la sua voce, sempre più intensa, i gemiti che aumentavano a ogni sua spinta; le sue unghie che si conficcavano nella schiena di lui, graffiandolo, forte; gli sguardi della donna, dapprima innocenti, imbarazzati, poi via via sempre più sicuri e sensuali, curiosi, eccitanti... un vero miele.
Era ubriaco di Lucia.
Sospirò, cadendo su di lei, lasciando che le sue braccia sottili gli circondassero il collo.
E nuovamente, Dante si sentì vibrare dentro, soltanto sentendo il suo nome, sussurrato impercettibilmente.
«Dante.»
La guardò ancora, intensamente, osservando le sue guance rosse e sentendo un fuoco che andava al di là del colore della chioma di lei.
Questo è il morire tra le braccia di chi si ama per poi rinascere avvolte attorno a esse.
Si muore per davvero quando non si ricerca il paradiso sulla terra e nell'essenziale delle cose che ci arricchiscono tutti i giorni.
Il divino in forma umana è l'estasi.
È un inferno, un peccato che coinvolge loro, molto più peccatori degli umani su questo pianeta, una macchia che si allarga e che richiama alla più profonda essenza della natura, per quanto un amante pensa di essere il chirurgo, l'altro il paziente in quella oscura e arcana danza fatta di carne, sudore e tremiti.
È salvezza, redenzione, amore.
È un orgasmo puro, viscerale, che abbraccia e ingloba tutte le strade dei sensi che sia Dante sia Lucia scoprono ogni volta.
È un fuoco vivo che bruciava sotto la loro pelle, nei più profondi recessi del loro essere.
«Lucia» sussurrò prima di baciarla, lasciandosi andare «ti amo.»










L'angolo di Layla.


E rieccoci, dopo tantissimo tempo, ma alla fine ce l'ho fatta!
Sono viva, sotto esami, con alcuni progetti in testa, ma con calma vi dico tutto anche se ho poco tempo.
Ho preso la decisione di cancellare gli haiku dal sito.
Sì, è così, lo avevo detto tempo fa su Facebook e lo farò con calma.
E... sto aprendo un canale di videorecensioni di libri su Youtube; è un piccolo progetto ambizioso che voglio iniziare con tanto entusiasmo.
Tornando alla storia... beh, abbiamo viscere e passione, come piace a me, come loro piacciono a me.
Spero che possiate gradire e magari dirmi la vostra. Il rimando al "battello ebbro" è l'omonima poesia di Rimbaud e la donna dalla pelle ambrata come una gatta è Jeanne Duval, la mulatta amata da Baudelaire a cui lui ha dedicato molte poesie.
Grazie a tutti coloro che finora hanno recensito e semplicemente letto, ora vi rispondo.
Grazie anche a chi magari si avvicinerà per la prima volta alla raccolta.
Un saluto affettuoso,
Barbara.
   
 
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