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Autore: Bidirezione    23/06/2014    7 recensioni
Sasuke lo guarda attentamente, cerca in quel viso dei segni di un messaggio profondo; ma in quei lineamenti così virili che eppure hanno mantenuto qualcosa dell'infanzia non trova alcunchè, solamente pura bellezza.
Non gli è mai piaciuto nessuno come quel ragazzo, Sasuke ne è quasi sconcertato. Possibile che ti possa piacere così tanto un essere umano? Uno del suo stesso sesso, l'ennesima conferma che per lui le donne non sono fatte.
Lo sanno solo loro due ed Hinata che Sasuke è omosessuale, e fuori di lì lo sa solo Itachi, quel fratello fottuto in testa dai pregiudizi che, a quanto ne sa lui, costruirebbe dei ghetti per gli omosessuali.
Lo sanno solo loro due e Hinata, che Naruto è omosessuale, e fuori di lì qualcuno lo insinua maliziosamente.
Sasuke arriva immancabilmente a quel pensiero. Quantunque provi a tenerlo distante da sé questo torna prepotente.
Naruto è preso di mira a causa sua.
[SasuNaru, Università, Giappone, pregiudizi, amarezza e dolcezza. Dedicata a mikky2100. (L)]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Salve teneri lettori... Rompo ancora le palle a Voi tutti, mi sa che ormai siete stufi di me? Rompo con una SasuNaru ambientata in Giappone, una one shot che ho costruito serata dopo serata (e nottate) in quest'ultime due settimane da un primo abbozzo che giaceva da tempo in una isolata cartella del mio fidato pc, SauNaru che vorrei dedicare a Miky2100 per ringraziarla di tutto l'appoggio e l'affetto che mi trasmette nelle sue da me adoratissime recensioni (per premiare l' “impresa” - ergo leggersi tutte le mie fic! Matta! Merci!).
Al solito trama un po' particolare, idea banale – lo so - , perdonatela, spero di bilanciarla con una scrittura il più possibile gradevole... Bè non Vi rompo più e vi lascio alla lettura, cari, a fine storia! :3
Buona lettura **


Our heart would wet,
 along with the rain.
SasuNaru


« Certo che tu sembravi tutto fuorché un omosessuale. »
Naruto Uzumaki è biondo ed enorme, gioca nella squadra di rugby dell'università e fa una miriade di lavoretti part-time per potersi pagare la retta. E' un tipo solare, estroverso, pieno di sorrisi per chiunque, ma quando perde le staffe si trasforma in un animale da lotta.
Ora se ne sta davanti a lui in controluce con uno sguardo divertito, le braccia incrociate al petto, le gambe larghe. E' vestito con la divisa di rugby e sembra avere delle spalle infinite che coprono tutta la luce del sole alle sue spalle formando intorno a lui un alone luminoso che lo fa apparire con un'aura soprannaturale.
Sasuke, seduto sulla panchina a bordo campo con una sigaretta spenta tra le labbra, non sa come siano arrivati a quel discorso. Omosessualità? A lui pareva che stessero parlando dell'esame di storia. Non conoscesse Naruto direbbe che uno dei due si è perso dei passaggi ignorando totalmente le parole dell'altro, ma conoscendolo molto bene realizza che quasi sicuramente Naruto ha tirato fuori quell'osservazione dal
nulla. A volte è molto difficile parlare con l'Uzumaki poiché questi tira fuori centomila argomenti diversi ed è capace di saltare dall'uno all'altro con velocità impressionante, magari poi riprendendoli quando meno te l'aspetti nel giro di due minuti. Ha un'intelligenza sopraffina, a discapito delle apparenze, peccato non la sfrutti a dovere accontentandosi di un esame ogni tanto e a voti mediocri.
Sasuke invece ha bisogno di tempo, è lento e calcolatore nei discorsi, perciò ogni volta rimane spiazzato quando il biondo cambia argomento, provando un fastidio pulsante che lo fa accigliare e chiudere in un mutismo martellante nella peggiore delle ipotesi; oppure lo fa rispondere malamente e tirar su baruffa retorica.
Questa volta la buttata di Naruto è stata talmente tanto
alta che non riesce né ad accigliarsi né a domandargli scazzato che diamine stia dicendo.
« Ohi Sas'ke, ma mi hai sentito? »
Naruto si china ad osservarlo da più vicino, ha gli occhi azzurri socchiusi e si sta mordendo un labbro. Un bel volto piuttosto armonioso, si ritrova, nonostante i marcati lineamenti. Sasuke - che in questo momento prova l'improvviso impulso di mordergli il naso - l'ha sempre pensato, così come ritiene che Naruto abbia un gran bel corpo, ma certo, devono piacerti
i giganti, per fare una pensata simile.
Sasuke cerca l'accendino nella tasca dei jeans, tenendo stretta la sigaretta tra le labbra sottili.
« E fuma pure! »
Naruto sorride furbo, tornandosene indietro col busto e squadrandolo così di nuovo dall'alto al basso. Dà un'occhiata al campo pieno di statuari individui che provano dei lanci o fanno stretching e annuisce con quella che pare grande soddisfazione.
E' un buon allenatore, Sasuke lo sa per le voci che si sono sparse in giro sul suo conto, per gli articoli del giornale, per l'esperienza personale; ne ha viste un po' di partite in quegli ultimi sei mesi, da quando ha fatto amicizia – o meglio, Naruto l'ha costretto a fare amicizia auto-invitandosi un bel giorno a mensa a sederglisi vicino - .
Di solito Sasuke quando ha la domenica mattina libera e non vuole studiare passa al campo dietro la sede universitaria se sa che la squadra di Naruto giocherà in casa. Il difetto di Naruto in fin dei conti è la squadra, a parte qualche buon elemento l'intero gruppo è stentato, non riesce mai a raggiungere la meta e così Naruto si ritrova a dare anima e corpo per delle partite di più basso livello, che non meriterebbe per il gran valore. Sa essere un capo squadra solare, carica le persone come nessun altro, le trascina, insiste che “vincere è una scelta. E' la nostra” nel solito motto che urla ai compagni prima di entrare in campo, ma poi alla fine conta solo la partecipazione. Non vuole tristezze post sconfitti, porta sempre tutti a festeggiare. Qualunque sia il risultato. E Sasuke per questo lo ritiene - nenche tanto segretamente - un
enorme baka.
« Cosa sei un paparazzo mandato da una rivista di scoop? » la domanda gli è sorta spontanea. Si accende con calma la sigaretta che si era rollato prima di uscire dalla camera al dormitorio e decide di guardarlo fisso con fare accigliato e sprezzante.
La situazione dopotutto si è fatta abbastanza imbarazzante e un po' di gente comincia ad arrivare sugli spalti e non solo; inoltre lui quel giorno su invito dell'Uzumaki si trova proprio sulla panchina dove stanno i giocatori riserva e/o i fan più accaniti, insomma: non il massimo della situazione, ecco, per uno schivo come lui. Ha accettato perchè? Perchè è un
enorme teme – come gli dice Naruto in alcune occasioni in cui si vedono (poche, ma sempre molto intense). Odia che lo chiami così, odia il termine “teme”, gli da i brividi eppure segretamente gli da ragione.
« Ti ho davvero dato questa impressione?! »
Sasuke scuote la testa e decide di ignorarlo momentaneamente per accendersi la sigaretta. Aspira avidamente la prima boccata, realizzando di aver proprio bisogno di nicotina: comincia ad essere seriamente nervoso.
Possibile che questo tizio sia così privo di vergogna?
Naruto si incupisce, sbatte più volte le lunghe ciglia, unico particolare vagamente femminile in un tutto così virile. Sasuke sospira, pensa che se continua a fare silenzio quello comincerà a dare di matto: da quel che ha capito Naruto è particolarmente sensibile ai silenzi che dovrebbero essere esplicativi.
Sasuke desidererebbe non dover più portare avanti un discorso del genere, che comincia a farsi così scomodo. Ormai ha capito dove Naruto vuole andare a parare.
Quindi possibile che debba rispondergli?
« Avanti,
dobe, smettila di girarci attorno. » gli dice gettando la cenere ai suoi piedi.
Naruto si fa dapprima serissimo poi sul suo volto scoppia un incendio. Sasuke constata che è arrossito pesantemente. Vedere un energumeno con la divisa da ruby arrossire è uno spettacolo tutto particolare, di certo qualcosa che non capita raramente.
Si scopre a sorridere, pensa che probabilmente il ricordo del loro bacio di due settimane prima gli sia appena arrivato prepotente nella mente. Fino a prima credeva di fare il simpatico, volare sull'argomento facendo finta di centrarlo senza mai approfondirlo, giocarci.
Si erano trovati soli in un'aula a fine della lezione di storia, Naruto l'aveva importunato chiedendogli cose sull'argomento spiegato dalla professoressa che non aveva seguito e pretendendo con sorrisi e smorfie di avere gli appunti, così Sasuke si era innervosito e, avendo il volto di Naruto vicino al proprio, aveva deciso di silenziare il ragazzo dandogli un bacio a stampo. Gli era preso come un ghiribizzo incontrollabile di posare le proprie labbra su quelle rossissime e umide del ragazzo biondo.

Una pazzia del momento.
Ma mai avrebbe aspettato quella reazione. Naruto aveva ricambiato con trasporto, bloccandolo alla nuca, costringendolo addosso al banco.
« Volevo...mmm...no, ecco... »
L'Uzumaki sembra aver cambiato personalità, come se si fosse trasformato nella loro compagna di corso Hinata Hyuuga, quella ragazza che quando parla al capo della squadra di rugby dell'università non lo guarda quasi mai negli occhi e non si perde mai neanche una partita. Sasuke si chiede dove sia nascosta tra la folla e si sente improvvisamente osservato; ma è tutta una paranoia.
Si è sempre chiesto cosa Naruto provi per lei, sa che sono amici e non ha mai manifestato aperto interesse verso lei che lo ama dai tempi del liceo ma è anche quasi certo che è vero pure il contrario.
E ormai si è convinto pure di un'altra cosa: quel ragazzo tutto testosterone è tutt'altro che etero.
Ha ancora la sensazione di quella mano forte che gli stringe la nuca, della carica erotica che ha sentito provenire dal ragazzo, lo stordimento finale, il non saper che cazzo dire, la visione di lui che se ne va biascicando tremila parole in croce e nessuna scusa.
« Sensi di colpa, per caso? » Sasuke lo stuzzica, poi si accorge che a furia di pensare ha lasciato la sigaretta spegnersi. Dannata cartina autocomburente. Non la riaccende, però. Ci giocherella con le dita.
Naruto è chiamato dai compagni di squadra, gli chiedono di andare a dare loro istruzioni, lo chiamano in malo modo, spazientiti. Sasuke guarda l'orologio: sono le dieci, la partita dovrebbe cominciare a momenti. L'Uzumaki fa loro un cenno con la mano, gli urla “un secondo dai!” e poi si gira nuovamente alla volta di Sasuke che lo guarda con tutta la
calma di cui è capace.
Sta cominciando a sentire un moto di ansia ribollire nelle vene, continua a cercare di fare finta di non vedere i ragazzi della squadra che guardano intensamente verso di loro né tantomeno le urla della folla. Soffre di una discreta e mascherata ansia sociale; inoltre non è che, dopo tutta quella strana conversazione – se così si può chiamare – sia molto a posto a stare seduto davanti a Naruto.
Continua ad osservare il ragazzo, quasi ipnotizzato dall'armonia di quelle forme pesanti. Persino il colore dei capelli, quel biondo che sa di grano, è qualcosa di più intenso della norma e gli piace.
« Col cazzo! » esclama Naruto tutto d'un tratto e prima di correre dai compagni di squadra gli fa un mal riuscito occhiolino.
Sasuke ripesca l'accendino dalla tasca e decide di riaccendersi la sigaretta.
Ha ormai capito anche un'altra cosa: il proprio corpo anela a quello del rugbysta.
Si sta verificando la situazione che ha sempre temuto, fin dai tempi della prima superiore quando ha capito che era omosessuale. Ora lo realizza pienamente.
Intravede Hinata seduta sulla panchina vicina a quella dove sta seduto lui, quando è arrivata? La saluta alzando la mano con la sigaretta, un po' troppo
energetico per essere Uchiha Sasuke. Ogni volta che la vede ha come la sensazione che quella ragazza dai lunghi capelli corvini abbia capito molte, troppe cose su di lui.

**

« E' l'unica scelta della mia vita di cui mi pento, lo ammetto. »



Ha sempre guardato con un certo scetticismo i love hotel sparsi in giro per le strade fitte di Tokyo, chiedendosi quale tristezza vi fosse coltivata in quelle stanze adibite ad ogni
confort sessuale.
Ora ci si trova dentro. C'è odore di pulito e un clima fresco, come se il caldo che in quegli ultimi giorni pesa sul Giappone sia stato solamente una sua allucinazione data dal troppo studio.
Non prova alcun fastidio, anzi, la trova una stanza
davvero confortevole; ma non ha molto tempo né modo di farci caso. Ha decisamente altro per la testa e per il corpo.
« Così siamo alla resa dei conti, vedo. »
E' la prima cosa che dice dopo un silenzio durato tutto il viaggio in ascensore e l'accomodamento nella camera 103.
« Che parole da film! »
Naruto per la prima volta dacchè lo conosce è stato straordinariamente chiuso in un mutismo stupefatto da quando hanno messo piede nel primo love hotel incontrato nel loro tragitto. Ha parlato molto e con molta enfasi tutta la serata, persino durante il film che si sono visti al cinema e poi è stato inglobato da quel pesante silenzio a cui Sasuke non era abituato.
« Tutto vero, non credi? »
Nemmeno Sasuke sa cosa dire, in realtà si è sentito in dovere di parlare.Aveva cominciato a provare un pungente moto di ansia nel vedere il ragazzo biondo in quelle condizioni di imbarazzo e mutismo, ed avevano cominciato ad assillarlo le paranoie.
Sto facendo una cazzata? Non è pronto? Mi sto incartando? Mi sta per essere messa di fronte una enorme fregatura? Ho perso la testa?
Che ci faccio qui?

A quest'ultima domanda Sasuke non sa bene rispondere. La legge in faccia pure a Naruto. Sa solo che ha provato l'impulso, una volta vista da lontano l'insegna viola “Love hotel Konoha” di portarci lì il ragazzo con cui aveva appena avuto quello che in poche parole era stato un appuntamento.Il primo, non ufficiale, ma che entrambi sapevano essere così.
E' stato tutta la serata a eccitarsi per pensieri impuri verso Naruto, trasformando ogni sua azione in una scena erotica, sentendosi grandemente ridicolo per ciò. Ma non aveva potuto fare altrimenti, ormai sapeva bene quanto desiderasse il corpo del suo amico.
In tiro l'Uzumaki è un modello mancato, con una vena di selvatichezza che ora va tanto nelle riviste di moda. La camicia bianca ora aperta – quando l'ha aperta? Sasuke non l'ha visto sbottonarla – fa intravedere pettorali ben delineati, i pantaloni color panna gli stanno stretti sulle gambe straordinariamente delicate, per un giocatore di rugby, lunghe e dritte. Ha i capelli raccolti in un codino alto ora sfatto. Se li è lasciati crescere in quegli ultimi mesi,
neanche avesse capito che a Sasuke piace di più senza i capelli corti.
Una figura pure elegante, un lato di Naruto diverso.
« Ehi...smettila di fissarmi così...»
Naruto ha gli occhi lucidi, le guance arrossate, uno sguardo che Sasuke non ha mai visto prima: implorante, imbarazzato, eccitato, confuso e altre cose.
Per poco non corre da lui a svestirlo e scoparlo senza alcun preliminare, mandando a rotoli i suoi piani di compostezza e calma, di
godersi piano piano ogni sensazione.
Non è la sua prima volta con un uomo, ma è come non fosse così. All'epoca del suo primo rapporto era un ragazzino infatuato pazzo del proprio professore di giapponese, aveva voluto spingersi in una situazione più grande di lui e ne era rimasto scottato, portandosi dietro il ricordo amaro di un addio che era meglio non fosse legato al sesso.
Come lo stava osservando? Sasuke si sente arrossire, butta sul comodino i braccialetti e l'orologio per non farsi vedere dal ragazzo che viene da Nagoya.
Sasuke è di Osaka, ha lasciato il fratello lì per iscriversi all'università statale di Tokyo, forte dei soldi patrimonio di una famiglia che è morta e di un'intelligenza superiore alla media. E' iscritto a Lettere perchè odia le scienze che stanno portando alla devastazione di un minimo di umanità, proprio lui che tutti credono
inumano per quell'aspetto così freddo, quell'andazzo incurante delle cose del mondo. Naruto invece ha potuto accedere a quell'università perchè è un bravo rugbysta, non ha mire particolari se non quella che gli piace la storia ma l'indirizzo storico non c'era e allora si è iscritto a Lettere, mi può bastare, dice sempre, poi vuole continuare col rugby. Ma se continua a stare in una squadra così penosa sa bene che si mangia il futuro con le sue mani. Eppure a Naruto in realtà interessa solo stare con i compagni e giocare, dello studio importa poco, vuole però conseguire qualcosa di cui i suoi genitori ora morti sarebbero orgogliosi. Sarebbe il primo Uzumaki a laurearsi in una Università prestigiosa.
Naruto fa sempre le cose per dimostrare qualcosa agli altri e a sé stesso contemporaneamente.
Lo sta facendo anche adesso? Ha accettato perchè vuole dimostrarsi che cosa?
Naruto ha scoperto la propria omosessualità con lui e anche indirettamente lo ha detto a Sasuke, con punte di divertimento e punte di serietà anche allarmanti. Ma neanche lui l'ha detto al mondo.
Eppure sembra farsi meno problemi di quelli che Sasuke si è sempre fatti, parla tranquillamente con lui in presenza di altri con il solito fare più intenso e intimo, gli sta sempre addosso rinunciando senza tanti problemi alle serate con gli amici, lo raggiunge subito dopo l'allenamento.
Da quelle prime partite al campo dietro l'università le cose sono cambiate parecchio. Ora l'Uzumaki dedica molto più tempo all'Uchiha, quasi gli avesse dato un okay, come se in quei mesi di conoscenza non avesse fatto altro altro che aspettare un via libera.
Naruto lo segue ai corsi, la sua frequenza è aumentata esponenzialmente; lo segue in biblioteca a studiare; lo segue nel dormitorio quando non c'è Suijetsu, il suo compagno di stanza; lo segue a mensa; lo segue a correre. Un'ombra non scura, con libero arbitrio.
Sasuke si è abituato ad avere costantemente una presenza vicino, non credeva di riuscirci, lui così consono alla solitudine. Da quando si era trasferito a Tokyo aveva passato le giornate in una non triste solitudine, ma ora che ha conosciuto la presenza calda di Naruto si chiede come abbia fatto.
E a furia di averlo vicino, di sentire il suo respiro sul collo, di avere quegli occhi azzurri sempre di fronte, di essere sfiorato e solleticato da quei capelli biondi, di venire accidentalmente a contatto con quel corpo enorme la libido è salita esponenzialmente.
Alla fine non ce la fa quasi più.
Ha voglia di appropriarsi di quel corpo come fosse l'unico suo desiderio al mondo, come aveva voluto trasferirsi a tutti i costi lontano dalla sua città natale, portatrice di ansia e pensieri catastrofici.
Ha fatto bene a trasferirsi lì,
non sarebbe mai entrato in un love hotel se no.
Sasuke sorride a quel pensiero, è a torso nudo davanti a Naruto, ora. Gli è andato vicino, passata l'ondata di rossore. Pure lui pare essersi ripreso, lo guarda più convinto, ancora sognante però.
Un'ondata di dolcezza permana i suoi occhi luminosi, Sasuke si è convinto senza alcuna prova che siano un dono genetico del padre. Come i propri scuri occhi sono retaggio del padre, una delle cose che lo accomuna al fratello odiato.
« Accidenti mi sa che mi hai contagiato, a furia di stare assieme. » Naruto sorride, alza un braccio e gli accarezza in un gesto rapido e lieve i capelli sciolti « sembro diventato un sordomuto autistico del cazzo! » esclama e scoppia in una risata liberatoria.
C'è tutto lo sciogliersi delle tensioni legate alla serata appena passate, ai pregiudizi che sanno gravare su di lui, delle scoperte sull'orientamento del proprio corpo, di quella fuga in un hotel in cui si fa sesso, di quella fuga dal mondo.
Sasuke scuote la testa e non sa se essere felice di quell'improvvisa risata, esagerata, assurda. O se essere offeso per quello che lui ha appena detto, da brava donna in menopausa che a volte può sembrare.
Non era pronto? E' diventato davvero matto?
Naruto poi gli mette una mano sulla spalla. Un gesto amichevole, qualcosa di intimo pure. « Aaaah sono felice, Sas'ke. » gli sussurra in un orecchio e infine abbandona la testa sulla sua spalla.
Sasuke si ritrova immobilizzato, guarda il comunissimo lampadario del soffitto fino a che può chiudere gli occhi e vedere tante linee verdi nel buio dietro alle palpebre, unico segno tangibile che è lì, in un love hotel, segno che ricorderà. Ogni volta che aprirà l'album mentale dei ricordi ci troverà quei segni verdi, allucinogeni e rimembrerà il peso e il calore della testa di Naruto sulla sua spalla, un paio di braccia
estranee attorno alla propria vita, profumo di pulito e di bagnoschiuma al cocco.
L'ultimo segno amichevole e di intimità leggera, soave prima dei segni di una passione che verrà consumata quella notte, di un'intimità complice, definitiva.
Sasuke decide che è ora di porre fine alla tenerezza e spinge Naruto sul letto dietro di lui. Non c'è più tempo per i
convenevoli, ha avuto la calma che cercava.
La sensazione che cercava.
Ora ne vuole altre, ma più terra terra.
Per una volta nella sua vita vuole evadere dal mondo dei libri e della fantasia in cui si è rifugiato da molti anni a quella parte e librarsi su quello della terra, degli affari concreti. Via le paranoie, bando alla stasi.
« Tanto non servirà parlare, spero tu lo abbia capito. »
Naruto gli fa cenno con le braccia di
andare da lui. Ha proprio capito bene e se quelle mani che Sasuke constata essere fredde non sono sintomo di un'eccitazione unita alla paura, Naruto non ne ha paura.

**


« Naruto è preso di mira dai suoi compagni di squadra. »
Hinata gli ha detto proprio così, appena presa parola. Si sono incontrati a pranzo, in un bar poco lontano dall'Università, su invito di lei che, la domenica precedente, al campo gli si è avvicinata e “avrei bisogno di parlarti” ha sussurrato guardandolo negli occhi.
Sasuke guarda un gruppetto di studenti che lo superano a passo svelto ridendo e scherzando tra loro: prova un pungente moto di fastidio che si dipana come un filo elettrico lungo la spina dorsale e lo fa incurvare le spalle, le mani chiuse a pugno nelle tasche della giacca impermeabile.
Prova a immaginare Naruto tra loro, “ci starebbe bene” e l'umore gli diventa ancor più cupo, il labbro inferiore che va a cozzare con le ginocchia.
Da quando è uscito dal bar il suo umore non ha fatto altro che scendere, a gradi, arrivando quasi a un minimo storico.
Fastidio legato alle parole della ragazza, nervoso, tristezza per averle comunque predette in quegli ultimi mesi.
« Lo prendono in giro, addirittura minacce, dispetti osceni, come dei ragazzini delle me die e non solo. »
Hinata aveva gli occhi lucidi quando gli aveva detto quelle cose, una faccia arrabbiata che lui non le aveva mai visto. Sasuke ha capito quanto Naruto debba valere per lei e gli esplode una bomba di putridume violaceo dentro lo stomaco che si appiccica in ogni dove: è geloso, è riuscito a provare gelosia addirittura mentre Hinata gli diceva quelle cose.
Perchè Naruto le ha raccontate a lei mentre a lui non ha detto alcunchè.
Si sentono gli schiamazzi del gruppetto persino quando lo hanno superato da un pezzo, Sasuke ha come la sensazione che ridano di lui. Questa è una paranoia che ha sempre avuto, la sua fobia gliela causa.
L'ha detto persino a Naruto, neanche una settimana prima. L'unico essere al mondo che sa della sua fobia sociale. Gliel'ha detto dopo aver trangugiato due bicchierini di whisky liscio in dormitorio, mentre Naruto brillo gli baciava il collo lasciandogli piccole scie umide che gli facevano rizzare i peli bianchi e invisibili.
Si pente di ciò che gli ha detto perchè si sente come svuotato, eppure non poteva farne a meno; ora è deluso che lui non gli abbia riferito nulla.
«
Naruto ha trovato un suo equilibrio da quando è entrato all'università, quella squadra gli ha dato molto. Non l'avevo mai visto così felice. »
Questo il suo amante glielo ha confidato, ma anche se non lo rendeva partecipe Sasuke lo avrebbe comunque capito lontano chilometri. Il rugby lo riempie di motivazione persino nello studio, e Sasuke sa quanto questo sia importante. Probabilmente senza quella squadra Naruto non sarebbe durato un secondo all'università, bruciandosi all'istante un possibile futuro diverso. Ma tutto il resto – pensa Sasuke mentre si siede su di una panchina appartata del piccolo parco dietro all'università – non glielo ha confidato. Minacce, dispetti, bullismo adulto: quando mai gli ha parlato di questi problemi?
E tu perchè non te ne sei accorto?
Sasuke sente il sangue gelare nelle vene, le mani tremano nonostante il caldo.
Cerca con affanno in una tasca della tuta la sigaretta che si è rollato prima di uscire e l'accendino. Al contatto con la cartina prova un moto di conforto, come se quella cartina fosse una sua vecchia amica.

Sono ormai già troppi anni che fuma, fumare è diventato il suo gesto scaramantico, la sua fortuna nel disagio, il suo anti-stress, la sua miseria.
«
Posso farti una domanda? »
A quel punto Hinata lo aveva guardato dritto negli occhi e le guance piene le avevano preso improvvisamente colore.
«
Vi frequentate, vero? »
Un tono serio, una domanda senza alcuna malizia.
Sasuke avrebbe voluto rispondere evasivo o non rispondere proprio, odia dover rendere conto delle sue relazioni a qualcuno: di solito era talmente tanto solo da vergognarsene. Oppure erano tutte storie di solo sesso omosessuale, cose da far accapponare la pelle alla maggioranza. Ma questa volta rispose subito, annuendo in modo lento.
«
Ecco un'altra causa della sua felicità. »
Come mai non le aveva detto anche quello? Che era il suo amante?
Sasuke gioca con la sigaretta facendola passare tra le dita, dal mignolo all'indice, deformandola mentre pensa a cosa sia passato per la testa a Naruto mentre parlava di lui a Hinat sempre omettendo che razza di relazione fosse loro ma sempre manifestando l'implicito col suo stesso continuare a parlare di lui.
Sasuke vorrebbe tanto picchiarlo.
Possibile dovesse parlare tanto di lui?
Naruto ne ha parlato anche con i suoi compagni di squadra. E l'unica volta in cui Sasuke di malavoglia ha partecipato a uno dei loro festeggiamenti post partita si è ritrovato ad essere l'argomento principale delle conversazioni di quegli energumeni dalla risata facile.
«
Stupido Naruto.»
Si era lasciato sfuggire quelle parole e Hinata aveva sorriso senza dire nulla, sembrava essere molto d'accordo. Sasuke aveva fatto una smorfia, cosa gli era preso? Poi si era congedato più veloce che aveva potuto apportando la scusa di dove andare a ritirare i panni alla lavasecco e Hinata, quando erano usciti dal locale, lo aveva tirato piano per un abbraccio.
«
Mi dispiace...» gli aveva sussurrato, abbassando il capo.
Sasuke aveva sgranato gli occhi, ma aveva subito capito.
Davvero glielo stava chiedendo?
«
Non ci rinuncerò a Naruto, sia chiaro. »
Non aveva potuto fare a meno di dirlo.
Sasuke ha ancora nella testa il suo tono duro, sfrontato, minaccioso. Se ne compiace ancora a distanza di quasi un'ora da quell'assurda chiacchierata.
Porta la sigaretta alle labbra.
Hinata se ne era andata senza dire più alcunchè, aveva l'aria di chi ha solo conferme.
Lui ha come idea che lei possieda qualcosa di magico, ne è sempre stato affascinato e preoccupato allo stesso tempo. Ora sa anche perchè.
E' la chiave di quella sua storia.
« Guarda che non l'hai mica accesa. »
Sasuke sente la sigaretta scorrergli via dalle labbra, alza la testa di scatto.
Chissà quanto tempo se ne è stato così, a far finta di tirare boccate.
Lancia un'occhiataccia all'enorme figura che ha davanti e si riappropria bruscamente della sigaretta.
Naruto si siede vicino a lui, profuma di bagnoschiuma al cocco. Deve essersi appena fatto la doccia post allenamento.
Sasuke non voleva sentire quell'odore.
Aveva bisogno di restare da solo.
« Ti ho mai detto che il tuo tempismo è una cosa fenomenale? » gli domanda e aspira finalmente una lunga boccata.
Cosa diamine gli dirà? Gli dirà mai qualcosa?
Sasuke vorrebbe spingere via Naruto, ma non avrebbe la forza neanche per spingerlo di un centimetro.
Cosa ci fa con uno così lui?
Invece rimane lì accanto al calore di un corpo che desidera anche in quelle condizioni mentali lì; non ascolta più cosa ha da dirgli Naruto, tanto
sono tutte cazzate, ma rimane vicino a lui a fumare e a cercare di dare un senso a ciò che ha appena ascoltato, uno qualsiasi.
A cercare semplicemente di pensare qualcosa.


**

Naruto ha le mani piazzate sotto alle sue braccia, gli occhi spiritati.
« A chi hai detto di fare il bravo? A chi?! » gli urla e si china a dargli un bacio con schiocco nell'orecchio.
Sasuke combatte con una risata che esce prepotente a causa del maledetto solletico, si dimena da dieci minuti buoni sortendo l'effetto contrario. Ormai è stanco, lo lascia fare dondolando appena alle spinte di Naruto che ha tutta l'aria di starsi divertendo un mondo.
Si sono presi un pomeriggio tutto per loro, visto che il caposquadra non ha allenamento e lui vuole staccare un po' dallo studio. Alla fine non si sono ancora decisi ad uscire dalla camera del dormitorio, si sono persi a
giocare nel letto.
Sasuke sospira, assottiglia gli occhi.
« La vuoi smettere testa di cazzo che non sei altro? » domanda serio e riesce a bloccare il ragazzo biondo per i polsi, impiegando tutta la forza di cui è capace.
Naruto sgrana gli occhi, pare intristito.
« Che pigna sei! » esclama e si guarda le mani che fino a poco prima erano state un'arma letale, poi si alza dal letto e va a sedersi alla scrivania.
Sasuke si rassetta un po' la maglietta e si stiracchia, provando un moto di fastidio nell'aver visto quell'espressione delusa del biondo; ma sa che lui fa sempre così, odia, Naruto, dover smettere di giocare.
Sono passati due mesi da quando Hinata gli ha parlato, due mesi in cui non è cambiato nulla nel rapporto con Naruto.
Quasi nulla.
Naruto probabilmente non si è accorto della nuova rigidità nei modi di Sasuke che non riesce mai davvero a rilassarsi, neanche in una situazione come quella; e Sasuke si è accorto del fare a volte troppo evasivo di Naruto, del suo nascondere intermittente certi occhi troppo umidi, una fronte troppo corrucciata, dei sorrisi troppo aperti. Ma alla fine della fiera, le cose rimangono uguali.
Sasuke
li odia con tutto se stesso.

Due idioti che non si sanno affrontare, ecco cosa sono lui e Naruto.
« Ehi non toccare! »
Sasuke ha visto Naruto spostare dei libri sulla scrivania, smistare degli appunti annuendo energicamente: mai una volta che tenga ferme quelle mani!
Sa quanto caos quel ragazzo può mettergli nella sua ordinatissima scrivania in cui tutti i libri e le penne hanno una loro precisa disposizione e questa cosa non gli piace affatto. Si chiede spesso infatti pure per questo cosa ci faccia assieme ad uno così.
Ha portato caos nella sua intera esistenza, in realtà.
Naruto si gira e gli fa la linguaccia, poi si guarda in giro con aria avida. Sembra un micio in cerca di qualcosa a cui fare dispetti.
Sasuke gli fa cenno di tornare a sedersi sul letto accanto a lui e Naruto da bravo micio obbedisce miagolando contento. Quando si siede il materasso pende pericolosamente verso sinistra: è davvero enorme.
Sasuke lo guarda attentamente, cerca in quel viso dei segni di un messaggio profondo; ma in quei lineamenti così virili che eppure hanno mantenuto qualcosa dell'infanzia non trova alcunchè, solamente pura bellezza.
Non gli è mai piaciuto nessuno come quel ragazzo, Sasuke ne è quasi sconcertato. Possibile che ti possa piacere così tanto un essere umano? Uno del suo stesso sesso, l'ennesima conferma che per lui le donne non sono fatte.
Lo sanno solo loro due ed Hinata che Sasuke è omosessuale, e fuori di lì lo sa solo Itachi, quel fratello fottuto in testa dai pregiudizi che, a quanto ne sa lui, costruirebbe dei ghetti per gli omosessuali.
Lo sanno solo loro due e Hinata, che Naruto è omosessuale, e fuori di lì qualcuno lo insinua maliziosamente.
Sasuke arriva immancabilmente a quel
pensiero. Quantunque provi a tenerlo distante da sé questo torna prepotente.
Naruto è preso di mira a causa sua.
Per quanto sia irrazionale Sasuke sente di avere tutta la colpa, non riesce a pensare che Naruto abbia una testa e possa pensare e volere per conto suo.
E' irrimediabilmente fottuto in testa.
« Se ti annoi puoi andare, lo sai no. » Sasuke dice così ma alla fine non lo sa perchè, suona solo incredibilmente acido, innervosito. Succede spesso.
Naruto scuote la testa, mette la solita faccia stupita e poi si arrabbia, lo colpisce sulla pancia.
« Certo che ne spari di cazzate! »
« Senti chi parla. »
Si battibeccano un po', fortunatamente a Sasuke non sale il malumore che minacciava di rovinargli il pomeriggio dal nulla; ma rimane come se fosse triste.
Ha sempre avuto questa cosa di diventare di cattivo umore come nulla, di scemare dal positivo all'umore più nero nel giro anche di un'ora, senza un apparente motivo, basta una sciocchezza.
In questo caso è il presentarsi del pensiero a renderlo triste, a fargli venire la nausea esistenziale; eppure non lo capisce fino in fondo.
Si piega per dare un calcio a Naruto ma viene bloccato per le gambe dalle solite mani esperte.
« Sei un gatto, te l'ho mai detto? » gli dice e sorride, mentre gli tiene le gambe alzate.
Sasuke scalcia inutilmente, vorrebbe dirgli che la metafora del gatto l'ha appena fatta lui ma invece soffia: « un numero spropositato di volte, alzheimer noto. »
Sono momenti lenti e veloci al tempo stesso, quelli. Giochi infantili per far finta di non pensare, scatti e riflessioni.
Chissà a cosa pensa Naruto – si chiede Sasuke mentre vede avvicinarsi il volto di Naruto, ma non vuole davvero
saperlo.
Si trova a baciare il ragazzo, e quantunque si sforzi di tenere le labbra serrate in una manciata di secondi si trova a ricambiare al bacio con trasporto.
Ormai le mani di Naruto hanno abbandonato le gambe per passare sopra al suo sesso, avide. Bastano un tocco e quel bacio a Sasuke per attivarsi.
Non dovrebbe lasciarlo fare così, dovrebbe essere lui a prendere in mano la situazione.
Il fatto è che Naruto è fottutamente dominante, un punto in più alla sua tristezza.
Crede di aver creato un mostro.
Non sa che sono gli ultimi minuti da passare così con lui, l'ultimo pomeriggio da farlo giocare, a dirsi sotto sotto che si vogliono bene.

**

Alla fine quel che conta è dire le cose come stanno, Sasuke ha sempre pensato così. Alla fine quel che conta è far vedere agli altri la propria superiorità non avendo paura di nulla.
« Non cercami più. »
Due bicchierini di whisky liscio in corpo e una chiamata: ecco risolta la serata.
« Cosa cavolo stai dicendo? »
Dall'altra parte della cornetta una voce stupita, una risata. « Quanto cazzo hai bevuto stasera Sasuke? »
Lo lascia parlare, fa calare il silenzio prima di rispondere. Sente nell'orecchio un sospiro, forse.
« Tanto ma non importa, quel che conta e se hai capito cosa ti ho detto. »
La finestra è aperta, l'aria fresca gli raffredda un po' volto e cervello; guarda il buio pece davanti a lui, neanche un lampione ad illuminare la strada adiacente al Dormitorio: tutta colpa del risparmio energetico.
« Senti la vuoi smettere di fare lo stronzo a random eh? » Sasuke prende un bel respiro, chiude la finestra facendola sbattere.
« Non mi cercare più, comunque non mi troverai. Usa un po' la testa, Naruto, fallo per te.
E per me. »
Che cosa c'è di male nel dire le cose come stanno?
Sasuke però sa di averlo fatto in parte, si è rivelato infimo. Un verme che striscia, nient'altro che questo.
Non ha mai domandato a Naruto cosa succede negli spogliatoi, nel suo cuore, in quella testa bacata; non ha mai posto l'argomento
omosessualità.
Una volta Naruto l'ha fatto, era una Domenica mattina e stava per cominciare una partita.
Alla fine è stato più diretto di te, ma tu non glielo hai più permesso. Sei un vigliacco, non sei quello che tutti credono.
Sai già quale è la tua fine: la non vita ti aspetta.
« Guarda, dieci minuti e sono da te. Tanto Kakashi-sensei non è di turno stasera quindi eludo come nulla i controlli! »
Sasuke sorride, fortuna che lui non può vederlo.
« Tanto non mi troverai,
baka. »
Il prossimo treno è tra neanche quindici minuti, deve sbrigarsi.



N/A
Poco da dire, se non che spero almeno un po' di avervi dato una piacevole lettura... e... ho messo tutto il mio impegno e sviscerato un bel po' di cose, credetemi. XD
Idea banale quella del
bullismo così rappresentato, lo so, ma non riuscivo a non seguirla/utilizzarla! Damn. Quel che mi interessava era delineare una figura di Sasuke più umana, piena di paranoie, dubbi, immatura sotto certi aspetti, affetto da una lieve (?) fobia sociale quindi impaurito, evitante, ma alla fine risoluto (e scemo, sì, visto cosa decide.) Alla fine lascio aperta la questione, un po': voi pensate che Naruto ce la farà mai a raggiungerlo in tempo? Si rivedranno? Sasuke capirà che esistono le mezze misure? Mi interessava inoltre portare avanti un'atmosfera quasi lenta, un'ambientazione giapponese, scolastica: l'università in Giappone è particolarmente elitaria, impegnativa: ci ho visto in quel mondo la creazione di un rapporto così, una passione che mina entrambi in partenza, pregiudizi non a viso aperto, paura dell'insuccesso. E tante altre cose mi interessava scrivere che non dico, sono venute a impulso. Bè, spero di sentirvi nelle recensioni, un po' mi dispiace (?) pubblicare tanto perchè magari davvero Vi a fastidio ma...ne ho bisogno, non riesco a lasciare non-letto ciò che scrivo, è più forte di me! Infatti c'è un certo mio amico che vorrebbe picchiarmi per intasare un certo account. XDXD Alla fine so come sono fatto, rischierei di lasciare il testo lì sul pc a marcire, come ho sempre fatto prima di trovare il coraggio di iscrivermi.
Detto ciò perdonate la pappardella anche sensa senso, alla fine i non detti sono meglio: sono logorroico da paura.XD
(Miky2100: spero ti sia piaciuta mon cherie!!)
Grazie a chi ha letto, di cuore! (L) Ci sentiamo nelle recensioni (ci tengo tanto!)
un abbraccio
Bidirezione

   
 
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