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Autore: Licht4    22/06/2014    1 recensioni
Ania è appena arrivata all'Accademia True Cross, sulla quale regna finalmente la pace. Ma cosa succederà quando il passato busserà alla sua porta? Cosa sono i misteriosi eventi che iniziano ad accadere, e quali trame si celano dietro la mente di Mephisto Pheles?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cap 1

Il ticchettio di un orologio risuonava nel corridoio, scandendo il ritmo dei suoi passi, che percorrevano il pavimento. Una massa di capelli rossicci, ed una figura minuta, che appoggiava le punte dei piedi a terra, una dietro l'altra. Ad ogni ombra, cigolio, o fruscio tra le pareti, Ania sobbalzava, serrando le sue mani attorno al collo del pugnale nascosto sotto l'abito.
«Non possono scoprirti, An. Non puoi permetterti di farti trovare!». Le parole di Rin le risuonavano nella mente, mentre il cuore che batteva all'impazzata la costringeva a respirare in modo affannoso.

[...]

«Ci vorrà un attimo, ce la farai!» esclamarono Rin e Shiemi all'unisono. Ania aggrottò la fronte, incrociando le braccia sul petto. «Perché lo chiedete a me? Voglio dire, sono appena arrivata all'Accademia, e non posso rischiare!».
"Ma che diavolo!" pensò Ania, con uno sbuffo. "Perché continuano ad insistere?"
«Oh, oh, capelli rossi ha paura!» risuonò una voce nell'aula.
«Bon!» esclamò Shiemi, sventolando la mano in aria.
Ania strinse i pugni, alzandosi dal banco: «Stà zitto, testa rasata!».
Bon si gettò su una sedia, dondolandosi con un piede. «Beh, non vedo perché le tue parole possano insultarmi, dal momento che ho scelto io la mia pettinatura!».
«Piantala, Bon! Stiamo parlando di cose serie, qui!» ruggì Rin, mollando un pugno sul banco.
Shiemi prese la mano di Ania, strizzandole l'occhio. «Aaany, abbiamo tutti visto cosa sai fare, hai delle doti davvero buone in...termini di acrobazia! Voglio dire, forse nemmeno Rin si muove bene come te, e compie tutte quelle acrobazie in combattimento!» si girò verso Rin, che le lanciò un'occhiataccia. «E poi » - continuò Shiemi - «Siamo davvero preoccupati riguardo alle voci che girano sulla comparsa di entità alla scuola, proprio ora che abbiamo ritrovato una pace!». Shiemi scosse la testa: «Non lo posso permettere! Tutti noi non lo possiamo permettere!» esclamò. Rin annuì, fissandola negli occhi: «An, devi solo entrare nei piani alti, con le chiavi che ti darò, mentre noi e il resto delle classi saremo impegnati a lezione, ricercando informazioni, magari negli uffici degli esorcisti dei livelli superiori. Se le voci sono vere, se davvero vi è qualcosa, che siano demoni o altre entità...» - il ragazzo si prese il mento tra le mani- «Beh, l'unica cosa a cui devi fare attenzione è il Preside, se scoprisse una new entry aggirarsi per quei corridoi...». Ania sospirò, picchiettando un dito sul banco: «Il preside, dici...Non credo sia un pericolo, voglio dire, non mi ha mai vista, non sarà un problema!».
Shiemi battè le mani, alzandosi dal banco e iniziando a saltellare sul pavimento: «Allora accetti? Sei grandiosa!». Ania strinse le labbra, mentre Shiemi si tuffava tra le sue braccia. "Ma chi me l'ha fatto fare?" pensò, alzando gli occhi al soffitto.

[...]

Sospiri...passi...passi...
"Passi dietro di me?" sussultò Ania, arrestandosi lungo la parete, posando lo sguardo su una finestra, che si estendeva lungo tutto il muro, facendo intravedere un pallido sole, che iniziava a sparire dietro le montagne. «E' tardi...» sussurrò la ragazza, guardandosi attorno con uno scatto, le mani serrate a pugno. I passi...non c'erano più?
Ania si alzò da terra, camminando con la mano protesa in avanti, fino a sfiorare il gelido muro. Accellerò il passo, sempre più veloce, ed il gelo le entrò nelle ossa quando sentì quei passi dietro di lei. Si voltò di scatto, trovandosi a fissare le mura e le finestre. La luce del sole era stata inghiottita dalle montagne. «Merda! E' tardi, muoviti An!» tuonò la ragazza, ritrovandosi a correre lungo il corridoio. Le mura si susseguivano attorno a lei, ed una voce le rimbombò nella testa: "Non c'è più scampo, più scampo...più...". Ania gettò lo sguardo alle sue spalle con un gemito, mentre un'ombra si stagliò davanti a lei. «Y...ahh!» gridò la ragazza, sbattendo contro una figura sbucata da dietro un muro. S'irriggidì, non appena pose gli occhi sull'individuo: una figura alta e slanciata avvolta in un una specie di giubotto color bianco, seguito da un mantello prugna che gli scendeva lungo la schiena, terminante in una serie di bordature color rosa, due guanti fucsia che reggevano una tazzina di ceramica, capelli blu scuro, con qualche sfumatura viola, nascosti in parte sotto un cappello cilindrico bianco e rosa.
«Non è possibile, è il preside!» pensò Ania, allontanandosi di scatto. Quello si schiarì la voce, posando la tazzina su un piattino seguita da un tintinnio. «Forse non hai notato che stavi quasi facendo cadere il mio the a terra, signorina...». I suoi occhi di un verde foresta si soffermarono sul viso di lei: «Ma come, noi ci conosciamo, dico bene? Sei la nuova studentessa arrivata un mese fa!» cinguettò.
"Cavolo, come fa a saperlo?" pensò Ania, deglutendo. Il suo corpo fu scosso da tremiti, che la costrinsero ad arretrare ancora, mentre si ritrovò a fissare il viso del Preside, che la guardava a sua volta. Non aveva mai visto degli occhi così verdi in una persona.
"Distogli lo sguardo, cretina!" esclamò nella sua mente.
Ania abbassò gli occhi, mentre il suo viso prese un colorito rossastro non appena il Preside le pose una mano sulla spalla, spingendola verso una scalinata conducente verso l'alto.
«Seguimi nel mio ufficio, prego. Avremo modo di parlare» disse, sollevando il suo mantello da terra mentre saliva gli scalini, e fermandosi poco dopo. «Pardonne-moi, mi stavo quasi dimenticando. Il mio nome è Johann Faust V, conosciuto anche come Mephisto Pheles, l'illustre Preside di questa Accademia!».
Ania sollevò le sopraciglia: "Illustre?", pensò, seguendo la figura del Preside incamminarsi, e guardandosi poi attorno, posando di nuovo gli occhi sul corridoio alle sue spalle. Il pensiero le tornò ai passi di prima. Forse qualcosa era là fuori, ancora in attesa. Ancora in attesa. Rabbrividì, voltandosi con un sussulto, non appena sentì un alito di vento sul suo collo. Il suo sguardo si soffermò sulla finestra, sigillata al muro. Il sole era sparito, ed a malapena s'intravedevano le sagome delle montagne. Ania si voltò, le game tremanti. I passi di Mephisto risuonavano nel corridoio, poco più avanti.
«Ehi!»-urlò la ragazza, balzando sui gradini-«Aspettami!».

  
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