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Autore: D per Dolcetta    22/06/2014    4 recensioni
Sette one-shot scritte da sette dolcette diverse. Stavolta le mogli dei ragazzi di dolce flirt ci parleranno della loro vita di coppia. Questa raccolta di os contiene anche due os delle tre vincitrici del concorso d per dolcetta.
1- Dipendenza
2- Chi è causa del suo mal pianga se stesso
3- Salsiccia
4- Questione di Scelta.
5- Eppure...
6- ...
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi è causa del suo mal pianga se stesso

Autrice  Maysun

Terza classificata al concorso di os di D per Dolcetta

Quando hai sposato Alexy non avresti mai immaginato di arrivare a tanto.
Sapevi, sì, che convivere con lui è un’impresa, ma adesso è ancora peggio! Perché tuo marito ha una sola politica, ovvero ‘ciò che mio è mio e ciò che è tuo è mio’, e, da bravo e diligente cittadino, la mette in pratica invadendo la tua porzione di armadio con i suoi jeans multicolor o i suoi calzini a righe, perché, poverino, non sa dove metterli.
E non  solo! Ha persino la straordinaria capacità di buttarti giù dal letto alle due di notte e prendersi tutto il materasso, soprattutto quando è Agosto e si muore di caldo.
Ora, poi, ha deciso di tirare fuori il peggio di sé, assieme a tutti i vostri vestiti. Perché c’è solo una cosa che manda in fibrillazione Alexy più del fare shopping in centro: il cambio di stagione!
Lo vedi ammassare quanti più capi possibili sul letto, mentre borbotta qualcosa sulle tue camicie, a detta sua “decisamente fuori moda”. Se solo potesse darebbe fuoco al tuo intero guardaroba, quell’ingrato!
Come se non bastasse ti ha costretto a provare ogni singolo capo –mutande incluse- riversandoti addosso un vagone di lamenti sul fatto che tu non abbia proprio il senso dello stile, invece di darti dei consigli su cosa puoi tenere o su cosa devi decisamente dare via.
Sono ormai due ore che continuate con questo compito gravoso e state ancora a caro amico, visto che prima che Alexy finirà di passare in rassegna i propri vestiti sarà arrivato Natale. Se tutto va bene.
“Domani andiamo assolutamente ai grandi magazzini per comprarti qualcosa di decente.” annuncia, e il mondo ti crolla addosso “Non prendere appuntamenti, non inventare scuse, non ammalarti, non chiamare Armin per farti salvare e infine non provare a pensare neanche lontanamente di rintanarti in libreria.”
Se non fosse perché di solito è la persona più dolce e comprensiva sulla faccia della Terra, Alexy potrebbe essere un perfetto generale dei marines, questo è poco ma sicuro.
Lasci cadere a terra la maglietta che hai in mano e sgrani gli occhi.
Ti prego, no!

È il giorno della tua condanna.
Ne sei consapevole da quando hai aperto gli occhi e sei salito per fare colazione. Non ti sei perso la luce entusiasta negli occhi di Al e il suo riporre, con altrettanta gioia, la carta di credito nel portafoglio.
Ti viene in mente una frase di  ‘Non ci resta che piangere’, che non potrebbe essere più adatta a questo momento: Ricordati che devi morire!
Se fossi un’altra persona, proveresti compassione per te stesso e ti accarezzeresti la testa, mormorando parole di conforto della serie ‘andrà tutto bene’, anche se sai che non arriverai incolume a fine giornata.
Fino ad ora avete girato solo un quarto dei grandi magazzini e già vi trascinate dietro quattro o cinque buste di roba –tutte di Alexy, si intende.
Al momento ti sei limitato a guardare, consapevole che presto o tardi sarai trascinato a forza in un camerino e ci rimarrai fino a che il tuo aguzzino non avrà deciso che forse bisogna dare un’occhiata al negozio accanto.
Vi imbucate in uno dei negozi preferiti del tuo beneamato compagno e, giusto per farlo contento, sbirci fra i vari capi, notando un paio di jeans stinti a tuo parere eleganti.
Prendi la stampella e te li rigiri fra le mani  “Ehi, Al, secondo te come mi stanno?”
Lui si volta e gli occhi iniziano a brillargli  “Una favola! Aspetta che cerco qualcosa che potresti abbinarci!”
Bella mossa, idiota. Si può sapere perché hai una tale predisposizione al suicidio?
Guardi Alexy frugare fra gli scaffali, alla disperata ricerca di magliette, giacche, camicie, lupetti, cinture e Dio solo sa cos’altro ha intenzione di farti comprare. Le sue sopracciglia turchine sono aggrottate in un espressione concentratissima e ogni tanto le iridi viola guizzano indietro per dare un’occhiata al colore dei pantaloni che tieni in mano da più di tre minuti.
Nei restanti centoventi secondi lo vedi gettarsi sul braccio circa una decina di t-shirt e altrettante giacche, dai colori sgargianti e fluorescenti.
Come vorresti che Armin fosse qui a farti compagnia, almeno non saresti solo tu la musa ispiratrice! Ma la vita a volte sa essere proprio ingiusta e quindi, allo scoccare delle undici, ti ritrovi intrappolato nel camerino- o prigione, come preferisci – sommerso da tutto ciò che tuo marito ha scelto per te.
Inghiotti la disperazione e la valanga di amorevoli insulti che premono per uscire dalla tua bocca e ti appresti ad indossare una maglietta color porpora col logo dei Rolling Stones in bella mostra.
Bocciata.
Ti infili una giacca di pelle nera, ma con i capelli rossi che ti ritrovi potrebbero accusarti di plagio contro Castiel.
Bocciata anche quella.
Ti rigiri fra le mani un cappello da pescatore nero lucido, rendendoti conto che se lo indossassi qualche otaku impazzita potrebbe scambiarti per il cosplay di Laito (*) e stalkerarti fino a che non le concederai una foto (forse potresti travestirti da lui alla prossima fiera del fumetto).
A malincuore bocci perfino il cappello.
Dopo una lunga selezione di abiti in cui decidi di comprare solo un berretto di finto jeans, passi ad una camicia a maniche corte, bianca, sicuramente meno appariscente e più adatta a te.
Ti piace come mette in mostra il tuo fisico asciutto senza esagerare e apprezzi quel po’ di buon senso che ha spinto Alexy a sceglierla, considerando il fatto che è l’unica cosa fra quella montagna di roba che ti piace davvero.
Decidi di prenderla e una volta rimessi i tuoi vestiti esci dal camerino, mollando al pazzo scatenato ciò che non hai gradito- ovvero, quasi tutto. Ti dirigi verso la cassa e paghi, per poi venire trascinato nel negozio accanto, dove vieni sottomesso nuovamente alla volontà di ferro di tuo marito, che è deciso più che mai a farti tornare a casa con almeno tre buste stracolme di capi d’abbigliamento.
Cosa direbbe tua sorella nel vederti succube di un uomo con cui vivi da poco più di un anno, quando lei in ventiquattro anni non è mai riuscita a tenerti in un negozio per più di un quarto d’ora?

Oh, come vorresti fingere di avere un gran mal di testa e convincere Alexy a tornare a casa, ma lo sai, caro mio,  che non lo infinocchierai mai con una tanto banale bugia!
Le vetrine specchiano il tuo viso stanco ed esasperato, mostrandoti una faccia così distrutta da far paura persino a te.
Tuo marito esce fuori dalla porta a vetri di un bar e ti porge un milk-shake alla fragola  “Bene, possiamo andare a casa!” annuncia e finalmente puoi tirare un sospiro di sollievo.



Ti infili sotto le coperte, talmente stanco che a malapena ricordi chi sei e quanti anni hai.
A pancia in su, ti copri gli occhi col braccio, sperando con tutto te stesso che Alexy non abbia voglia di chiacchierare.
Fa freddo questa sera e i nuvoloni neri che hai visto poco prima di abbassare la serranda fanno presagire una gran bel temporale, forse con tanto di grandine.
Hai voglia di estate, di mare, di sole, ma soprattutto hai voglia di una bella lettura sotto l’ombrellone, con la brezza a muovere le pagine e l’odore della salsedine.
E poi, d’estate Alexy è troppo preso a fare la salamandra sul lettino e a cercare di abbronzarsi, e tu puoi startene in pace con i tuoi pensieri.
Stai per scivolare nel mondo dei sogni, quando Al si gira verso di te  “Martin?”
Sbuffi  “Sì, piaga della mia vita?”
“Mi sono dimenticato di comprare una sciarpa…non è che domani mi accompagni al centro?”
Ti volti e lo vedi sbattere le palpebre con un fare da angioletto e un sorriso innocente.
“Scordatelo.”
“E dai! Il giuramento diceva che mi saresti rimasto accanto sempre: in salute, in malattia…”
“Ma non menzionava nulla riguardante lo shopping.” lo interrompi, sperando con tutto il cuore di averlo zittito.
“Per favooooreee!”
E invece no!
“Mi rifiuto.”
“Sei crudele, Martin, davvero crudele!” l’ingrato si lascia sfuggire una lacrimuccia e abbassa gli occhi come un cane bastonato, sapendo che non puoi resistergli quando fa così, perché se lo facessi ti sentiresti in colpa per i prossimi quindici giorni.
“Lo sai che sei un gran bastardo, vero Alexy?”
“Ti adoro!” senti le sue braccia cingerti il collo e ti lasci scappare un sorriso.
Chiudi gli occhi e Morfeo torna a prenderti, ma, ovviamente, non ci riesce.
“Martin?”
“Cosa vuoi ancora, rompiscatole che non sei altro?”
Al si accoccola contro di te e mormora un ‘grazie’ a voce talmente bassa che quasi credi di essertelo immaginato.
“Per cosa?”
“Per essere qui.”
Le vostre labbra si incontrano e ti lasci andare in un bacio delicato, così diverso da quei pochi che vi concedete di tanto in tanto.
Lo sapevi che Alexy ti avrebbe cambiato la vita, lo sapevi sin da quando ti ha rovesciato addosso il cappuccino tre anni fa. Lo sapevi quando ti ha presentato i suoi genitori, lo sapevi quando vi siete dati la mano sulle montagne russe prima del giro della morte.
L’hai sempre saputo, ma come si dice?  Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

  
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