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Autore: telesette    22/06/2014    1 recensioni
[ Questa fanfiction è scritta da mano anonima! ]
Scorpion aveva messo a nudo la sua anima, per lei.
Aveva cercato la verità, per lei.
Aveva massacrato, per lei... Tutto per lei.
Il teschio scintillante e bianco sembrava fosse il vero volto del ninja.
Mileena sembrò riflettere molto sulle parole del ninja.
Scorpion la adagiò piano sul letto di ossa, baciandola con dolcezza, poi scese sempre di più…
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'Autori & Autrici anonimi/e'
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PREMESSA

Più o meno dalla prima metà del 2013, sulla mail di "telesette", già cominciavano ad arrivare un bel mucchio di: idee, suggerimenti e consigli per nuove storie.
Fino ad oggi, ho sempre cercato di accontentare tutti/e, dando vita e corpo alle storie che molti/e spesso incontrano un po' troppa difficoltà a scrivere personalmente.
Purtroppo neanch'io posso tenere il ritmo con tutte le singole mail che mi vengono recapitate ogni mese - con la conseguenza che molte long-fic sono indietro coi tempi dell'aggiornamento e le nuove attendono tuttora di comparire su codeste pagine - e questo è forse UNO dei motivi che mi rendono tanto "scostumato" agli occhi della civile e rispettabile comunità.
Ovviamente ce ne sono altri ma, visto che non riguardano tale contesto, lasciamo perdere...
Dal momento che una persona si è offerta gentilmente di aiutarmi con alcune bozze, scrivendo in concreto la storia che state appunto per leggere, approfitto di questo spazio per ringraziare la sua grande cortesìa e specificare appunto che la storia qui di seguito NON è sostanzialmente farina del mio sacco.
La persona che ha scritto quanto segue, onde scongiurare pesanti e fastidiose polemiche, preferisce infatti mantenere l'anonimato e regalarci il frutto del suo impegno senza chiedere nulla in cambio: niente commenti, niente approvazioni, né critiche, elogi... niente di niente, insomma!
La storia è qui, pure se NON l'ho scritta io, ed in totale accordo con la persona che l'ha scritta.
Questo è un libero omaggio a tutti i veri appassionati, che non richiede nulla all'infuori della semplice condivisione, e nessun regolamento lo vieta.

In Fede

DAVID BIZZARRI

 

Scorpion e Mileena - Love for the Heart
( immagine di: kitmax13 su deviantART )

Seduto sul suo trono di ossa frantumate e interiora secche, il ninja riposava le sue membra stanche e sazie di sangue viscido e appiccicoso.
Un teschio rotolò malamente dal cumulo d’ossa, producendo un fastidioso tintinnio. Costui aprì distrattamente gli occhi bianchi e il teschio venne frantumato dal liscio e tagliente acciaio del suo arpione. 
Socchiuse gli occhi e ansimò pesantemente.
Non aveva più voglia di dormire. Aveva una missione vitale da portare a termine: era stato ignobilmente assassinato e, siccome, i suoi precedenti da assassino e tagliagole del clan lo avevano reso tristemente famoso, tanto che né il paradiso né l’inferno avrebbero accolto la sua anima ruggente di rancore e astio per tutto ciò che respirava, non poteva fare altro che fare tesoro della sua sorte. 
Sarebbe da veri maleducati non restituire con la stessa moneta ciò che gli era stato fatto.
La vita non aveva significati, se non mettere fine al proprio scopo e infine morire lentamente nella noia.
Si alzò dalla colonna di ossa e queste produssero altri suoni, come tanti bicchieri di cristallo che si frantumano miseramente sulla dura roccia.
Si schioccò il collo muscoloso e decise che, per porre sollievo alla sua noia, avrebbe di nuovo rincorso il suo assassino e, sospinto dalla forza di volontà, avrebbe messo fine al suo rancore.
D’altra parte non era il tipo che si crogiola nell’ozio ma era sempre pronto a lottare per qualcosa o per qualcuno.
Questo era rimasto della sua vita precedente, la vita di Hanzo Hasashi. 
Non rammentava più la precedente esistenza, ormai morta e sepolta. Sapeva perfettamente però "chi" era… Un nome che indicava malizia e tradimento, tornaconto e rapidità, sopravvivenza e parassitismo… Era Scorpion!
Le fiamme s’innalzarono, in risposta al suo grido senza voce, come figli che rispondono al loro padre. Era di nuovo tornato sulla Terra, aveva bisogno di trovare il suo nemico e sfogare la sua ira.
Saettando tra i rami del bosco del mondo degli umani, agile e delicato come un airone, cercava una qualsiasi traccia del passaggio del suo nemico giurato come un segugio.
La sua mente era priva di pensieri, in perfetta armonia con il suo corpo, e attenta a percepire ogni possibile segnale.
Qualcosa catturò la sua attenzione, spingendolo a fermarsi sul ramo di un albero giovane. Inginocchiato sulle punte dei suoi stivali gialli perfettamente allineati sulla punta del ramo, cercò di amplificare il proprio udito per scoprire la provenienza di quel suono.
Era un pianto…

- Sarà qualcuno che si è perso nel bosco…

Scorpion stava per riprendere la sua ricerca ma notò che le tenebre della notte scendevano rapidamente sulla terra nel suo pieno ciclo.

- “La notte è alleata col nemico del mio nemico” - così dicendo, il ninja immediatamente scivolò immediatamente giù dagli alberi che sorreggevano la volta smeraldina della macchia.
Si tuffò in un cespuglio. I suoi occhi bianchi vedevano chiaramente la scena, nonostante la notte avesse già spento ogni fonte di luce (luna compresa!), e qui riconobbe la figura tristemente accovacciata nell'erba.
Era Mileena.

- Che diavolo ci fa qui?

Scorpion aveva avuto occasione di lottare contro di lei e, molte volte, uscendone sia vincitore che sconfitto.
I suoi occhi demoniaci scrutarono le curve armoniose e delicate del suo corpo. Sapeva benissimo che in realtà era un inganno: sotto il suo sensuale aspetto femminile, infatti, si nascondeva un ibrido metà umano e metà Tarkaata.
Non era né una donna né un mostro.
Il non-morto non si perse un attimo, nell'osservarla di nascosto. Vederla piangere, come una ragazzina fragile e indifesa, era una cosa più unica che rara.
Quando sembrò che si fosse calmata, senza che un segno di vita provenisse dal suo corpo, Scorpion fu tentato di catturarla e interrogarla... ma la visuale dei due lunghi sai appuntiti legati alla vita da una cintura di lino lo fece immediatamente desistere dai propositi.
Ricordava molto bene il dolore che erano capaci di infliggere sulla sua carne.
Non più forte, però, del proprietario di quei due coltelli.

- Meglio levare le tende, qui sto solo perdendo tempo - fece il ninja strisciando all’indietro.

Improvvisamente si bloccò, la donna di fronte a lui si era appena alzata ed allontanata in direzione opposta alla sua.
Scorpion strinse gli occhi, per poco non si faceva scoprire. Poi, considerando le apparenze, ci mancava solo che venisse accusato di voyeurismo.
"
Scorpion il guardone"… la sua dignità di ninja spietato e sanguinario sarebbe andata a farsi friggere.

- Se ne andata in fretta, come se fosse costretta a lasciare il luogo - pensò. - Qualcosa non quadra... 

Il suo istinto (l’unica cosa di cui si fidava) gli diceva di aspettare.
Infatti sentì altri passi che si muovevano rapidi, verso il punto dove prima c’era Mileena.

- Sono in dodici… e, purtroppo, uno di loro lo conosco molto bene!

Poggiando l’orecchio sul terreno, e analizzando il ritmo dei passi, aveva ottenuto le informazioni necessarie.
N
on si era sbagliato, in effetti. Un nutrito gruppo di Tarkatan, con in testa quel viscido insetto di Baraka, si erano riversati sul luogo.
Stavano cercando Mileena?
Scorpion si maledisse di non essersi allontanato quando ne aveva avuto l’occasione.
Ora era tutto più difficile.

- Cercatela! L’imperatore ha percepito la sua presenza qui - il chiasso degli uomini di Baraka turbò di molto la quiete del bosco: uccelli si librarono in aria e conigli spauriti si ritirarono nelle loro tane sotto terra.
Scorpion ritenne opportuno osservare le cose da un punto più in alto.
Ora era seduto sopra il ramo di un albero, nessuno lo aveva visto.
G
li orridi visi ghignanti, di quelle belve assassine, mentre con le loro primitive armi naturali distruggevano e squarciavano ogni pezzo di vita della natura.

- Mi sembra strano che Mileena appartenga a quella razza - si disse Scorpion tra sé.

Da quando quella donna era al centro dei suoi pensieri?

- Signore! Qui... Ho trovato un pezzo di stoffa viola!

Uno dei sicari di Baraka stringeva tra le unghie il suddetto oggetto che indubbiamente apparteneva alla donna.
Subito
 tutti i sicari concentrarono le loro ricerche nella zona del ritrovamento.
Baraka ghignò soddisfatto.
Scorpion nel frattempo osservava tutto, nascosto nell’abbraccio della tenebra.

- Che avrà mai fatto lei, per ricevere tutte queste attenzioni? - si chiese.

Tutta quella confusione per una semplice donna lo incuriosì molto.
La ricerca, nel frattempo, aveva dato i frutti sperati. In mezzo a un cespuglio di rovi era caduto un libro.
Baraka era l’unico che sapeva leggere e pareva ben propenso di svelare ai suoi compari il contenuto dell’oggetto.
Scorpion spiccò un balzo e si spostò su un altro albero più vicino al capo Tarkatan, col suo fine udito pronto a percepire ogni singola sillaba.

- Un diario ?!?

Scorpion ignorò le risate di scherno dei sicari, accompagnate dalla voce in farsetto del loro degno capo.

- Tsk, quando torneremo alla base useremo questo libro come merce di scambio, con cosa… già lo sapete!

I ghigni sadici si allargarono su quelle facce di lucertola.
Qualcosa scattò nel cuore dello spietato ninja.
Il pensiero di vedere quella donna nelle mani di quei luridi animali e poi torturata… Era troppo.
Doveva essere rapido e invisibile.

- Ora basta ridere, torniamo alla base! La ricatteremo, in cambio del nostro silenzio, e poi daremo il suo diario allo stregone così ci divertiremo mentre la torturiamo...

Oltre il danno, la beffa!
Scorpion n
on provava una tale rabbia, dal giorno in cui aveva assistito alla distruzione del suo villaggio natale.
N
on li avrebbe risparmiati.
Facendo appello alle sue abilità di assassino e supportato dal suo fido rampino, trucidò in modo sin troppo rapido ogni singolo verme.
Era rimasto soltanto Baraka, il quale non aveva alcuna idea di chi fosse il misterioso assalitore.

- Erano in dodici ma non avevano l’intelligenza di un uomo normale!

Un modo di dire, garbato, per sottolineare che erano dei perfetti idioti.
Il capo di quel gruppo era talmente terrorizzato che si era messo in trappola da solo.
Non c’era neppure gusto a smembrarlo.

- Dove sei, vigliacco? Non hai il coraggio di affrontarmi?- Baraka aveva estratto le sue lame retrattili e, nella bisaccia, custodiva gelosamente il diario.

Scorpion, dal suo nascondiglio, sogghignò divertito. Ritenne comunque opportuno mettere fine ai giochi ed eliminare l’ultimo testimone.

- Mi cercavi, animale? - in un turbine di fiamme rosse, si presentò di fronte a Baraka. 

Le entrate ad effetto fanno sempre la loro bella figura. 

-Tu... Che ci fai qui? - esalò il Tarkaata, facendosela quasi addosso.

- Passavo di qui, sai… passeggiate al chiaro di luna, prima della buona notte!

Scorpion ridacchiò. 
Baraka indietreggiò ancora, finché non si trovò con le spalle poggiate al tronco di un albero.
Ora si che era in trappola.

- Perché hai paura di me? Siamo amici, dopotutto - fece il ninja, stuzzicandolo come il gatto col topo.
- Allora perché hai massacrato i miei uomini?
- Semplice: mi annoiavo, era da molto che non estraevo il mio arpione… con tutta l’umidità, rischia di arrugginire! - spiegò con tono di finta costernazione.
- Lurido scorpione - imprecò il mostro tra i denti. - Come ha distrutto il tuo villaggio, così lo stregone truciderà anche te!

Da un atteggiamento timoroso, Baraka si fece subito più spavaldo.

- Come hai detto?! - Scorpion, in pochi passi, gli fu spaventosamente vicino.

Sembrava quasi sul punto di incenerirlo con il solo sguardo.
Impugnò l’elsa della sua katana e la puntò contro la gola raggrinzita del Tarkaata.
Baraka si era tradito. 

- Il tuo silenzio mi induce a pensare che non era Sub Zero ad aver distrutto il mio clan... ma Quan Chi, esatto?

Baraka non rispose.

- “Con lui non ricaverò risposte” - rifletté Scorpion, abbassando la spada. - Dammi il diario!

Subito Scorpion alzò la mano sinistra e prese il diario dalle mani tremanti dell'altro.
Senza aggiungere niente, dunque, scomparve.
Qualche ora dopo gli eventi, il ninja era seduto su un pezzo di roccia incandescente... 
L’inferno era la sua casa.
Le rivelazioni ricevute lo avevano più scosso di quando non desse a vedere. 
Sub Zero non era più il suo nemico ma Quan Chi... colui che lo aveva schiavizzato in cambio di vendetta.
Si passò tra le mani il libro ma non lesse le sue pagine. Farlo significava violare ciò che era rimasto di sacro in quella donna. 
Quando l’aveva vista prima, mentre piangeva e scriveva… non ci aveva fatto caso allora.
Si strinse il libro tra le braccia, domani lo avrebbe restituito a Mileena.
Il giorno successivo tornò dove l’aveva vista ieri notte.
Ovviamente doveva mantenere il massimo riserbo e non lasciare troppo del suo passaggio.
Di nuovo appiattito sotto gli stessi cespugli, costui attese che Mileena si facesse viva.

- Scorpion, esci da la sotto, ormai ti ho visto!

Una voce femminile lo fece rabbrividire.
Non era Mileena… Il ninja si alzò lentamente dal suo nascondiglio. Il fatto che non fosse stato aggredito, lasciava presagire che chiunque lo avesse beccato non aveva interesse nel prendere la sua vita.

- Ti riconosco, sei Kitana, la figlia dell’imperatore… - Scorpion osservò la sorella più giovane di Mileena.
- Scorpion - esclamò lei, avvicinandosi. - A quanto pare, hai fatto un bel casino!

La frase allarmò il feroce assassino.
La donna, intuendo la sua agitazione, gli fece cenno di calmarsi e di ascoltare.
Kitana iniziò a raccontargli per filo e per segno quello che era accaduto la notte precedente, ponendo in particolare rilevo il suo litigio con la sorella e il patto stipulato da quest’ultima con lo stregone.

- “Il proprio corpo per la propria bellezza” - ripeté Scorpion mentalmente, fissando la frase appena detta dalla donna.
- Ormai il mio tradimento è noto a tutti, e non posso più avvicinarmi a mio padre per porre fine al suo regno di follia!

Kitana si passò le palme delle mani sul petto, chinando la testa come a chiedere perdono.

- “Non una donna, né un mostro”...

Scorpion non la stava più ascoltando, la sua mente era altrove.

- Scorpion, assassina mio padre, ti prego!

Scorpion la fissò senza nascondere una certa perplessità.
Perché proprio lui doveva accollarsi una missione del genere e non chiunque altro?
Lo spettro del clan Ryo, nella sua disperata e inarrestabile vendetta contro Sub Zero, era finito in un gioco molto più grande di lui.

- Dov’è Sub Zero? - chiese Scorpion serrando i pugni. 
- Se fai in tempo, lo potrai sfidare nel pieno delle forze nel regno di Outworld...

Kitana aveva appena finito di rispondere alla domanda, che lui era già sparito in un turbine di fiamme, e l’ultima cosa che ricordava erano i suoi bianchi occhi cerchiati di un rosso acceso. L’unica cosa rimasta era il diario di Mileena.
Incertezza e confusione attanagliavano il cuore del temibile spettro dell'inferno
.
La personalità di Hanzo e quella di Scorpion si contendevano un regolare incontro di pugilato sul ring dello spirito.
Già molto diffidente, per sua natura, ora era nel caos più totale.
Sub Zero, Quan Chi, Baraka e l'imperatore... Costoro gli danzavano dentro, nella testa, come mosche fastidiose.

- Se ti metterai al mio servizio, farò in modo che la tua sete di vendetta sia appagata...
- 
La tua vendetta non ha nulla a che fare con me, stanne lontano...
- 
Conquistate l’Earthrealm!
- 
Lurido scorpione... come ha distrutto il tuo villaggio, così lo stregone truciderà anche te...

Le voci si accavallavano tra loro, così che Scorpion era ormai prossimo ad una crisi di nervi.
"
Non una donna, né un mostro"…

- Mileena… accidenti a te!

Scorpion allungò il passo, aveva un pessimo presentimento.
A quando pare Hanzo Hasashi aveva vinto l’incontro.
Qualche ora più tardi, le stanze dello sfarzoso palazzo dell’imperatore s’imbrattarono di sangue fresco.
Corpi di guerrieri Tarkaata e guerrieri umani giacevano riversi su se stessi, carbonizzati.

- Se trovo quell’autore demmerda, che ha lasciato che Mileena venisse stuprata da un vecchio pelato, mi auguro che abbia già fatto karakiri... Almeno non sentirà lo scempio che farò del suo corpo, non appena lo troverò!

Scorpion roteò la katana, per levare gli ultimi sprizzi di sangue che ricoprivano l’acciaio.
Raggiunse l’ennesima stanza e, non appena spalancò le doppie porte con un calcio da film d’azione, venne accolto da un brivido di freddo.

- Scorpion, a quanto pare, hai fatto in fretta!

Gli occhi di Sub Zero si specchiarono in quelli di Scorpion.

-Tu? - Scorpion si contrasse in una smorfia rabbiosa.
- Beh, prima di morire, mi sembra giusto regolare i conti; te lo concedo, Scorpion! Nonostante tu sia un essere spietato e malvagio, sai cos’è l’onore e il rispetto verso chi lotta secondo principi che non andranno mai violati e… - mentre parlava, l’uomo del ghiaccio si mise in guardia e subito partì la musichetta d’inizio con tanto di scritta “Ready”.
- Piantala con queste sciocchezze - esclamò lo spettro. - Non è possibile che, ogni volta che debbo incontrare qualche nemico, io debba per forza passare alle mani... e che cazzo!

Scorpion, anzi Hanzo, alzò la mano in un cenno inoffensivo.
- C… come? - Sub Zero non nascose una vivida sorpresa tanto che, subito dopo, aggiunse: - Stai bene? Sei stato malato in questi tempi?
- Tsk… Sto benissimo, Zero... Tu pensa all’imperatore, che io mi occupo dei pesci piccoli - ciò detto, proseguì verso la prossima stanza.

Sub Zero sorrise.
Se c’era una cosa che aveva ammirato di Scorpion era proprio questo. Lui non andava in cerca di fama e gloria, era un tipo molto alla man... pardon,all’arpione.
La successiva stanza era una piattaforma circolare, con tanto di spuntoni che scendevano lentamente verso il basso, pronti a trafiggere chiunque si trovasse lì.
Ad attenderlo vi era nientemeno che Baraka.

- Avrò la mia rivincita, stupido insetto - esclamò il Trakaata, sfoderando le lunghe lame dalle braccia.

Scorpion inarcò il sopracciglio, come se cercasse di comprendere la battuta poi comprese.

- Lo scorpione è un aràcnide - lo corresse.
- Non prendermi in giro, gli aràcnidi sono i ragni - sbottò Baraka rabbioso.
- Ti confondi con gli aràneidi - puntualizzò Scorpion. - Gli scorpioni sono dell’ordine di artròpodi velenosi, della classe degli aràcnidi, dei quali fanno parte anche i ragni che sono catalogati con il nome di aràneidi...

Scorpion, incurante del soffitto che stava scendendo sempre più veloce, ritenne opportuno fare un'interessante lezione di biologia.

- Gli insetti sono coloro che posseggono tre paia di zampe, quindi chiamati esàpodi, mentre gli scorpioni ne hanno quattro paia... È la differenza più importante!

I nervi di Baraka esplosero.

- Ma che mi frega di queste puttanate? - urlò ferocemente.
- Sei stato un po’ troppo tempo nell’Outworld - osservò tranquillamente l'altro. - Devo ringraziarti, per l’informazione dell’altra volta, per cui cercherò di ucciderti prima che il soffitto ti cada in testa!

Scroccò le nocche.

- Immagino che farò bene a non dirti che c’è una leva alle mie spalle, abilmente camuffata da torcia, che blocca il meccanismo del soffitto - sorrise Baraka mettendosi in posizione di combattimento.
- Già, fai proprio bene, l’imperatore dovrebbe essere fiero di avere un così arguto servitore al suo servizio!

Nonostante fosse noto per la sua poca propensione alla risata, Scorpion faceva fatica a rimanere serio.

- Ti ringrazio - Baraka passò all’attacco, scagliando dal gomiti delle lame nere.

Scorpion riuscì ad evitare il primo assalto e si teletrasportò alle sue spalle per tempestarlo di calci.
L’avversario rotolò lontano, per evitare l’ultimo calcio, e con una capriola verticale si portò sopra a Scorpion pronto a infilzarlo con la lama.
Il ninja del fuoco emise un urlo e una colonna di fiamme s’innalzò da tutto il suo corpo. Baraka fu carbonizzato in buona parte e, successivamente, penetrato dal torace al bacino dall’arpione. Scorpion roteò dunque su sé stesso, facendo schiantare il Tarkaata per le pareti della sala.
Non ancora soddisfatto, cacciò fuori dalle tasche due stelle di ferro e con esse bucò diverse parti del corpo del servitore.

- Okay, metterò fine alla tua sofferenza... Consideralo un regalo!

Ciò detto, con la katana mozzò la sua testa con un semplice taglio netto.
Proprio quando il tetto stava ormai raggiungendo l’altezza di un uomo medio, Scorpion con una scivolata s’avvicinò alla torcia/leva e l’abbassò.
Il soffitto si bloccò e ritornò di nuovo sopra.

- Accidenti, ho perso troppo tempo, Quan Chi potrebbe sfuggirmi...

Il carattere di Scorpion tornò subito serio e figo, come suo solito.
Un’altra porta, altro calcio.

- Quan Chi, dove sei?! Devo parlarti - fece Scorpion, estraendo i suoi arpioni dai palmi delle mani con fare minaccioso.
- Prego, entra pure - rispose lo stregone mellìfluo. - Sono nella sala del trono, a destra della sala giochi, un po’ dopo la piscina e la palestra; non confonderti con la sinistra, che porta alla sala di biliardo e alla zona bar; e se ti occorre, il bagno sta all’ultima porta a destra... Mi raccomando, pulisci le scarpe prima di entrare!

Scorpion restò un po’ stranito ma, guardando avanti, vide lo stregone che sedeva sul suo trono personale.

- Allora è vero che possiede uno stipendio da parlamentare, nell’Earthrealm...

Scorpion si scosse dai pensieri e avanzò verso il suo vero nemico.

- Lo immaginavo che saresti venuto a conoscenza, del fatto che ho ucciso il tuo villaggio e ho violentato Mileena in cambio della sua bellezza... Ma sappi che la tua cavalcata verso la vendetta termina qui ed ora!

Ciò detto, si alzò dal trono e le forze del male s’accumularono nel suo corpo, pronte a scatenarsi al suo comando.
Scorpion non parlò. Semplicemente lasciò che fossero i suoi pugni a parlare per lui.

- Ti sei divertito con lei, eh? Ebbene ora tocca a me farti divertire!

Scorpion serrò i pugni e un alone incandescente si sparse per la sala bruciando ogni cosa al suo passaggio.
In meno di pochi secondi lo scontro era iniziato: le fiamme dell’inferno contro le fiamme del male...
Lo scontro vide apparentemente in vantaggio lo stregone, forte della sua abilità magica e grande tecnica omicida.
Apparentemente, però!
Hanzo ora guidava ciò che un tempo era il suo corpo e ora uno spettro rancoroso.
Si mantenne sulla difensiva finché un pugno più lento degli altri gli sfiorò la maschera. Di scatto afferrò il braccio dello stregone e gli spezzò l’osso del gomito, con una ginocchiata possente dal basso verso l’alto.

- Questo è per il mio clan, che tu hai trucidato!

Un urlo di dolore riecheggiò per tutta la stanza.
Lo stregone, dopo l’urlo emesso, partì al contrattacco levando un calcio a spazzare con la gamba in basso per far cadere il suo nemico. Scorpion, per schivare, balzò verso l’alto e poi, con il tallone dall’alto verso il basso, spaccò il ginocchio di Quan Chi con un forte crack.
Quan Chi aveva capito ciò che intendeva fare Scorpion… le ossa. 
Aveva perso la sensibilità delle ossa: non le sentiva più, sia quelle del braccio che della gamba.

- Questo è per le stronzate che mi hai raccontato per tutto il tempo - Hanzo era furioso.

Subito dopo aiutò il nemico ad alzarsi e, portandosi rapido alle sue spalle, eseguì un devastante spacca-schiena. Una persona normale sarebbe rimasta tetraparaplegica per il resto della sua vita.

- Questo, invece, è per Mileena!

Il corpo di Quan Chi crollò a terra.

- Ci sono ancora 203 ossa da rompere, non ho finito!

Scorpion prese un martello da barbaro in esposizione e…
Il resto lo lascio immaginare.
Vi basti sapere che Scorpion, per assicurarsi che quel verme non avesse la possibilità di una morte liberatrice, gli strappò il cuore ancora pulsante. Infatti, senza distruggere tale organo, anche se separato dal corpo assicurava comunque la vita del portatore originario.
È una cosa che lo stregone aveva fatto, per evitare di venire ucciso.
E il ninja gli aveva ritorto la cosa contro.
E, alla fine, si levò la maschera.
E gli vomitò le fiamme.
E il cuore venne lasciato sul pavimento, ancora pulsante...
Voleva solo vendicarsi, non uccidere.
Finalmente era finito.
Sub Zero e la compagnia dei buoni avevano salvato il mondo, ancora una volta.
Scorpion ritornò nell’inferno, con il cuore in pace.
Ma non ancora del tutto.
Hanzo Hasashi alias Scorpion dormiva tranquillo sulla colonna di ossa. Il diario lo aveva lasciato a Kitana, lei sapeva bene cosa farne, poi ripensò a quando l’aveva vista piangere in quel bosco.
Perché Mileena piangeva?
Scorpion, per quando si sforzasse di pensare a una ragione logica, non ci arrivava.

- Ovviamente, non posso andare da lei - mormorò, massaggiandosi gli occhi chiusi.

La fatica e la stanchezza accumulate nella battaglia gli imponevano adesso di restare a riposo. Le ferite si sarebbero pian piano rimarginate, con il tempo.

- Scorpion!

Una voce femminile che avrebbe preferito non sentire per un po’ lo fece talmente agitare che ruzzolò a terra.

- M… Mileena?

Scorpion non sapeva spiegarsi, perché fosse rosso come un peperone.
Non ne aveva ragioni... o forse si, invece?

- So tutto - sorrise lei.
- Mi dispiace ma il diario l’ho trovato per caso, lo giuro! Non ti ho spiata nel bosco, mentre piangevi…

Scorpion cercò di trovare scuse possibili e plausibili.
Conosceva bene la temibile furia di quella donna, ed era stanchissimo per gli eventi appena affrontati.

- Tranquillo, Kitana mi ha raccontato tutto - la tensione tra i due sembrò acquietarsi dal sorriso della donna.
- Meno male, senti... - Scorpion fece un ampio respiro. - Perché hai fatto un patto così vergognoso, con quel maiale?

Scorpion si fece serio in volto.

- Per questo… - rispose lei, togliendosi la maschera. - Non puoi capire cosa significhi, essere bellissima e avere questo scherzo della natura sul viso!
- Davvero? - Scorpion si levò dunque la maschera a sua volta.

Non era Scorpion, non era Hanzo e… No, non è Ghost Rider! Era un demone.

- Siamo uguali, Mileena!

Scorpion aveva messo a nudo la sua anima, per lei.
Aveva cercato la verità, per lei.
Aveva massacrato, per lei... Tutto per lei.
Il teschio scintillante e bianco sembrava fosse il vero volto del ninja.

- Io mi accetto per quello che sono, anche se non sono per nulla attraente - disse poi. - Mileena, non devi essere diversa per gli altri, ma devi essere te stessa... Io ti accetto, per come sei, e tu invece?

Mileena sembrò riflettere molto sulle parole del ninja.

- Scorpion… pensavo che nessuno mi avrebbe vista per come sono - sussurrò Mileena, andando istintivamente a cercare l'abbraccio affettuoso dell'altro.
Hanzo sembrava volere donare ciò che non aveva mai donato a nessuno unicamente a lei.

- Ti amo, Mileena!

Così dicendo, l’abbracciò e lentamente si spinsero ad un livello superiore di amici/rivali. Certo non era un bacio normale, ma il gesto era ugualmente significativo.

- Scorpion...
- Mh?
- Che facevi nella foresta?
- Non era colpa mia…
- Ti è piaciuto quello che hai visto?
- Mhh…
- Bene, fammi vedere come sai amare!

Scorpion la adagiò piano sul letto di ossa, baciandola con dolcezza, poi scese sempre di più…

- Aspetta, ma non hai la lingua - gli fece dunque notare Mileena.
- Ah già, passo subito alla seconda parte, allora...
- Mio Dio, fai piano!

Il resto sono fuochi d’artificio.
Mileena era felice, aveva davvero trovato l’uomo della sua vita...
Chissà se lui amava gli orsacchiotti?

 

FINE

NOTA:
Nessun Baraka è stato maltrattato, durante la creazione della storia, e nessun autore è stato trucidato da Scorpion DOPO la storia...

   
 
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