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Autore: KleineJAlien    21/06/2014    2 recensioni
Erano sempre stati insieme. Insieme sin dalla nascita, e dovevano ringraziare i loro genitori se si erano conosciuti.
Non c’era giorno che i due non passassero insieme.
Il massimo del tempo passato separati erano state due settimane in occasione di una visita di Niall e la sua famiglia ai parenti in Irlanda durante l’estate, ed è inutile dire che durante quei giorni si sentirono comunque ossessivamente per telefono.
Proprio per questo quando Maura e Bobby Horan decisero di trasferirsi per una variazione nella sede lavorativa dell’uomo, i due bambini stettero davvero male.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Katia.
perchè c'è sempre sempre sempre
e perchè qualche giorno fa a temuto fossi diventata una Larry shipper.


Erano sempre stati insieme. Insieme sin dalla nascita, e dovevano ringraziare i loro genitori se si erano conosciuti.
La famiglia Horan era arrivata la prima volta a Wolverhampton direttamente da Mullingar dopo un trasferimento d’ufficio del padre, mentre la famiglia Malik dopo il matrimonio tra la londinese Patricia e i pakistano Yaser, si erano trasferiti in quella cittadina per un po’ di pace.
Avevano adocchiato subito quelle due case appena costruite con piccolo giardino, e con la stessa velocità c’erano andati ad abitare.
Essendo nuove nella zona, le due famiglie entrarono in pochissimo tempo in buoni rapporti e di conseguenza fu così anche per i loro figli.
Inizialmente toccò a Greg e Doniya che si frequentarono per parecchi anni prima di farsi nuovi amici e nuove compagnie, poi fu il turno dei due nati più tardi con pochi mesi di differenza.
Credetemi se vi dico che erano inseparabili.
Quando ancora portavano il pannolino. Trisha e Maura, la mamma del piccolo biondo irlandese, a giorni alterni si occupavano di accudire e tenere sotto controllo i due bambini mentre giocavano insieme.
La cosa divenne così frequente che si poteva quasi dire che i piccoli avessero due madri.
Col passare del tempo oltre e crescere fisicamente, il loro rapporto divenne sempre più forte.
Niall, occhi chiari e capigliatura biondissima, adorava giocare alla console, a calcio e suonare la chitarra.
Zayn, pelle ambrata, occhi castano scuro e capelli di una tonalità tendente al nero,  al contrario amava leggere, era negato in ogni genere di movimento che comprendesse la palla o qualsiasi altro strumento sportivo ma era molto abile con la matita e i colori.
Creava sempre disegni degni di un futuro artista di fama.
Nonostante ciò, nonostante le loro diversità ognuno si sacrificava e praticava i passatempi dell’altro senza lamentarsi solo per il bene della loro amicizia.
Come ad esempio la volta che Zayn aveva passato ore a giocare alla play fino a quando i suoi occhi avevano iniziato a bruciare e chiuderli non lo aiutava, o come la volta che aveva dovuto sostituire un giocatore in un partitella a calcio organizzata nel quartiere.
Stessa cosa per Niall che per fare contento l’amico spesso provava a leggere i libri, anche se sceglieva quelli meno impegnativi e con più immagini possibili, per non parlare del giorno che per far riprendere il moro velocemente dalla varicella, si era presentato a casa sua nel pomeriggio con enormi fogli bianchi e una valigetta piena di colori di ogni tipo.
Disegnarono fino a tardi e alla fine il biondo regalò al malato il suo disegno, dove questo stesso era ritratto mentre segnava un gol alla partitella a cui avevano partecipato, anche se quel fatto non era mai successo.
C’era però anche una cosa che piaceva ad entrambi  e che avevano in comune, ovvero il piacere di occuparsi della vendita delle limonate nel loro piccolo chioschetto al parco.
Le mamme si occupavano solamente di comprare loro i limoni, al resto poi pensavano i due bambini.
L’idea era nata da un film che avevano visto un venerdì sera, film in cui un gruppo di ragazze a giorni alterni vendevano limonate per raccogliere soldi e poter sistemare il loro rifugio.
Così anche loro iniziarono a vendere limonate per guadagnare qualche soldino, con un fine diverso.
-Io comprerò un paio di occhiali da sole. Greg dice che se indossa quelli hai più successo con le ragazze- condivise il suo piccolo segreto Niall.
-Io alla mia ragazza farò sempre mille disegni, per questo voglio un album e tanti colori nuovi- rispose lui invece.
Inoltre a rendere speciale la loro amicizia era anche il modo con cui i due i sostenevano a vicenda.
Per via del colore leggermente più scuro della sua pelle rispetto gli altri e per via delle sue origini, Zayn era preso in giro dalla maggior parte dei ragazzini della loro città e l’unico su cui poteva contare era proprio Niall che gli faceva sempre compagnia e lo aspettava a braccia aperte quando l’amico si presentava nella sua cameretta in lacrime.
Non sapeva ancora che diventato più grande, proprio quella caratteristica del suo aspetto lo avrebbe reso più attraente, perciò ci stava male.
Non c’era giorno che Niall e Zayn non passassero insieme.
Il massimo del tempo passato separati erano state due settimane in occasione di una visita di Niall e la sua famiglia ai parenti in Irlanda durante l’estate, ed è inutile dire  che durante quei giorni si sentirono comunque ossessivamente come una coppietta  per telefono.
Proprio per questo quando Maura e Bobby Horan decisero di trasferirsi nuovamente in Irlanda per una variazione nella sede lavorativa dell’uomo, i due bambini stettero davvero male.
La notizia venne data durante una cena a casa proprio della famiglia che si sarebbe dovuta trasferire, ma Niall e Zayn, ormai nove anni,  si resero conto solo un mese prima della partenza di quello che stava per succedere.
Non volevano perdere il proprio migliore amico, ma non poterono fare nemmeno niente per impedirlo.
Il giorno meno atteso della loro vita, rimasero seduti sul marciapiede di fronte alle due abitazioni a fissare il camion dei traslochi riempirsi.
Al momento dei saluti però nessuno fu realmente pronto.
Preso dal panico e dalla malinconia che probabilmente non lo avrebbe rivisto per molto tempo, Zayn prese per mano Niall e correndo lo trascinò dietro lo steccato del giardino in modo che ne i genitori, ne tantomeno Greg e le altre sorelle li potessero vedere.
Niall scoppiò subito a piangere quando fu sicuro che solo l’amico l’avrebbe visto -Zayn io non voglio partire senza di te-
I suoi occhi lucidi erano una delle cose al mondo più difficili da guardare in quel momento.
Il moro sentiva la sua gola bruciare e la voce venir meno, ma se lo aveva portato in quell’angolo era perché voleva parlargli e perché voleva dargli una cosa.
Con la manina un po’ tremante sfilò dall’interno della sua tasca una piccola cordicella a cui era legato perfettamente al centro un piccolo plettro verde mela con le iniziali in nero NH.
Al biondino gli si illuminarono gli occhi. Lui adorava suonare la chitarra e anche se non lo avrebbe mai utilizzato, lo avrebbe sempre tenuto con se.
Volle subito averla al collo e Zayn lo aiutò a fare il nodo stretto.
Quando poi Niall si voltò nuovamente i suoi occhi erano ancora lucidi, rischiava di riniziare a piangere e Zayn non voleva questo.
Lo guardò ancora una volta dritto negli in quei due pozzi celesti prima di poggiargli amorevolmente una mano a forma di coppa sulla sua guancia arrossata, avvicinarlo al suo viso e unire le loro labbra in un casto bacio a stampo.
Era un innocuo bacio tra due amici ma Niall andò subito a fuoco non capendo il motivo per il quale lo aveva fatto e oltre a non piangere più, non parlò neanche.
-Mi mancherai tanto- lo strinse poi a se Zayn –Sei il mio migliore amico. Ci rivedremo ne sono sicuro-
Poi Bobby li richiamò all’appello e Niall salì in macchina.
Lasciarono la via poco dopo con il bambino seduto dietro il sedile del passeggero che fissava fuori dal finestrino.
La casa degli Horan fu messa in affitto e ciò fece sperare a Zayn che un giorno sarebbero tornati.
Negli anni però ciò non era mai successo e la speranza era morta come era nata.
 
 
Chiusa la porta d’ingresso alle sue spalle, la voce della madre risuonò in tutto il salone dalla cucina –Zayn?-
-Si mamma sono io- l’avvisò appendendo le chiavi al gancio.
-C’è da portare fuori la mondezza-
-Mi faccio la doccia e poi la porto- urlò già a metà rampa per farsi sentire.
-No Zayn vai ora e non perderti in bagno come fai al solito-
-Come mai tutta questa fretta?- entrò il moro in cucina con la fronte corrugata, notando il baccano di pentole e mestoli.
-Abbiamo due ospiti a pranzo-
Zayn lanciò uno sguardo alla tavola notando che era apparecchiata solamente per quattro.
-Dove sono papà, Doniya…?-
-A pesca-
-A pesca tutti insieme? E poi chi deve venire a pranzo?-
-Non c’è tempo, devi muoverti- gesticolò la donna troppo indaffarata.
Chiunque fossero gli ospiti che stessero aspettando, il ragazzo non ci pensò più di tanto e non ebbe neanche il tempo di farlo perché appena s’infilò una maglia pulita, il campanello suonò.
Dal piano inferiore sentì la madre correre dalla cucina tirando un sospiro di sollievo per essere riuscita ad infornare in tempo la carne, lui invece dopo un’ultima sistematina ai capelli scese a passo svelto dalle scale proprio davanti alla porta d’ingresso che la donna stava aprendo.
Non appena però vide chi fossero le tanto attese persone per il pranzo la sua andatura rallentò visibilmente.
Una donna con un taglio alle spalle chiaro entrò stringendo a se Trisha e ringraziandola per l’invito.
Fu un colpo vedere poi alle sue spalle un ragazzo in canottiera bianca, camicia in jeans aperta, pantaloni scuri e quella capigliatura scura gli diede il colpo di grazia.
Era cresciuto parecchio, come lui del resto in dieci anni.
Indossava sul viso anche un paio di Ray-Ban neri. Alla fine era riuscito ad avere i suoi occhiali da sole.
Chissà quante ragazze era riuscito a conquistare, pensò sorridendo appena.
Fu una sorpresa rivedere anche il suo meraviglioso sorriso rivolto alla madre prima che Zayn l’affiancasse e lui lo vedesse.
La sua reazione fu più o meno la stessa, ma almeno lui sapeva che l’avrebbe visto andando a casa sua.
Nessuno dei due si muoveva. Si fissavano con la bocca socchiusa e con la testa incassata tra le spalle.
-Hey cos’è tutta questa freddezza?-
-Si rivedono dopo undici anni è normale che siano un po’ in imbarazzo- li difese Maura –Zayn che piacere fatti abbracciare, sei cresciuto davvero bene-
E Niall nella sua testa condivise il pensiero della madre.
A pranzo la situazione fu la stessa.
Parlarono solo se interpellati e si lanciarono occhiate frettolose assicurandosi prima  che l’altro fosse distratto.
Arrivati al dolce Zayn era già pronto a tenersi occupato con lo sparecchiare la tavola e il lavare i piatti per evitare l’imbarazzo che si sarebbe potuto creare con Niall, ma la madre pensò bene che quel giorno poteva saltare i suoi doveri.
Era già in piedi con due piatti tra le mani quando Trisha lo bloccò -Zayn qui ci penso io, andate pure di sopra-
Il moro rimase fermo con i piatti a mezz’aria e l’espressione di uno a disaggio.
In un’altra occasione avrebbe saltato di gioia perché era sempre costretto ad aiutare dopo il pranzo, ma in quella un po’ meno.
Dopo dieci anni, solo il pensiero di stare solo con Niall, che non aveva più sentito neanche con un messaggio, lo imbarazzava e non poco.
In più c’era il fatto oggettivo che il biondino era diventato anche un bel ragazzo e per lui comunicare sarebbe stato ancora più difficile.
Così come stava facendo però avrebbe peggiorato la situazione. Rischiava di rasentare il ridicolo.
Allora senza guardarlo troppo intensamente lanciò un cenno frettoloso in direzione di Niall, che allo stesso modo rimase immobile sulla sedia cercando un modo per rimanere con le due donne che sicuramente avrebbero parlato di cucina, dei mariti assenti e menopausa.
Alla fine però cedette e seguì il moro con le mani nelle tasche dei jeans.
Conosceva a memoria la strada per raggiungere la sua stanza eppure si tenne indietro facendosi guidare.
Non era cambiato niente in quell’abitazione, neanche l’inclinazione dei quadri.
Infondo al corridoio sulla sinistra Zayn aprì una porta andandosi successivamente ad appoggiare di fianco alla finestra, il biondo invece rimase al centro della stanza prendendosi un po’ di tempo per guardarsi attorno.
Quel posto si che invece era diverso dal resto.
Le pareti erano tutte tinte di un leggero grigio chiaro, tranne quella dove vi era il letto da una piazza e mezzo.
Lì c’era un enorme ‘ZAP’ stile fumetto pitturato con colori accesi.
L’armadio ad ante scorrevoli occupava buona parte della parete sinistra, mentre vicino alla finestra un enorme mobile.
Sin da piccolo a Zayn era piaciuto molto leggere e Niall che preferiva di gran lunga sfogliare riviste e leggere le didascalie lo sapeva bene ma non si sarebbe mai aspettato di trovare, dove prima c’erano due mensole ordinate, un’enorme libreria con libri posti in ogni inclinazione e angolo possibili.
Infine subito affianco alla porta, sopra ad una scrivania, vi era una bacheca piena di disegni e foto, tante foto.
La sua attenzione venne catturata proprio dai personaggi raffigurati in quelle pellicole lucide.
Zayn era presente in ogni foto e alternativamente con lui una ragazza con i capelli castani e gli occhi chiari, un ragazzo con un taglio di capelli molto corto e qualche foto con le sorelline.
Le foto più frequenti però erano quelle con il ragazzo, tutte sorridenti o abbracciati, e quelle con la castana, molto vicini, sorridenti e in posizioni anche bizzarre, alcune persino nel letto di quella camera.
Niall era intenzionato a conoscere, o meglio aggiornarsi sulla vita del moro, come che cosa aveva combinato da quando si era trasferito e iniziare una conversazione partendo dalle foto sembrava una buona idea.
Doveva solo mettere da parte la vergogna che con lui non aveva mai avuto.
-Quella..- iniziò il biondo facendo trasalire appena Zayn che era occupato a fissarlo imbambolato -..è la tua ragazza?-
Il moro a quella domanda abbozzò un sorriso scuotendo la testa –No è la mia migliore amica e guarda caso si è trasferita poche settimane fa  a Londra per studiare- ironizzò.
-Oh capisco. Non è così lontano comunque-
-Ma non la vedrò tutti i giorni come prima..- disse tristemente.
-Lui scommetto invece che è il tuo migliore amico- disse indicando il ragazzo.
C’era un po’ d’invidia nel suo tono ma non poté farne a meno.
Zayn quella volta trattenne il respiro prima di rispondere vago –Liam è un amico un po’ speciale-
Ed ecco la gelosia. Si sentiva ben rimpiazzato.
-Ecco.. siamo stati insieme per quasi un anno e dopo che abbiamo rotto siamo rimasti comunque ottimi amici. È uno dei pochi che mi ha sempre capito, e ha continuato a farlo, da quando tu te ne sei andato-
In quel momento Niall era in completa confusione.
Era felice che Zayn non lo avesse dimenticato facilmente come aveva creduto, ma c’era anche una cosa che gli aveva sentito dire che non era sicuro di aver capito bene.
-Siete stati insieme?- chiese insicuro.
-Già- disse sedendosi alla fine del letto –Niall.. Io sono gay-
Niall spalancò involontariamente gli occhi senza sapere cosa dire. Era stato così schietto e diretto…
-È un problema?-
-No!- rispose subito portando le mani in avanti –Certo che no-
-Ti va di scendere giù a giocare un po’ con la console?- propose il padrone di casa per non tornare sulla questione.
Il biondo annuì vivacemente. Non si rifiutata mai una partita, soprattutto se a chiederlo era lui.
Quando però arrivarono al piano inferiore non ebbero neanche il tempo di avvicinarsi  al divano che Maura richiamò il figlio dalla cucina.
Entrambi tranquillamente si avvicinarono curiosi senza sapere cosa aspettarsi.
-Tesoro..- iniziò la donna come se la questione fosse delicata -Dylan ha di nuovo chiamato. Vuole parlare con te-
-Gli hai detto…- cerco di parlare Niall.
-Gli ho detto che eri uscito con dei tuoi vecchi amici- annuì –È la quinta volta che gli rifilo una scusa e molto presto non mi crederà più-
-Spero allora faccia presto ad accorgersene perché io non ho alcuna intenzione di parlarci-
-Vuole scusarsi per come si è comportato prima della nostra partenza. Vuole scusarsi per il modo in cui ti ha lasciato. Per il modo brusco in cui avete rotto-
-Ok mamma ho capito!- esclamò furioso il biondo -Vuoi trovare un’altra similitudine per esprimere il concetto? Sembra quasi che tu preferisca lui a tuo figlio-
Quello che non sopportava era proprio che la madre fosse completamente innamorata di quel ragazzo.
Furioso Niall estrasse il cellulare da tasca e scusandosi con Trisha uscì come un fulmine dalla casa.
Zayn rimase sulla porta della cucina confuso.
Maura abbassò la testa puntando lo sguardo sul tavolo un po’ ferita dalle parole del figlio.
-Provo sempre a fare la cosa giusta ma mi sembra di non esserne in grado- sussurrò con il respiro accelerato –È diventato tutto più difficile da quando mi ha detto di essere gay-
Ecco la conferma che stava aspettando.
-Ti capisco- rispose la madre.
Ecco quello che invece avrebbe preferito non sentire.
Uscì fuori anche lui trovando subito Niall in giardino a  gesticolare come un pazzo urlando contro il cellulare.
Le guance erano decisamente più rosse del solito per via della rabbia, e gli occhi avevano un leggero strato di lacrime che rischiavano di cadere libere sul suo viso.
Il biondo però non permise che qualcuno lì sulla strada lo vedesse e dopo un’ultima raccomandazione secca chiuse la chiamata precipitandosi a casa sua.
Non passò minimamente per la testa di Zayn il pensiero che forse Niall preferisse rimanere solo in quel momento.
Non gli importava se arrivato lì lo avrebbe cacciato, camminò fino ad entrare in quella casa rimasta chiusa per lui da dieci anni.
Sin dall’ingresso l’abitazione era cosparsa di scatoloni.
Il corridoio e le scale furono difficili da percorrere per via dei numerosi pacchi e della carta da imballaggio, ma alla fine arrivò nella stanza dell’amico.
Non bussò non chiese permesso, niente. Vederlo piangere gli diede tutta l’autorità sufficiente per poter entrare.
-Niall..-
-Zayn ti prego lasciami da solo- mormorò il biondo nascondendo il viso dietro ad un cuscino.
-Non fare così, io ci sono, sai che con me puoi parlare e io sono qui per te- disse mortificato mentre andava a stendersi vicino a lui.
Pianse ininterrottamente per una buona decina di minuti finché sfinito si lasciò andare al silenzio ignorando Zayn.
Il moro non si diede per vinto però. Avrebbe passato anche tutta la serata pur di farlo calmare.
-Tu non capiscì- disse dal nulla soffiando contro il cuscino.
-No ti sbagli alla grande. Io capisco molto più di quanto tu non immagini- disse spostando il cuscino che nascondeva il viso del biondo.
-Tua madre cerca solo di dimostrarti che a lei non importa se ti piacciono le ragazze o i ragazzi. Voleva che chiarissi con lui semplicemente perché è l’unico ragazzo con cui probabilmente ti ha visto-
Niall annuì quasi impercettibilmente asciugandosi il viso –È così-
-Non credo comunque che quel Dylan si faccia più sentire dopo la tua chiamata- disse Zayn facendo ridere l’altro ragazzo
-Grazie Zayn-
-Figurati tu ci sei sempre stato-
Niall sorrise ricordando i vecchi tempi.
Ricordava dieci anni prima il giorno della sua partenza, il modo in cui Zayn lo aveva trattenuto, dato il suo regalo e quel leggero bacio a fior di labbra.
Non ne aveva mai parlato con nessuno perché era sicuro che non significasse niente visto che entrambi non conoscevano neanche la parola gay, tanto meno cosa voleva dire esserlo.
Istintivamente si portò una mano al collo, dove portava ancora la catenina che non aveva mai tolto.
Il moro notò il gesto e arrossì in imbarazzo. Anche lui ricordava quel giorno.
Poi una lieve pressione sotto il suo mento fece sollevare il suo viso facendo incontrare il suo sguardo con quel dell’amico molto vicino.
Con più decisione rispetto la volta prima, le loro labbra si unirono per pochi secondi.
-E questo?- chiese Zayn una volta distanti.
-Dovevo restituirtelo- sorrise appena contaggiandolo.
Passarono parecchi minuti in silenzio a fissare il soffitto bianco o le lenzuola chiare.
-Ti va di uscire venerdì sera con me?- chiese guardando di fronte a se il moro, rompendo la quiete.
Niall rimase un po’ sorpreso però poi accettò stringendogli la mano adagiata sul materasso –Si-
 
 
-Dove mi stai portando?-
-Fidati di me- disse Zayn portando un braccio intorno alle spalle del biondino poco dopo che chiusero la macchina al parcheggio.
Era passato un anno esatto da quando avevano deciso di mettersi insieme e naturalmente i due avevano voluto passare la giornata insieme, ma l’organizzazione era una cosa di cui si era voluto occupare solamente il moro.
Così nel tardo pomeriggio Zayn era passato a prendere il ragazzo a casa sua, senza svelargli niente sulla loro destinazione.
Il tragitto non fu lungo e Niall riconobbe subito il parco della città ma sapeva anche che al suo interno non c’erano locali, o eventi particolari perciò continuò a sospettare nulla.
Non sospettò niente almeno finché non arrivarono davanti ad un banchetto con cartello in grande che diceva ‘Limonata 1£’.
Due bambini più o meno di otto-nove anni chiacchieravano indaffarati e non si accorsero subito di loro.
Quando però quello con la visuale migliore indicò Zayn, quello di spalle corse verso Zayn attaccandosi a lui e stritolandolo all’altezza del bacino, a ruota l’altro invece, batté un cinque più formale.
-Zayn sei venuto!- esclamò il primo contento.
-Certo ve l’avevo promesso- gli scompigliò i capelli -Lui è Niall il ragazzo di cui vi avevo parlato-
-Tu sei il suo fidanzato vero?- chiese mister parlantina irrefrenabile.
Niall arrossì e guardò Zayn spalancando appena gli occhi a disagio.
-Si è lui- rispose sempre il moro –Loro invece sono Kyle e Alex- presentò poi i due bambini.
-Piacere-  salutò Niall ancora poco a suo agio.
Le nuovi generazioni la sapevano molto più lunga di quello che sapevano loro quando avevano quell’età.
Nei successivi due minuti vennero trascinati alla postazione dove poco prima c’erano i due bambini.
Quello dalla parlantina facile mise un capellino imbarazzante sulla testa di Zayn, gli lasciò tra le mani una busta dall’aria pesante e gli indicò frettolosamente una serie di cose che probabilmente Niall non sarebbe riuscito a ricordare.
L’altro invece molto più tranquillo aspettò che il biondo allungasse le mani per prendere il suo capellino e la confezione di bicchieri in plastica.
Poi Kyle con la stessa esuberanza con cui aveva spiegato tutto a Zayn, prese una pila di fogli che divise con il compagno e sparirono tra un albero e l’altro nei sentieri del parco.
Dopo qualche secondo di confusione e raccoglimento nella sua testa di quello che doveva fare Niall si voltò verso Zayn che aveva già iniziato a darsi da fare con una domanda da porre  -Per il nostro anniversario… mi hai portato al parco a vendere limonata?-
-Ecco..- mugugnò il moro -..dovevo dare ragione a Doniya ed evitare questa parte, e non Safaa e Waliyha, ma ho pensato fosse una cosa carina e..-
-Zayn- lo bloccò tappandogli la bocca con la mano –Ringrazia le tue sorelline perché amo questa idea. È come tornare ai vecchi tempi- lo rassicuro con un ampio sorriso.
Il moro tirò un sospiro di sollievo e lasciò un tenero bacio a fior di labbra a Niall.
-Oh guarda i nostri primi clienti!-
Passarono le seguenti due ore a spremere limoni, arance e a vendere le bevande a chiunque passasse.
Molte delle coppie più anziane che passavano di lì, li riconobbero e furono felici di rivederli alle prese con il banchetto nonostante la loro età.
Quando i due bambini rientrarono offrirono ai ragazzi, tanto per cambiare, una limonata dissetante e poi li lasciarono andare ringraziandoli.
La serata si concluse con un’intima cena in un ristorantino carino della città.
E con un ultimo regalo di Zayn per Niall.
-Ma.. questo è un mio ritratto mentre dormo! Quando l’hai fatto? È bellissimo!- chiese il biondo stupito ed emozionato.
-Risale alla prima notte che sei rimasto a dormire con me. Non riuscivo a dormire e tu eri così perfetto..-
Niall di slanciò lo attirò per la maglia e gli stampò un profondo bacio a stampo.
-Ti amo Zayn-
-Ti amo anche io angelo-
 
   
 
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