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Autore: Miriam48    22/06/2014    1 recensioni
Cosa si prova ad essere un NPC (Non Playable Character) di Dolce Flirt? I nostri idoli se la spassano in un mondo così piccolo? Ci sono segreti che non conosciamo? Ecco la mia risposta!
Genere: Generale, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Demon lo guardava con occhi grandi e Castiel gli dava qualche carezza. Lui cinse il collare al collo del cane e vi attaccò il guinzaglio. Preparato per la solita passeggiata con il suo fedele amico, mise l'iphone con le canzoni degli Winged Skull e uscì dalla porta. Mentre camminava, l'ansia cresceva. Con passo lento, concentrato sulla musica, cercava di non pensare ma i ricordi riaffioravano. “Castiel, sai dov'è il mio quaderno?” “Che scatole! Va a rompere da qualcun altro per uno stupido quaderno!” “E' importante per me! E' l'unico modo che ho per non dimenticare!” disse infuriato Lysandre perdendo la solita flemma. “Cosa vorresti ricordare?” chiese lui con derisione e curiosità assieme. “Non lo vorresti sapere.” ribadì l'altro perentoriamente. “Io dico di sì!” Ah! Se non l'avesse ascoltato e fosse andato avanti con quella piatta vita, sarebbe stato mille volte meglio. Da allora aveva iniziato a ragionare, a notare piccole cose, a osservare. C'erano troppe cose uguali, le stesse battute e avvenimenti come scritti su un copione, gli stessi comportamenti, gli stessi posti; Dolce Amoris ( Che nome idiota!), bazar, boutique, gioielleria e quattro casupole! Poi, la novellina! Quella sì che era strana! Spariva e appariva a suo piacimento con un look e un nome sempre diverso, ma poca variabile nei discorsi, fin troppo anonima e accondiscendente, a volte adorata, a volte detestata o indifferente. Forse era meglio accendersi una sigaretta, inspirare un po' di fumo per sentirsi liberi e sputare fuori quello schifo di trippe mentali. E chi se ne fregava di Dajan e delle sue ramanzine sul fumo!
Intanto Demon annusava la strada e strattonava al guinzaglio, evidentemente aveva avvertito qualcosa di strano. Castiel lo costrinse a dirigersi da un'altra parte secondo il percorso consueto. Comminò più velocemente, cercava di mascherare il timore e l'inquietudine. I ricordi ripresero ad affollargli la mente. Nathaliel era ancora affaccendato con le sue carte. Sembrava che quello fosse il suo piccolo mondo, tanto ordinato e perfetto da far accapponare la pelle. “Segretario!” “Che vuoi?” “Hai visto il quaderno di Lysandre?” “Sì, è qui!” glielo porse. “Non ti è mai venuta voglia di vedere cosa ci fosse all'interno?” chiese Castiel .“No, lo so già.” rispose affaccendato. “L'hai visto o te ne ha parlato Lys?” “Ho trovato un documento in questa stanza che tratta gli stessi argomenti.” “Come è possibile?” “ Prima di te e Lys, qualcun altro ha indagato sulla natura di questo mondo e ha scritto questo documento.” “Chi?” “Un altro me.” Castiel lo guardò come se fosse impazzito.“Cosa intendi?” “Ti sei mai accorto che non potremo innamorarci mai? Di quanti segreti nasconde questo mondo? Pensaci! In tutto quest'anno nessuno di noi si è mai fidanzato o si è realmente innamorato eppure abbiamo tutte la carte in regola per farlo. Amare qui è impossibile! Inizi a provare un sentimento, però nel momento in cui vuoi fare qualcosa come dichiararti o dare un bacio, non ci riesci! Fermo, immobile e non per timidezza! Qualcosa al di fuori te lo impedisce!” Nathaliel disse quelle frasi quasi in silenzio come se fosse proibito parlarne “Non prendermi in giro!” Allora il segretario gli schiaffò un libretto con la scritta “Diario di Nathaliel”.
Il mal di testa percosse Castiel, respirava affannato, madido di sudore. Aveva corso per scaricare la tensione, fuggire dalla paura che lo attanagliava. Demon in quella corsa si era divertito ed adesso era lui a portare in giro il padrone. … e' meravigliosa! Ha un fantastico sorriso e che corpo! “A me pare uguale agli Dei chi a te vicino così dolce suono ascolta mentre tu parli e ridi amorosamente “ scriveva Saffo Era un frammento di quel libretto. Dopo poche pagine: Ho provato a dirle quel che provo per l'ennesima volta, ma mi blocco, qualcosa mi blocca! Tutto si ripete sempre uguale. E' come se fossi in una prigione. In questo luogo sembra tutto già deciso, avviene qualcosa ma non cambia mai nulla. Incomincio ad avere paura. C'è qualcosa sotto. Ultima pagina: Ho preso una decisione: mi incontrerò con lei in cortile e con la scusa di fare un giretto, la porterò fuori da questa città. Non ho mai visto cosa c'è fuori da qui tutto questo. Spero vada tutto bene.
Il cane arrestò la corsa, si mise in posizione di guardia, guaì, abbaiò, girò su se stesso irrequieto. Castiel lo osservò incuriosito, alzò lo sguardo alla ricerca di qualcosa di strano. Erano in fondo alla via, un posto mai visto prima. I colori erano più accecanti del solito, i boschi circondavano la strada libera dal traffico. Quasi paradisiaco. E inquietante. La strada finiva e da lì in poi un bianco assoluto, totale e informe ricopriva tutto lo spazio. Le pupille si ingrandirono per il terrore, le mani strinsero la testa nella vana speranza di trattenere l'orda di pensieri, idee ed emozioni, poi dalla bocca uscì un urlo disperato e inumano. Tra le lacrime vide un biglietto: “ Nathaliel e Melody sono passati da questa parte. Continueranno il loro viaggio alla ricerca del mondo esterno e scopriranno i misteri di questa dimensione.” Forse quel bianco non era la fine del mondo ma una porta verso l'ignoto. Si alzò, andò avanti barcollando e un'accecante luce bianca lo avvolse.

 

Stavano sistemando gli ultimi arrivi del negozio d'abbigliamento. Lysandre mise a posto l'ultimo scatolone e si asciugò il sudore dalla fronte. “Bene! Abbiamo finito.” disse suo fratello appoggiandosi a uno scaffale. “Spiegami perché faccio sempre io il lavoro manuale, caro fratellino.” asserì sarcastico il maggiore,. “Diritto d'età” “Che onere! Ora mi ridai il mio quaderno?” pretese portando avanti la mano. In quel momento sentì l'urlo di Castiel. Preoccupato per il suo amico, prese velocemente il taccino e corse fuori in direzione del suono lasciando Leigh stupito con la mano a mezz'aria. Al suo arrivo vide il ragazzo sostare malfermo sulle gambe. Si avvicinava allo sfondo bianco e una luce lo avvolse e scomparve. Cos'era quella cosa? Perché Castiel spariva davanti ai suoi occhi? Dove stava andando? Annotò il più in fretta possibile quello che aveva visto per non dimenticarlo ancora. Ogni volta che succedeva qualcosa di strano, lo dimenticava e gli rimaneva solo una piccolissima impressione della vicenda. Aveva sentito dire che la memoria determina ciò che si è e per questo aveva iniziato scrivere sul suo diario.
Sentì il vomito salirgli dallo stomaco, emicrania, un annebbiamento dei ricordi. Ritornava il solito torpore e assopimento, i pensieri si facevano più confusi e frammentari. Quell'oblio era una panacea contro la paura, l'angoscia di sapere che era un mondo fittizio e popolato da marionette come lui. Sentiva un martellare dentro la testa ma cercava di rimanere lucido per ricordare. Ricordare. Possibile che fosse così difficile? Un ragazzo era sparito, si chiamava Cast.. Last... ed aveva i capelli neri. No. Erano rossi, ecco! Sì! Suonava qualcosa... Basso o chitarra? Aveva un uccello. No! NO! Un cane di nome Demon come quello davanti a sé che annusava il terreno e uggiolava alla ricerca di qualcosa... Castiel! Se n'era andato, aveva superato il varco! Doveva andare con lui, seguirlo, vedere cosa c'era al di fuori! Non voleva scordare di nuovo ma il male alla testa ritornava e un conato di vomito usciva dalla bocca e con quello se ne andava la tensione, l'orrore e anche i ricordi. Si chinò a terra con le mani e le ginocchia che toccavano il catrame per non perdere l'equilibrio. Si sentiva svuotato e più leggero, quasi un nulla. Neanche un'emozione, al massimo un gusto orribile alla bocca e a malapena si impensieriva per il vestito sporco.
“Che schifo!” Sentì dire una voce sprezzante davanti a sé. Alzò lo sguardo e vide un'espressione disgustata e familiare. “E tu saresti Lysandre? Dalla foto e dalla descrizione apparivi il classico damerino tutto pomposo.- disse sventolando un fascicolo- Ti dovresti vedere con una posa del genere! Sei squallido e assolutamente patetico.” “Per quanto vuoi andare avanti? Pensi di essere divertente? Se vuoi criticare, fallo almeno con cognizione di causa e non infierire su qualcuno che invece ha bisogno d'aiuto.” Il ragazzo di fronte discostò lo sguardo quasi imbarazzato poi con una mano lo aiutò a rialzarsi e gli lanciò un fazzoletto di carta preso da un pacchetto che aveva in tasca.
Lysandre lo studiò: aveva una corporatura alta e snella, indossava un giubbotto di pelle, una maglietta rossa e dei pantaloni neri con catene. Era uguale a qualcuno che aveva già visto prima. Il cane gli gironzolava attorno annusandolo con circospezione. “Chi sei?” domandò con diffidenza e curiosità alla persona comparsa dal nulla. “A quanto pare dalle descrizioni, sarei Castiel.- lesse dal plico di fogli che teneva in mano - Castiel è un duro, difficile da avvicinare. Parlare eccetera eccetera. Certo che ho proprio una faccia da schiaffi! Il mio personaggio ha sempre questo atteggiamento da bulletto prepotente?” cercò di sdrammatizzare con mezzo sorrisetto sulle labbra ma Lys rispose solo con un glaciale silenzio. “Cavoli! Dai i brividi! Sei un pezzo di ghiaccio. Ah! Questo è tuo?” Gli diede un quadernino con la scritta in copertina “Diario di Lysandre”. “Penso di sì. C'è sopra il mio nome.” Constatò Lysandre. “Oltre che damerino, sei pure svampito!” “Per quanto dovrò sopportarti?” “Per tanto! Finché non mi stancherò. Tu sei troppo bizzarro per non essere preso in giro.” “Neanche tu scherzi! Sei talmente acido da sembrare mestruato! Peggio della Preside quando perde il suo adorato cane.” Castiel lo squadrò con aria di sfida poi rise. Era una risata di pancia, forte e sguainata ma genuina e sincera che contagiò pure Lys.
Un suono improvviso simile al trillo di una campanella interruppe il discorso dei due. Una voce gracchiò come se uscisse da un altoparlante “Lucy98 farà il replay dell'episodio otto. Prepararsi!”
Entrambi si avviarono verso il liceo seguiti da Demon che trotterellava accanto al suo padrone( nuovo o vecchio?). Si sentiva più tranquillo ma era ancora spaesato e ritornare alla solita routine lo spaventava. Per l'ennesima volta lesse gli ultimi appunti.
670° giorno di vita
urlo di Castiel. bianco al confine. scompare nel bianco.” Le parole erano state scritte in fretta e la calligrafia era tremolante e incerta precisa e ordinata. Prese la penna e sistemò le frasi concise.
670° giorno di vita
Ho sentito l'urlo di Castiel. La strada principale finisce con un qualcosa di bianco. Non rimembro cosa sia. Ho visto il mio amico scomparire nel nulla mentre attraversava la massa luminosa poi è ritornato ma sembra essersi dimenticato di tutto. Probabilmente non è la stessa persona che conoscevo prima. Ha una aspetto uguale a lui, anche lo stesso comportamento ma non ha l'aria sofferente e stanca che aveva prima. Questo Castiel è come se fosse un clone senza memoria del primo. Appena arrivato aveva in mano un fascicolo che conteneva tutte le informazioni personali delle persone, gli avvenimenti e i discorsi presenti in questa dimensione. Mi pare che al mio primo giorno di esistenza abbia ricevuto qualcosa di simile. Devo ritornare in quel luogo assieme a Demon per rintracciare il primo Castiel e speriamo che riesca a trovare qualche indizio.”
Finalmente arrivò alla scuola e ricominciò l'inferno.

  
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