Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Wonderwall_3    21/06/2014    1 recensioni
Louis Tomlinson, 22enne estroverso con gli amici, introverso con gli sconosciuti, viene trascinato presso lo XOYO dai suoi amici. Lì, incontrerà un casco di ricci, altrimenti noto come Harry Styles.
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

‹Aftershock›

          Image and video hosting by TinyPic

“Louis William Tomlinson. Se non muovi quel bel culo, andremo via senza di te.”

Sbuffai, ignorando palesemente il mio migliore amico. Era la mia serata, dopotutto. Non potevano mettermi fretta. E poi, siamo sinceri: era fin troppo divertente far innervosire Liam. Per cui, mi posizionai dinnanzi allo specchio e sistemai con cura ogni minimo dettaglio. I capelli erano sistemati in un ciuffo, cosa che avveniva abbastanza raramente. Ma oggi era un’occasione speciale, il ciuffo ci stava. Dopo di ciò, passai al mio outfit. Avevo scelto di indossare una semplice camicia bianca, abbinandola a dei jeans neri che arrotolai sulle caviglie. Annuii al mio riflesso, poteva andare. Probabilmente avevo fatto aspettare abbastanza i miei amici, per cui decisi di raggiungerli.

“Siete pronti?” Chiesi sorridendo sotto ai baffi, m’avrebbero strozzato con le loro stesse mani.

“Oh, guardate un po’. Sua maestà ha deciso di raggiungerci!” Commentò Liam, ma lo ignorai nuovamente. Gli voltai le spalle e andai ad infilare le mie amate Vans, rigorosamente bianche. Completai il mio look con una giacca grigia, in jeans.

Ci ritrovammo tutti sulla macchina di Zayn, questa sera sarebbe stato il suo turno a restare sobrio e riportarci a casa. Dopo alcuni minuti, ci ritrovammo nel parcheggio dello XOYO, il locale che avevano scelto i miei amici per quella sera. E, senza ombra di dubbio, il mio preferito. Parcheggiamo l’auto e, come di routine, ci mettemmo in coda per accedere al locale. Finalmente, dopo ciò che apparve come secoli, riuscimmo a mettere piede all’interno del locale. Mi guardai attorno, amavo quell’ambiente. Si poteva definire rustico, a causa del muro con mattoni a vista e le colonne portanti in finto legno, ma le luci e l’arredamento lo rendevano moderno.

Sentii delle dita stringersi attorno al mio polso e guardai alla mia destra, posando lo sguardo su Liam. “Andiamo a prendere da bere?”

Annuii, amavo ballare. Ma avevo bisogno di alcol nelle vene per potermi sciogliere un po’. Ci avvicinammo al bancone e ordinammo da bere. Zayn rimase fedele all’accordo ed ordinò una semplice Coca Cola, mentre Liam ed io ordinammo, rispettivamente, un Sex on the Beach ed un Angelo Azzurro. Ci accomodammo sugli sgabelli del bar e ne approfittai per guardarmi attorno, osservando la gente che ci circondava. Il locale era relativamente piccolo, ma riusciva a contenere moltissime persone. Anche se, ad essere sinceri, l’effetto finale ricordava un po’ quello delle sardine in scatola.

Con la coda dell’occhio, notai due ragazzi avvicinarsi al bancone, accanto a noi. Li osservai in modo discreto e rimasi colpito da uno dei due ragazzi. Era alto, molto più alto di me. Aveva un casco di capelli ricci e, quando si voltò verso di me, notai le labbra. Erano carnose, quasi femminili. Non riuscii a notare il colore degli occhi, le luci mi confondevano. Ciononostante, potevo giurarci: mi aveva strizzato l’occhio prima di scomparire verso la pista con il suo amico.

Probabilmente, l’alcol che iniziava a circolare nel mio corpo mi rese un po’ audace, ma non m’importava. Saltai giù dallo sgabello, facendo sobbalzare i miei amici. “Io vado a ballare!”

Non aspettai una risposta, ma iniziai a spingermi attraverso quella calca di gente sperando di ritrovare quel ragazzo. Ero a caccia di un ragazzo di cui non sapevo nulla, mi venne da ridere a quel pensiero. D’un tratto, percepii delle mani sul mio bacino e voltai di scatto il capo, scoprendo così che la mia caccia era finita. M'aveva trovato lui e, da quel mezzo sorriso che mi rivolse, intuii che era soddisfatto anche lui.

In quel preciso istante il DJ cambiò pezzo e, in pochi secondi, la stanza fu riempita da una canzone con una base che fece tremare il terreno in modo folle. Il mio partner strinse appena la presa che aveva sui miei fianchi e, in questo modo, mi trovai completamente premuto contro di lui.

My heart is overheating and it won't stop. I try to slow the beating but you're so hot .

Forse fu a causa dell'alcol, forse fu a causa della vicinanza estrema dei nostri corpi, ma all'improvviso mi sentii audace. O, perlomeno: audace rispetto ai miei soliti standard. Mi voltai, trovandomi nuovamente faccia a faccia col mio partner e per un attimo rimasi colpito dai suoi occhi, che subito s'annidarono nei miei. A causa delle luci, sembravano due piccole luci al neon.

Those neon send me ablaze.

Alcol. Avevo bisogno di più alcol. Per cui, senza fare troppi complimenti afferrai la sua mano e m'avviai verso il bancone del bar. Una volta giunti lì davanti ordinai un altro cocktail e mi voltai verso di lui, chiedendogli con lo sguardo se desiderasse qualcosa da bere. Lui scosse la testa e s'appoggiò coi gomiti sul bancone, tenendo lo sguardo fisso su di me. Il barista mi porse il mio cocktail, che accettai con un sorriso. Ne bevvi un sorso, con espressione leggermente disgustata. Amavo l'effetto che aveva l'alcol su di me, perché m'aiutava ad uscire fuori dal mio guscio in ambienti del genere, ma allo stesso tempo ne detestavo il sapore.

“Comunque, mi chiamo Harry.” Prima ancora di riuscire a capire quelle parole, percepii delle labbra sfiorare il mio orecchio. Mi voltai di scatto, guardando il mio partner che, finalmente, aveva un nome. Ed aveva una voce talmente bassa e rauca che mi procurò dei brividi lungo la spina dorsale.

The tremors keep repeating and I tell myself keep breathing.

“Louis.” Fu l'unica cosa che riuscii a dire, con lo sguardo fisso sulle sue labbra. Percepivo ancora la sensazione di esse sul mio orecchio e, Dio mio. Non desideravo altro che avere quelle stesse labbra premute sulle mie, assaggiarle e magari, averle anche sul mio corpo. E, apparentemente, anche Harry ebbe la stessa idea. Mi ritrovai le sue lunghe dita strette attorno al polso e, nel giro di pochi minuti, eravamo fuori da quel locale.

L'aria fresca mi snebbiò la mente e fui quasi tentato di tornare dentro per prendere un altro cocktail. Ma la presa salda di Harry mi impediva di fare qualsiasi cosa, tranne seguirlo. E fu ciò che feci. Ci fermammo davanti ad un auto e deglutii, l'ansia iniziava ad avere la meglio su di me. Aprii la bocca per parlare ma, prima ancora che le parole uscissero, mi ritrovai le labbra di Harry premute sulle mie. Posò le mani sui miei fianchi e mi guidò, fino a quando la mia schiena toccò la fiancata dell'auto.

Your lips conduct electric flow, your kiss vibrates me head to toe.

Una parte di me voleva respingerlo con tutte le forze, ma decisi di ignorarla. Piuttosto, sollevai le braccia e le avvolsi attorno alla nuca di Harry, in modo da avvicinarlo ulteriormente a me. Percepii la sua lingua accarezzarmi il labbro inferiore, per cui m'affrettai a schiudere le labbra. Quasi immediatamente la sua lingua scivolò all'interno della mia bocca, ma quel contatto durò poco.
“Andiamo a casa mia, sali in macchina.” Mi sussurrò all'orecchio e, subito dopo, aprì lo sportello dell'auto. Salii e lui mi imitò dopo pochi secondi. Nessuno parlò durante il tragitto, fortunatamente. Ci fermammo davanti ad un edificio alto, a più piani, e mi fece cenno di scendere. Obbedii e, dopo alcuni minuti, ci ritrovammo nel suo appartamento. Non ebbi il tempo di guardarmi attorno, perché appena mi chiusi la porta alle spalle, mi ritrovai con la schiena premuta contro quel pezzo di legno. Le nostre labbra si trovarono a metà strada e stavolta, senza esitare, le schiusi in modo da poter toccare la sua lingua con la mia. I suoi palmi trovarono le mie cosce e, applicandovi una leggera pressione, mi fece intendere di saltare. Così feci. Avvolsi le gambe attorno al suo bacino e, allo stesso tempo, le braccia attorno alla sua nuca per non cadere. Harry mi sostenne e mi portò in quella che, molto probabilmente, era la sua camera da letto. Si piegò in avanti e la mia schiena toccò il materasso, sul quale mi adagiò.

Solo in quel momento spezzai il nostro bacio, eravamo entrambi troppo vestiti. Per cui, mi sedetti ed aiutai Harry a liberarsi dei suoi indumenti che finirono dimenticati in qualche angolo della stanza, accompagnati dai miei. Mi lasciai cadere nuovamente sul materasso e trascinai Harry con me, accogliendolo tra le mie braccia e, successivamente, anche dentro di me.

Mi sfuggii un grugnito, la luce che filtrava dalle finestre era davvero troppo forte, soprattutto con il mal di testa che mi ritrovavo. Dannato alcol. Aprii lentamente gli occhi e mi guardai attorno, confuso. Quella non era certamente la mia camera. Mi voltai e, per poco, non mi venne un attacco cardiaco. Vidi un casco di ricci e, lentamente, mi tornarono in mente tutti gli avvenimenti della notte precedente. Cercai di alzarmi dal letto senza svegliare Harry, ma non ci riuscii.

“Dove vai?” Mi chiese, la sua voce ancora più roca ed impastata di sonno.

“A casa, ovviamente.” Mormorai e mi alzai dal letto, ma le sue dita attorno al polso mi bloccarono. Sollevai lo sguardo su di lui, confuso, guardandolo mentre s'alzava.

“Volevo chiederti se ti andasse di venire a fare colazione con me, in realtà.”

Non gli risposi, mi limitai semplicemente a guardarlo con la bocca leggermente socchiusa, a metà tra lo scioccato ed il confuso. Harry capii la mia espressione, perché si affrettò a riprendere il discorso.

“Non ci conosciamo bene ma, ieri sera, quando ci siamo incrociati al bar, mi sei piaciuto. Per questo, mi piacerebbe conoscerti meglio. Quindi, permettimi di riformulare la mia frase: Ti andrebbe di venire a fare colazione con me? Consideralo un primo appuntamento.”

Harry concluse le sue parole con un leggero bacio, che lasciò Louis con un meraviglioso sorriso sulle labbra.

“Certo che mi piacerebbe fare colazione con te.”

But I'm caught in your aftershock.

 

 

Salve salvino, gente!

Questo è il mio primo tentativo di OS, siate clementi.

Mi è stata ispirata dalla canzone Aftershock di Demi Lovato. Ho citato alcune frasi del testo in questa storia, che troverete in corsivo.

Detto ciò, vi lascio. Se siete arrivati fino a questo punto, vi ringrazio per la lettura e spero di non avervi annoiati troppo.

Baci,

Wonderwall_3

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Wonderwall_3