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Autore: FrancyBorsari99    22/06/2014    3 recensioni
Gli dà fastidio. Gli dà molto fastidio vedere quei due passeggiare lungo il sentiero che attraversa i campi di fragole, lo fa impazzire che Nico stia sorridendo a Jason...
Nico sorride cosí poco che quell'occasione è rara e preziosa, e il fatto che Percy non ne sia reso partecipe gli dà la sensazione di essere ancora immerso nello Stige.
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Percico Shippers a me!!!!!!!!!!!!!!! Lasciate una piccola recensione, critiche costruttive sono ben accette, dato che questa è la mia prima FF sulla Percico!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nico e Jason.
Jason e Nico.
Fermi tutti, qualcosa non va.
Percy sporge il capo per guardare oltre i ragazzi che si allenano con la spada e li vede di nuovo.
Di Angelo e Grace.
Sente un brivido corrergli lungo la schiena e si gira sfregando le mani sulle gambe come se avesse freddo davvero, cercando di ignorare lo stomaco contratto in modo assai spiacevole.
Gli dà fastidio. Gli dà molto fastidio vedere quei due passeggiare lungo il sentiero che attraversa i campi di fragole, lo fa impazzire che Nico stia sorridendo a Jason... 
Nico sorride cosí poco che quell'occasione è rara e preziosa,  e il fatto che Percy non ne sia  reso partecipe gli dà la sensazione di essere ancora immerso nello Stige.
Non sono così lontani, li vede chiacchierare tranquillamente dalla panchina dove è seduto, il figlio di Ade tiene lo sguardo basso in un timido tentativo di nascondere gli angoli delle labbra rivolti all'insú.
Cavoli, quelle labbra...
"Per gli Dei, Percy!!!" Pensa, così ardentemente che per poco non sobbalza. "Ma che vai a pensare?! Non puoi andarti a innamorare di..."
Il pensiero lo fa sentire così scomposto che la frase si dissolve nella sua mente prima di essere completa, mentre una piccola parte di lui sa già come sarebbe andata a finire.
Si alza in piedi di scatto, attraversa il campo da basket ignorando le esclamazioni indignate dei figli di Apollo e si dirige verso la cabina tre, calciando una pietra sul suo cammino con rabbia.
Non si è mai sentito così... Non sa dire come, ma di certo non è piacevole. Si siede sui gradini e giocherella con il bordo della maglietta arancione, cercando disperatamente di tenersi impegnato per non pensare al suo stato d'animo confuso ed aggrovigliato.
-Ehi, Testa d'Alghe!- Annabeth gli corre incontro, con un gran sorriso stampato sul volto abbronzato.
Si ferma davanti a lui, si china e lo bacia a stampo sulle labbra, sedendosi poi al suo fianco. 
-Che fai di bello?- 
-Mpf, per il momento nulla.
Annabeth resta in silenzio.
-Vieni ad allenarti un po' allora!- dice improvvisamente, facendolo suonare più come un ordine che come un invito. Percy non sa se è una buona idea ma se serve a distrarlo, allora è disposto a provare.
Peró caspita, come puó levarsi dalla testa quel sorriso, luminoso come il sole ma che cela tante ombre?


Annabeth lo prende a braccetto e lo accompagna giù per il sentiero verso l'area di allenamento, dove sfoderano immediatamente le spade e cominciano a duellare.
Percy è comunque distratto, e Vortice gli scappa dalle mani più volte. Liquida le domande indagatrici di Annabeth e cerca di impegnarsi di più, ma quello scambio di sorrisi e parole tra Nico e Jason gli galleggia davanti agli occhi come una cortina, impedendogli di vedere qualsiasi altra cosa. 
Frustrato, pianta la spada per terra e sbuffa sonoramente.
Annabeth fa lo stesso e si avvicina.
-Percy, sicuro che vada tutto bene?- nei suoi occhi color tempesta c'è incertezza e preoccupazione.
Percy prende  tempo prima di rispondere, poi dice: -È una giornataccia, tesoro...- e subito una stilettata al cuore lo zittisce. Non è più la stessa cosa chiamare così Annabeth. Sente che è fuori luogo, in qualche modo...
"Smettila, Percy!! Sei ridicolo."
Si china in avanti e bacia Annabeth, sparando che non gli si legga troppa disperazione negli occhi.
La figlia di Atena si separa e guarda l'orologio. Il suo sorriso si affloscia un po'.
-Testa d'alghe, devo tornare dentro... Ho un progetto da finire entro sera...- fa, dispiaciuta, gli sfiora la guancia con le labbra per farsi perdonare e se ne va. 
Percy lascia che vada via e rimane di nuovo solo con i suoi turbamenti più tremendi che lo dilaniano dentro smaniosi di venire allo scoperto. 
"Ammettilo..." Bisbiglia una voce civettuola e maliziosa del suo subconscio. "Te ne stai inn..."
-No, cavolo, no.- sussurra in risposta. -non dirlo.- si tappa le orecchie.
"Innamorando! Confessa, Jackson!-
Percy sta giusto per gridare alla voce di smetterla, quando si accorge che è stranamente familiare...
-Papà?!-
"Ehilà!"
Il ragazzo si sente scuotere dalla rabbia ed esclama, incurabte delle persone che lo circondano: -non ti fai mai vedere nè sentire per mesi e ricompari solo per aggravare il mio precario equilibrio mentale? Indovina a chi va il premio 'padre dell'anno'?-
Poseidone scoppia fragorosamente a ridere, e tra un singulto e l'altro tenta di dire qualcosa, ma senza successo.
-Con chi stai parlando?-
Jason.
L'impulso di girarsi ed affettarlo con la spada ora che ha la guardia abbassata è forte, ma Percy riesce a sedare il suo istinto assassino.
-Oh, solo Poseidone.- risponde, togliendo Anaklusmos dal terreno con un gesto brusco.
Lo sguardo del figlio di Giove si rattrista un attimo, forse perchè lui e Zeus non hanno un rapporto molto idilliaco. Sicuramente le chiamate del padre di Percy sono molto più frequenti di quelle del dio del cielo.
-ti va di duellare?- Jason fa volare la moneta e riacchiappa la spada.
Percy lo interpreta come un tentativo di cambiare argomento ed è felice di farlo, perchè sente che nelle parole di Poseidone c'è un solido fondo di verità.
Parte con un affondo e subito attacca in diagonale, ma Jason para prontamente e respinge l'offesa, attaccando e venendo placcato a sua volta.
Ogni fendente che la spada di Percy disegna nell'aria si fa più preciso e forte, il cozzare delle lame si inspessisce nello spazio e la rabbia bolle nello stomaco del ragazzo, che prende a combattere con foga omicida mettendo un colpo dietro all'altro e senza dare all'evversario il tempo di reagire.
Dopo un quarto d'ora, Jason barolla paurosamente e, senza aspettare occasione migliore, Percy allunga la gamba e lo fa inciampare, spingendogli il petto con la mano libera.
Il figlio di Giove rotola nella polvere e tossisce convulsamente, massaggiandosi il punto dove Percy gli ha dato la manata.
Storce il naso per il dolore e, lentamente si alza a sedere. -Amico, questa non era leale.- disse.
Il compagno emette un suono di stizza e rotea gli occhi.
-Ti hanno mai detto che in amore e in guerra é tutto lecito?- esibisce un sorrisetto un po' sadico e se ne va roteando Vortice, senza aiutare Jason ad alzarsi.


2:07
Percy non ha sonno, si rigira nel letto, ma la testa comincia a fargli male per la mole di pensieri che si danno battaglia negli antri vuoti della sua scatola cranica.
Si alza scalciando le coperte e appoggia i piedi nudi al pavimento freddo. Assapora un secondo il suono del silenzio e, una volta vestito, esce sperando di aver lasciato la sua esondazione di conflitti dentro al pigiama.
Si siede sul molo del lago e osserva lo specchio piatto e nero che è l'acqua quelle notti come questa, in cui il vento non la disturba.
Acqua nera non disturbata dal vento. 
Tipo lui, Nico e Jason, come vorrebbe che fossero le cose. 
Ma ovviamente le cose non vanno quasi mai come Percy Jackson vorrebbe.
-Che fai qui?- il figlio di Ade è in piedi a un metro da lui, alle sue spalle. Percy si gira e vede il suo viso pallido come la luna, la zazzera spettinata e gli occhi neri ma luminosi. Cavolo com'è... Nico.
È Nico e basta, è perfetto semplicemente essendo lui e nessun'altro.
-Oh, non riuscivo a dormire.- 
Percy torna a concentrarsi sui suoi piedi immersi in acqua.
-Nemmeno io.- Nico si avvicina e si siede a gambe incrociate sul pontile al suo fianco. 
-Ti ho visto combattere contro Jason, oggi. - Percy non capisce: da quando in qua è Lui a prendersi la briga di iniziare una conversazione? 
-Ah, sí?
-Già. Per un attimo ho creduto che l'avresti infilzato.- dice con voce piatta. 
-Cosa hai fatto oggi?- Nonostante sappia già cosa Nico ha fatto tutto il pomeriggio, gli sembra educato chiedere lo stesso, ma il cuore pare ballare qualcosa senza tenere un ritmo specifico, rendendo il tutto piú difficile.
-Nulla di che, sono andato un po' in giro con Jason e ci siamo allenati.- dice, accennando ad un sorriso piccolo piccolo. -è divertente duellare con lui, è molto forte e sembra che si possa andare avanti all'infinito e... Aspetta, Percy! Ma dove vai?!- il figlio di Poseidone si è alzato e ormai è alla fine del pontile.
Nico scatta in piedi e lo raggiunge.
Gli afferra una spalla e lo costringe a voltarsi.
-Senti, ho parlato con Annabeth, oggi, e mi ha detto che ti stai comportando in modo  strano. Mi vuoi dire cosa c'è o no?- dice, quasi con rabbia.
-Ehm... No.- Percy pianta di nuovo lo sguardo per terra e si avvia silenziosamente verso il sentiero nel bosco, senza aspettare che Nico lo segua.
Entrambi sentono come se i ruoli fossero stati invertiti: il comportamento schivo di Percy è riconducibile a Nico, e quello loquace di Nico a Percy... Che situazione strana...
-Nico sembra ignorare il fatto che Percy voglia chiaramente stare solo e si avvicina. Per quanto possa sembrare strano considerata la sua indole solitaria, comincia a parlare. È imopovviamente tornato bambino, il ragazzino chiacchierone con le tasche traboccanti di statuine e carte di Mitomagia e domande sempre pronte da fare agli altri, gli occhi luminosi ed un sorriso innocente e sognatore stampato in viso. 
Ma stavolta parla solo di Jason. Parla di come si sono allenati e di quanto sia bravo e forte, di tutte oe sue qualità e della sua rinomata perfezione da Superman Santerellino, eccetera. Percy probabilmente non si è mai sentito così male. Una parte perchè è tremendamente geloso, forse sta impazzendo, ma l'altra parte è perchè Nico sta parlando di Jason con lo stesso entusiasmo con cui anni prima parlava di lui. È come se non fosse più il suo eroe.
E intanto lui contina a parlare, a dire quello di cui hanno chiacchierato anche se a Percy non interessa.
-Okay, basta!!- esclama ad un certo punto, con la testa che gli scoppia. Dopo qualche gironzolamento sono tornati al molo. L'acqua sciaborda e di solleva in onde piccole e veloci, come se fosse arrabbiata anche lei.
-Senti, apprezzo che tu abbia fatto amicizia con Jason visto che fino a iero sembravi un emo depresso, ma smettila di parlare di lui, lo conosco anche io!- sbotta, distogliendo lo sguardo. Il sorriso di Nico sparisce, rimpiazzato da un'espressione incredula ed indagatrice.
-hai qualche problema con lui?- chiede.
Percy scuote il capo, sedendosi nello stesso punto in cui era prima.
Si sente schiacciato dalla veritá che esce fuori, e che Nico sta per comprendere...
-Sei geloso di Jason, per caso? Questo spiegherebbe anche il perchè del tuo tentativo di ridurlo a una briciola.- dice, accennando a un sorrisino.
Percy non risponde.
Ecco, è fatta.
-Allora? Sei geloso o no?-
-Perchè dovrei? Perchè hai un'infatuazione per lui?-
Stavolta Nico avvampa fino alla punta delle orecchie, e Percy non puó fare a meno di trovarlo adorabile.
-E...esatto! Proprio per quello!- balbetta, cercando di darsi contegno. -Avanti, ammettilo!-
Okay, ora sono rossi entrambi, l'aria è talmente densa e carica di tensione che quasi non si respira. 
-Aspetta, fermo un secondo!- eclama il figlio di Poseidone, alzandosi in piedi- Tu hai lo stesso comportamento con Annabeth da qualche tempo, da diversi anni...- ragionò Percy, e improvvisamente si sentí quel genio che non era mai stato. Sí, ecco perchè Nico non vuole mai stare nella stessa stanza con Annabeth, anche perchè c'è sempre lui, assieme a lei. Ovvio.
- Quindi tu...- il figlio di Ade pare attraversato da una scossa, il suo sguardo saetta ovunque nell'area circostante e poi si pianta sul viso di Percy, ancora un po' rosso.
-Quindi, tu ti sei innamorato di...-
Non puó finire la frase
Nico fa un passo verso di lui e gli afferra le spalle, issandosi sulle punte dei piedi per arrivare alla sua altezza e lo bacia.
Percy è interdetto, bloccato come un fossile, il cervello in completo blackout e il corpo rigido per lo stupore.  
Quelle labbra di cui si era innamorato ora, in un certo senso, gli appartengono. Non sono fredde come la morte, come se le era aspettate, ma tiepide e morbide, e soprattutto appoggiate alle sue. Risponde al bacio premendo le sue contro quelle di Nico, che si separa violentemente, completamente rosso.
–S-se tu l-lo dici a qu-qualcuno... – 
– Cosa? Che ti piace un ragazzo? Non ci vedo nulla di male, onestamente.– Percy sorride apertamente e Nico pare bloccarsi un secondo, ma si riscuote con un fremito. 
-Non lo fare. Non lo deve sapere nessuno- 
-No, tranquillo.- 
Nico si alza di nuovo in punta di piedi e gli sfiora le labbra con le sue, ma si blocca a metà.
-Nessuno?-
-Nessuno.- 
E stavolta, Percy riesce a baciarlo per davvero.



  
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