I Due Diventano Uno

“Tra poco devo partire per l’ennesima missione. Anzi, dovevo già essere partito da tempo e questo lo so fin troppo bene.. Eppure non riesco a muovere neanche un passo. È come se i miei piedi fossero inchiodati al suolo da una forza impercettibile.. ma in realtà lo so che non sono i miei piedi quelli inchiodati alla lapide, ma la mia anima. I miei occhi sono persi a scrutare un nome inciso nella pietra ma che in realtà non vedono. Sono passati parecchi anni da quando il tuo nome è stato scritto su quel monumento. Obito Uchiha.

La mia mente corre leggera tra i ricordi. Eri solo un bambinetto immaturo e piagnucolone che giocava a fare in ninja, Obito. Ma ti volevo bene.. tanto bene.. e la sola vista del tuo nome mi fa provare un tale senso di malessere.. Obito Uchiha.

C’erano tante cose che detestavo di te: quel tuo continuo piagnucolare, quel tuo continuo infrangere i principi.. non eri un buon ninja, Obito.. ma ti volevo bene veramente.. per questo ti trattavo con così tanta freddezza, con così tanta cattiveria. Dovevi crescere, dovevi diventare adulto o non saresti mai stato un vero ninja. Obito Uchiha.

Tu eri come mio padre. Rispettavi le regole solo quando coincidevano con le tue idee. Seguivi il tuo istinto. E l’istinto ti diceva che la vita dei tuoi compagni era più importante di qualsiasi missione. È questo che ti diceva l’istinto, vero Obito? Ti diceva di mandare al diavolo la missione per salvare Rin? Si, è questo che ti diceva.. e io in fondo al mio cuore lo sapevo che avevi ragione, il MIO istinto mi diceva di seguirti, di correre a salvare la nostra compagna e mandare a cagare tutto il resto.. ma quello stupido senso del dovere era più forte di me, più forte del mio affetto per te.. Obito Uchiha.

Tu avevi ragione, ma io mi ostinavo a non vedere.. non potevo permettermi di diventare come mio padre e non potevo permetterlo neanche a te! Come potevo vederti odiato e disprezzato da tutto il villaggio? Non sarei riuscito a sopportarlo.. ti volevo troppo bene, ma questo non è bastato. Forse perché quel giorno mi sono sentito tradito? Ero felice, Obito, come non lo ero stato mai fino a quel giorno. Ero diventato jonin, era un grandissimo onore per me.. ma sembrava che non te ne importasse nulla.. sai, non me ne fregava se non mi avevi portato uno stupido regalo, la cosa veramente importante per me era che tu fossi felice con me! Non vedevo l’ora di vederti arrivare per condividere con te la grande gioia che provavo in quel momento.. ma tu non c’eri.. vidi Rin e Minato-sensei.. ma tu non c’eri.. cosa stavi facendo, mi domando? No, non importa, non voglio saperlo.. è che tu non eri con me.. forse è quello che ha scalfito il grande affetto che provavo per te.. forse è per quello che il senso di dovere ha sopraffatto i sentimenti.. è tutta colpa mia, Obito.. se solo non fossi stato così egoista, così cieco.. tu saresti qui con me.. come posso perdonarmi una cosa del genere?

Scusami, Obito.. te ne sei andato solo per una stupida questione di orgoglio, il mio maledetto orgoglio.. non l’hai fatto apposta.. tu sapevi che qualsiasi cosa che mi avresti donato sarebbe stata solo un peso per me, sapevi che l’avrei giudicata inutile! Ma io volevo solo la tua amicizia, non chiedevo niente di più.. poi hai capito e mi hai fatto il dono più grande, il dono più doloroso.. mi hai regalato una parte di te.. ma perché mi hai salvato? Se non ti fossi lanciato per salvarmi la vita ora ci sarebbe il mio nome inciso sulla dura e fredda pietra.. Hai idea di quanto potesse essere angosciante per me vederti lì a terra immobile sotto un enorme masso? Mi sono sentito impotente.. tu eri li e io ero di fronte a te.. ma non potevo fare altro che starmene fermo a guardare la luce che si spegneva dentro di te mentre esalavi gli ultimi respiri di quella tua breve ma significativa vita.. se chiudo gli occhi e ripenso a quel momento riesco ancora a ricordare il suono della tua voce spezzata dal dolore che esprimeva il tuo ultimo atto di amicizia verso una persona che era riuscita a dimostrarti solo freddezza, cattiveria.. non sono stato un buon amico, Obito.. ma ti ho voluto bene, anche se non sono riuscito a dimostrartelo..

Dicono che quando perdi una persona cara rimanga un grande vuoto dentro di te, profondo e incolmabile.. io non lo sento Obito, io non sento quel vuoto.. non sento quella strana sensazione di incompletezza che ti attanaglia e che ti rende infelice, che ti fa sentire solo.. io non lo sento.. perché tu non mi hai lasciato, Obito.. condividi le mie gioie, i miei dolori, le mie insicurezze.. tu vivi ancora Obito.. sento la tua vita pulsare dentro di me in ogni istante della giornata.. come potrei sentirmi solo sapendo che tu sei sempre con me? Ora noi due siamo una cosa sola: i due diventano uno..”