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Autore: xmartijaymes    23/06/2014    4 recensioni
[Adelaide Kane/Toby Regbo]
La storia segue le vicende di Toby Regbo e Adelaide Kane. Adelaide, dopo aver vinto una borsa di studio, si trasferisce da Perth (Australia) a Londra (Inghilterra), nella casa di Toby, poiché i loro padri sono conoscenti.
Toby all'inizio non è felice di questa "intrusione", difatti crede che Adelaide sia solo una scocciatura e potrebbe creare semplicemente dei malintesi, dal momento che lui è innamorato da sempre della sua compagna di scuola, Camille Chevalier.
Le cose iniziano a complicarsi quando Adelaide comincia ad affezionarsi al ragazzo che, troppo tardi, si accorge di provare gli stessi sentimenti nei confronti della ragazza.
Le strade dei due si dividono a distanza di un anno e due città diventano i nemici stessi del loro amore, rischiando dunque di separarli per sempre.
« Vorrei poter essere fiero di dire di non aver mai sbagliato nella mia vita, ma non posso permettermi di farlo. Perché sarebbe ingiusto nei confronti di chi si impegna davvero. Ed io sono stato così poco attento, anzi, così orgoglioso ed arrogante, così sicuro di me, da essermi preso la briga di prendere la direzione sbagliata. Inconsapevolmente, ma l'ho fatto. » [...]
(Storia ispirata al manga: Kimi no Iru machi, a town where you live).
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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A town where you live
 
 
Prologo - The beginning. 

 

Perth, Australia.


Adelaide era una di quelle ragazze che difficilmente riuscivano a mentire, specie davanti ai genitori. Il suo viso tanto candido e la sua espressione benevola non le permettevano mai di completare l'impresa in maniera egregia, portandola sempre fuori strada.
Era una cosa che detestava. Non era mai stata in grado di giustificare ogni sua azione, ogni atto commesso volontariamente e che la gettava nella fossa del torto. Era come se il suo aspetto e il suo stesso modo di essere la schierassero direttamente nella fascia dei bravi e buoni adolescenti, quelli che non osavano puntare un dito contro un adulto, a cui appariva naturale mantenere il silenzio e ritirarsi in un angolo, pronti a ricevere la sentenza. 
Ed anche in quel momento, con le braccia strette al petto e il cuore intrecciato in una morsa pungente, la paura di dover affrontare una dura verità le impedì di formulare una bugia degna di salvarle la pelle. 
« Ma perché? » sbottò, bensì il suo tono di voce sfiorasse più quello di un gattino in pericolo, che quello di un leone infuriato con tanto di criniera scompigliata. La madre, una donna di media altezza e dallo stesso sorriso della figlia, la guardava con un'aria mista all'indignazione e al rimpianto. « Perché devo essere io quella a partire e non Thomas? Perché io sì e mio fratello no? » 
Mentre Adelaide bisticciava con la madre, Thomas, con passo felpato si era nascosto dietro la porta, intento a origliare la conversazione. Attraverso i vetri della porta riusciva a intravedere la sorella che, agitata, gesticolava a più non posso. 
« E Caitlin? Caitlin ha bisogno di me per superare quest'ultimo anno scolastico, lo sai bene. E' l'ultimo anno di liceo, mamma, e se è riuscita ad arrivarci è stato solo per merito mio. Non posso abbandonarla. ». Ed eccola, la bugia era partita dritta per la sua direzione: ma sarebbe arrivata a destinazione?
« La madre di Caitlin può benissimo trovarle un insegnante privato, Adelaide » rispose a sua volta Mrs Kane. Scosse la testa e si portò una mano sulla fronte. « Tesoro, non possiamo aggrapparci a certe cose. E' necessario che tu vada in Inghilterra, è per il tuo bene, per il bene del tuo futuro » unì le mani come per preghiera. « Ma come? Fino a pochi mesi fa non vedevi l'ora di partire per Londra, e adesso ti tiri indietro? »
Adelaide divenne tutta rossa in volto. Stava trattenendo una rabbia fatale dentro di sé che non sarebbe riuscita a placare. Fece un respiro profondo e prese parola, una seconda volta. « Fino a pochi mesi fa non ero a conoscenza del fatto che sarei dovuta partire così presto, senza nemmeno terminare l'ultimo anno di liceo. E che sarei dovuta partire da sola, senza nemmeno mio fratello a farmi compagnia. » 
La ragazza, toccandosi nervosamente una ciocca dei lunghi capelli scuri, abbassò lo sguardo. « Quando ho accettato la richiesta di papà, quando gli ho detto che sarei partita per la capitale inglese senza neanche pensarci due volte, intendevo che sarei partita dopo il liceo. Non posso perdere l'ultimo anno per una stupida borsa di studio. Ho i miei amici, i miei insegnanti, la mia vita. E' tutto concentrato qui. Non posso- non posso dimenticare tutto e andare via. »
Mrs Kane si accostò piano piano alla figlia e la tenne stretta con un abbraccio. Anche a lei stava costando tutta quella situazione, il dover lasciare una figlia in balia di un'altra vita, di un'altra città, in età così giovane. Persino lei, una donna con anni e anni di esperienza, non sapeva come valutare quella circostanza. Eppure la lettera era arrivata, e richiedeva la presenza della ragazza che si trovava tra le sue braccia. 
La donna asciugò una lacrima che, lentamente, stava rigando la guancia piena della figlia. « Lo so, lo so » le sussurrò con voce rotta. « Ma se perdi questa opportunità, perdi l'anno scolastico stesso. Ormai non fai più parte della tua scuola, sei la studentessa di una scuola inglese. E se non ti ci rechi, puoi dire addio ad ogni tuo sogno. Prendi quel diploma, figlia mia, prendi quel diploma e torna da me, e da tuo fratello, e da tuo padre. »
Adelaide non disse nulla, si limitò a guardare la madre e a regarlarle un debole sorriso. Avrebbe dovuto dire addio ad ogni cosa: a quelle attenzioni, al calore della sua famiglia, agli spazi a cui era abituata, alla sua migliore amica Caitlin, a Torrance - con il quale, peraltro, aveva da poco concluso un'importante relazione - all'accento australiano, a tutto ciò che l'aveva accompagnata fino a quel momento.
Si accoccolò con più forza al petto della madre e disse, tra sé e sé: « Ospitata, tra l'altro, dentro una casa di semplici sconosciuti. »
« Ti vorranno bene, e tu apprezzerai loro » la rassicurò lei, dandole un buffetto sulla guancia. « Oltretutto, hanno un figlio della tua stessa età, o quasi. Sì, se non ricordo male, ha solo un anno in meno di te. Andrà tutto bene. »
« Un figlio? » domandò Adelaide, rabbuiandosi. Credeva che la coppia che l'avrebbe ospitata fosse giovane e che il marito, vecchio collega del padre in una fabbrica in cui lavorava anni fa, fosse un semplice novellino. Il padre di Adelaide, difatti, aveva chiesto questo estremo favore all'uomo in questione, non rivelando però alla figlia nulla della sua identità, e lasciandole modo di fantasticare.
« Toby » rispose la madre, con un sorriso. « Da come ne parlava Mr Regbo a tuo padre, è un ragazzo d'oro. Spero solo che colmi l'assenza di tuo fratello nella tua vita. »
« Già » concordò la ragazza, staccandosi dalla madre e andando verso la porta, dietro la quale Thomas tentava ancora di celarsi. Si sforzò di sorridere, stringendo tra le mani il pomello ed assumendo un tono di voce più fermo. « Vado a fare le valigie. »




London, England. 


Nonostante fosse inizio Settembre, Londra quel giorno si era svegliata con un clima più gelido del solito, permettendo ai suoi cittadini di riprendere dall'armadio delle giacche più pesanti per non rischiare di congelare strada facendo.
Tra questi, proprio un ragazzo dai capelli arruffati in riccioli sparsi e da un biondo chiaro incastrato in un viso pallido, camminava per le vie della fredda capitale inglese stringendosi nel giubbino bucherellato. 
Toby aveva appena ricevuto una chiamata anomala da parte della madre che, con una certa impazienza, lo invitava a recarsi nuovamente a casa. 
Curioso, pensò inizialmente, ma di certo qualcosa di grave o singolare per averlo convinto tanto da assecondare la donna e lasciare che i suoi amici andassero a divertirsi senza di lui, proprio in quegli ultimi giorni che gli rimanevano prima di iniziare l'ennesimo giorno di liceo.
Giunto nel suo quartiere, uno dei più quotati di tutta la città, affrettò il passo, pensando improvvisamente che potesse trattarsi davvero di qualcosa di abbastanza ponderoso. La sua mente iniziò a girovagare tra mille supposizioni che lo sconvolsero.
Aprì il cancelletto di casa e velocemente salì gli scalini, per poi bussare alla porta. Venne accolto dalla Signora di servizio che, senza pensarci due volte, gli indicò la cucina, segno che Mrs Regbo si trovava lì.
Ed effettivamente, Elizabeth, donna comune dai capelli disordinati come quelli del ragazzo, stava lì, appoggiata con una mano al piano della cucina, e lo guardava con un sorriso inconsueto stampato sul volto.
Toby sembrò andare su tutte le furie. « E allora? Mi hai fatto arrivare qui di corsa e... sorridi? » Era appena nata una situazione del tutto irreale.
La donna restò ferma sul posto, congiungendo però le due mani.  « C'è una cosa che devi sapere. » 
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, diventando completamente paonazzo. Faceva sul serio? « Non sarai incinta, vero? No, perché non sono pronto per una notizia del genere. Dammi un minuto. » E con un'espressione stranita, si voltò dall'altra parte.
« Nessun bambino in arrivo, Toby. Puoi girarti adesso. » Mrs Regbo scosse la testa, mantenendo però un tono appagato. Il figlio ubbidì, guardandola ancora con una certa indiscrezione.
« E allora si può sapere cosa succede? » sbottò alla fine, infastidito da tutta quella attesa non richiesta. « Ripeto che sono venuto di corsa, lasciando da soli persino Michael e Rachel. »
« Avremo visite. E- per un lungo tempo » sputò fuori la signora, di punto in bianco.
Toby alzò un sopracciglio, ritrovandosi ancora più confuso dopo quell'affermazione. « Visite? Che cosa intendi dire con visite? »
« Intendo dire che avremo compagnia, che per almeno un anno sotto questo tetto vivrà con noi un'altra persona. Una ragazza, ha solo un anno in più di te. Viene dall'Australia. »
« Cosa? » inveì lui, scioccato. La madre lo aveva lasciato vagamente spiazzato. « Una sconosciuta? Una sconosciuta in casa nostra? Davvero? »
« Da quando sei così allergico alle visite? » controbatté lei a sua volta. Toby iniziò a ridere nervosamente. « E' un favore che stiamo facendo a un caro collega di tuo padre. E poi è questione solo di un anno. I signori Kane non possono permettersi di pagare un appartamento alla loro figlia, perciò li stiamo facilitando. » Si sforzò di mantenere un tono calmo, malgrado gli sbuffi del figlio la infastidissero. « Vedrai che ti piacerà avere una sorella, in giro per casa. Ha vinto una borsa di studio, si merita anche una buona permanenza. »
Toby alzò le mani in alto, continuando a ridacchiare sarcasticamente e lanciando alla madre uno sguardo più che contrariato. « No » sibilò, facendosi lui stesso paura. « Non se ne parla. No, non sono d'accordo. Non voglio nessuno tra i piedi. »
« E' una decisione mia e di tuo padre, non tua. » Mrs Regbo gli puntò un dito contro, importunata da quella reazione. « Perciò sarai costretto ad accettarla, e lo farai. Puoi starne certo. »
Toby si sentì pervadere da una forza superiore, una rabbia incessante che non riuscì a controllare. « No » rispose di conseguenza, continuando a lottare. « E' inammissibile. »
La madre incrociò le braccia al petto e tentò di sgridarlo, ma invano, poiché il ragazzo stava già raggiungendo l'uscita con un'espressione spaventosamente stizzita dipinta sul volto. 
Gli occhi color cielo si erano appena lasciati invadere da soffocanti fiamme. 
« Puoi benissimo dire a questa Kane che non sarà la benvenuta, qui. Non per me. »
E con un tonfo sgradevole la porta si chiuse, lasciando la donna lì inerme, e portando con sé l'animo burrascoso di un giovane inglese in preda all'inizio di uno scontro con una nuova avventura. 







{ xmartijaymes }
Bene, è arrivato quel momento in cui non si ha cosa dire.
Be', non so se questa sarà l'ennesima fan fiction su Adelaide Kane e Toby Regbo, ma sicuramente non sarà l'ennesima A town where you live, storia ispirata al manga Kimi no iru machi (se non lo avete mai letto, fatelo, e se non avete mai visto l'anime, fate anche quello!), dove i nostri Tobelaide sono proprio i famosi Haruto ed Eba.
Toby è proprio ostinato, eh? Chissà perché gli urta tanto questa visita inaspettata. Anche Adelaide, però, è molto scoraggiata dall'idea di dover lasciare l'Australia, non credete?
Siamo ancora all'inizio di un'avventura mooooolto  e sottolineo MOLTO turbolenta. Spero solo che possa intrattenervi tanto da appassionarvi a questa mia piccola pazzia. S p e r i a m o!
Se il prologo vi è piaciuto e volete continuare a leggere la mia storia con il primo capitolo, lasciate pure una recensione! Non vi mangio mica, ehehe.
ALLA PROSSIMA! 

P.s Grazie mille a Cams, per avermi incoraggiata a realizzare tutto questo. Sarò sempre il tuo Francis, cocca.



  
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