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Autore: acchiappanuvole    19/08/2008    4 recensioni
Immagino che ci stiamo burlando del trapasso; questa giornata non ha più senso di quella di ieri e dell’altro ieri ancora.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ren Honjo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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[Allora, pensi di saper distinguere il paradiso dall’inferno?]

So con una chiarezza che sfocia nella chiaroveggenza che sto per morire, che sto per spegnermi su questa strada ghiacciata perché il piede non ne vuole sapere di mollare l’acceleratore e la mia testa è troppo fatta per prendere in considerazione la realtà tangibile di quello che sto rischiando.

Quelli mi stanno sempre alle costole affamati del mio sangue e della mia foto su una rivista scandalistica dove getteranno fango su me, e poco me ne importa a questo punto, e su Reira.

Reira è troppo fragile. Non posso permettere una cosa simile. Si scioglierebbe nel dolore come questa neve si scioglie sul parabrezza dell’auto e a quel punto nemmeno Takumi potrebbe salvarla.

Sarà per questo che insisto a spingere al massimo questa macchina. Il motore potente, il rombo sull’asfalto scivoloso, pericolosamente scivoloso. Guardo lo specchietto retrovisore. E’ un inseguimento degno di un poliziesco. Raccatteranno i brandelli del mio corpo sulla neve?

[i cieli azzurri dal dolore?]

Riesco a sniffare e a tenere una mano sul volante. L’adrenalina nel mio corpo è come una bomba appena esplosa che s’irradia nei miei nervi e mi fa gridare come un ragazzino spaccone dopo una marachella ben riuscita.

..puoi scoparmi anche dieci volte al giorno Ren, qualsiasi cosa ma piantala con quella roba”

Shin.

..mi farei anche violentare volentieri da te se questo potesse servire”*

Reira.

“ora non posso prendermi cura di te. Io stessa ho sempre il fottuto bisogno di qualcuno”

Nana.

La coca. Non smetterò. Sono debole. Sono sempre stato una persona debole.

[Sai distinguere un prato verde da una fredda rotaia d’acciaio?]

Le vie del signore sono così ovvie per chi si incaponisce a decifrarle..

Si dice che quando stiamo per morire rivediamo tutta la nostra vita. Ma davanti ai miei occhi spalancati che non distinguono più né la strada né qualunque altra cosa possa esserci oltre il vetro, s’insinuano immagini sfocate di cose mai avvenute. Un futuro dilatato dal perché e dal percome.

Sterzo a destra. Non so più se mi stanno seguendo, non so più nemmeno dove sto andando e perché ci sto andando.

La musica rimbomba in questo gioiellino originale tanto caro a Takumi. Se lo distruggessi credo che s’incazzerebbe, oh sì, s’incazzerebbe di brutto.

[un sorriso da un pretesto?]

Il tizio accanto a me non ha mai smesso di cantare istupidito le strofe di questa canzone. Tiene una gamba rialzata sul cruscotto e ogni tanto tamburella le dita sui jeans strappati al punto giusto. Di tanto in tanto mi lancia un’occhiata e mi frega un po’ di polverina. Credo che apprezzi. E’ roba di prima qualità.

-Questa canzone credo di conoscerla - gli dico sbandando leggermente sulla corsia opposta

-E’ probabile. E’ abbastanza famosa- mi dice accendendosi una paglia. Credo mi abbia fottuto le sigarette dalla tasca del chiodo.

-Non è il nostro genere- e lui scuote le spalle come a dirmi “chissene frega”

-Non sarà il nostro genere ma è perfetta per questa fase, no?-

Credo abbia ragione. Sì.

[e ti hanno portato a barattare i tuoi eroi con dei fantasmi?]

Immagino che ci stiamo burlando del trapasso; questa giornata non ha più senso di quella di ieri e dell’altro ieri ancora.

Lo sbircio con la coda dell’occhio e mi chiedo se quel lucchetto che porta al collo pesi tanto quanto il mio. Contro ogni previsione però preferisco andare su una conversazione più neutrale, non so se l’auto stia sbandando ancora, c’è una strana calma, una quiete riposante. Mi piace.

-Com’è che ti chiami?- pare la domanda più ovvia da fargli tralasciando il perché si trova nella mia auto.

-Sid-

Oh. C’è stata una parte della mia vita che ha avuto questo nome come sigla e o assonanza. Ma non penso che il mio fosse desiderio di emulazione.

Magari mi sbaglio. E tuttavia Sid, il signor feroce, adesso mi manda in confusione. E’ una parte importante ma d’improvviso come una tutelare rinnegazione ogni conoscenza nei suoi riguardi scompare.

-e che cosa fai Sid?-

 

Lascia cadere la cenere sul sedile di proposito e questo mi esalta. Ben vi sta costosissimi sedili extralusso originali.

 

-Io sono un diamante pazzo- mi dice - ho liberato la musica. Sono il signore dei pirati, il re dei baratti clandestini-

 

E magari è presuntuoso ma mi piace quello che sta dicendo

 

-e questa canzone anche se non è mia, e non me ne importa un cazzo, parla fottutamente di me-

 

Di lui. Di me.

 

[e hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra con il ruolo di protagonista nella battaglia?]

 

-allora conosci il lato oscuro della luna- magari lo conosco pure io solo che non ci ho mai fatto caso.

 

-Una leggenda racconta che The dark side of the moon corrisponda perfettamente al cartone animato di Alice nel paese delle meraviglie. Il suono cupo accompagna la sua caduta nel buio, il risveglio dei fiori è sottolineato dai violini. Forte no? Fammi fare un’altra sniffata-

 

Una curva e poi un’altra, l’adrenalina a mille e l’immagine sfocata di Reira che mi aspetta. Perché? Perché voglio andare da lei? Entrare nel santuario sacro di Takumi per cosa? Dio, non ricordo. Non ricordo.

 

-Forse ti stavo cercando, Sid. Tu sei la mia simmetria. Ma devi essere morto da un pezzo, ho visto il notiziario in tv un sacco di tempo fa. In un’altra vita ormai-

 

-e ti sembro morto? E’ stato solo uno scambio. Il vecchio Sid non voleva più stare in quello che tutti chiamano il mondo reale e così ha deciso di partire per l’immaginario-

 

-perché così all’improvviso?-

 

Rettilineo. Distinguo di nuovo i fari dell’auto dei paparazzi dietro di noi. Vogliono sangue. Lo bramano e non si arrenderanno.

 

Come si decide il valore di una vita? L’importante, mi ha detto una volta Yasu, non è morire, ma cosa si fa nel momento in cui si muore. Che cosa facevo nel momento della morte?

 

[Vorrei che tu fossi qui]

 

-Hai ucciso Nancy, Sid?-

 

Lui spegne la cicca, si sistema meglio sul sedile e guarda la neve che non ha mai smesso di cadere un solo istante. E’ fitta, bianca, gelida, una mano cadavere su ogni cosa. E’ sempre stata presente oltre il vetro non solo di questo parabrezza, ma oltre il vetro della mia vita.

 

-eri talmente ossessionato e geloso che la volevi solo ed esclusivamente per te e così l’hai uccisa?-

 

-è questo che credi, amico?-

 

Sì, forse lo credo. O forse mi piace crederlo. Perché mi giustificherebbe. Giustificherebbe tutte le volte che ho pensato di uccidere Nana per averla solo per me.

 

[Siamo solo due anime sperdute che nuotano in una boccia per pesci]

Sento il rumore di un clacson, echeggia sul viale del tramonto e nella mia testa penso che mi dispiace perché non riuscirò a raggiungere Reira per consolarla e chiederle scusa.

[Anno dopo anno]

Penso a Shin e al suo accendino. Mi domando se riuscirò a restituirglielo intatto.

[camminiamo sullo stesso vecchio terreno e cosa abbiamo trovato?]

Il sedile accanto al mio è vuoto, la coca è sparsa ovunque, tengo ancora il mozzicone di sigaretta fra le dita e la mano tremante fatica a reggere il volante e la potenza dell’auto. Credo di vedere il lato oscuro della luna ora.

[Le solite vecchie paure]

Oggi provo una strana sensazione, quella di tradirti; morire è come ucciderti per davvero, Nana. Quindi non è una prova già abbastanza dura sentire che gli altri si allontanano; dobbiamo mettere di muovo a morte quelli che ormai sopravvivono solo in noi.

[vorrei che fossi qui]

L’ombra indistinta che vedo sul tornante e che credevo fossi tu è una creaturina nera miagolante e bagnata nella neve. Mi domando se sopravivrà in mezzo a tutto quel gelo. Se avrà la forza di cavarsela.

Io lo spero. Anche se sono un egoista quanto te.

Davanti a me un muro

 

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La fanfic prende il titolo del più celebre album dei Pink Floyd appunto The dark side of the moon e la canzone che Sid canticchia è Wish you were here presa proprio da quest'album. So bene che i pink floyd non c'entrano nulla con Sid Vicius e il punk ma ho trovato che il testo fosse perfetto per la situazione di Ren.

Credit va anche ad un racconto sulla teoria dei numeri primi che mi ha ispirato per la tossica visualizzazione del bassista dei Sex nell'auto di quello dei Trapnest ^^

 

*Reira pronuncia effettivamente questa frase nel manga.

  
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