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Autore: Paradise_War_zone    22/06/2014    3 recensioni
Forse è che quando ti ubriachi perdi i sensi inibitori. Forse è che è un po’ più facile. Forse è che ormai ha messo radici nel tuo cuore. Forse le scrivi.Ti sei ridotto proprio male per una ragazza e lo sappiamo bene che da sobrio non le avresti mai scritto, sappiamo bene che domani, se te ne ricorderai, te ne pentirai. Lo sai anche tu. Per questo decidi di buttare giù altri drink per non ricordartene. Fatto sta che, inconsciamente hai tatuato il suo nome nell’anima.
Fatto sta che in vino veritas, in malattia pure.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fatto sta che in vino veritas, in malattia pure.

 

Forse è che quando ti ubriachi perdi i sensi inibitori. Forse è che è un po’ più facile. Forse è che ormai ha messo radici nel tuo cuore. Forse le scrivi.

 

To:Her

Mi manchi scema

 

La risposta, come forse temevi e forse speravi, arriva subito dopo.

 

From:Her

Nick…

 

Il solo pensiero di lei che ti chiama in quel modo, soffiando il tuo nome, sospendendosi, ti fa rabbrividire rintontendoti peggio di quanto non abbia già fatto l’alcool.In fondo è un’abitudine per te lasciarti stordire dall’alcool quando qualcosa non va, perché prima c’era lei con le sue labbra a stordirti, i suoi respiri sulla tua pelle, e ora solo i tuoi sospiri che appannano bicchieri vuoti su un bancone appiccicoso.

 

To:Her

Con chi sei Anny?

 

Non riesci proprio a non chiederglielo. Vorresti sentirle dire che non è con nessuno e che vorrebbe essere con te. Vorresti sentirla un po’ più tua per stanotte, di nuovo, ancora una volta o magari ancora tutta la vita.

From:Her

Non puoi…non più

 

Già. Non puoi proprio permetterti di farle una scenata di gelosia e possessività, una di quelle che erano fatte delle tue urla e delle sue guancie rosse le sere in cui tornava a casa profumando di un altro e vorresti urlarle addosso anche ora,vorresti tanto e sai che le farebbe male, ma farebbe meno male a te e voi ve lo siete sempre detti che divise per due le cose fanno meno male.

To:Her

Sei con lui vero?

 

le chiedi solo, risulti molto più pacato di quanto non sia la tua espressione corrucciata o la tua mano che bianca stringendo il bicchiere. Mandi il messaggio chiudendo gli occhi, come fosse un salto nel vuoto, mentre pensi che se devi star male per lei devi almeno avere la conferma che sia tra delle braccia che non sono le tue.

From:Her

Si.

 

Un dolore sordo al petto. Stringi gli occhi a due fessure e lanci una delle tue imprecazioni decisamente poco fini. Scoli il drink doppio che hai davanti e ne ordini un altro, scoli anche quello e ti brucia la gola, forse bruciano un po’ anche gli occhi, forse anche le tue braccia bruciano per il troppo freddo della sua assenza.

 

To:Her

Non farti toccare come ti toccavo io,

non farti guardare nello stesso modo e,

ti prego, non sorridergli come sorridevi a me.

Ancora dannatamente tuo, Nick.

 

E’ una preghiera, una supplica, ha un tono davvero cantilenante e disperato. Disperato è proprio quel che sei: ti sei ridotto proprio male per una ragazza e lo sappiamo bene che da sobrio non le avresti mai scritto tutto questo, troppo orgoglio, sappiamo bene che domani, se te ne ricorderai, te ne pentirai. Lo sai anche tu. Per questo decidi di buttare giù altri drink per non ricordartene, pur chiedendoti se basteranno a scordarla, a metà tra la speranza e il terrore e forse sei riuscito nel tuo intento perché, mentre lei, dall’altra parte del mondo sta buttando all’aria il suo appuntamento con un uomo migliore, tu non ti ricordi più nemmeno il tuo nome e te ne vai da quella bettola lasciando lì il tuo amore, i tuoi ricordi e il tuo telefono.

Forse era destino, ingiusto, infame, ineducato e facilmente odiabile. Forse, per qualche strana ragione, è meglio così. Forse sei stato tu, sono state le tue mani a non essere abbastanza scaltre, le tue labbra a non respirarla abbastanza o forse solo i tuoi occhi troppo ciechi.

Fatto sta che lei le risponde “Dimmi una parola di più e vengo a prenderti ovunque tu sia e rimettiamo tutto in piedi. Non sarà un castello di carte il nostro, questa volta. Possiamo costruirlo di cemento armato,sarà migliore, saremo migliori Nick, devi solo dirmi che sei pronto anche tu perché da sola non posso fare per due”.

Fatto sta che quella tua parola di più non arriva e lei si sposerà  tre anni di convivenza dopo e avrà due bambini, uno dei quali, però, porterà il tuo nome.

Tu non avrai lei, non avrai nessuno a scaldarti il cuore se non un pastore tedesco ed un piccolo criceto che correrà incessantemente sulla sua piccola ruota gialla accompagnando le tante notti insonni.Saprai di aver perso qualcosa stanotte, in questo locale scadente, ma non saprai cosa né come, non te ne ricorderai e forse sarà questa la vostra più grande punizione: tu che dimentichi lei, che la perdi nell’alcool e lei che ricorda te come unica cosa chiara nel buio della malattia.

Lei morirà di Alzheimer e nei suoi ultimi mesi chiamerà il marito Nick, non perché lo confonderà con il suo figlio maggiore, ma perché vorrà averti lì e tu non ci sarai.

E inconsciamente avrai il suo nome tatuato nell’anima, così come lo avrà lei.

Per voi che avete sbagliato tutti i tempi, per i tuoi occhi neri che non hanno mai imparato a tornare a casa da quelli castani di lei, per le sue mani che stringevano così bene i tuoi capelli, per voi che in vino veritas, in malattia pure.

 

NdA:Questa storia era già stata pubblicata precedentemente, l'ho revisionata, ho aggiunto qualcosina, la sentivo incompleta. Che dire, Nick e Anny si commentano anche da soli e forse tornerò anche a scrivere di loro.
Shinymoon

Partecipa al concorso indetto sul forum di efp da LoveSomebody:  Romance in Pain .

 

   
 
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