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Autore: Brodie    23/06/2014    2 recensioni
" E in quel momento mi accorsi che quello non era vivere ma sopravvivere"
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Il momento della Mietitura scritto dal punto di vista di Prim
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Primrose Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                  Fear

Distretto 12

Mietitura

Il mio nome che veniva estratto alla mietitura.

Quello era la mia paura, il mio incubo, e il mio unico pensiero da quando avevo compiuto dodici anni, nonché età nel quale il tuo nome era per la prima volta - e forse l'ultima- dentro quella teca di vetro, e potevi essere estratto

come tributo per andare a combattere negli Hunger Games fino alla morte.

Katniss mi ripeteva spesso che non poteva uscire il mio nome, che «C'era solamente una volta» , ma io non riuscivo

ad autoconvircemi di questo.

Avrei voluto essere come lei. Forte, determinata, coraggiosa, pronta ad andare incontro ad una probabile morte senza dire una parola.

La osservai attentamente, lasciandomi scappare un «vorrei essere come te» e lei per risposta si abbassò alla mia altezza.

dicendomi “No, io vorrei essere come te paperella”

Mi sforzai di farmi scappare un lieve sorriso ma davvero non ci riuscivo. L'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento era piangere: lasciar fluire le mie lacrime lungo le guance. M non potevo. Non volevo dimostrarmi più debole di quanto una bambina di dodici anni potesse essere in una situazione del genere.

Mi porse una piccola spilla. “Per proteggerti”aveva detto, ed io non potei fare a meno di fidarmi, perchè era sempre stato così: se mia sorella diceva qualcosa io avrei dovuto darle fiducia, semplicemente.

Era arrivato il momento, il momento fatale, quello che,in pochi secondi, avrebbe potuto cambiare completamente le sorti

della tua vita, rovinandola e condannandola ad una “trappola senza uscita” o salvarla ma solo temporaneamente.

E solo ora mi accorsi che quello non era vivere ma sopravvivere.

Fuori la temperatura era afosa, più del normale. Anche l'aria sembrava diversa, più calda come rarefatta che mi impediva di respirare pienamente.

Strinsi saldamente la mano di mia sorella ed insieme ci incamminammo verso la nostra “trappola senza uscita”.

Mentre camminavo guardavo il volti degli altri. I loro sguardi sembravano persi nel vuoto, verso un realtà diversa da quella degli Hunger Games.

Nella piazza c'era un palco e degli schermi sul quale erano proiettate le immagini delle persone che camminavano. Non ne capivo il senso.

Perchè qualcuno doveva guardare qualcosa del genere? Di così crudele? Di così; violento? Perchè guardare la morte di ragazzi innocenti costretti a pagare per qualcun altro?

Mi fecero un leggero taglio sul dito, ma abbastanza grande per poter prelevare il mio sangue ed avere il mio nome.

Li mi dovetti dividere da mia sorella Katniss ed andare insieme agli altri miei coetanei.

Dopo aver visto il filmato nel quale veniva “raccontata” la rivolta dei distretti di Panem e, aver aspettato un'attesa interminabile, arrivò il momento dell'estrazione.

Una donna, alquanto strana, si avvicinò alla teca ed estrasse la piccola tessera.

«Primrose Everdeen»

Avete presente quando vi manca il respiro? quando il cuore perde un battito? e le gambe cominciano a tremare?

ecco.

Era quello che provavo in quel momento.

La mia più grande paura, il mio incubo, la mia ossessione si era appena avverata.

Era arrivata la fine. Sarai stata gettata in un'arena costretta a morire per un errore di qualcun altro.

In quel momento non sentii nulla non provai nulla. Sentivo le guance accaldarsi ma neanche le lacrime riuscivano a scendere.

La donna mi incitò a salire sul palco.

Sistemai il lembo della camicetta all'interno della gonna.

Tieni dentro la tua coda paperella

Katniss.

Avrei voluto guardarla,un'ultima volta, ma non avevo idea di dove fosse e l'unica cosa che potevo fare era raggiungere il palco in attesa di un altro tributo da condannare a morte.

Ad un tratto da dietro di me si levò; una voce.

«Prim» mi chiamava «Prim»

Katniss, che chimava il mio nome cercando di passare oltre i pacificatori.

«Mi offro volontaria come Tributo»Disse ad un tratto.

Ma cosa aveva fatto?

Mia sorella si era appena offerta per morire al mio posto. Ed io non volevo. Non potevo permetterlo.

« No» gridai e lei che mi ripeteva di tornare da nostra madre , abbraciandomi .

“No” continuavo a ripetere fra le lacrime sempre più evidenti sul mio viso. Sento due braccia afferarmi, ma il mio sguardo era sempre rivolto a mia sorella quella sorella che stava per morire a causa mia.

Mi ritrovai vicino a mia madre dove chiusi gli occhi abbandonadomi ad un pianto silenzioso e colmo di dolore al pensiero di mia sorella, offertasi volontaria ad una sorte dal quale non sarebbe potuta scappare.

Mia sorella offertasi volontaria alla morte.



 

  
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