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Autore: Layla Cullen    23/06/2014    1 recensioni
Racconti dedicati interamente a diversi casi riasolti da Sherlock Holmes con l'aiuto di John Watson.
Dal primo capitolo:
"-Scottland Yard voi avete sempre avuto l'arma del delitto sotto il naso, solo che non l'avete vista perchè non aveva la forma di un coltello, o almeno non più quando arrivavate voi...- ridacciò Holmes"
Spero di riuscire a risvegliare nei cuori dei lettori le emozioni provate davanti alla genialità di Sherlock nella serie TV. Avverto però in anticipo che non scrivo molto spesso gialli e per questo mi serve un vostro aiuto con pareri e critiche in ogni capitolo u.u
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice:
Ho ripibblicato questo capitolo in modo che si possa leggere in maniera più piacevole, mi scuso per la prma pubblicazione, ma era fatta tramite cllulare e non mi ero accorta di quale era stato il risultato finale. Ringrazio quindi Allyii che mi aveva fatto notatre il problema di come si presentava l'intero testo.
Saluto tutti e spero che la mia storia vi piaccia.

FREDDO COME IL GHIACCIO

Un uggioso mattino di primavera il dottor John Watson scese di malavoglia dal suo comodo letto al 221B di Baker Street. Ormai erano rare le mattine in cui si poteva svegliare un po' più tardi del solito, ora che Sherlock Holmes era un detective famoso in tutta Londra davanti al portone di casa vi era spesso qualcuno che dava colpi con il batacchio per chiedere a Sherlock di indagare sul proprio caso.
Mentre poggiava i piedi a terra e, con un grande sbadiglio, stirava i suoi muscoli ancora intorpiditi dal lungo sonno, le orecchie di John catturarono una musica leggera e melodiosa provenire dal salotto.
Si trattava sicuramente del detective che stava suonando o componendo con il suo amato violino.
Con passo ancora lento uscì dalla camera e si diresse in cucina dove trovò un vassoio con tè e biscotti, sicuramente preparati dalla signora Hudson.
-Buongiorno- salutò distrattamente Sherlock mentre scriveva qualche nota sul foglio.
-Giorno Sherlock- rispose il dottore sedendosi alla sua solita, vecchia e comoda poltrona.
John prese una tazza e il giornale che vi era piegato vicino e iniziò a sfogliarlo mentre con l'altra portava la tazza alla bocca distrattamente.
L'attenzione di John venne attratta da un articolo che era nella seconda pagina: una ragazza di 18 anni era stata trovata senza vita nella doccia del University College London o UCL, il più grande e importante college britannico.
John rimase particolarmente turbato dall'articolo e la mano che reggeva la tazza si inclinò verso il basso involontariamente fino a far ricadere una parte del tè sul pigiama del dottore e una parte nella mouquette del salotto.
-Ah maledizione!- esclamò Watson riponendo rapido la tazza nel vassoio e buttando il giornale sulla poltrona di Sherlock.
Intanto il detective si era voltato interrompendo la composizione a violino e guardando con aria di rimprovero il dottore.
-John, ora la signora Hudson si lamenterà a vita perchè le abbiamo macchiato la mouquette!-
-Oh non sono io che ho montato un laboratorio fisico-nucleare sul tavolo della cucina e che uso il frigo per conservare pezzi di corpo umano- si lamentò John
-Mh? Ora è colpa mia se hai rovesciato il tè? Comunque laboratorio chimico, John, chimico...- chiede il detective riprendendo a comporre
-Non è questo il punto Sherlock!- si irritò Watson
-Lara ti ha mollato, vero?- chiese Sherlock iniziando a suonare il violino
-LARA? SI CHIAMA SARA!-
-Umh giusto...- rispose con tono totalmente indifferente -Comunque ti ha mollato...-
-Sì Sherlock, mi ha mollato!- rispose John irritato
-Lo so, ma non capisco il perchè mi sembrava che gli piacessi...-
-Sherlock ha conosciuto TE, ecco perchè mi ha mollato!- sbraitò il dottore alzandosi in piedi
-E io cosa avrei fatto?- chiese con vera sorpresa
-come cos'hai fatto?...- e John Watson ebbe un flashback:

Sara nel salotto del 221B vicino a John
-Emh ecco lei è Sara, la mia ragazza- Watson stava presentando la giovane donna al suo coinquilino
-Buona sera Lara...- rispondeva distrattamente Sherlock ancora avvolto dal lenzuolo perchè quella gionata "era noioso anche per vestirsi"
-Sara, Sherlock, Sara!!- sibilò tra i denti a disagio poichè non immaginava che il detective si sarebbe presentato vestito con una brutta copia di una tunica romana.
-Mh? Sì sì intanto è indifferente perchè lei era fidanzata con qualcun'altro, deve essere andata in vacanza di recente, probabilmente dopo la proposta di matrimonio del suo ex e per questo ha il segno dell'anello così marcato perchè si è abbronzata indossando il gioiello. Tornati dalla piacevole vacanza al mare si devono essere lasciati.
Perchè vacanza al mare? Semplice, la sua pelle ha ancora i segni delle scottature; in montagna è molto difficile scottarsi mentre al mare è più facile. Comunque piacere, Sherlock Holmes- sorrise il detective.
La ragazza era palesemente a disagio e con la scusa di una chiamata cercò di dileguarsi dal 221B di Baker Street in maniera anonima, ma sotto lo sguardo attento di un non ancora vestito Sherlock non fu possibile riuscire a fuggire senza essere scoperti.
-Lara, non è vero che l'ha chiamata sua madre, prima ha mandato un messaggio e dopo meno di un minuto è arrivata la chiamata e lei, ancora prima di vedere chi fosse a cercarla, aveva giá esclamata che era sua madre, eliminata la possibilità che lei abbia doti da veggente, è probabile che lei avesse chiesto al destinatario del messaggio di chiamarla per creare una patetica copertura per andarsene via presto.
Posso immaginare che il destinatario sia una persona di fiducia... un'amico? più probabilmente il/a migliore amico/a...
Ora però la domanda da porci è perchè voleva andarsene via così presto Lara? È forse annoiata dai racconti di John? Oppure è a disagio per il mio particolare vestito?- spiegò rapido come sempre il detective e con tono molto, forse troppo professionale.
John Watson stava desiderando di sprofondare nella sua poltrona e non riemergere, diventare anche invisibile in eterno.
Vide Sara uscire scioccata a lunghi passi dall'appartamento, Sherlock che riprendeva tranquillamente a giocherellare distrattamente con l'archetto del suo violino mentre criticava la TV.
John Watson si precipitò poi al seguito della giovane che ormai era scesa in strada.
-John Watson, ma tu vivi con quello lì?! Come fai?! È uno psicopatico!- gli urlò in faccia Sara
-Sara mi dispiace, lo so fa sempre così, non si rende conto, è il massimo della sua cortesia credo, è un sociopatico iperattivo... Perdonalo, perdonami...- la supplicava
-No John mi ha messo troppo in imbarazzo e a disagio, tornatene dal tuo coinquilino-
E così anche la bella e giovane Sara aveva svaricato John appena conosciuto il coinquilino Sherlock Holmes.

-Non ho fatto nulla di male...- ribattè il detective


                               
                                                                                **************

 

Era sera e ormai John aveva smaltito la rabbia camminando per Londra, mentre Sherlock aveva continuato a suonare e comporre annoiato.
Quella sera tra i due c'era una patina di disagio, o almeno John era a disagio, mentre Sherlock era indifferente davanti al computer.
-Emh hai letto l'articolo sul giornale?- tentò John per rompere il silenzio.
-Mh? Quale? Il giornale? Non ho letto il giornale oggi...- farfuglio annoiato il socipatico
-Seconda pagina...- informò Watson lanciando il giornale al coinquilino, lui lo prese e iniziò a leggere -Ragazza trovata assassinata bla bla...- e richiuse immediatamente tornando al suo blog.
-Non hai letto Sherlock...- lo rimproverò il dottore
-Scusa "Papá"... Ragazza 18enne assassinata alla UCL nel bagno. Fine-
-Sherlock non hanno scritto che c'è alcuna prova, niente di niente, manco una pista, brancolano nel buio, è un bel caso non trovi?- cercò di convincerlo Watson
-Credo di sì- sorrise Sherlock
-Ma che ti prende?...- chiese il militare
-Oggi Lestrade mi ha chiamato e ha detto che questa volta devo rimanerne fuori, perchè è tenuto sotto controllo da dei superiore per un test o qualcosa di simile e deve fare tutto Scottland Yard- mugugnò l'investigatore

Watson fu svegliato de un bussare insistente alla porta di camera sua.
-John Watson svegiati!- insisteva la voce del coinquilino da dietro la porta di legno.
-Mh? COSA VUOI? SONO LE 6.00 DEL MATTINO!- sibilò il dottore aprendo la porta e trovandosi davanti Sherlock Holmes vestito in maniera normale (finalmente dopo quasi 2 mesi di tunica romana), giacca, sciarpa blu notte e colletto alzato. In poche parole pronto per andare a studiare un caso...
-Mi sono perso qualcosa?- chiese disorientato il dottore
-Sì John, ti sei perso l'arrivo del giornale...- e gli venne dato un pezzo di carta vagamente bagnato -Leggi la prima pagina mentre ti prepari... Ah prendi un ombrello per sicurezza...- e Sherlock sparì in salotto
John lesse la prima pagina: ragazza di 18 anni trovata uccisa nel dormitorio dell'University College London.
-Ma di nuovo?...- si domandò il dottore
Terminato di prepararsi Watson entrò nel salotto del 221B.
-Ebbene?- domandò il dottore
-John due ragazze, stessa etá, stesso College, due luoghi diversi, due morti misteriose entrambi, niente prove, niente arma del delitto e...- lo assalì il detective 
-...e Leatrade ti ha detto di starne fuori...- concluse John con uno sguardo di rimprovero
-Sì, al primo delitto, ma ora Scottland Yard brancola ancora nel buio e c'è scappato il secondo morto... Mi chiameranno!- Sherlock quasi faceva i salti di gioia.
E come sempre Sherlock aveva indovinato, alle 7.00 squillò il cellulare del detective, era Lestrade, lo implorava di andare all'UCL a dare un'occhiata, a trovare una pista da seguire.
I due ormai colleghi uscirono dal loro appartamento con Lestrade che li fece salire sulla volante di Scottland Yard.
Arrivati al famoso College seguirono Lestrade fino alla scena del crimine.
Si trattava di una stanza arredata con l'essenziale di una camera da letto per tre persone, letti singoli separati, un armadio unico e tre scrivanie per lo studio e poi un bagno.
Al centro della stanza vi era là ragazza stesa per terra a pancia in su, il volto ancora contorto da una smorfia dolorante e sull'addome vi era un profondo taglio da cui era uscito molto sangue che aveva sporcato la camicetta da sera che indossava la 18enne.
-John inizia pure con la ragazza che io do un'occhiata in giro...- fece il detective giá studiando i vestiti nell'armadio.
-Allora... morta da 4/5h, sembra causata dalla ferita sulla pancia, un'arma da taglio, un coltello affilato, direi la mano di un professionista perché il taglio é preciso e netto- sentenziò il dottore.
-Bene: la ragazza esce per passare la serata con gli amici e chiude la porta a chiave, l'assassino entra dalla finestra scassinandola con un piede di porco... e si nasconde nell'armadio, la ragazza torna in stanza, richiude la porta a chiave per la notte e si ritrova davanti l'assassino, parlano e poi lui tira fuori il coltello la pugnala, lei non muore subito, ma rimane a terra agonizzante, l'assassino si cala nuovamente giù dalla finestra e fugge. Ora fammi analizzare il corpo...- rispose il detective

-Molto bene: nel suo armadio i vestiti sono tutti molto sportivi e comuni, questi sono eleganti e ragfinati quindi era uscita con qualcuno di importante direi il fidanzato, eliminerei quindi il delitto d'Amore. Quando la ragazza vede l'assassino é appena rientrata perché aveva solo posato la borsa sul suo letto.
L'assassino non é del college, perché altrimenti sarebbe uscito dalla porta normale e non dalla finestra che dà su un campo sterminato, é giovane ed agile e discretamente forte, direi quindi un ragazzo poco più grande della vittima (20anni circa),  probabilmente l'assassino ha lasciato la macchina vicino alla strada ma tra l'erba alte in modo che non potesse essere vista.
L'arma del delitto é sì un coltello John, ma c'é qualcosa che non mi torna... vedi qui...- e indicò la ferita -Il sangue é mescolato a dell'acqua e se senti intorno alla ferita Il corpo é più freddo...- studiò Sherlock
-In ogni caso mi sembra strano che la ragazza avesse chiuso la porta a chiave quando é rientrata... e le sue compagne di stanza?- chiese Sherlock a Lestrade
-Emh beh... una era a casa per motivi famigliari, il nonno era deceduto... mentre l'altra era la prima vittima- spiegò Scottlan Yard
-...e me lo dici solo adesso?...- fece Sherlock con un'occhiata di rimprovero 
-Della prima vittima cosa ci sai dire Greg?- chiese John interessato, quel caso era molto contorto.
-Beh aveva 18 anni, si chiamava Adelaide Wood, era la compagna di stanza di Benedetta Allen (questa ragazza) e Cleo Brown (la ragazza a casa per il lutto) é stata trovata morta nel bagno della palestra il 20 Aprile, l'assassino ha usato un coltello affilato, ma l'arma non é stata ritrovata- elencò Lestrade
-Mh... cosa avevano in comune le due vittime?- chiese Sherlock più a se che ai due uomini presenti in stanza -Sicuramente vivevano insieme, probabilmente amiche, forse migliori amiche... magari insieme avevano fatto qualcosa, qualcosa di nascosto. Se non sbaglio sono entrambe figlie di personaggi importanti d'inghilterra...-
-Ricatto?- tentò Watson
-Se fossero stati ricattatai le figli non sarebbe rimaste qui un minuto di più...- bocciò Holmes.
Watson e Holmes si fecero portare a vedere la scena del primo delitto, ma ormai dopo un mese era tutto ripulito, quindi i risultati delle ricerche furono nulli. Nel pomeriggio si concentrarono sull'assassino, insieme a Scottland Yard rastrellarono tutta il campo sotto alla finestra della stanza fino alla strada e trovarono presto i segni delle ruote di una macchina.
-Un modello semplice, non costoso, color blu elettrico e andava verso...- iniziò Sherlock
-...verso un paese che é qui vicino, non é molto grande possiamo trovare la macchina, ma come fai a dire che é blu elettrico?- chiese Greg
-Ha lasciato dei segni di vernice qui dove ha sfregato contro questo masso. Perché qui nessuno osserva? Siete stipendiati apposta!- si lamentò Holmes.


                           
                                                                                                     **********

 

Sherlock nel giro di pochi giorni venne contattato da Greg che lo avvertì di rimanere fuori dal caso di nuovo.
-Sherlock grazie di averci dato una pista molto plausibile... ma c'é sempre il mio superiore quindi... ehm devi dimenticarti il caso, ok?- spiegò Lestrade
-Ok... ma sappi che mi ricorderò per sempre ciò che hai fatto, mi hai illuso di darmi il caso, ti ho dato una pista e ora mi dai un calcio nel sedere...- lo riproverò Holmes riataccando al cellulare
-Ti hanno tolto il caso?- chiese Watson
-Sì- rispose tagliente Sherlock
Passò un nuovo mese nel quale il detective e il dottore risolvevano i soliti piccoli e noiosi casi.
Intanto le ricerche di Scottland Yard non avevano portato a nulla, la macchina non era stata trovata, l'arma neanche è tanto meno l'assassino.
-Senza di me non andranno mai da nessuna parte...- sibilò Sherlock quasi divertito vedendo alla TV il servizio in cui era palese che Scottland Yard broncolasse nel buio dopo quasi tre mesi.

-Lestrade! Ho letto il giornale...- disse una voce dall'altra parte del telefono dell'ufficio di Scottland Yard
-Sì... emh un altro omicidio all'UCL, ma adesso noi abbiamo un pista dobbiamo lavorarci su e trovare...- rispose Greg
-No Gregory Lestrade, non riuacirete a trovare niente... Sa benissimo che per me é difficile pronunciare questa frase, e spero di non doverla mai più ripetere: CHIAMI SUBITO SHERLOCK HOLMES PER RISOLVERE IL CASO! I genitori delle vittime sono gente molto, forse troppo influente e mi stanno pressando da tre mesi ormai... Lestrade si muova!- sibilò il suo superiore.
Greg andò alla macchina per poi guidare fino al 221B di Baker Street; nel salotto c'era il famoso detective sdraiato sul divano con le mani congiunte sotto la bocca e occhi chiusi.
-Allora Scottland Yard, comd andiamo? Brancoli nel buio?- disse Holmes
-Sì, infatti sono venuto a chiederti...-
-Di seguire il caso- concluse Sherlcok -Lo sapevo da un po' che ci sarebbe scappato il terzo morto e che voi brancolavate nel buio quindi avreste chiesto il mio aiuto, ma la domanda é: il famoso Sherlock Holmes accettera dopo ciò che Lestrade gli ha fatto un mese fa?- fece il sociopatico alzandosi di fronte a Gregory e guardandolo negli occhi.
-Sherlock mi serviva una pista e credevo che con quella avrei rispolto il caso e fatto felice il mio superiore...- si scusò il poliziotto
-Ma certo Lestrade, lo so, io so sempre tutto, m potevi dirmelo che volevi una pista...- riapose il detective -Ora vai in macchina e aspettami che devo pensare, se entro 10 minuti scendo accetto il caso- disse
-Emh...ok...- e Greg uscì dalla casa del detective e andò verso la sua macchina grigia con solo una speranza in mano.
-John finisci la doccia in un tempo record che tra 10 minuti si va all'University College London!- gridò Sherlock alla porta del bagno
-Ok!- rispose il dottore prendendo a lavarsi con rapiditá nella doccia.
Nel giro di 10 minuti i due colleghi erano fuori dal 221B e Lestrade si sentì giá meglio.

Arrivati nuovamente al college si avviarono verso l'aula della terza vittima.
-La ragazza si chiami Cleo Brown ed é la terza delle tre ragazze che erano nella stessa stanza, e stata trovata da un docente é morta da pochissime ore, l'assassino ha usato la porta per entrare e uscire di sicuro perché non c'é altro modo per entrare nell'aula, l'arma del delitto non c'é, insomma come gli altri casi- li informò una persona della scentifica
-Bene voglio immediatamente vedere il corpo- esordì Sherlock

Il corpo della ragazza era nell'aula, una ferita all'addome.
-Sherlock mi sembra che sia stata trascinata...- lo informò John che stava studiando il corpo mentre il coinquilino la stanza.
-Sì? Quindi non é morta qui... Molto bene! Fammi vedere la ferita...- rispose abbassandosi sul corpo della ragazza.
-Scottland Yard voi avete sempre avuto l'arma del delitto sotto il naso, solo che non l'avete vista perche non aveva la forma di un coltello, o almeno non più quando arrivavate voi...- ridacciò Holmes -L'arma era un coltello di ghiaccio! Ecco perché c'era l'acqua, e la ferita era fredda... L'assassino ha sempre assassinato di notte in luoghi in cui sapeva che per un po' non sarebbe entrato nessuno e il colptello avrebbe avuto il tempo di sciogliersi e "sparire"- spiegò il detective
-Incredibie...- farfugliò John Watson con aria di ammirazione verso il migliore amico.
-Ora però voglio rivedere la stanza delle tre ragazze...- disse Holmes uscendo dall'aula

Nella stanza il detective cercò ovunque un qualcosa che non appartenesse alle tre ragazze. E alla fine, trovò il diario di Lucy Smith.
Ogni giorno la ragazza aveva scritto un qualcosa fino al 20 Febbraio, dove terminava il diario d'improvviso.

Alla sera Sherlock Holmes era di fronte alla parete del salotto dove aveva attaccato le tre foto delle ragazze, una mappa del College e gli articoli di giornale che parlavono delle tre giovani.
Con una penna aveva segnato sulla carta i luoghi dei ritorvamenti dei corpi.
-I tre punti dei ritovamenti se uniti formano un triangolo...- disse Holmes a bassa voce -Al centro del teiangolo c'é un giardino interno al college con un pozzo.
-Aspetta Sherlock.... le tre ragazze sono state trovate uccise il 20 Aprile, 20 Maggio e il 20 Giunio...- disse John preoccupato
-Hai ragione John si tratta di una vendetta, qualcuno sta vendicando una cosa che era successa il 20 Febbrai a Lucy Smith.
Dobbiamo chiedere alla direttrice del college- completò Holmes prendendo la sua giacca e uscendo veloce dal 221B.
Presero un taxi e arrivarono al college, si precipitarono nell'ufficio della preside.
-Piacere John Watson...- si presentò il dottore stingendo la mano alla donna.
-Sherlock Holmes, mi dica cosa é successo il 20 Febbraio a Lucy Smith- arrivò subito al punto il detective
-Oh beh... la ragazza... é stata trovata legata immersa totalmente nell'acqua del pozzo, tranne che per la testa, era ancora viva, me era freddissima, quasi ghiacciata... ma ora sta bene e ovviamente i suoi genitori le hanno fatto cambiare scuola...- rispose la donna un po' perplessa.
-Chi l'ha lanciata in fondo al pozzo?- continuò incalzante il detective
-Non lo sappiamo, ha detto che non ricorda niente e i genitori non hanno sporto denuncia...- rispose la signora -Ma si può sapere perché me lo chiede?-
-La ragazza aveva un fratello?- continuò il sociopatico
-Sì! Ma questo cosa c'entra?!- soffiò la donna visibilmente arrabbiata
-Caso riapolto John! Il 20 Febbraio Adelaide, Benedetta e Cleo hanno buttato nell'acqua ghiacciata Lucy Smith, che però é stata salvata in tempo, la ragazza non ha sporto denuncia perché zittita con dei soldi dagli importanti genitori delle tre ragazze in cambio di soldi.
Il fratello di Lucy però non accettava il fatto, quindi ha deciso di assassinare le tre ragazze tutte il giorno 20 dei tre mesi, il fratello di Lucy ha usato un coltello di ghiaccio per ricordare alle tre ragazze l'acqua fredda in cui era stata buttata la sorella, poi ha anche fatto in modo che i tre corpi si trovassero a triangolo rispetto al pozzo che sarebbe stato al centro di esso. Difatti le prime due erano state assassinate nel punto giusto, ma l'ultima probabilmente sospettava giá qualcosa e si era accorta della presenza del fratello di Lucy, l'assassino l'ha quindi accoltellata in un corridoio e poi trascinata nell'aula per dare forma al triangolo- spiegò rapido Sherlock mentre chiamava Lestrade.
 


                                                                                                   ************
 

Il ragazzo era stato trovato a casa sua mentre ridipingeva l'auto, aveva subito confessato tutto senza alcun problema.
E ora la foto di Sherlock Holmes con il cappello da caccia appariva nella prima pagina del giornale. Ancora una volta il detective aveva risolto un caso in due giorni mentre Scottland Yard in tre mesi aveva fatto la metá.

  
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