Nightmare
Camus si svegliò nel cuore della notte
scattando a sedere sul letto con il respiro corto.
Aveva appena avuto un incubo; di solito non
si lasciava impressionare dai sogni, tutte fantasie della notte, eppure
quell’ultimo era stato così reale e dettagliato, di gran lunga il peggiore che
gli avesse mai fatto visita.
Tirò un sospiro, si tenne sollevato sugli
avambracci e fece vagare lo sguardo per la stanza illuminata a stento dalla
luce della luna.
La brezza notturna smuoveva appena le tende
leggere della finestra aperta.
Si voltò alla sua sinistra e venne subito
rassicurato dalla presenza di Milo accanto a lui. La pallida luce argentea
illuminava il suo profilo in modo irregolare, creava strani effetti di luce e
ombra sui muscoli nudi del petto e delle braccia.
Il Saint dell’Acquario si concentrò su quel
contrasto di luce e ombra, ne seguì il profilo sul torace ampio, studiò con
attenzione i riflessi che creavano sulle lunghe ciocche di capelli blu
elettrico e sospirò di nuovo, questa volta con una sorta di sollievo che non
riusciva a spiegarsi.
Si stese di nuovo appoggiando la guancia al
cuscino e, rincuorato, chiuse di nuovo gli occhi.
Era tutto come l’aveva sempre visto.
Le sopracciglia gli si aggrottarono con un
accenno di fastidio: e adesso perché quel pensiero? Certo che Milo era il
solito!
Cosa gli veniva in mente?
Una nota di inquietudine iniziò a farglisi di
nuovo strada nel petto.
Strane immagini riempirono di nuovo il suo
campo visivo.
La
scalinata dell’Ottavo Tempio. Il corridoio semibuio, il Custode di quella Casa
di spalle.
Cosa c’era che non andava?
Si
avvicinò sempre di più. Da qualche parte dovevano esserci delle torce accese.
Altrimenti come giustificare il rosso tra i
capelli del Saint dello Scorpione?
Gli era
arrivato alle spalle. Scorpio sollevò la testa e si voltò a guardarlo con occhi
rossi, da donna.
Camus serrò il pugno sul cuscino tanto da
credere di poterlo squarciare in due; ecco cosa gli aveva provocato quella
reazione!
Una donna? Ma com’era possibile? Nel sogno sapeva
per certo che quello era Milo, lui e nessun’altro, allora perché mai aveva
quell’aspetto?
L’aveva appena visto, tuttavia la paura di
voltarsi e trovare, al posto del suo greco, quella nuova, sconvolgente visione,
lo tratteneva ben saldo al suo posto.
D’un tratto Aquarius sussultò di nuovo: i
sogni a volte si avveravano.
E se quello fosse una sorta di sogno
premonitore? E se, al mattino seguente, si fosse davvero ritrovato con quella donna nel letto?
Non poteva sopportare un pensiero simile.
Un altro sospetto, questa volta del tutto
meno casto, gli attraversò la mente e gli fece spalancare gli occhi di
ghiaccio, con il cuore in gola.
Milo non
poteva nel modo più assoluto diventare una donna! Se pensava ai loro
rapporti… se fosse divenuto una femmina, allora… no, quello era troppo!
Il Custode dell’undicesima Casa si sollevò a
sedere e, con un unico gesto frenetico, sollevò le lenzuola che coprivano il
compagno dalla cintola in giù.
Osservò, tirò un sincero sospiro di sollievo.
-Ah… allora c’è ancora…-
Milo borbottò qualcosa di incomprensibile, si
stiracchiò ed aprì appena gli occhi per capire cosa stesse succedendo.
Tempo di mettere a fuoco, e si ritrovò
davanti la scena di Camus che teneva un lembo di lenzuolo sollevato e gli
fissava gli attributi con aria a dir poco estasiata.
-Cam, ma che ti
prende…? Cos’è che c’è ancora? Hei, un momento…!-
Osservando meglio al scena fece il
collegamento in un attimo.
Aquarius lasciò cadere le coperte avvampando
come mai in vita sua e si passò le dita
tra i capelli, tentando di dissimulare l’imbarazzo davanti all’inverosimilità della scena.
Si era tolto un gran peso da cuore, adesso il
difficile sarebbe stato dare spiegazioni.
-Camus?- Scorpio si era issato su un gomito,
lo fissava con disappunto –Ti prego, dimmi che non ti riferivi a ciò che ti riferivi!-
-Bè ecco, non propriamente…-
-Camus…!- non era stato altro che un sussurro
stizzito –Ma cosa ti salta in mente? Credi che la mia virilità se ne vada in
giro di notte?!-
-No! Aaah,
accidenti!-
Lo sapeva, mai dare retta ai sogni,
dannazione, lo sapeva!
Milo era piuttosto sensibile riguardo ad
argomenti simili, ed ecco che l’aveva indirettamente accusato… bè… non voleva
neanche pensarci.
Camus trovò il coraggio di sbirciare il
compagno e notò che aveva messo su uno strano sorriso, il suo ghigno obliquo,
malizioso… molti l’avrebbero definito sexy,
ma Camus sapeva che quei molti non se ne intendevano proprio.
La parola esatta era proprio bello, bello di quella bellezza naturale
e così propria di Milo che utilizzare un altro aggettivo l’avrebbe solo
sminuita.
Scorpio socchiuse gli occhi, si inarcò per
avvicinarsi a lui e sfiorargli una ciocca di capelli.
L’intero corpo seguì quell’unico movimento
con una sinuosità felina.
-Cam…- si sollevò
sulle ginocchia, gli poggiò le mani sul petto per invitarlo a distendersi ed
avvicinò il viso a suo –devo forse ricordarti che l’ho usato poco fa?-
Il suo respiro caldo sulla pelle provocò nel
compagno un brivido ormai ben conosciuto.
Camus gli prese il viso tra le mani, lo baciò
come solo lui sapeva di saper fare, un bacio lento, catturò le sue labbra in
una danza della quale solo loro due conoscevano i passi.
I capelli blu di Milo gli solleticavano le
braccia e le spalle.
-No, non lo ricordo- gli disse con aria
innocente –merito una punizione per questo?-
-Sì-
La lingua dello Scorpione gli percorse il
collo, le sue labbra baciarono il punto in cui si era fermata.
Il suo corpo forte ed al contempo così
delicato con lui si piegò su quello dell’amante, le sue ginocchia strinsero i
fianchi del Saint di Aquarius come erano ormai solite fare: ferme ma leggere.
Baciò di nuovo il suo Cavaliere e nel petto
gli esplose una fiammata di desiderio di lui impossibile da trattenere.
-Sì, la meriti. E l’avrai-
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*Sbuca da un angolino* Saaalve! Ok, da quanti di voi
merito di essere fucilata per questo?
Scusatemi, non ho
potuto proprio resistere, ogni volta che penso a Milo donna mi vengono in mente
solo flash cretini! E questo è solo uno dei tanti.
Come per la precedente
fic “Le
Metamorfosi”, con questa non avevo intenzione di offendere nessuno (se non
in parte Milo! Sì, lo so che c’hai le palle a posto, tranquillo!), quindi se
proprio qualcuno si sente oltraggiato… non posso farci nulla.
Spero che nessuno se
la prenda a male e di avervi, hem, fatto divertire? Ci conto!
Un abbraccio,
Rory_Chan