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Autore: My Pride    23/06/2014    10 recensioni
~ Raccolta di dieci one-shot/flash fiction incentrata sulla coppia Roy/Ed ♥
» 6. Sesto passo: incertezza
Avevo provato a calmarlo con il mio charme e i miei sottili metodi di persuasione, invitandolo ad accomodarsi sul divano dopo avergli offerto un bel caffè e avergli accennato a libri d'alchimia freschi di stampa. E aveva anche funzionato. La prospettiva di leggere nuovi tomi gli aveva fatto parzialmente dimenticare tutta quell'assurda storia, peccato, però, che io non avessi poi fatto i conti con un paio di difficoltà tecniche: la spropositata sete di conoscenza di Acciaio.
[ Roy&Ed ♥ Mariage ~ Wedding Planning ※ 2010/10/10 ]
[ Partecipante alla challenge indetta dalla community Think Fluff ]
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Step one Titolo: Primo passo: negazione
Autore: My Pride
Fandom: FullMetal Alchemist

Tipologia: One-shot [ 1048 parole ]
Personaggi: Roy Mustang, Edward Elric
Genere: Commedia, Slice of life, Sentimentale
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, What if?

Tabella/Prompt: Matrimonio › 07. Cerimonia
Challenge in love: #5. Matrimonio


FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.


    Sbadigliando sonoramente e grattandomi distratto dietro al collo, firmai il rapporto riguardante l'ultima missione in cui avevo spedito Havoc, dovendo ammettere che anche lui, esattamente come un certo fagiolino biondo di mia conoscenza, aveva il dono della sintesi. Non che mi dispiacesse, se proprio dovevo essere sincero con me stesso. Poche pagine equivalevano a minor lavoro per me, però, quando si trattava di luoghi in cui le cose non erano come avrebbero dovuto essere, spendere due paroline in più per una dettagliata documentazione era quantomeno dovuto, in particolar modo per facilitarmi le cose e non essere dunque costretto a chiedere maggiori delucidazioni.
    Avevo appena afferrato un altro fascicolo quando, senza preavviso, la porta del mio ufficio venne aperta con un colpo secco e Acciaio fece il suo ingresso, senza nemmeno essersi preso prima la briga di bussare e attendere che io stesso gli dessi il permesso di farlo. Tipico, conoscendo quel ragazzo.
Nonostante tutto, però, sorrisi, poggiando i gomiti sul bordo della scrivania e intrecciando le dita sotto il mento. «Qual buon vento, mio caro Acciaio?» gli domandai divertito, ma lui digrignò i denti e attraversò il mio ufficio a passo di marcia, gettando un paio di fogli sgualciti proprio dinanzi a me.
    «Faccia poco lo spiritoso, non è aria», sbottò, fissandomi con aria più truce del solito. Och, davvero curioso. Avevo sempre pensato che avesse ormai raggiunto il massimo livello di irritazione, con me. «Perché diavolo mi ha fatto chiamare qui a quest'ora, comunque? Io e Alphonse dobbiamo partire per Reesembool il prima possibile e abbiamo da fare».
    «Quando deciderai di fermarti una volta per tutte?» gli chiesi di getto, accigliandomi. Avevano ormai riottenuto i loro corpi e avevo erroneamente creduto che quella tempesta bionda si desse una regolata e, aye, frenasse almeno in parte l'uragano che era sempre stata la sua vita. Trassi un lungo sospiro e mi portai una mano a massaggiarmi una tempia, osservando poi Edward con attenzione. «Comprendo che tu non sia un tipo sedentario, Acciaio, ma...»
    «Se potessi lo eviterei», mi fermò subito con un borbottio, incrociando le braccia al petto e guardando altrove. Io, dal canto mio, arcuai un sopracciglio, attendendo una spiegazione che tardò non poco ad arrivare. Dovetti difatti spronarlo con uno sguardo stralunato, e lui, scocciato come non l'avevo mai visto, roteò gli occhi e ricambiò la mia occhiata. «Alphonse. Devo fargli da testimone».
    Se prima ero scettico, adesso non sapevo più come reputare le mie stesse emozioni. «Lui e Winry...»
    «Già», tagliò corto, senza nessuna sfumatura nella voce. Non riuscivo a capire se fosse felice per il fratello e solo nervoso di dover presenziare al matrimonio, o se la cosa non gli andasse per niente giù.
    Comprendevo che forse il giovane Alphonse stava un tantinello bruciando le tappe - erano passati appena un paio di mesi da quando aveva potuto abbandonare quell'armatura che era stata il suo corpo per anni -, però non me la sentivo di metter bocca su questioni che non mi competevano. In particolar modo se pensavo che molto presto avrei avuto io stesso la mia bella gatta da pelare. Nemmeno a dirlo, la porta del mio ufficio si spalancò - avevano per caso dimenticato come bussare? -, rivelando la figura trafelata di Havoc.

    «Colonnello, ho qui i biglietti della cerimonia», annunciò nello sventolarli in aria come se fossero cartastraccia, e solo in seguito la sua attenzione cadde su Edward, spalancando la bocca; si tirò un po' il colletto della divisa e ridacchiò nervoso, accennando un saluto. «Oh, salve, Boss».
    «Salve, Sottotenente...» Acciaio fissò lui, i cartoncini rifiniti che aveva fra le mani e poi me, arcuando un sopracciglio. Non mi sembrava per nulla entusiasta della cosa, specialmente se sovrapponevamo quell'evento con l'imminente matrimonio del fratello. Davvero un tempismo perfetto, avrei osato dire. Cosa potevo saperne, però, che quel fagiolino avesse un diavolo per capello proprio per una situazione simile? «Cosa significa questo, Colonnello?»
    «Ti ho fatto venire qui proprio per questo motivo», confessai, sfoggiando uno dei miei più sfavillanti sorrisi. Non che mi aspettassi che con lui funzionassero, ma potevo almeno provare a rendere la situazione più confortante per entrambi. «Un po' di tempo fa discutemmo di una possibile convivenza, ricordi?» cominciai, attendendo di avere la sua completa attenzione prima di continuare. Non appariva convinto, ma come potevo anche solo credere che un guinzaglio del genere fosse accettato da uno come lui con un sorriso? «Questa potresti dunque considerarla come... un'unione alchemica, più che come un vero e proprio matrimonio, se vogliamo metterla su questo piano».
    «Cosa?» Lo disse con un tono così calmo e ponderato mentre mi fissava che, per un momento interminabile, mi sembrò di trovarmi nell'occhio del ciclone. Havoc aveva bellamente pensato di filarsela non appena l'aveva sentito - razza di traditore, si era portato via anche le mie partecipazioni! -, e adesso, solo con quella tigre pronta a sbranarmi, attendevo che la quiete prima della tempesta finisse e che quel ragazzo che avevo dinanzi scoppiasse come una bomba ad orologeria. «Roy». Mi aveva chiamato per nome. Pessimo segno. Non aveva usato alcuna formalità e, se fosse stato possibile, intorno a lui avrei anche visto un alone nero che avrebbe dovuto preoccuparmi non poco, data la sua espressione adirata. «Spero vivamente che tu stia scherzando».
    Scossi il capo. Ormai la frittata era fatta, tanto valeva continuare con stile. «Och, nay. Sono assolutamente serio».
    Gli attimi che susseguirono furono i più lunghi che avessi mai vissuto. Mi aspettavo che Acciaio sbottasse, mi urlasse contro come suo solito e che magari ribaltasse la scrivania mentre continuava a strepitare epiteti ben poco cordiali al mio indirizzo per la bizzarra trovata che avevo avuto; però, contro ogni mia aspettativa, lui non proferì parola, limitandosi solo ad alzarsi, girare sui tacchi e afferrare così forte la maniglia con l'arto d'acciaio che essa si piegò sotto la forza impiegata, prima che la porta venisse spalancata e letteralmente fatta volare via dai cardini che la sorreggevano.

    Sbattei più volte le palpebre e la fissai con aria alquanto scettica, sbuffando divertito qualche istante dopo prima di reclinare la schiena contro la poltrona, tranquillo come non mai. Quelle che mi avrebbero separato dal fatidico evento sarebbero state settimane decisamente interessanti, ne ero certo.




_Note inconcludenti dell'autrice
Beh, io non... non so proprio come esprimere la mia emozione nell'essere tornata a bazzicare fra questi lidi dopo anni e anni di assenza per motivi che chi mi conosce sa già a memoria, ormai.
Questa raccolta, che cercherò di aggiornare almeno una volta o due volte a settimana - ho fatto un piccolo conto e devo far coincidere le date -, è nata per un vecchissimo evento che più di quattro anni fa si è tenuto ad una convention in Giappone il dieci ottobre, e
sto parlando in linea più ristretta del Roy/Ed Mariage.
Va quindi da sé il perché del titolo di questa raccolta e gli argomenti che verranno trattati in essa, e vi posso assicurare che in questo momento mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli a cui è stato detto di poter prendere qualunque cosa lui voglia. Sono elettrizzata, confusa, con un groppo in gola e persino un po' fuori dal mondo, e tutto per un motivo che non riesco nemmeno a spiegare.
La dedico a Red Robin, Setsuka, RMSG, Nemesi06, Liris, elyxyzSerendipity
e a tante altre persone che mi hanno fatta compagnia durante questi lunghi anni in cui tutte noi abbiamo tenuto vivo l'amore per il Roy/Ed, ai lettori vecchi e nuovi e a chi si affaccerà anche solo per curiosare.
Direi di chiuderla direttamente qui, nella speranza che questo primo capitolo vi abbia strappato almeno un mezzo sorriso.

A presto, si spera ♥




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