Salve
teneri lettori... Rompo ancora le palle a Voi tutti, mi sa che ormai
siete stufi di me? Rompo con una SasuNaru
ambientata in Giappone, una one shot che ho costruito serata dopo
serata (e nottate) in quest'ultime due settimane da un primo abbozzo
che giaceva da tempo in una isolata cartella del mio fidato pc,
SauNaru che vorrei dedicare a Miky2100
per ringraziarla
di tutto l'appoggio e l'affetto che mi trasmette nelle sue da me
adoratissime recensioni (per premiare l' “impresa” - ergo
leggersi tutte le mie fic! Matta! Merci!).
Al solito trama un po'
particolare, idea banale – lo so - , perdonatela, spero di
bilanciarla con una scrittura il più possibile gradevole... Bè non
Vi rompo più e vi lascio alla lettura, cari, a fine storia! :3
Buona
lettura **
Our
heart would wet,
along with the rain.
SasuNaru
«
Certo che tu sembravi tutto fuorché un omosessuale. »
Naruto
Uzumaki è biondo ed enorme, gioca nella squadra di rugby
dell'università e fa una miriade di lavoretti part-time per potersi
pagare la retta. E' un tipo solare, estroverso, pieno di sorrisi per
chiunque, ma quando perde le staffe si trasforma in un animale da
lotta.
Ora se ne sta davanti a lui in controluce con uno sguardo
divertito, le braccia incrociate al petto, le gambe larghe. E'
vestito con la divisa di rugby e sembra avere delle spalle infinite
che coprono tutta la luce del sole alle sue spalle formando intorno a
lui un alone luminoso che lo fa apparire con un'aura
soprannaturale.
Sasuke, seduto sulla panchina a bordo campo con
una sigaretta spenta tra le labbra, non sa come siano arrivati a quel
discorso. Omosessualità? A lui pareva che stessero parlando
dell'esame di storia. Non conoscesse Naruto direbbe che uno dei due
si è perso dei passaggi ignorando totalmente le parole dell'altro,
ma conoscendolo molto bene realizza che quasi sicuramente Naruto ha
tirato fuori quell'osservazione dal nulla.
A volte è molto difficile parlare con l'Uzumaki poiché questi tira
fuori centomila argomenti diversi ed è capace di saltare dall'uno
all'altro con velocità impressionante, magari poi riprendendoli
quando meno te l'aspetti nel giro di due minuti. Ha un'intelligenza
sopraffina, a discapito delle apparenze, peccato non la sfrutti a
dovere accontentandosi di un esame ogni tanto e a voti
mediocri.
Sasuke invece ha bisogno di tempo, è lento e
calcolatore nei discorsi, perciò ogni volta rimane spiazzato quando
il biondo cambia argomento, provando un fastidio pulsante che lo fa
accigliare e chiudere in un mutismo martellante nella peggiore delle
ipotesi; oppure lo fa rispondere malamente e tirar su baruffa
retorica.
Questa volta la buttata di Naruto è stata talmente
tanto alta
che non riesce né ad accigliarsi né a domandargli scazzato che
diamine stia dicendo.
« Ohi Sas'ke, ma mi hai sentito? »
Naruto
si china ad osservarlo da più vicino, ha gli occhi azzurri socchiusi
e si sta mordendo un labbro. Un bel volto piuttosto armonioso, si
ritrova, nonostante i marcati lineamenti. Sasuke - che in questo
momento prova l'improvviso impulso di mordergli il naso - l'ha sempre
pensato, così come ritiene che Naruto abbia un gran bel corpo, ma
certo, devono piacerti i
giganti, per
fare una pensata simile.
Sasuke cerca l'accendino nella tasca dei
jeans, tenendo stretta la sigaretta tra le labbra sottili.
« E
fuma pure! »
Naruto sorride furbo, tornandosene indietro col
busto e squadrandolo così di nuovo dall'alto al basso. Dà
un'occhiata al campo pieno di statuari individui che provano dei
lanci o fanno stretching e annuisce con quella che pare grande
soddisfazione.
E' un buon allenatore, Sasuke lo sa per le voci che
si sono sparse in giro sul suo conto, per gli articoli del giornale,
per l'esperienza personale; ne ha viste un po' di partite in quegli
ultimi sei mesi, da quando ha fatto amicizia – o meglio, Naruto
l'ha costretto a fare amicizia auto-invitandosi un bel giorno a mensa
a sederglisi vicino - .
Di solito Sasuke quando ha la domenica
mattina libera e non vuole studiare passa al campo dietro la sede
universitaria se sa che la squadra di Naruto giocherà in casa. Il
difetto di Naruto in fin dei conti è la squadra, a parte qualche
buon elemento l'intero gruppo è stentato, non riesce mai a
raggiungere la meta e così Naruto si ritrova a dare anima e corpo
per delle partite di più basso livello, che non meriterebbe per il
gran valore. Sa essere un capo squadra solare, carica le persone come
nessun altro, le trascina, insiste che “vincere è una scelta. E'
la nostra” nel solito motto che urla ai compagni prima di entrare
in campo, ma poi alla fine conta solo la partecipazione. Non vuole
tristezze post sconfitti, porta sempre tutti a festeggiare. Qualunque
sia il risultato. E Sasuke per questo lo ritiene - nenche tanto
segretamente - un
enorme baka.
«
Cosa sei un paparazzo mandato da una rivista di scoop? » la domanda
gli è sorta spontanea. Si accende con calma la sigaretta che si era
rollato prima di uscire dalla camera al dormitorio e decide di
guardarlo fisso con fare accigliato e sprezzante.
La situazione
dopotutto si è fatta abbastanza imbarazzante e un po' di gente
comincia ad arrivare sugli spalti e non solo; inoltre lui quel giorno
su invito dell'Uzumaki si trova proprio sulla panchina dove stanno i
giocatori riserva e/o i fan più accaniti, insomma: non il massimo
della situazione, ecco, per uno schivo come lui. Ha accettato perchè?
Perchè è un enorme
teme –
come gli dice Naruto in alcune occasioni in cui si vedono (poche, ma
sempre molto intense). Odia che lo chiami così, odia il termine
“teme”, gli da i brividi eppure segretamente gli da ragione.
«
Ti ho davvero dato questa impressione?! »
Sasuke scuote la testa
e decide di ignorarlo momentaneamente per accendersi la sigaretta.
Aspira avidamente la prima boccata, realizzando di aver proprio
bisogno di nicotina: comincia ad essere seriamente nervoso.
Possibile che questo
tizio sia così privo di vergogna?
Naruto
si incupisce, sbatte più volte le lunghe ciglia, unico particolare
vagamente femminile in un tutto così virile.
Sasuke
sospira, pensa che se continua a fare silenzio quello comincerà a
dare di matto: da quel che ha capito Naruto è particolarmente
sensibile ai silenzi che dovrebbero essere esplicativi.
Sasuke
desidererebbe non dover più portare avanti un discorso del genere,
che comincia a farsi così scomodo. Ormai ha capito dove Naruto vuole
andare a parare.
Quindi possibile che debba rispondergli?
«
Avanti, dobe,
smettila di girarci attorno. » gli dice gettando la cenere ai suoi
piedi.
Naruto si fa dapprima serissimo poi sul suo volto scoppia
un incendio. Sasuke constata che è arrossito pesantemente. Vedere un
energumeno con la divisa da ruby arrossire è uno spettacolo tutto
particolare, di certo qualcosa che non capita raramente.
Si scopre
a sorridere, pensa che probabilmente il ricordo del loro bacio di due
settimane prima gli sia appena arrivato prepotente nella mente. Fino
a prima credeva di fare il simpatico, volare sull'argomento facendo
finta di centrarlo senza mai approfondirlo, giocarci.
Si erano
trovati soli in un'aula a fine della lezione di storia, Naruto
l'aveva importunato chiedendogli cose sull'argomento spiegato dalla
professoressa che non aveva seguito e pretendendo con sorrisi e
smorfie di avere gli appunti, così Sasuke si era innervosito e,
avendo il volto di Naruto vicino al proprio, aveva deciso di
silenziare il ragazzo dandogli un bacio a stampo. Gli era preso come
un ghiribizzo incontrollabile di posare le proprie labbra su quelle
rossissime e umide del ragazzo biondo.
Una
pazzia del momento.
Ma
mai avrebbe aspettato quella
reazione. Naruto
aveva ricambiato con trasporto, bloccandolo alla nuca,
costringendolo addosso al banco.
« Volevo...mmm...no, ecco... »
L'Uzumaki sembra aver cambiato personalità, come se si fosse
trasformato nella loro compagna di corso Hinata Hyuuga, quella
ragazza che quando parla al capo della squadra di rugby
dell'università non lo guarda quasi mai negli occhi e non si perde
mai neanche una partita. Sasuke si chiede dove sia nascosta tra la
folla e si sente improvvisamente osservato; ma è tutta una
paranoia.
Si è sempre chiesto cosa Naruto provi per lei, sa che
sono amici e non ha mai manifestato aperto interesse verso lei che lo
ama dai tempi del liceo ma è anche quasi certo che è vero pure il
contrario.
E ormai si è convinto pure di un'altra cosa: quel
ragazzo tutto testosterone è tutt'altro che etero.
Ha ancora la
sensazione di quella mano forte che gli stringe la nuca, della carica
erotica che ha sentito provenire dal ragazzo, lo stordimento finale,
il non saper che cazzo dire, la visione di lui che se ne va
biascicando tremila parole in croce e nessuna scusa.
« Sensi di
colpa, per caso? » Sasuke lo stuzzica, poi si accorge che a furia di
pensare ha lasciato la sigaretta spegnersi. Dannata cartina
autocomburente. Non la riaccende, però. Ci giocherella con le
dita.
Naruto è chiamato dai compagni di squadra, gli chiedono di
andare a dare loro istruzioni, lo chiamano in malo modo, spazientiti.
Sasuke guarda l'orologio: sono le dieci, la partita dovrebbe
cominciare a momenti. L'Uzumaki fa loro un cenno con la mano, gli
urla “un secondo dai!” e poi si gira nuovamente alla volta di
Sasuke che lo guarda con tutta la calma
di cui è capace.
Sta cominciando a sentire un moto di ansia
ribollire nelle vene, continua a cercare di fare finta di non vedere
i ragazzi della squadra che guardano intensamente verso di loro né
tantomeno le urla della folla. Soffre di una discreta e mascherata
ansia sociale; inoltre non è che, dopo tutta quella strana
conversazione – se così si può chiamare – sia molto a posto a
stare seduto davanti a Naruto.
Continua ad osservare il ragazzo,
quasi ipnotizzato dall'armonia di quelle forme pesanti. Persino il
colore dei capelli, quel biondo che sa di grano, è qualcosa di più
intenso della norma e gli piace.
« Col cazzo! » esclama Naruto
tutto d'un tratto e prima di correre dai compagni di squadra gli fa
un mal riuscito occhiolino.
Sasuke ripesca l'accendino dalla tasca
e decide di riaccendersi la sigaretta.
Ha ormai capito anche
un'altra cosa: il proprio corpo anela a quello del rugbysta.
Si
sta verificando la situazione che ha sempre temuto, fin dai tempi
della prima superiore quando ha capito che era omosessuale. Ora lo
realizza pienamente.
Intravede Hinata seduta sulla panchina vicina
a quella dove sta seduto lui, quando è arrivata? La saluta alzando
la mano con la sigaretta, un po' troppo energetico
per essere Uchiha Sasuke. Ogni volta che la vede ha come la
sensazione che quella ragazza dai lunghi capelli corvini abbia capito
molte, troppe cose su di lui.
**
« E' l'unica scelta della mia vita di cui mi pento, lo ammetto. »
Ha
sempre guardato con un certo scetticismo i love hotel sparsi in giro
per le strade fitte di Tokyo, chiedendosi quale tristezza vi fosse
coltivata in quelle stanze adibite ad ogni confort
sessuale.
Ora
ci si trova dentro. C'è odore di pulito e un clima fresco, come se
il caldo che in quegli ultimi giorni pesa sul Giappone sia stato
solamente una sua allucinazione data dal troppo studio.
Non prova
alcun fastidio, anzi, la trova una stanza davvero
confortevole;
ma non ha molto tempo né modo di farci caso. Ha decisamente altro
per la testa e per il corpo.
« Così siamo alla resa dei conti,
vedo. »
E' la prima cosa che dice dopo un silenzio durato tutto
il viaggio in ascensore e l'accomodamento nella camera 103.
«
Che parole da film! »
Naruto per la prima volta dacchè lo
conosce è stato straordinariamente chiuso in un mutismo stupefatto
da quando hanno messo piede nel primo love hotel incontrato nel loro
tragitto. Ha parlato molto e con molta enfasi tutta la serata,
persino durante il film che si sono visti al cinema e poi è stato
inglobato da quel pesante silenzio a cui Sasuke non era abituato.
«
Tutto vero, non credi? »
Nemmeno Sasuke sa cosa dire, in realtà
si è sentito in dovere di parlare.Aveva cominciato a provare un
pungente moto di ansia nel vedere il ragazzo biondo in quelle
condizioni di imbarazzo e mutismo, ed avevano cominciato ad
assillarlo le paranoie.
Sto
facendo una cazzata? Non è pronto? Mi sto incartando? Mi sta per
essere messa di fronte una enorme fregatura? Ho perso la testa?
Che
ci faccio qui?
A
quest'ultima domanda Sasuke non sa bene rispondere. La legge in
faccia pure a Naruto. Sa solo che ha provato l'impulso, una volta
vista da lontano l'insegna viola “Love hotel Konoha” di portarci
lì il ragazzo con cui aveva appena avuto quello che in poche parole
era stato un appuntamento.Il primo, non ufficiale, ma che entrambi
sapevano essere così.
E' stato tutta la serata a eccitarsi per
pensieri impuri verso Naruto, trasformando ogni sua azione in una
scena erotica, sentendosi grandemente ridicolo per ciò. Ma non aveva
potuto fare altrimenti, ormai sapeva bene quanto desiderasse il corpo
del suo amico.
In tiro l'Uzumaki è un modello mancato, con una
vena di selvatichezza che ora va tanto nelle riviste di moda. La
camicia bianca ora aperta – quando l'ha aperta? Sasuke non l'ha
visto sbottonarla – fa intravedere pettorali ben delineati, i
pantaloni color panna gli stanno stretti sulle gambe
straordinariamente delicate, per un giocatore di rugby, lunghe e
dritte. Ha i capelli raccolti in un codino alto ora sfatto. Se li è
lasciati crescere in quegli ultimi mesi, neanche
avesse capito che a Sasuke piace di più senza i capelli corti.
Una
figura pure elegante, un lato di Naruto diverso.
« Ehi...smettila
di fissarmi così...»
Naruto ha gli occhi lucidi, le guance
arrossate, uno sguardo che Sasuke non ha mai visto prima: implorante,
imbarazzato, eccitato, confuso e altre cose.
Per poco non corre
da lui a svestirlo e scoparlo senza alcun preliminare, mandando a
rotoli i suoi piani di compostezza e calma, di godersi
piano piano ogni sensazione.
Non
è la sua prima volta con un uomo, ma è come non fosse così.
All'epoca del suo primo rapporto era un ragazzino infatuato pazzo del
proprio professore di giapponese, aveva voluto spingersi in una
situazione più grande di lui e ne era rimasto scottato, portandosi
dietro il ricordo amaro di un addio che era meglio non fosse legato
al sesso.
Come lo stava osservando? Sasuke si sente arrossire,
butta sul comodino i braccialetti e l'orologio per non farsi vedere
dal ragazzo che viene da Nagoya.
Sasuke è di Osaka, ha lasciato
il fratello lì per iscriversi all'università statale di Tokyo,
forte dei soldi patrimonio di una famiglia che è morta e di
un'intelligenza superiore alla media. E' iscritto a Lettere perchè
odia le scienze che stanno portando alla devastazione di un minimo di
umanità, proprio lui che tutti credono inumano
per quell'aspetto così freddo, quell'andazzo incurante delle cose
del mondo. Naruto invece ha potuto accedere a quell'università
perchè è un bravo rugbysta, non ha mire particolari se non quella
che gli piace la storia ma l'indirizzo storico non c'era e allora si
è iscritto a Lettere, mi può bastare, dice sempre, poi vuole
continuare col rugby. Ma se continua a stare in una squadra così
penosa sa bene che si mangia il futuro con le sue mani. Eppure a
Naruto in realtà interessa solo stare con i compagni e giocare,
dello studio importa poco, vuole però conseguire qualcosa di cui i
suoi genitori ora morti sarebbero orgogliosi. Sarebbe il primo
Uzumaki a laurearsi in una Università prestigiosa.
Naruto fa
sempre le cose per dimostrare qualcosa agli altri e a sé stesso
contemporaneamente.
Lo
sta facendo anche adesso? Ha accettato perchè vuole dimostrarsi che
cosa?
Naruto
ha scoperto la propria omosessualità con lui e anche indirettamente
lo ha detto a Sasuke, con punte di divertimento e punte di serietà
anche allarmanti. Ma neanche lui l'ha detto al mondo.
Eppure
sembra farsi meno problemi di quelli che Sasuke si è sempre fatti,
parla tranquillamente con lui in presenza di altri con il solito fare
più intenso e intimo, gli sta sempre addosso rinunciando senza tanti
problemi alle serate con gli amici, lo raggiunge subito dopo
l'allenamento.
Da quelle prime partite al campo dietro
l'università le cose sono cambiate parecchio. Ora l'Uzumaki dedica
molto più tempo all'Uchiha, quasi gli avesse dato un okay, come se
in quei mesi di conoscenza non avesse fatto altro altro che aspettare
un via libera.
Naruto lo segue ai corsi, la sua frequenza è
aumentata esponenzialmente; lo segue in biblioteca a studiare; lo
segue nel dormitorio quando non c'è Suijetsu, il suo compagno
di stanza; lo segue a mensa; lo segue a correre. Un'ombra non scura, con
libero arbitrio.
Sasuke si è abituato ad avere costantemente una
presenza vicino, non credeva di riuscirci, lui così consono alla
solitudine. Da quando si era trasferito a Tokyo aveva passato le
giornate in una non triste solitudine, ma ora che ha conosciuto la
presenza calda di Naruto si chiede come abbia fatto.
E a furia di
averlo vicino, di sentire il suo respiro sul collo, di avere quegli
occhi azzurri sempre di fronte, di essere sfiorato e solleticato da
quei capelli biondi, di venire accidentalmente a contatto con quel
corpo enorme la libido è salita esponenzialmente.
Alla fine non
ce la fa quasi più.
Ha voglia di appropriarsi di quel corpo come
fosse l'unico suo desiderio al mondo, come aveva voluto trasferirsi a
tutti i costi lontano dalla sua città natale, portatrice di ansia e
pensieri catastrofici.
Ha fatto bene a trasferirsi lì, non
sarebbe mai entrato in un love hotel se no.
Sasuke
sorride a quel pensiero, è a torso nudo davanti a Naruto, ora. Gli è
andato vicino, passata l'ondata di rossore. Pure lui pare essersi
ripreso, lo guarda più convinto, ancora sognante però.
Un'ondata
di dolcezza permana i suoi occhi luminosi, Sasuke si è convinto
senza alcuna prova che siano un dono genetico del padre. Come i
propri scuri occhi sono retaggio del padre, una delle cose che lo
accomuna al fratello odiato.
« Accidenti mi sa che mi hai
contagiato, a furia di stare assieme. » Naruto sorride, alza un
braccio e gli accarezza in un gesto rapido e lieve i capelli sciolti
« sembro diventato un sordomuto autistico del cazzo! » esclama e
scoppia in una risata liberatoria.
C'è tutto lo sciogliersi delle
tensioni legate alla serata appena passate, ai pregiudizi che sanno
gravare su di lui, delle scoperte sull'orientamento del proprio
corpo, di quella fuga in un hotel in cui si fa sesso, di quella fuga
dal mondo.
Sasuke scuote la testa e non sa se essere felice di
quell'improvvisa risata, esagerata, assurda. O se essere offeso per
quello che lui ha appena detto, da brava donna in menopausa che a
volte può sembrare.
Non
era pronto?
E' diventato davvero
matto?
Naruto
poi gli mette una mano sulla spalla. Un gesto amichevole, qualcosa di
intimo pure. « Aaaah sono felice, Sas'ke. » gli sussurra in un
orecchio e infine abbandona la testa sulla sua spalla.
Sasuke si
ritrova immobilizzato, guarda il comunissimo lampadario del soffitto
fino a che può chiudere gli occhi e vedere tante linee verdi nel
buio dietro alle palpebre, unico segno tangibile che è lì, in un
love hotel, segno che ricorderà. Ogni volta che aprirà l'album
mentale dei ricordi ci troverà quei segni verdi, allucinogeni e
rimembrerà il peso e il calore della testa di Naruto sulla sua spalla,
un paio di braccia estranee
attorno alla propria vita, profumo di pulito e di bagnoschiuma al
cocco.
L'ultimo segno amichevole e di intimità leggera, soave
prima dei segni di una passione che verrà consumata quella notte, di
un'intimità complice, definitiva.
Sasuke decide che è ora di
porre fine alla tenerezza e spinge Naruto sul letto dietro di lui.
Non c'è più tempo per i convenevoli,
ha avuto la calma che cercava.
La sensazione che cercava.
Ora
ne vuole altre, ma più terra terra.
Per una volta nella sua vita
vuole evadere dal mondo dei libri e della fantasia in cui si è
rifugiato da molti anni a quella parte e librarsi su quello della
terra, degli affari concreti. Via le paranoie, bando alla stasi.
«
Tanto non servirà parlare, spero tu lo abbia capito. »
Naruto
gli fa cenno con le braccia di andare
da lui.
Ha proprio capito bene e se quelle mani che Sasuke constata essere
fredde non sono sintomo di un'eccitazione unita alla paura, Naruto
non ne
ha paura.
**
«
Naruto è preso di mira dai suoi compagni di squadra.
»
Hinata gli ha detto
proprio così, appena presa parola. Si sono incontrati a pranzo, in
un bar poco lontano dall'Università, su invito di lei che, la
domenica precedente, al campo gli si è avvicinata e “avrei bisogno
di parlarti” ha sussurrato guardandolo negli occhi.
Sasuke
guarda un gruppetto di studenti che lo superano a passo svelto
ridendo e scherzando tra loro: prova un pungente moto di fastidio che
si dipana come un filo elettrico lungo la spina dorsale e lo fa
incurvare le spalle, le mani chiuse a pugno nelle tasche della giacca
impermeabile.
Prova a immaginare Naruto tra loro, “ci starebbe
bene” e l'umore gli diventa ancor più cupo, il labbro inferiore
che va a cozzare con le ginocchia.
Da quando è uscito dal bar il
suo umore non ha fatto altro che scendere, a gradi, arrivando quasi a
un minimo storico.
Fastidio legato alle parole della ragazza,
nervoso, tristezza per averle comunque predette in quegli ultimi
mesi.
« Lo prendono in giro, addirittura minacce, dispetti
osceni, come dei ragazzini delle me die e non solo. »
Hinata
aveva gli occhi lucidi quando gli aveva detto quelle cose, una faccia
arrabbiata che lui non le aveva mai visto. Sasuke ha capito quanto
Naruto debba valere per lei e gli esplode una bomba di putridume
violaceo dentro lo stomaco che si appiccica in ogni dove: è geloso,
è riuscito a provare gelosia addirittura mentre Hinata gli diceva
quelle cose.
Perchè Naruto le ha raccontate a lei mentre a lui
non ha detto alcunchè.
Si sentono gli schiamazzi del gruppetto
persino quando lo hanno superato da un pezzo, Sasuke ha come la
sensazione che ridano di lui. Questa è una paranoia che ha sempre
avuto, la sua fobia gliela causa.
L'ha detto persino a Naruto,
neanche una settimana prima. L'unico essere al mondo che sa della sua
fobia sociale. Gliel'ha detto dopo aver trangugiato due bicchierini
di whisky liscio in dormitorio, mentre Naruto brillo gli baciava il
collo lasciandogli piccole scie umide che gli facevano rizzare i peli
bianchi e invisibili.
Si
pente di ciò che gli ha detto perchè si sente come svuotato, eppure
non poteva farne a meno; ora è deluso che lui non gli abbia riferito
nulla.
« Naruto
ha trovato un suo equilibrio da quando è entrato all'università,
quella squadra gli ha dato molto. Non l'avevo mai visto così felice.
»
Questo il suo amante glielo ha confidato, ma anche se non lo
rendeva partecipe Sasuke lo avrebbe comunque capito lontano
chilometri. Il rugby lo riempie di motivazione persino nello studio,
e Sasuke sa quanto questo sia importante. Probabilmente senza quella
squadra Naruto non sarebbe durato un secondo all'università,
bruciandosi all'istante un possibile futuro diverso. Ma tutto il
resto – pensa Sasuke mentre si siede su di una panchina appartata
del piccolo parco dietro all'università – non glielo ha confidato.
Minacce, dispetti, bullismo adulto: quando mai gli ha parlato di
questi problemi?
E
tu perchè non te ne sei accorto?
Sasuke
sente il sangue gelare nelle vene, le mani tremano nonostante il
caldo.
Cerca con affanno in una tasca della tuta la sigaretta che
si è rollato prima di uscire e l'accendino. Al contatto con la
cartina prova un moto di conforto, come se quella cartina fosse una
sua vecchia amica.
Sono
ormai già troppi anni che fuma, fumare è diventato il suo gesto
scaramantico, la sua fortuna nel disagio, il suo anti-stress, la sua
miseria.
« Posso
farti una domanda? »
A quel punto Hinata lo aveva guardato dritto negli occhi e le
guance piene le avevano preso improvvisamente colore.
«
Vi frequentate, vero? »
Un
tono serio, una domanda senza alcuna malizia.
Sasuke avrebbe
voluto rispondere evasivo o non rispondere proprio, odia dover
rendere conto delle sue relazioni a qualcuno: di solito era talmente
tanto solo da vergognarsene. Oppure erano tutte storie di solo sesso
omosessuale, cose da far accapponare la pelle alla maggioranza. Ma
questa volta rispose subito, annuendo in modo lento.
« Ecco
un'altra causa della sua felicità.
»
Come mai non le aveva detto anche quello? Che era il suo
amante?
Sasuke gioca con la sigaretta facendola passare tra le
dita, dal mignolo all'indice, deformandola mentre pensa a cosa sia
passato per la testa a Naruto mentre parlava di lui a Hinat sempre
omettendo che razza di relazione fosse loro ma sempre manifestando
l'implicito col suo stesso continuare a parlare di lui.
Sasuke
vorrebbe tanto picchiarlo. Possibile
dovesse parlare tanto di lui?
Naruto
ne ha parlato anche con i suoi compagni di squadra. E l'unica volta
in cui Sasuke di malavoglia ha partecipato a uno dei loro
festeggiamenti post partita si è ritrovato ad essere l'argomento
principale delle conversazioni di quegli energumeni dalla risata
facile.
« Stupido
Naruto.»
Si
era lasciato sfuggire quelle parole e Hinata aveva sorriso senza dire
nulla, sembrava essere molto d'accordo. Sasuke aveva fatto una
smorfia, cosa gli era preso? Poi si era congedato più veloce che
aveva potuto apportando la scusa di dove andare a ritirare i panni
alla lavasecco e Hinata, quando erano usciti dal locale, lo aveva
tirato piano per un abbraccio.
«
Mi dispiace...»
gli aveva sussurrato, abbassando il capo.
Sasuke aveva sgranato
gli occhi, ma aveva subito capito.
Davvero glielo stava
chiedendo?
« Non ci
rinuncerò a Naruto, sia chiaro.
»
Non aveva potuto fare a meno di dirlo.
Sasuke ha ancora
nella testa il suo tono duro, sfrontato, minaccioso. Se ne compiace
ancora a distanza di quasi un'ora da quell'assurda
chiacchierata.
Porta la sigaretta alle labbra.
Hinata se ne era
andata senza dire più alcunchè, aveva l'aria di chi ha solo
conferme.
Lui ha come idea che lei possieda qualcosa di magico,
ne è sempre stato affascinato e preoccupato allo stesso tempo. Ora
sa anche perchè.
E'
la chiave di quella sua storia.
«
Guarda che non l'hai mica accesa. »
Sasuke sente la sigaretta
scorrergli via dalle labbra, alza la testa di scatto.
Chissà
quanto tempo se ne è stato così, a far finta di tirare
boccate.
Lancia un'occhiataccia all'enorme figura che ha davanti e
si riappropria bruscamente della sigaretta.
Naruto si siede vicino
a lui, profuma di bagnoschiuma al cocco. Deve essersi appena fatto la
doccia post allenamento.
Sasuke non voleva sentire
quell'odore.
Aveva bisogno di restare da solo.
« Ti ho mai
detto che il tuo tempismo è una cosa fenomenale? » gli domanda e
aspira finalmente una lunga boccata.
Cosa
diamine gli dirà? Gli dirà mai qualcosa?
Sasuke
vorrebbe spingere via Naruto, ma non avrebbe la forza neanche per
spingerlo di un centimetro.
Cosa ci fa con uno così lui?
Invece
rimane lì accanto al calore di un corpo che desidera anche in quelle
condizioni mentali lì; non ascolta più cosa ha da dirgli Naruto,
tanto sono
tutte cazzate,
ma rimane vicino a lui a fumare e a cercare di dare un senso a ciò
che ha appena ascoltato, uno qualsiasi.
A
cercare semplicemente di pensare qualcosa.
**
Naruto
ha le mani piazzate sotto alle sue braccia, gli occhi spiritati.
«
A chi hai detto di fare il bravo? A chi?! » gli urla e si china a
dargli un bacio con schiocco nell'orecchio.
Sasuke combatte con
una risata che esce prepotente a causa del maledetto solletico, si
dimena da dieci minuti buoni sortendo l'effetto contrario. Ormai è
stanco, lo lascia fare dondolando appena alle spinte di Naruto che ha
tutta l'aria di starsi divertendo un mondo.
Si sono presi un
pomeriggio tutto per loro, visto che il caposquadra non ha
allenamento e lui vuole staccare un po' dallo studio. Alla fine non
si sono ancora decisi ad uscire dalla camera del dormitorio, si sono
persi a giocare
nel letto.
Sasuke sospira, assottiglia gli occhi.
« La vuoi
smettere testa di cazzo che non sei altro? » domanda serio e riesce
a bloccare il ragazzo biondo per i polsi, impiegando tutta la forza
di cui è capace.
Naruto sgrana gli occhi, pare intristito.
«
Che pigna sei! » esclama e si guarda le mani che fino a poco prima
erano state un'arma letale, poi si alza dal letto e va a sedersi alla
scrivania.
Sasuke si rassetta un po' la maglietta e si stiracchia,
provando un moto di fastidio nell'aver visto quell'espressione delusa
del biondo; ma sa che lui fa sempre così, odia, Naruto, dover
smettere di giocare.
Sono passati due mesi da quando Hinata gli ha
parlato, due mesi in cui non è cambiato nulla nel rapporto con
Naruto.
Quasi
nulla.
Naruto
probabilmente non si è accorto della nuova rigidità nei modi di
Sasuke che non riesce mai davvero a rilassarsi, neanche in una
situazione come quella; e Sasuke si è accorto del fare a volte
troppo evasivo di Naruto, del suo nascondere intermittente certi
occhi troppo umidi, una fronte troppo corrucciata, dei sorrisi troppo
aperti. Ma alla fine della fiera, le cose rimangono uguali.
Sasuke
li
odia con tutto se stesso.
Due
idioti che non si sanno affrontare, ecco cosa sono lui e Naruto.
«
Ehi non toccare! »
Sasuke ha visto Naruto spostare dei libri
sulla scrivania, smistare degli appunti annuendo energicamente: mai
una volta che tenga ferme quelle mani!
Sa quanto caos quel ragazzo
può mettergli nella sua ordinatissima scrivania in cui tutti i libri
e le penne hanno una loro precisa disposizione e questa cosa non gli
piace affatto. Si chiede spesso infatti pure per questo cosa ci
faccia assieme ad uno così.
Ha portato caos nella sua intera
esistenza, in realtà.
Naruto si gira e gli fa la linguaccia, poi
si guarda in giro con aria avida. Sembra un micio in cerca di
qualcosa a cui fare dispetti.
Sasuke gli fa cenno di tornare a
sedersi sul letto accanto a lui e Naruto da bravo micio obbedisce
miagolando contento. Quando si siede il materasso pende
pericolosamente verso sinistra: è davvero enorme.
Sasuke lo
guarda attentamente, cerca in quel viso dei segni di un messaggio
profondo; ma in quei lineamenti così virili che eppure hanno
mantenuto qualcosa dell'infanzia non trova alcunchè, solamente pura
bellezza.
Non gli è mai piaciuto nessuno come quel ragazzo,
Sasuke ne è quasi sconcertato. Possibile che ti possa piacere così
tanto un essere umano? Uno del suo stesso sesso, l'ennesima conferma
che per lui le donne non sono fatte.
Lo sanno solo loro due ed
Hinata che Sasuke è omosessuale, e fuori di lì lo sa solo Itachi,
quel fratello fottuto in testa dai pregiudizi che, a quanto ne sa
lui, costruirebbe dei ghetti per gli omosessuali.
Lo sanno solo
loro due e Hinata, che Naruto è omosessuale, e fuori di lì qualcuno
lo insinua maliziosamente.
Sasuke arriva immancabilmente a quel
pensiero.
Quantunque provi a tenerlo distante da sé questo torna
prepotente.
Naruto
è preso di mira a causa sua.
Per
quanto sia irrazionale Sasuke sente di avere tutta la colpa, non
riesce a pensare che Naruto abbia una testa e possa pensare e volere
per conto suo.
E' irrimediabilmente fottuto in testa.
« Se ti
annoi puoi andare, lo sai no. » Sasuke dice così ma alla fine non
lo sa perchè, suona solo incredibilmente acido, innervosito. Succede
spesso.
Naruto scuote la testa, mette la solita faccia stupita e
poi si arrabbia, lo colpisce sulla pancia.
« Certo che ne spari
di cazzate! »
« Senti chi parla. »
Si battibeccano un po',
fortunatamente a Sasuke non sale il malumore che minacciava di
rovinargli il pomeriggio dal nulla; ma rimane come se fosse
triste.
Ha sempre avuto questa cosa di diventare di cattivo umore
come nulla, di scemare dal positivo all'umore più nero nel giro
anche di un'ora, senza un apparente motivo, basta una sciocchezza.
In
questo caso è il presentarsi del pensiero a renderlo triste, a
fargli venire la nausea esistenziale; eppure non lo capisce fino in
fondo.
Si piega per dare un calcio a Naruto ma viene bloccato per
le gambe dalle solite mani esperte.
« Sei un gatto, te l'ho mai
detto? » gli dice e sorride, mentre gli tiene le gambe
alzate.
Sasuke scalcia inutilmente, vorrebbe dirgli che la
metafora del gatto l'ha appena fatta lui ma invece soffia: « un
numero spropositato di volte, alzheimer noto. »
Sono momenti
lenti e veloci al tempo stesso, quelli. Giochi infantili per far
finta di non pensare, scatti e riflessioni.
Chissà a cosa pensa
Naruto – si chiede Sasuke mentre vede avvicinarsi il volto di
Naruto, ma non vuole davvero saperlo.
Si
trova a baciare il ragazzo, e quantunque si sforzi di tenere le
labbra serrate in una manciata di secondi si trova a ricambiare al
bacio con trasporto.
Ormai le mani di Naruto hanno abbandonato le
gambe per passare sopra al suo sesso, avide. Bastano un tocco e quel
bacio a Sasuke per attivarsi.
Non dovrebbe lasciarlo fare così,
dovrebbe essere lui a prendere in mano la situazione.
Il fatto è
che Naruto è fottutamente dominante, un punto in più alla sua
tristezza.
Crede di aver creato un mostro.
Non sa che sono gli
ultimi minuti da passare così con lui, l'ultimo pomeriggio da farlo
giocare, a dirsi sotto sotto che si vogliono bene.
**
Alla
fine quel che conta è dire le cose come stanno, Sasuke ha sempre
pensato così. Alla fine quel che conta è far vedere agli altri la
propria superiorità non avendo paura di nulla.
« Non cercami
più. »
Due bicchierini di whisky liscio in corpo e una chiamata:
ecco risolta la serata.
« Cosa cavolo stai dicendo? »
Dall'altra
parte della cornetta una voce stupita, una risata. « Quanto cazzo
hai bevuto stasera Sasuke? »
Lo lascia parlare, fa calare il
silenzio prima di rispondere. Sente nell'orecchio un sospiro,
forse.
« Tanto ma non importa, quel che conta e se hai capito
cosa ti ho detto. »
La finestra è aperta, l'aria fresca gli
raffredda un po' volto e cervello; guarda il buio pece davanti a lui,
neanche un lampione ad illuminare la strada adiacente al Dormitorio:
tutta colpa del risparmio energetico.
« Senti la vuoi smettere
di fare lo stronzo a random eh? » Sasuke prende un bel respiro,
chiude la finestra facendola sbattere.
« Non mi cercare più,
comunque non mi troverai. Usa un po' la testa, Naruto, fallo per te.
E
per me.
»
Che cosa c'è di male nel dire le cose come stanno?
Sasuke
però sa di averlo fatto in parte, si è rivelato infimo. Un verme
che striscia, nient'altro che questo.
Non ha mai domandato a
Naruto cosa succede negli spogliatoi, nel suo cuore, in quella testa
bacata; non ha mai posto l'argomento omosessualità.
Una
volta Naruto l'ha fatto, era una Domenica mattina e stava per
cominciare una partita.
Alla
fine è stato più diretto di te, ma tu non glielo hai più permesso.
Sei un vigliacco, non sei quello che tutti credono.
Sai
già quale è la tua fine: la non vita ti aspetta.
«
Guarda, dieci minuti e sono da te. Tanto Kakashi-sensei non è di
turno stasera quindi eludo come nulla i controlli! »
Sasuke
sorride, fortuna che lui non può vederlo.
« Tanto non mi
troverai, baka.
»
Il prossimo treno è tra neanche quindici minuti, deve
sbrigarsi.
N/A
Poco
da dire, se non che spero almeno un po' di avervi dato una piacevole
lettura... e... ho messo tutto il mio impegno e sviscerato un bel po'
di cose, credetemi. XD
Idea banale quella del bullismo
così rappresentato, lo
so, ma non riuscivo a non seguirla/utilizzarla! Damn. Quel che mi
interessava
era delineare una figura di Sasuke più umana,
piena di paranoie, dubbi, immatura sotto certi aspetti, affetto da
una lieve (?) fobia sociale quindi impaurito, evitante, ma alla fine
risoluto (e scemo, sì, visto cosa decide.) Alla fine lascio aperta
la questione, un po': voi pensate che Naruto ce la farà mai a
raggiungerlo in tempo? Si rivedranno? Sasuke capirà che esistono le
mezze misure? Mi interessava inoltre portare avanti un'atmosfera
quasi lenta, un'ambientazione giapponese, scolastica: l'università
in Giappone è particolarmente elitaria,
impegnativa: ci ho visto in quel mondo la creazione di un rapporto
così, una passione che mina entrambi in partenza, pregiudizi non a
viso aperto, paura dell'insuccesso. E tante altre cose mi interessava
scrivere che non dico, sono venute a impulso. Bè, spero di sentirvi
nelle recensioni, un po' mi dispiace (?) pubblicare tanto perchè
magari davvero Vi a fastidio ma...ne ho bisogno, non riesco a
lasciare non-letto ciò che scrivo, è più forte di me! Infatti c'è
un certo mio amico che vorrebbe picchiarmi per intasare un certo
account. XDXD Alla fine so come sono fatto, rischierei di lasciare il
testo lì sul pc a marcire, come ho sempre fatto prima di trovare il
coraggio di iscrivermi.
Detto ciò perdonate la pappardella anche
sensa senso, alla fine i non detti sono meglio: sono logorroico da
paura.XD
(Miky2100: spero ti sia piaciuta mon cherie!!)
Grazie
a chi ha letto, di cuore! (L) Ci sentiamo nelle recensioni (ci tengo
tanto!)
un abbraccio
Bidirezione