Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: TemariMegami    23/06/2014    1 recensioni
La prima volta che si incontrarono fu alla selezione dei Chūnin, dove i ninja di Suna erano stati mandati in missione lì per creare scompiglio, per uccidere e procurare terrore agli abitanti di Konoha. Il padre del trio del Deserto era anche il Kazekage di Suna stessa ed in combutta con Orochimaru per far sì che egli potesse dar sfogo ai suoi comodi. Il trio di cui parlo, fu proprio quello in cui una giovane ragazza, ma all'interno di essa già adulta, si scontrò –durante l’esame- con un giovane ragazzo dallo sguardo pigro, ma dall'intelletto fuori dal comune.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Provviste.

 
Furono i tre mesi più tediosi che Suna avesse mai attraversato, per una giovane ragazza dai capelli color del grano, sembrava che qualsiasi cosa facesse fosse priva di significato, anche le missioni che erano la sua unica ragione di vita sembravano non sortire il giusto effetto per Temari. Era come se le mancasse sempre qualcosa, anche se non sapeva davvero dire che cosa nello specifico, semplicemente non provava più quelle emozioni, negative o positive che fossero, che prima riuscivano a smuoverle qualcosa, riuscendole a canalizzare e che, perché no, la facevano stare bene.
Armeggiava con un paio di shuriken quando Kankurō si immise in casa sua senza nemmeno chiedere permesso, come se l'avesse mai fatto in tutta la sua vita poi, ma questa volta sembra alterato o comunque in procinto di dover dire qualcosa di veramente importante. La bionda alzò lo sguardo imbronciandosi immediatamente per quella visita inaspettata, e dire che voleva allenarsi un po', dopo tanto tempo. Difatti in quei giorni era stata totalmente impegnata negli allenamenti delle sue reclute e, a conti fatti, aveva potuto pensare ben poco al proprio, di allenamento. Posò i kunai sul comodino accanto al divano dove era seduta e si alzò allacciando le braccia sotto il seno, già pronta a fare l'ennesima ramanzina al fratello sulla privacy e tutto il resto, ma Kankurō la fermò alzando il dito indice verso l'alto per zittirla. Il gesto le provocò un moto nello stomaco per niente carino che le fece prudere le mani, ma per grazia divina lasciò parlare l'uomo di fronte a lei, solo perché curiosa di quel che avrebbe detto di lì a poco. Ovviamente, se fosse stata una sciocchezza, una bella batosta non se la sarebbe risparmiata di certo.
-Temari, abbiamo un'urgente convocazione da parte di Gaara, a quanto pare ha una missione importante da affidarci e, in più, deve metterci al corrente di una particolare situazione, a quanto ho capito riguarda Konoha ma non ne sono poi tanto sicuro.-
-Come? Konoha? E di cosa si tratta, esattamente?-
Sbuffando Kankurō le diede le spalle iniziando ad avviarsi all'uscita.
-Ma cosa vuoi che ne sappia, io? Vieni con me e lo scoprirai, no?-
E così fece, senza farselo ripetere due volte. Stranamente non appena aveva sentito il nome di quel villaggio le sue orecchie si sarebbero potute muovere, in quanto le interessasse quell'argomento. Insomma, non che Konoha le stia davvero a cuore, ma sono più i loro abitanti, che interessano alla ragazza, uno in particolare.
Prese il ventaglio accanto alla porta d'uscita e seguì immediatamente l'uomo per le strade di Suna, in un silenzio tombale. A quanto pare lui non sa nulla, quindi intavolare una conversazione con lui, sull'argomento, si sarebbe rivelato inutile e deludente. Se voleva delucidazioni doveva solo aspettare il tempo di arrivare alla magione e colloquiare con Gaara, il Kazekage.
Ma il suo desiderio di silenzio fu interrotto proprio dal fratello, che richiamò la sua attenzione picchiettando sulla sua spalla.
-Nhè, Temari, cos'è quella faccia lunga? Non dirmi che ti stai preoccupando della missione, mh? E' strano vederti con la coda tra le gambe!-
Il motivo per il quale Kankurō si è preoccupato di chiederle ciò, fu proprio il viso velato della bionda, scuro e preoccupato, che stava mostrando senza nemmeno rendersene conto. Ogni qual volta si parlava di Konoha il suo comportamento cambiava drasticamente, perchè senza rendersene conto quell'unica parola le rimembrava quel ragazzo con cui ha condiviso non poche avventure o disavventure, che dir si voglia.
-Ah? Io preoccuparmi? Sei fuori di testa per caso? Tch, non diciamo eresie. Piuttosto, pensa a guardare a dove vai e lasciami in pace, oggi volevo allenarmi e invece guarda qui: ennesima missione. Se continuo in questo modo diventerò flaccida come la donna del mercato del pesce!-
A quella frase Kankurō non poté fare altro che scoppiare in una fragorosa risata, immaginare Temari grassa il doppio, con degli straccetti extra-large indosso e il tanfo di pesce che si poteva sentire ad un chilometro di distanza era una scenetta del tutto esilarante, che fece scappare un sorriso anche a Temari stessa, tra l'altro.
-Bhà, diciamo che non sei poi tanto lontana dalla realtà. Eh, Tem?-
Un pugno dritto sulla spalla del ragazzo non glie l'avrebbe tolto nessuno e si sentì immediatamente appagata non appena sente le lamentele di lui.
-Taci e cammina, fratello degenere!-
Non ci volle molto, in fin dei conti, al massimo una decina di minuti e già si trovarono fuori l'ufficio del loro fratello, pronti per essere accolti da Ibiki Morino, che immediatamente li fece entrare salutandoli con un segno deciso della mano prima di uscire e lasciare da soli i tre fratelli della Sabbia.
L'ufficio si componeva come al solito di una libreria a moro che ne copriva tutto il lato destro, piena zeppa di libri e rotoli antichi che per generazioni sono appartenuti alle loro famiglie, verso destra, invece, una semplice scrivania in legno con una forma curvilinea, su cui superficie erano posati pile e pile di foglii scarabocchiati di chissà quale importanza e un piccolo cactus, unica decorazione di forse tutto l'intero ufficio. Dietro la scrivania, invece, posato perentorio sulla sedia comoda in pelle bordoux, c'era Gaara che con il suo sguardo penetrante e cristallino scrutava le figure dei fratelli dirimpetto a lui, senza esporsi più di tanto e, anzi, incutendo in loro una certa autorità. Nonostante fosse il più piccolo, infatti, non sono mai riusciti ad avere autorità su quel bimbetto divenuto grande troppo in fretta.
Passano pochi secondi prima che il rosso inizi a parlare, ma dal suo tono di voce, Temari comprese immediatamente che qualcosa non andava, loro fratello portava brutte notizie e quest'ultimo fortunatamente non si fece attendere troppo.
-Dunque. Abbiamo ricevuto spiacevoli notizie da Konoha. A quanto pare sono stati attaccati da alcuni membri dell'Akatsuki e il villaggio è stato quasi completamente raso al suolo. -
Non appena Temari ebbe il tempo di incanalare e comprendere le parole del fratello, granò immediatamente gli occhi sconvolta dalla sorpresa e subito i suoi pensieri guizzarono sull'unica persona che sembrava importarle davvero, l'unica per cui avesse provato un dolore lancinante alla bocca dello stomaco solo al pensiero che gli potesse essere successo qualcosa.
-Come stanno gli abitanti di Konoha?- si affrettò subito a chiedere, ma il rosso la bloccò con una mano, intimandole di tacere, le domande sarebbero state poste solo dopo che lui avesse finito il suo discorso.
-Come dicevo, Konoha è stata quasi completamente rasa al suolo ma i suoi abitanti sono quasi del tutto incolumi, per quel che ci è stato comunicato la redenzione di uno dei membri dell'organizzazione ha fatto 'sì che tutti i cittadini morti per mano sua venissero riportati in vita da un particolare Jutsu del quale conosco davvero poco. Dovranno arrivare altre informazioni importanti sulla faccenda, poi metterò al corrente anche voi ma, ora, avete ben altro di cui occuparvi.
-Dovrete portare immediatamente dei viveri, scorte di cibo in quantità a Konoha, affinché la nostra alleanza possa rinvigorirsi e possa fiorire ancora una volta, Suna non lascerà che dei loro compagni cadano così facilmente, li proteggeremo e daremo loro il cibo necessario fino a che non saranno in grado di badare, di nuovo, a loro stessi. E voi sarete i primi a supportare il villaggio, lavorerete per loro per una settimana, se vi sarà chiesto. E' tutto chiaro?-
Elaborare tutte quelle informazioni, così, improvvisamente, risultò per la bionda spaventosamente difficile, essendo lei totalmente concentrata solo sulla prima parte del racconto. Konoha distrutta, popolazione dimezzata e poi riportata in vita. Ma sono davvero riusciti a resuscitato tutti? E se...
No, non avrebbe dovuto nemmeno pensarci lontanamente, lui si sarebbe salvato in qualsiasi occasione, dopotutto è veloce a scappare, no?
-D'accordo, partiremo subito, Gaara-nii!-
Con una rinnovata voglia di fare, maledicendosi anche solo per aver pensato di poter avere un giorno libero, non vedeva l'ora di poter partire per quella missione che le avrebbe fatto scoprire la verità su quei pensieri che non le lasciavano la mente nemmeno per un attimo. Immagini terribili iniziarono a vorticarle nella mente e Kankurō si accorse immediatamente, ancora una volta, che qualcosa non andava. Lo sguardo di Temari, dritto davanti a se, non introduceva proprio nulla di buono e, conoscendola perfettamente, poté riuscire a capire propriamente in che stato fosse: spavento, preoccupazione, disagio. E lui proprio non riusciva a capire cosa le stesse frullando in testa e, soprattutto, perchè proprio in quel momento. Ma erano domande a cui probabilmente non avrebbe avuto mai risposta, perchè come sapeva che la bionda aveva qualcosa che non va, sapeva altrettanto bene che non si sarebbe fatta sfuggire nemmeno una parola sull'argomento, sarebbe stato inutile anche solo iniziare a parlarne. Tanto vale conservare il fiato per qualcosa di più importante, no?
E se solo avesse saputo che c'entrava un piccolo ometto dai capelli ad ananas, sicuramente Kankurō sarebbe andato su tutte le furie, data la sua gelosia forse quasi morbosa, a causa dell'attaccamento con la ragazza.
Pensarono che sarebbe passata mezz'ora per raccogliere il necessario, ma si sbagliavano, infatti il tempo che impiegarono per raggruppare tutte le provviste erano di ben due ore di coordinazioni varie e urla a destra e a manca. Quasi le mancava il fiato, alla bionda di Suna, per quanto aveva urlato per tentare di fare in fretta coordinando il tutto, mentre Kankurō se ne stava in disparte, in panciolle, a godersi la scena della sorella che arrancava sempre di più pur di far presto e partire. Ancora si chiedeva perchè avesse tutta quella fretta, ma decise di non badarci troppo. 
Si trovarono finalmente fuori le porte di Suna con gli zaini in spalla e i muli che trasportavano un carretto pieno zeppo di roba: da attrezzi vari a cibo.
[...]
Ed eccoli lì, passati tre giorni, alle porte di Konoha... porte? Ma se erano solo dei pezzi di legno che venivano spostati con il solo ausilio del vento. Sembravano le porte distrutte di una catapecchia abbandonata, grandi almeno il quadruplo, però. Temari guardò il legno verde scricchiolare più volte con occhi sgranati, sembrava una delle due grandi ante dovesse cadere da un momento all'altro. La bocca asciutta e il cuore che sembrava impazzito, tanto che pulsava prepotentemente forte nella cassa toracica; la bocca schiusa lasciava intendere quasi tutto, perché lasciare senza parole Temari era un'occasione più unica che rara e questo lo sapevano bene tutti. 
Kankurō, dal canto suo, non sembrava troppo preoccupato, a quanto pare l'aspetto esteriore del villaggio, già a pezzi, non gl'interessava poi molto ma d'altronde come biasimarlo? Non è il suo villaggio, quello. Più che dare aiuto, come gli era stato ordinato, non voleva fare. Si decise ad entrare incitando Temari a seguirlo e quest'ultima, pur mal volentieri, si costrinse a varcare l'entrata niente affatto pronta a vedere gli orrori che le avrebbe prospettato quella visita a quel villaggio che lei aveva sempre visto come floreo ed invitante.
Diamine, completamente raso al suolo, o quasi, il villaggio si presenta in un degrado che raramente Temari aveva avuto l'agio di vedere, e lei ne ha viste di cotte e di crude nella sua breve vita, le case erano quasi tutte distrutte, i negozi e gli uffici lo stesso. Solo molto più in là, dopo un burrone di non sa quanti chilometri di nulla, se non terriccio scosceso, si possono intravedere in mezzo alla bruma della polvere, alcune case ancora intatte, si fa per dire, che a stento non sono crollate su se stesse. Ma il brulicare delle persone non sembra essersi fermato, avevano tutti un gran da fare camminavano con in spalla assi di legno molto grandi, già pronta rialzarsi e ricostruire il proprio villaggio con le unghie e con i denti. I bambini continuano a correre per le strade, quel che ne rimane, giocando ad acchiapparello o alla campana, senza curarsi della grande polvere che alzavano ogni volta, ma per loro sporcarsi è un divertimento, quindi.
La bionda sospirò ancora per tranquillizzata e decise di avanzare il passo, superando Kakurō, per poter arrivare in fretta agli uffici dell'Hokage, dove finalmente avrebbero potuto consegnare il materiale e soggiornare per almeno un paio di giorni lì a Konoha, magari anche per dare una mano se ne avessero avuto bisogno.
Il colloquio con Tsunade-hime non durò molto e furono fuori dalla magione all'incirca un quarto d'ora dopo essere entrati. Così si ritrovarono entrambi per le strade di quel villaggio, o quel che ne restava, senza poter far nulla, o meglio, l'Hokage aveva chiesto se uno di loro potesse andare ad aiutare a scaricare la merce. Ovviamente Kankurō si rese immediatamente disponibile, quindi i due fratelli si separarono quasi subito dopo, salutandosi prima con un cenno di testa, come al solito, ma poi l'uomo si girò prima di avviarsi per chiedere giusto un paio di cose alla sorella.
-Ehi, come mai così preoccupata? Non dirmi che ti sei fatta le amichette, qui a Konoha.-
La bionda non rispose subito e si morse le labbra sperando di poter trovare una risposta plausibile alla sua domanda, inutilmente.
-Amichette? Ma non farmi ridere, Kankurō. E' solo che...deve essere difficile rialzarsi dopo tutto questo. Pensa se fosse capitato a noi! Pensa se Deidara fosse riuscito a far esplodere la sua bomba nel centro esatto di Suna, ci saremmo ritrovati nella loro stessa situazione.-
-Noi avevamo Gaara.-
-Stavamo per perderlo, però, se non fosse stato per per Naruto e il resto della squadra di Konoha adesso non avremmo nemmeno avuto un Kazekage, né un fratello.-
Lo canzonò a dovere e l'omone non poté far altro che zittirsi ed accomiatarsi dalla sorella andando per la sua strada.
-Ci si vede stasera alla locanda, vedi di trovarne una ancora in piedi.-
Disse sarcastico e in risposta ricevette un'occhiataccia da due occhi acquamarina che avevano parlato al posto delle parole. Si dileguò.
Temari, invece, trovò in poco tempo una piccola locanda dove avrebbero potuto passare la notte e uscì di nuovo dopo aver concluso le pratiche ed aver pagato il tutto.

E ora come ora non le rimaneva che trovare la casa del Nara, voleva assolutamente avere sue notizie non ci avrebbe messo molto, giusto il tempo di una veloce occhiata e sarebbe filata via, magari avrebbe raggiunto il fratello per aiutarlo. Era sicura stesse bene, che non avesse nemmeno un graffio per la pellaccia dura che aveva ma proprio non riusciva a scrollarsi di dosso quella brutta, bruttissima sensazione che poteva lasciare andare solo una volta appurato lo stato del ragazzo, o meglio, la sua incolumità.
Ebbene non le fu difficile arrivare a casa sua, dove bussò il campanello una sola, piccola volta, attendendo impaziente. Sembrava non volesse andare nessuno ad aprire e già l'ansia della ragazza iniziava a salire, ma non per la preoccupazione per il ragazzo, bensì per la consapevolezza che ad aprire potesse essere la madre, o peggio, il padre del Nara, il che sarebbe stato mille volte peggio, perché avrebbe dovuto dare spiegazioni e avrebbe incasinato tutto com'era solita fare.... era tanto propensa a girare i tacchi e scappare via prima che la situazione si fosse complicata, ma si impose di stare lì, piantando i piedi a terra per farsi coraggio.
E non dovette aspettare troppo, perché un codino nero a forma d'ananas aprì la porta.
-Tu?-
Disse Shikamaru sgranando gli occhi, non nascondendole affatto la sorpresa.
-Che ci fai qui?-
-....Io? Sono qui per una missione.-
-Devi dirmi qualcosa? Riguarda me?-
Ehi, un attimo, è appena arrivata, dalle almeno l'agio di rimettere i pensieri al proprio posto! Si, perché Temari non appena lo vide avvampò letteralmente non sapendo più cosa avrebbe dovuto dire nell'eventualità in cui si fosse trovata davanti, proprio, Shikamaru. E la bionda lo guarda per bene, sentendo distintamente lo stomaco aggrovigliarsi e il cuore che prende a battere all'impazzata.

Non che Shikamaru sia messo meglio, eh, non appena si era reso conto che quella davanti a lei fosse proprio Temari, la vera, unica e sola, il cuore gli era praticamente collassato, sbattendo violentemente contro la cassa toracica, l'inizio di un infarto sicuramente. E invece no, se ne stette lì a fissarla come un cerebroleso , un deficiente che ha completamente scordato le buone maniere e soprattutto come si faccia a parlare. Si, perché dopo quelle domande dette di fretta e soprattutto istintivamente, la sua mente si era completamente svuotata di tutto. Ma si sarebbe dovuto riprendere, no, anzi, si sarebbe costretto a farsi una scrollata e riassumere lo sguardo pigro di sempre, con un po' di fortuna.
-No, sono con mio fratello Kankurō per una missione e... uhn, bhè, ecco.. Volevo chiederti cosa fosse successo qui, è tutto distrutto e... volevo vedere – soprattutto, ma non l'avrebbe specificato - come stavi. Si.-
E nemmeno lei credeva di avercela fatta, per chiunque quelle parole sarebbero state delle semplici frasi di circostanza che farebbe chiunque, ma si sa, qualunque cosa dicesse Temari era sempre oro colato, lei non affermava mai qualcosa che non pensava, a meno che non fosse per nascondere i suoi sentimenti. E le sue stesse parole la facevano sentire strana e fin troppo esposta. 
-Ah!- Le rispose il moro ancora lì imbambolato come un perfetto cretino. Rivedere quelle iridi scrutarlo in quel modo lo fecero scalpitare e poteva scommettere di essere anche arrossito, almeno un po', perché sentiva le sue guance completamente in fiamme. Dannazione, perché le faceva sempre questo effetto? Non poteva semplicemente trattarla come tutte le altre donne? Perché proprio non ci riusciva? 
La risposta era chiara, ma non l'avrebbe mai ammesso né agli altri né, soprattutto, a se stesso.
-Il discorso è un po' lungo in effetti....vuoi entrare?-
-Mh?- No, la bionda non si aspettava affatto una proposta simile, era più preparata per un “Non mi va di parlarne, in questo momento” oppure “Mi dispiace, non ho tempo stavo andando a riposare” sarebbe stato tutto molto...da lui, e invece spodesta istantaneamente tutte le sue idee e annuì solamente, senza aggiungere altro, entrando con un'unica falcata in casa del moro, che si era spostato dall'uscio per lasciarle libera entrata nella sua dimora, richiuse immediatamente la porta e zoppicò davanti a lei per guidarla verso il soggiorno di casa sua, aiutandosi con una stampella.
Si. Il nostro bel moretto zoppica perché durante l'attacco al villaggio un gran bel macigno gli era piombato dritto sulla sua caviglia, che si è rotta sotto l'ingente peso. Temari non si fece di certo sfuggire quel particolare e sgranò gli occhi non appena scoprì la ferita. Delle spiegazioni le erano più che dovute, a parer suo.
-Cos'hai fatto alla gamba, Nara?-
Chiese fingendo indifferenza, ostentando solo una mera curiosità che tutti, a conti fatti, potrebbero avere, mentre in cuor suo si preoccupava, eccome.
-Ah, questa... mi sono ferito durante i vari combattimenti. Un macigno mi è caduto addosso, ma per fortuna tutte le ferite che ho riportato si riconducono solo ad una caviglia rotta. Sono stato veloce a spostarmi.-
Atterrita, Temari era atterrita, avrebbe potuto perderlo prima ancora di averlo fatto su- no, ma cosa diamine va a pensare? 
-E noi due sappiamo bene quanto tu sia veloce a scappare, mh?-
Rispose punzecchiandolo di proposito, rimembrando il loro primo incontro/scontro all'esame Chūnin. 
-...Ah-ha.-
Shikamaru sorrise socchiudendo gli occhi, la bionda non perdeva mai tempo per farlo sentire un completo stupido, ci riusciva sempre e non sapeva proprio spiegarsi per quale motivo. Anche una cosa come quella, con lei, diveniva oggetto di scherno, ma non gli dispiaceva, Temari diceva sempre la sua, senza pensare a come potrebbe prenderla il suo interlocutore. Lei, un leone che non si spaventa davanti a nulla. 
Raggiunse finalmente il soggiorno tra un inciampico e l'altro e fa segno a Temari di sedersi precedendolo, mentre lui sarebbe andato in cucina a prendere qualcosa da offrirle, sempre se la madre avesse fatto la spesa.
-Torno tra un attimo.-
-Ma, la tua gamb...-
-Se sono riuscito a cavarmela da solo fino ad ora credo che qualche passo verso la cucina non mi faccia qualcosa, ti pare?-
La precedette il moro svanendo dietro la porta della cucina qualche secondo dopo. E Temari in tutta risposta si imbronciò come una bambinetta viziata , allacciando le braccia sotto il seno, e lei che voleva solo dirgli di non preoccuparsi perché non aveva bisogno di nulla.
E il moro tornò dopo solo una manciata di minuti, con dei biscotti e del succo poggiati in un vassoio che portava con una sola mano, visto che l'altra era occupata dalla stampella. Subito la bionda scuoté la testa esasperata e si alzò soccorrendolo prima potesse far cadere tutto in un disastro e lo aiutò ad arrivare al divano.
-Come al solito devo aiutarti a quanto vedo, alcune cose non cambiano proprio mai.-
-Ah, ma per favore! Fa il tuo dovere e sta zitta, donna.-
Rispose scherzosamente il moro alla chiara presa in giro di lei.
Arrivarono incolumi al divano e Temari si rinfrescò con il succo, senza toccare però i biscotti. Ora che ci pensa, non aveva bevuto quasi nulla da quando era partita e quella bibita fu una vera e propria manna dal cielo per lei.
-Dovrai restare a riposo per un bel po', con quella gamba, vero?-
-Si, un po' di meritato riposo non guasta mai. Tra quanto riparti?-
-Tra un paio di giorni, a meno che all'Hokage non serva una mano, in quel caso anche una settimana.-
Inconsapevolmente, già il moro sperava con tutto se stesso che Tsunade si rivelasse insostenibile come sempre e che affibbiasse del lavoro anche a loro, così da prolungare il soggiorno lì a Konoha.
-Comunque, per quanto tempo quella gamba rimarrà così?-
-Più o meno una settimana, due al massimo se le cose vanno male, ma Tsunade-sama mi ha dato ottime garanzie di guarigione.-
-Altrimenti non sarebbe il miglior ninja medico delle Terre Ninja, non ti pare?-
-Dove alloggerete tu e tuo fratello?-
-Oh, ad una locanda qua vicino, sono davvero due passi ora che ci penso, forse è per questo che mi sei venuto in mente.-
Bugia, bugia, bugia. La nostra bionda sapeva bene che aveva scelto proprio quella locanda per la stessa vicinanza alla dimora del moro, ma ovviamente non l'avrebbe detto né a lui né tanto meno a suo fratello, geloso com'era della sua unica sorella.
-Mh, probabile. Allora, cosa avete intenzione di fare stasera? Dove cenerete?-
E non riusciva proprio a comprendere perchè quelle labbra lo attirassero così tanto, ogni qualvolta ella parlava, non voleva far altro che avvicinarsi ancor di più anche se ovviamente non l'avrebbe fatto né ora né mai. E quelle calamite color acquamarina, vogliamo parlarne? Sembravano volerlo catturare ad ogni sguardo, ad ogni occhiataccia o semplicemente anche se l'adocchiava di sfuggita. 
Ma ovviamente quel loro piccolo momento "intimo" non poté durare a lungo, perchè dopo nemmeno un secondo si sentì bussare alla porta più volte. Il moro, che intanto si era incantato sulle labbra di le, sobbalzò scattando in piedi e quasi cadendo a causa del dolore alla gamba, cosa che fece ridere non poco Temari, che dovette coprirsi la bocca con una mano per non farsi sentire dal Nara, e con la stampella sotto braccio corse, si fa per dire, alla porta per fare entrare i nuovi ospiti.

Ino entrò senza nemmeno attendere un sì da parte del moro, con Chōji che la seguì subito dopo contrariato, e non appena videro la bionda di Suna seduta sul divano strabuzzarono gli occhi, capendo immediatamente che probabilmente non era la migliore occasione per la loro visita di cortesia. No, ovviamente erano inappropriati e non ci sarebbe voluto un genio per capirlo.

Temari, difatti, non appena vide i due nuovi arrivati subito si alzò e avviò verso la porta, salutando con un cenno di mano i due ragazzi e uscendo con un atono -Ci vediamo, Nara- e per giunta, sbattendo la porta dietro di lei senza curarsi di cosa potesse dire o fare il moro. Eh si, quando Temari ci si metteva poteva essere davvero incoerente, fino a qualche secondo prima sembrava rilassata e, perchè no, contenta e subito dopo un fascio di nervi.
Tornò veloce alla locanda, ancora rossa in viso. No, la bionda non era né furibonda, né altro, era solo avvampata e morta di vergogna per chissà quale cavolo di motivo. Ah, già, probabilmente per i suoi pensieri poco casti sul moro che aveva fatto poco prima la loro intromissione.
E ad attenderla c'era proprio il fratello, che la guardò sbigottito, chiedendosi cosa diamine le fosse successo.

Intanto, in casa Nara, un moretto paralizzato continuò a guardare imperterrito l'uscio della casa, sbattutogli in faccia poco prima, sbattendo le palpebre più volte, sotto gli occhi perplessi degli amici. Ino, in tutta risposta, gli si avvicino lasciandogli dei teneri buffetti sulla spalla, giusto per attirare la sua attenzione.
-Nhè, Shika, mi sa che non abbiamo preso il momento giusto, eh?-
-Vero, forse avremmo dovuto chiedere il permesso, io te l'avevo detto, Ino!- Ribatté il grassoccio alla bionda che in tutta risposta lo guardò male, poi scosse la testa e tornò ad occuparsi del moro, che sembrò non dare segni di vita, fino a che non si girò stralunato e quasi furibondo verso gli altri due.
-Ma che diavolo le è preso? Perchè fa così? Ah, le donne, bravo chi le capisce!- 
In tutta risposta Ino gli regalò un'occhiataccia mentre lo osservava zoppicare verso il divano e sprofondare sul divano, dove prima si era sistemata la bionda, uragano di Suna. Gli amici lo raggiunsero, imitandolo.
-Stavate litigando?- chiese la bionda.
-No, anzi, sembrava più calma del solito, quella Seccatura, poi tutto d'un tratto è cambiata, sai com'è fatta no? E' tutto un programma l'ambasciatrice di Suna!- Rispose bisbetico.
-Bhè, forse le hai detto qualcosa di poco carino senza che te ne rendessi conto? Sappiamo tutti che diventi un po' stupido quando lei è nei paraggi.- Chiese il castano mandando giù ingenti pacchi di patatine, finendoil nel giro di pochi minuti.
-Se continuerai così ti verrà un infarto!- Lo ammonì Shikamaru -E poi non divento proprio nulla, è lei a farmi ribollire il sangue nel cervello, cambia umore ogni tre per due e non mi fa mai capire nulla.- 
Ino sorrise alla sua affermazione e gli pizzicò la spalla sorridendo maliziosa -Ahh! Shika-chan ha proprio una gran bella cotta!- usò di proposito l'appellativo "chan" giusto per stuzzicarlo di più.
-Cosa? Tu sei completamente pazza!- Obiettò sicuro di se.
-Io? Pazza? Shikamaru, guardiamo in faccia la realtà, le hai messo gli occhi addosso già da parecchio tempo!-
-No, questa è solo una tua trovata per imbarazzarmi, ma non ci riuscirai, Ino.-
Intanto Chōji ascoltava seduto all'angolo del divano, ricacciando un'altra busta di patatine, chissà da dove, ed annuendo ad ogni affermazione di Ino, restando in religioso silenzio.
-Benedetto ragazzo! Cosa mi entrerebbe in tasca a vederti imbarazzato? Bhè, certo, ci si metterebbe una soddisfazione personale, ma questo ora non c'entra!- Sbuffò spazientita non riuscendo a fargli comprendere ciò che realmente voleva dirgli -Il punto è che lei ti piace e vuoi tenerlo nascosto proprio a noi due e questo non è affatto carino, la nostra squadra ne risentirà!-  Finì per dire nella vana speranza di fargli vuotare il sacco.
-Adesso basta, la discussione finisce qui e fingiamo tutti di non aver detto proprio nulla.-
-Dove finiscono i tuoi neuroni quando si tratta di sentimenti?- Abbozzò girando gli occhi al cielo e scrollando le spalle, ormai ci aveva perso le speranze con quel ragazzo, era cocciuto come un mulo quando voleva e non ascoltava proprio nessuno.

Intanto, Temari gettava letteralmente fuori gli abiti che ancora si trovavano nella sua valigia, spargendoli sul letto nemmeno fossero pezze di un mercato di basso costo, il viso ancora color porpora e i pensieri ancor più confusi. Tutte le domande di Kankurō non bastarono a calmarla, anzi, le misero addosso ancora più ansia.
-E' successo qualcosa, Tem?-
-Nulla.-
-Ehi, ragazzina, guarda che ti conosco meglio delle mie tasche! Cos'è successo?-
-Niente che possa interessarti, Kankurō. Adesso lasciami in pace e fammi disfare le valige!-
-Quello non è disfarle, è gettare i propri abiti a casaccio.-
-Fa lo stesso.-
-Sei andata da quello lì? Il Nara?-
Quella domanda la fece sobbalzare e fermare per un attimo e la sua risposta fu troppo lenta, difatti il moro la precedette. -Cosa ti ha fatto?-
-Non mi ha fatto proprio nulla, Kank. Dannazione, non saltare subito alle conclusioni! Sono solo passata a vedere come stava, poi sono tornata subito qui!-
-Ma questo non spiega il suo malumore.-
-Sto bene, cosa ti fa credere che io sia di malumore!? Adesso basta parlare, cambiamoci e andiamo a cena, mi brontola lo stomaco.-
-Non è finita qui, Temari!-
-'Sta un po' zitto e non riaprire l'argomento se non vuoi dormire per strada, stanotte!-
Chiuse così il discorso, la donna, che senza aspettare una risposta del fratello, si chiuse in bagno tirando un sospiro di sollievo. Per quella giornata, probabilmente l'aveva scampata, anche se solo per un pelo. L'indomani ci avrebbe riprovato, con un po' di fortuna in più.




Angolo della scrittrice: Ed eccolo quaaa! Come promesso. Vi avverto, non so cosa ne sia uscito, ho scoperto che continuare una storia vecchiotta è veramente difficile e ho dovuto rileggere -ovviamente- l'intera vicenda. Inutile dire che la lingua mi arriva per terra, insieme alla mascella, ma dopotutto sono una fanrwiter junior, quindi posso ritenermi soddisfatta di me stessa. E che dire, spero non sia cambiato troppo il mio modo di scrittura e spero ancor di più che sia riuscita a riaccendere la curiosità per questa fanfic. E bene, al prossimo capitolo! <3
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: TemariMegami