Ogni volta che Doflamingo parlava si chiedeva come fosse possibile che non lo avesse ancora ucciso. Il fatto pił incredibile era peró che lo sopportasse e che gli permettesse di girare per casa sua in mutande o peggio, con addosso quel terribile cappotto di piume rosa che altro non era che un omicidio al buongusto.

 

 

"Croco-chan! Che ne dici di impiegare il tuo tempo in modo pił divertente invece di star lģ a leggere il giornale? Io un'idea ce l'avrei, fufufu~"

Lo odiava, non c'erano altre parole per descrivere cosa provasse per quell'uomo.

Era stato odio a prima vista e col tempo quel sentimento non era affatto cambiato, anzi, si era intensificato.

Odiava i suoi capelli che erano troppo morbidi al tatto, quasi quanto delle soffici piume; odiava i suoi occhiali da sole che non gli permettevano di piantare il suo sguardo nero come la pece in quello azzurro cristallino dell'altro; odiava la sua lingua, biforcuta come poche, con cui sparava doppi sensi ogni minuto, ma con cui sapeva anche dare piacere in ambiti pił privati; odiava i suoi vestiti appariscenti e la sua camminata sgraziata; odiava i suoi ghigni perversi e la sua risata gutturale; odiava la sua voce, bassa normalmente e roca quando chiamava il suo nome; odiava quel nomignolo che gli aveva affibbiato appena lo aveva conosciuto.

Odiava tutto di lui, ma non poteva fare a meno della sua presenza.

 

 

"Lasciami in pace" gli rispose sapendo che questo non avrebbe fermato l'altro. Infatti Doflamingo si sedette di fianco a lui sul divano e gli passó un braccio attorno al collo.

"No" sussurró al suo orecchio per poi leccargli il lobo e cominciare a giocare con i suoi orecchini.

Perchč non lo ascoltava mai?

Crocodile cercó di ignorarlo continuando a leggere le parole scritte sul giornale, ma proprio non riusciva a concentrarsi mentre quella lingua calda percorreva il suo collo alternando leggeri morsi a baci.

 

 

"Io ti odio" sibiló cercando di sembrare il pił minaccioso possibile, ma ottenendo solo l'effetto contrario, dato che il biondo gli si avvicinó ulteriormente ed inizió a sbottonargli la camicia con una lentezza calcolata.

"Lo so, provo la stessa cosa"

 

 

True love true love

 

La sua vita era stata stravolta da quel daltonico megalomane e lui non aveva potuto farci nulla. Pił cercava di allontanarlo e pił se lo ritrovava tra i piedi.

Si insultavano, facevano a botte, si lanciavano oggetti e battutine, e alla fine finivano a letto insieme.

Lui proprio non capiva come fosse possibile odiare cosģ tanto una persona da venirne attratti inesorabilmente e senza possibilitą di scelta.

 

 

E pensare che lui era una persona orgogliosa, che rifuggiva i sentimenti e gli affetti e che trovava insopportabile sprecare il proprio tempo con chiunque. Il problema era che quando il fenicottero aveva smesso di essere chiunque ed era diventato qualcuno lui lo aveva accettato, ecco cosa lo faceva incazzare. Per lui i sentimenti erano ció che rendeva un uomo debole e il pił pericoloso di tutti era l'amore che riusciva a trasformare in un rammollito anche la persona pił orgogliosa.

 

 

Le mani di Doflamingo stavano vagando sul suo corpo mentre continuava a lasciargli segni rossi sul collo. Quell'uomo, egocentrico com'era, adorava lasciargli ogni genere di marchio addosso, succhiotti, morsi, lividi, graffi, qualsiasi cosa, era uno dei tanti modi per dimostrare la sua possessivitą.

Non parlavano molto e se lo facevano finivano per lanciarsi dei nomi e degli insulti; loro comunicavano con lo sguardo, era sempre stato cosģ.

Anche in quel momento, quando chiuse il giornale, lo lanció malamente sul tavolino affianco al divano e tolse gli occhiali a Doflamingo, i suoi occhi si specchiarono in quelli dell'altro e capģ di aver perso.

Il ghigno sul viso del biondo si amplió perchč finalmente aveva ottenuto quello che voleva fin dall'inizio: l'attenzione del coccodrillo.

"Togliti quel sorriso dalla faccia Doflamingo" disse Crocodile riservandogli uno sguardo tagliente, in cui si leggeva un misto di orgoglio e istinto omicida che avrebbe fatto scappare chiunque, ma che invece provocó al biondo un brivido di eccitazione.

"E tu smettila di provocarmi"

"Non ti sto provocando. Ti ho detto di toglierti quel ghigno dalla faccia altrimenti le prendi"

"Qui l'unico che lo prende sei tu"

"Imbecille di un fenicottero giuro che ti evir-"

Doflamingo si avventó sulle sue labbra non facendogli finire la frase e lo coinvolse in un bacio bisognoso e poco casto a cui, suo malgrado, rispose con troppo trasporto.

Non c'era niente da fare, non lo sopportava proprio. Non lo sopportava perchč non riusciva ad odiarlo abbastanza.

'D'altra parte, l’odio č il piacere pił duraturo; gli uomini amano in fretta, ma odiano con calma' pensó avvolgendo il collo dell'altro con le braccia.

E lui aveva tutto il tempo.