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Autore: Tully_    21/06/2014    3 recensioni
"Poi, un miscuglio confuso di debole e flebile risata quasi fosse sul finire (preannuncia la sua misera vita che, a sua insaputa, sta per giungere al termine?) e dei singhiozzi. [...]
Infine, la risata."
Un momento, per me, tra i più toccanti di tutto l'anime. L'ultima risata di Light, coi momenti precedenti e quelli successivi a tale evento.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Avanti, prova a discolparti se ci riesci. »

Le parole di Near sarebbero come carta vetrata in gola per chiunque si sentisse con la coscienza sporca, con il peso sul cuore che equivale al sapere di aver peccato, di aver commesso reati contro la legge, contro la giustizia. 

Ma Kira è la giustizia.
La incarna per giudizio divino, perché è stato scelto appositamente lui. 
Invece affermano che è un criminale.
Dovrebbe provare rimorso | soddisfazione | per le persone che ha ucciso che meritavano di fare una fine orribile per tutte le volte che hanno infranto la legge, per tutte le tragedie che hanno provocato.
Dovrebbe provare rammarico | gaudio | per aver decretato la fine della vita per i comuni umani, nonostante chi lo facesse fosse a sua volta uno di loro.
Dovrebbe provare vergogna | consapevolezza di aver perfettamente ragione | per essersi auto-definito un dio che avrebbe regnato sull’intero mondo perché ha ricevuto quel potere di decidere di interrompere la vita a chiunque voglia, tanto da intimorire i criminali che si tengono stretti i propri nomi.


Chi avrebbe potuto continuare la sua opera?
Nessuno.
Non ci sarebbe mai stato nessuno.



Light assume una smorfia, addossato alla serranda abbassata, come un topo in trappola, con tutti gli avversari attorno. Non ha via di scampo. Eppure già si pregustava l’infarto di quel piccolo Near, che riteneva di essere pareggiabile a L, presentandosi a lui addirittura con la maschera del grande detective ormai deceduto. E invece… è vivo, gli fa la predica, come se stesse conversando con un suo simile.
Non sa a chi si sta rivolgendo.
Non può parlare così al futuro Dio del mondo, è oltraggioso.

L’unico rumore che si ode, ora, è provocato dalle eliche sulle pareti che portano un leggero fresco e anche i raggi del sole del pomeriggio. E’ palpabile la tensione. 
Poi, un miscuglio confuso di debole e flebile risata quasi fosse sul finire (preannuncia la sua misera vita che, a sua insaputa, sta per giungere al termine?) e dei singhiozzi. 
Kira sta capitolando? 
Il supremo Dio della giustizia si deprime per un’inezia del genere?
Si lascia sconfiggere da un esaltato?
Vuole piangere?
Forse quel momento è dettato più che altro dall’animo buono di quel Light diciassettenne di tanto tempo prima. Oppure no.

I singhiozzi si fanno più frequenti e soprattutto intensi, paiono arrivare sull’orlo di una crisi di nervi o di pianto incontrollato, sotto gli occhi di poliziotti ancora increduli dalla scoperta dell’identità di Kira, del ragazzino albino, che gira appena la testa con fare apparentemente disinteressato e dei restanti membri dell’SPK. 

Infine, la risata.
Non quella per una barzelletta divertente, 
non quella finta, 
non quella emessa tra emozione e vergogna, nulla di tutto ciò.


La risata di superiorità rispetto a tutto il genere umano.


Grazie a Kira, sono scomparse guerre e si è estinto il 70% dei criminali: quelle misere formiche contro di lui, ovvero poliziotti, Near, Mello, L e tutti gli altri, cosa potevano fare contro la grandezza, l’imponenza della Giustizia? Kira è dalla parte del bene, mentre chi lo ostacola è dalla parte del male. Semplice, no? 

Ma la Giustizia non potrebbe mai essere sconfitta, perché prevarrà sempre. 

Dopo aver terminato Light abbassa la testa, per ricomporsi con la sua freddezza, per mostrare che, effettivamente, lui sarà sempre su un gradino sopra rispetto a tutti loro. Gli occhi, specchio dell’anima, del color del cioccolato fondente, hanno quella scintilla di determinazione, perché lui non può perdere. Non può essere sconfitto. Non può morire. 

« Sì, è vero, io sono Kira. »

Parole che nuovamente trasudano verità, che ammettono ciò che prima non si sarebbe mai sognato di dire, ma… è davanti a della feccia umana che insudicia ancora tutta la Terra. Maledizione, tuttavia non si è lontani dal Mondo perfetto che lui (solo lui) creerà perché l’unico capace, lui, il prescelto, la Divinità. 

« E con questo? Vuoi uccidermi? »



***



Superbia: primo tra i sette vizi capitali, indica la volontà di essere superiore agli altri, i quali devono accettare la propria sottomissione e la propria inferiorità.




  
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