Non penso di continuare ma l'idea mi ispirava...
Ricordi
Il vento fra i capelli, in mano una sigaretta e di fronte a lei il mare. Su quella nave in procinto di svanire nel nulla stavano un migliaio di persone sconosciute. Neanche si ricordava i loro visi mentre salivano il ponte. Ma si, indubbiamente poteva rammentare qualche persona che l’aveva colpita in modo più profondo.
Ispirò a fondo così che la nicotina facesse effetto. Chiuse gli occhi e immaginò di tornare bambina. Il vestito giallo di taffetà, un qualcosa simile al legno che sorpassava stringendo forte la mano di un uomo distinto. Un profumo di tabacco e menta misto a una sensazione di continua austerità e regole simili a dogmi eclesiastici. Non rammentava tutto con chiarezza e nemmeno era sua intenzione.
Si strinse forte le braccia e fece marcia indietro. Non chiamò il taxi, era poco distante da lei ma non gli interessava. Voleva camminare.
In casa sul tavolino dello studio era poggiato l’ultimo, ancora caldo di stampa, numero del Punch. Non aveva voglia di leggere, ne di vedere qualcuno. Chiuse gli occhi sperando di addormentarsi sulla poltrona ma senza sognare. Invece di dormire si ritrovò di fronte il proprio riflesso con biancheria rosa pesco di carissima fattura. Era nella propria stanza. Ricordava tappezzeria rossa, bordeaux e oro si sentiva eccitata ma delusa, quella suite era piccola, piccola. Rivoleva la propria stanza a casa sua… Persino le camere tetre di Bath erano più grandi. Lo fece osservare anche alla sorella. Venne zittita subito. Le navi erano cose a se. Doveva sentirsi onorata del viaggio, stava solcando l’oceano Atlantico in una nave inaffondabile. La più lussuosa e potente al Mondo. Il Titanic.