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Autore: Ladynotorius    19/08/2008    11 recensioni
Bill è assurdamente convinto che quello che sta per fare sia giusto.
Quindi si trucca, si traveste, si prepara davanti ad un Tom sconsolato che sotto sotto se la ride e va.
Va a fare la fila per un LORO concerto, per controllare di persona se anche dopo anni di distanza dal loro primo concerto le fan continuano a fare cavolate...
E incontra Aìbell, nome assurdo che si pronuncia Evil, una ragazza piena di piercing che in mezzo a quella moltitudine di Fan non c'entra niente, ma che diventa sua amica per tutta la durata dell'attesa.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

I'm Still Here

And I want a moment to be real,
Wanna touch things I don't feel,
Wanna hold on and feel I belong.
And how can the world want me to change,
They're the ones that stay the same.
The don't know me,
'Cause I'm not here
.

Jhonny Rzeznik - I'm Still Here

Era tutto perfetto. Ogni cosa programmata, i vestiti comprati, il trucco giaceva sul tavolo e suo fratello lo guardava ridendo.
Un po’ preoccupato, un po’ contento.
- Sai Bill non sei mai stato più brutto di così. Se solo le tue fan lo sapessero…-
- Se le mie fan lo sapessero tu saresti figlio unico - quando si guardò allo specchio intimamente inorridì. I suoi capelli erano tornati biondi.
Tornati…
Erano stati opportunamente tinti di biondo paltino due settimane prima, motivo per cui da due settimane non usciva di casa.
I piercing (finti) erano correttamente allineati.
Ventuno. Come gli anni che avrebbe compiuto il giorno dopo.
Nove orecchini a destra e nove a sinistra, uno al naso e due al labbro.

Quelli al labbro erano stati una genialata pazzesca.
Il primo lo aveva messo dalla parte opposta a quello di Tom e lo aveva collegato con una catenella al primo buco all’orecchio, il secondo lo aveva messo al centro.
Tutto merito di una fanfiction che aveva letto su Gustav, in cui compariva la foto di una ragazza con due piercing simili…


Si era poi truccato più del solito, nascondendo perfettamente quel neo che compariva sotto il suo labbro e, cosa inaudita, aveva pure fatto crescere la barbetta.
Per finire il suo travestimento aveva messo le lenti a contatto colorate. Verdi. Voleva metterle di due colori diversi, come quella ragazza di cui aveva letto la fanfiction un po’ di tempo fa…Vibeke gli pareva che si chiamasse… ma poi la gente gli avrebbe fatto domande…e meno attirava l’attenzione meglio era…

Quando aveva parlato a Tom di un possibile apparecchio per i denti Tom gli aveva gentilmente detto che doveva essere irriconoscibile non essere classificato come “sosia del mostro di Lochness”.

I vestiti erano stati semplici da trovare. Pantaloni larghi, ma ben stretti in vita da una doppia cintura. Sotto portava i pantaloni attillati che gli erano propri, un po’ perché Berlino a settembre aveva un clima adatto per uscire di casa vestito come un eschimese e un po’ per avere la doppia sicurezza che il suo tatuaggio a forma di stella sarebbe rimasto ben nascosto ad occhi indiscreti.

Sopra aveva indossato una maglietta a maniche lunghe nera, che serviva per nascondere il simbolo della sua libertà, un dolcevita nero bello pesante e casomai qualcuno strattonasse i suoi vestiti, oltre ad aver messo un collarino borchiato al collo, aveva pensato di mettersi una bella sciarpa bianca e grigia. Così il simbolo dei Tokio Hotel che gli compariva sul collo era bello che al sicuro.

Completavano il tutto, un cappellino a tesa larga e un paio di occhiali da sole arancione.
Tutto rigorosamente di sottomarca.

- Sono pronto. –
Tom Sospirò. Aveva tentato di dissuaderlo ma non c’era stato verso di farlo ragionare…
- Va bene. Il biglietto dov’è? –
Fai che l’abbia perso!
Bill lo tirò fuori dalla tasca sinistra.
- Il portafoglio? –
Fai che abbia solo una banconota da cinquecento euro con se, così lo sgamano subito e se ne deve andare.
Bill tirò fuori un sacco di yuta legato con una catena ai jeans, in cui si vedeva lontano un chilometro che c’erano solo monetine.
- Cellulare? –
Fai che non lo perda per nessuna ragione al mondo!
Bill tirò fuori il nokia n73 rubato ad Andreas, super rovinato.
- Ok. Buonsenso?-
E’ andato a farsi fottere…
Bill gli scoppiò a ridere in faccia.
- Fottuto. Con tutte le esalazioni di lacca che si deve sorbire vuoi che non sia emigrato in africa?
Tom sconsolato prese le chiavi della macchina.
- Ti posso accompagnare solo fino a metà quartiere dopo di che sarai solo. Sappi fratellino che… -

- ci devi una barca di favori dopo questa tua ultima pensata. Quelli che si dovranno sorbire la crisi isterica di David siamo noi. Ah, e mi raccomando…Torna vivo già che ci sei! –
Georg e Gustav li avevano raggiunti e avevano finito la frase per Tom.
- Ma vuoi veramente dormire per terra come un qualunque vero fan farebbe, per vedere il NOSTRO concerto? – Georg era il più preoccupato dopo Tom.
- Si. Voglio sapere se le dicerie sono vere… -
- Se ti riferisci al fatto che sei matto da legare non c’era bisogno di tutto questo. Confermavamo noi per te. – Gustav lo interruppe subito.
- Se fosse così voi sareste più matti di me a permettermi di fare una cosa simile. –
- Perché non hai ancora visto le corde, il calmante e il sonnifero in macchina di Tom… - questo Georg lo borbottò fra se e se, casomai Bill sentisse e si preoccupasse
- Ragazzi…ci vediamo – Fermò il fratello che si dirigeva verso la porta con le chiavi della Cadillac in mano – Rimanete tutti qua. Ci vediamo domani sera e TU – Indicando il fratello – Vedi di non steccare durante il soundcheck se no vedi come ti riempio la faccia di schiaffi! –
Poi uscì tentando di imitare la camminata da scemo (sua personalissima invenzione) di suo fratello.

You get up, and somebody tells you where to go to
When you get there, everybody's telling you what to do

No. Oggi no. Oggi si fa a modo mio.

********

Arrivò in stazione e svaligiò le macchinette automatiche, riempì la borsa così tanto da domandarsi come cavolo avrebbe fatto a trasportarla in giro, abituato com’era ad avere Saki a portata di mano per queste cose e poi si sedette nell’unica panchina vuota di tutta la stazione. In giro c’erano punk improbabili, anziane signore che parlavano a voce così alta da domandarsi come fosse possibile produrre tutti quei decibel da un corpo così piccolo e poche ragazze con su scritto in faccia “sono una fan dei Tokio Hotel.” Quelle, soprattutto quelle, erano da evitare.

Bill non si era portato molto con se. Un taccuino, il lettore mp3, il cellulare…
Cose essenziali, cose che non avrebbero potuto ricollegarlo a Bill Kaulitz.
Dato che doveva aspettare solo quarantacinque minuti, e il solo era puro sarcasmo, Bill prese l’mp3 e col taccuino in mano decise di vedere se riusciva in qualche modo a tirare fuori qualcosa da quella situazione.

Lui, Bill Kaulitz si era travestito per poter partecipare alle ore precedenti ad un suo concerto, e verificare di persona le situazioni spiacevoli che ne potevano scaturire.
Il tutto, rigorosamente all’insaputa di David.

Chiuse gli occhi concentrandosi sulla melodia composta da Tom quando dovette riaprirli bruscamente. Una ragazza si era seduta vicino a lui e con uno zaino enorme l’aveva urtato.
- Chiedo scusa. – A Bill parve che quelle furono le parole che la ragazza gli aveva rivolto ma con l’mp3 a palla era impossibile da confermare.
Fece finta di niente e tentando di modificare un po’ la sua voce gli rispose con un secco “fa niente” poi tornò a concentrarsi sul taccuino.
Aveva spento il lettore mp3, per paura che la ragazza sentisse la melodia. Anche se era nuova e nessuno la conosceva c’era il rischio che la ragazza per attaccare bottone le chiedesse cosa stesse ascoltando.
Sbirciò con la coda dell’occhio e quello che vide lo lasciò un po’ spaesato.
Quella ragazza lo osservava da cima a fondo cosa che per Bill equivalse ad un allarme rosso in piena regola. Quando però vide il pacchetto di sigarette che la ragazza gli stava offrendo si diede dell’idiota.
- Fumi? –
Dovrei dire di no. Ma ora non sono Bill. Ora sono Muriel.
- Si grazie. –
Si aspettava un qualsiasi altro tipo di frase dalla ragazza per continuare la discussione ma quella si limitò a passargli l’accendino (una figata pazzesca a forma di scettro) e a infilarsi le cuffie.

Da quello che aveva visto non poteva essere una loro fan. Non perché non l’avesse riconosciuto sia ben chiaro.

Quella strana tipa aveva due piercing al labbro superiore, due palline minuscole piene di eleganza, dal suo punto di vista, e uno al lato nel labbro inferiore, che, guarda caso era collegato ad una catenella come aveva fatto lui. Completavano l’insieme un piercing in mezzo al naso, un anello che in altre circostanze l’avrebbe fatto vomitare dato che in quella parte del naso solo le mucche lo portavano, ma che su di lei stava d’incanto, e un infinità di bracciali, braccialetti e collanine che, ne era certo, pesavano quanto lei se non di più.


Non aveva visto molto altro, catturato com’era da quei piercing.

Se la sua famiglia era liberale come la sua probabilmente non aveva avuto problemi a farseli. Se non lo era, o era scappata di casa, o li aveva fatti di nascosto salvo mostrarli quando ormai erano impossibili da togliere senza lasciare il segno.


- Ti piacciono i miei piercing? – una domanda a bruciapelo. Che però non era dettata dalla voglia di chiacchierare, ma, probabilmente, dal fatto che la stava osservando da quando gli aveva offerto la sigaretta.

Ci rimase quasi male quando la sentì parlare. Ovvio, non se lo aspettava. Però era buona educazione rispondere e quella ragazza gli aveva pure offerto una sigaretta.


- A dire il vero si. Sono particolari. Molto belli, complimenti. – si tirò fuori dall’impicciò così, con poche frasi decise.
- E non ti stai domandando niente, sul perché siano così tanti, se i miei lo sanno ecc? – ci aveva azzeccato alla prima. Tosta la ragazza. A Tom sarebbe piaciuta.
E Bill non si tirò indietro da quella sfida.

- Bhè si, se la tua famiglia è come la mia non avrai avuto difficoltà a farteli…in realtà mi domandavo un po’ di cose. – non seppe mai dove avesse tirato fuori il coraggio di iniziare quel discorso.

- Domanda…Tanto ora che arrivo a domani ne avrò di tempo per risponderti. –

- Perché domani? –
- Domani c’è il loro concerto. Tu non sei un loro fan? – E lo chiese come se tutto il mondo sapesse chi fossero “loro” e come se fosse naturale che uno vestito come lui andasse al “loro” concerto.

L’allarme rosso era scattato in pieno ora nella testa di Bill.
Cosa faccio? Se mi becca? Non posso neanche dirle di no!

- Stai tranquillo, anche se non sei un loro fan qua nessuno ti ammazza. Non sono una cretina. – e lo disse con il tono con cui una mamma tranquillizza il proprio bambino.

Bill un po’ cretino si sentiva a dire il vero. Probabilmente si era così allarmato da allarmare a sua volta la ragazza.
- Nel senso che, anche se non sei un loro fan, nessuno ti darebbe contro. Sa solo Dio come io possa essermi messa in testa che i Tokio Hotel mi piacciono…e solo lui sa come ho potuto prendermi tre giorni di ferie dal lavoro per venire a vederli…Bhà…vallo a capire. –

Bill si ridiede del cretino. Probabilmente la sua faccia era così espressiva da mostrare a tutti che stava per chiedere alla ragazza a cosa si riferiva. Oppure quella lì era telepatica! O magari leggeva il futuro, come in quella fanfiction che aveva letto su se stesso e quella tipa italiana…gli parve di ricordare che si chiamasse Alice ma non ne era certo…

- Scusa ma quando dici “Vallo a capire”, ti riferisci a cosa di preciso? – deciso a non mostrarsi più così apertamente sorpreso passò al contrattacco…

Eccheccazzo, una sua fan che aveva la meglio su di lui non si era mai vista!

- A Dio che domande! Fa nulla che io sia atea! Quando non si sa con chi prendersela, o a chi rivolgersi è sempre il primo ad essere interpellato… - Semplice e concisa.

Un po’ cinica per i suoi gusti, ma gli piaceva.
La ragazza non gli rivolse più la parola intenta com’era a fumarsi la sua sigaretta e Bill non insistette… aveva capito che stava pensando ad altro.

Prese di nuovo il taccuino e cominciò a scrivere.
Quello si, che meritava di essere scritto.

- Posso sapere cosa scrivi? – non si era accorto che la ragazza aveva finito di fumare la sigaretta.

Ma Bill cominciò a pensare che fosse più intelligente delle altre persone perché quando l’aveva guardata con uno sguardo che diceva “sto per inventarmi una balla così grossa, che come minimo dovranno chiamare la protezione civile” lo aveva tolto subito dall’impaccio.

- No tranquillo. Non mi dire niente. Sono cazzi tuoi. Scusa se ti ho interrotto. – e si prese un'altra sigaretta.
Bill lasciò perdere il taccuino.
Una donna curiosa si trova sempre in giro. Una donna curiosa che di sua spontanea volontà ti da modo di rifiutarti di rispondere non l’aveva ancora vista.

- Non ha importanza…scrivo delle cazzate per passare il tempo. Come mai anche tu sola al concerto?
Si morse la lingua quasi subito. Non doveva socializzare.
Cazzo, cazzo cazzo!

- Vuoi sapere la mia Epopea? Se hai un ora di tempo te la racconto anche, se vuoi stare per i fatti tuoi ti consiglio di ritirare la domanda… - ancora una volta Bill si stupì.
Ma da quando le donne non partono in quarta a raccontarti vita morte e miracoli?vabbò, non me ne frega niente mo le dico che non posso e…
- Va bene. Ma prima dimmi come ti chiami. Io sono Muriel. –

Piacere. Sono Bill Kaulitz. Front man del gruppo che vedrai domani…ma questa è un'altra storia.

- Ah tesoro…qui nasce un altro discorso non indifferente. Il mio nome per iscritto è Aíbell…ma si pronuncia Evil. Pensa che fantasia che aveva mia madre! –
Bill scoppiò a ridere.
- Nome particolare non c’è che dire! E dimmi, sei una ragazza cattiva, funesta e maligna? –

Aíbell l’aveva guardato fisso quando si era messo a ridere, ma non si era pronunciata.
- Certo! Che domande. Con tutti questi piercing, con tutte le mie catenine, con il mio sguardo e con il fatto che vado ad un concerto dei Tokio Hotel, da sola, senza nessunissimo tipo di paura…vuoi che io non sia la personificazione del Male? – rise di se stessa, cosa che Bill apprezzò moltissimo.

Sull’argomento nomi anche lui se n’era sentito dire di tutti i colori.
“nome troppo corto, senza significato, sembra un diminutivo… come si fa ad andare a letto con un tipo che ha un nome di quattro lettere?”

E pure lui ci rideva su. Come se questi fossero problemi gravi nella vita… E poi, che diamine, Bill non andava male…in confronto a nomi come Hans, Quintizio e chi più ne ha più ne metta…a lui era andata bene!

- Va bene Muriel. Vuoi sapere come mai sono sola soletta al concerto? Non è tanto difficile. In poche parole io lavoro come fotografa per passione. Come lavoro serio sono una commessa, part time, grazie al cielo. I miei colleghi del supermercato non sanno neanche il significato della parola concerto e di colleghi fotografi ne ho ben pochi e tutti molto, ma molto, vecchi e supponenti.
Bene, ci sarei dovuta venire con un amica, che ha pensato bene di darmi buca perché il ragazzo l’ha mollata, allora ne ho trovata un'altra, che mi ha chiamata due ore fa per dirmi che non poteva più venire perché non ha superato l’esame di ammissione all’università e non aveva voglia di divertirsi ad un concerto. Credo che l’alternativa, ossia piangere disperatamente come una matta e ingozzarsi di cioccolato, fosse quella più indicata per lei. Quindi ora mi trovo sola ad un concerto e in questa megagalattica borsa ho l’occorrente per due persone. Due coperte grandi, due k-Way, cibo per due persone e nessunissimo libro da leggere perché doveva portarlo la mia amica… ma vabbè…non ha importanza…mi ingozzerò per lei, mi coprirò meglio stanotte e sarò più impermeabile di tutti gli altri! – il tutto detto mentre si fumava la sua sigaretta.

Bill fece l’inventario delle sue cose.
Lui non aveva impermeabili, non aveva coperte e non si era portato un cazzo con se per la notte.
Perfetto. E mo?

Controllò l’orologio (uno swatch più vecchio di lui) e calcolò, che non sarebbe mai e poi mai riuscito a trovare un negozio aperto in tempo per comprare quello che gli serviva e tornare indietro.

Aíbell lo guardò e gli scoppiò a ridere in faccia.
- Qualcosa mi dice che nella tua sacca non ci sia niente di utile per stanotte… -
Bill dovette abbozzare un sorriso per non imprecare. Il suo Scheisse era riconosciuto dappertutto e non sarebbe riuscito molto a camuffarlo.
- Mettiamola così. Sei un tipo molto riservato, ma io mi so fare i cazzi miei…puoi anche non passare la giornata con me che tanto ho molte cose a cui pensare, però se stanotte non vuoi morire di freddo puoi venire da me…se dovesse piovere idem. Se poi ti fa piacere la mia compagnia…bhè sappi che anche a me la tua…soprattutto perchè non parli mai. – chiuse così il discorso. Con una scrollata di spalle e l’ennesima sigaretta in mano.

- Certo che tu vai sempre dritta al sodo eh! -
Però è simpatica…

- Sempre…Ah! Prima che mi dica di si…tu non russi vero? No perché io ho il sonno pesante, ma ultimamente mi sveglio spesso durante la notte e se qualcosa mi disturba non riesco più a prendere sonno. –
Appunto… diretta come una palla di cannone.

- A quel che mi hanno detto non russo… - ma parlo nel sonno…

- Benone…che ti pare della mia offerta? –
Mi pare che sei un po’ troppo fuori di testa per farmi questa proposta così a bruciapelo...ma mi pare anche che non ho molte alternative…


- Ci sto. Posso fare qualcosa per sdebitarmi? - Avanti chiedimi qualcosa che pensi sia impossibile che poi mi diverto!
- Fammi arrivare in prima fila senza rimetterci la milza e mi considerò ampiamente ripagata. – Bill sbiancò…

Come cazzo faccio io, Bill Kaulitz, atletico come una tartaruga…a fare arrivare questa qui…in prima fila?

********

- Senti il piano Muriel. Noi arriviamo lì…ci facciamo dare il nostro braccialetto…ammazziamo un po’ di bimbeminchia… e cerchiamo di corrompere la SVD Hamburg! –

Bill per poco non si affogò con il succo di frutta.

Corrompere la SVD? E di grazia che vuoi fare? Andare a letto con tutti loro?

- Sto scherzando Muriel…non c ‘è bisogno che ti fai venire un infarto…la VSD è quanto di più incorrompibile ci sia a questo mondo…questo era il piano fantascientifico. Quello reale è il seguente. Noi arriviamo, facciamo i bravi, seminiamo un po’ di terrore nelle dodicenni e poi ci dirigiamo veloci come dei fulmini ai primi posti!
- Sulla prima parte del piano non ho problemi…è il correre come dei fulmini che non mi sconquifera… -
Ma certo che è fuori di testa questa…

Rimasero in silenzio a lungo.


Erano sul treno da neanche dieci minuti e Bill cominciava ad apprezzare quella strana ragazza. Controllando il suo lettore mp3 aveva visto cantanti come HIM, children of bodom, metallica, David Bowie, Gackt…per poi rimanere shockato dal fatto che ci fosse anche Hakuna Matata e Once upon a december…

Dicendo che non aveva fatto colazione Aíbell aveva tirato fuori delle brioche ancora calde, spiegandogli dopo il primo morso che le aveva comprate fuori dalla stazione.
Lui non aveva esitato ad accettare ciò che gli veniva offerto, figuriamoci…accettava i cuscini ricamati a mano da bambine dodicenni, volevate che non accettasse una brioche calda, considerando il freddo polare che era sceso su tutta al Germania? Fosse scemo…

Arrivati in stazione Bill ovviamente non si era offerto di portare la borsa grande della ragazza perché, come qualcuno aveva scritto in una fanfiction, gli era proprio impossibile sollevare quel peso…in compenso però, si era offerto di mettere qualcosa nel suo zaino…

Aíbell che iniziava ad inquadrarlo non gli aveva detto niente, ma aveva fatto un sorrisino tutto particolare…

Iniziarono a capire che si stavano avvicinando, dal frastuono che proveniva dall’ Obherausen.

Bill rabbrividì pronto a darsela a gambe se qualcuno avesse dato segno di averlo riconosciuto mentre Aíbell tutta contenta iniziò a sproloquiare su possibili litigi e cose varie…

- L’ultima volta che sono andata ad un loro concerto ho dovuto litigare con un padre e le sue tre figlie perché nonostante fossero 1500 posti più in là di noi volevano fare la fila dall’inizio. Alla fine ho dovuto minacciarli che gli falciavo le gambe se non se ne andavano… -

Bill, innervosito dal fatto che molti lo guardavano iniziò a prestare attenzione in ritardo, alle parole della ragazza…

- Litigare? Perché si dovrebbe litigare? Se avevate i numeri che bisogno c’era? –

Come se non sapessi che le nostre fan sono delle pazze furiose…

- Ah ma infatti…questi qui rompevano i coglioni dicendo che non se ne andavano, che non avevamo il diritto di andare da loro a dirgli dove dovevano andare e cose varie…Capirai, mi sono dovuta trattenere dal non spegnergli la sigaretta addosso…stavano pure per mettere le mani addosso ad una tipa…meno male che siamo intervenute, altrimenti finiva male…-

Bill sbiancò.

- Hey ma ti senti bene? Guarda che se non sei mai stato ad un loro concerto ti tranquillizzo io. Qui a Berlino niente di tutto questo accade. La vds ti fa rigare dritto altrimenti ti strappano il biglietto e fanno in modo che neanche ricomprandolo tu possa entrare…lo so perché ho rischiato pure io… -

Davvero?!?

- Come mai? –
- Bhè…una rompipalle aveva iniziato a rompere i coglioni, sperando che per farla stare zitta la lasciassimo passare…io con il lettore mp3 non me ne sono resa conto quindi quando è toccato a me sono saltata su tutte le furie…bhè…quella volta mi sono salvata perché avevo trenta persone alle spalle che dichiaravano che non era colpa mia…comunque… bando alle ciance, andiamo a farci dare il nostro numero. – e prendendolo per mano lo obbligò a correre verso le ragazze del Fun Club che davano i numeretti alle persone…

Arrivati a lui gli venne un colpo quando gli chiesero, nome cognome e data di nascita…

Diventò improvvisamente Muriel Elle nato il 24 Ottobre del 1989…

E poi…bhè…poi iniziò l’attesa…
La lunga, logorante attesa…

*********

Note dell'autrice:

Traduzione della canzone:

e voglio un momento reale
voglio toccare cose che non riesco a sentire
voglio tenere duro e sentire che
appartengo a qualcosa
e il mondo come può volere che io cambi?
loro sono i primi che restano gli stessi
loro non mi conoscono perchè io non sono qui

in secondo luogo voglio specificare che:
Il rompiballe della fila, quello di cui parla Aìbell, l'uomo con le tre figlie per intenderci è realmente esistente.
L'ho beccato al concerto di Modena dove ci ho litigato pesantemente visto che stavo aiutando a riordinare le file e lui non voleva andare via...
Prego dio di non incontrarlo mai più...

Muriel è il personaggio di un Manhwa (manga coreano) che si intitola Model, un figo assurdo biondo, bellissimo e ossessionato dal culto del bello.
Elle è una rivista di moda che compravo un pò di tempo fa.
Il 24 ottobre è la mia data di nascita anche se l'anno è sbagliato.

Questa storia è nata come one shot, ma ho dovuto spezzettarla in più capitoli (credo che al massimo saranno tre) perchè veniva troppo lunga...

Un ringraziamento particolare va a:

_Ellis_ Perchè mi ha chiesto di postare questa storia e di farne una Long Shot (vedremo...)
_Princess_ Perchè esiste e perchè ha aggiornato.
Lady Vibeke perchè vado con lei a Dublino, perchè con lei ho trascorso degli attimi stupendi al concerto.
L_Ale perchè è la nostra Trottolina amorosa. E perchè mi fa morire dal ridere

Vi voglio bene...E detto da me è grave quindi segnatevelo perchè non lo dirò MAI più, ci siamo?

  
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