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Autore: LuluXI    23/06/2014    1 recensioni
"Sansa coraggio! Il torneo di Struggle sta per cominciare!"
"Dammi ancora cinque minuti Olette!"
La ragazza non si era dimenticata di quell'evento così importante per i suoi amici, ma non voleva presentarsi davanti a tutta la città con i capelli in disordine e i vestiti sporchi. Così, dato che sua sorella a pranzo aveva pensato bene di rovesciarle addosso un piatto di pasta, era stata costretta a cercare, all'ultimo minuto, qualcos'altro da mettersi.

Sansa vive a Crepuscopoli, ma da quando i suoi genitori sono morti in circostanze misteriose la sua vita non è più la stessa e, in una giornata all'apparenza come le altre, qualcuno sconvolgerà ancora di più la sua esistenza.
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Nella speranza di non finire pericolosamente OOC, il mio primo crossover. Enjoy! :)
(L'ambientazione è quella di Kingdom Hearts e alcuni personaggi del videogioco faranno capolino)
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Petyr Baelish, Sansa Stark
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mini-note: Il crossover è ambientato ipoteticamente all'inizio di Kingdom Hearts II, dopo il risveglio di Sora, anche se quest'ultimo non comparirà.  Il titolo starebbe a significare "Le apparenza ingannano". L'ho trovato a modo suo azzeccato. Buona lettura a chi vorrà proseguire! Spero che qualcuno trovi 5 minuti del suo tempo per lasciare una micro recensione.
 
Decipit prima frons
 

"Come procede la missione, Ditocorto?"
I due uomini incappucciati si trovavano nella sala "Dove il Niente si raduna", da soli. I restanti membri dell'Organizzazione si erano congedati già da qualche minuto, ma Xemnas aveva chiesto al nuovo arrivato di rimanere: avevano importanti questioni su cui discutere.
"Nel migliore dei modi" rispose l'altro, seduto davanti al Superiore, rimanendo, come suo solito, vago nel regalare informazioni, persino a colui che, a tutti gli effetti, avrebbe dovuto considerare il suo capo.
"Ora che Sora si è svegliato, potremo completare il Kingdom Hearts con i cuori che raccoglierà. Ma è importante che la tua missione venga completata al più presto." Xemnas non avrebbe aggiunto altro, Ditocorto lo sapeva; tuttavia, prima di congedarsi, si azzardò a parlare ancora.
 
"Non mi avete ancora dato il mio nuovo nome."
Non che avesse reale rilevanza, per uno come lui, essere chiamato col nome che lo legava al suo passato da umano piuttosto che con un nome che lo legasse a quell'Organizzazione; semplicemente, desiderava cancellare quel nomignolo con cui era conosciuto da tutti i suoi colleghi: Ditocorto, un soprannome decisamente meno altisonante rispetto a "Il Superiore", epiteto che caratterizzava Xemnas.
"Quando dimostrerai di essere all'altezza di questa Organizzazione, avrai il tuo nuovo nome. E questo, come sai, accadrà solo quando avrò la certezza che non farai la fine del tuo predecessore".
Con queste parole che gli rimbombavano nelle orecchie lasciò la sala, per recarsi nelle sue stanze.
 
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"Sansa coraggio! Il torneo di Struggle sta per cominciare!"
"Dammi ancora cinque minuti Olette!"
La ragazza non si era dimenticata di quell'evento così importante per i suoi amici, ma non voleva presentarsi davanti a tutta la città con i capelli in disordine e i vestiti sporchi. Così, dato che sua sorella a pranzo aveva pensato bene di rovesciarle addosso un piatto di pasta, era stata costretta a cercare, all'ultimo minuto, qualcos'altro da mettersi.
"Non li abbiamo cinque minuti! Se non arriviamo in tempo Hayner non ce lo perdonerà mai!"
"Allora vai avanti! Vi raggiungo là!". La porta d'ingresso si chiuse rumorosamente, mentre Olette usciva; Sansa riuscì a sentirla, nonostante si trovasse al piano di sopra.
Ma anzichè continuare freneticamente a sistemarsi i capelli, si lasciò cadere sul letto, sospirando. Fino a qualche mese prima avrebbe fatto di tutto per arrivare in tempo per la gara, per guardare Joffrey, il suo Joffrey vincere il torneo. Poi, le cose erano cambiate, talmente in fretta da lasciarla sconvolta. La morte di suo padre, sua madre e suo fratello Robb prima e il fidanzamento tra Joffrey e Margaery poi. In un attimo si era ritrovata sola a dover badare al resto della sua famiglia, con l'insopportabile zia Lysa a farle da balia. Ma per sua fortuna, quel giorno quell'arpia era fuori città: poteva godersi un pò di pace.
Dopo l'ennesimo sospiro, chiuse gli occhi, ripensando al giorno in cui tutto era cambiato.
"Non pretenderai che io passi il mio tempo con un'orfanella vero?" aveva domandato il ragazzo con il suo tono crudele, prima di prendere a braccetto Margaery.
Dovette sforzarsi per non mettersi a piangere, per ricordare a sé stessa che l'allontanamento di Joffrey era solo un bene, visti i gesti e le parole malevole che le aveva sempre rivolto. Ma sapeva che, in realtà, l'incubo non era finito: il ragazzo, infatti, continuava a perseguitarla. "Io non ci vado a quello stupido torneo" pensò. "Hayner capirà" aggiunse; e anche se le dispiaceva deludere i suoi nuovi amici, dando loro buca in questo modo non se la sentiva di affrontare quella situazione così spinosa davanti a tutti i ragazzi della città: poteva reggere le umiliazioni di Joffrey in pubblico, aveva imparato ormai ad indossare una maschera che la facesse apparire ingenua, ma non avrebbe sopportato l'idea di farsi umiliare davanti a Loras Tyrell. Difficilmente sarebbe stato presente quel pomeriggio al Ring di Sabbia, ma lei, in cuor suo, ci sperava.

"Non vai a vedere il tuo amico che gareggia nel Torneo?"
Quella voce la fece sussultare e la spazzola le scivolò dalla mano, cadendo a terra. Fu l'istinto a farle voltare la testa verso la porta della sua stanza, punto in cui Petyr, con indosso i suoi stravaganti abiti color nero e oro la fissava. Aveva le braccia incrociate e quel suo sorriso misterioso, così difficile da interpretare, stampato sul viso. La fissava in silenzio, in attesa di una risposta.
"Come hai fatto ad entrare?" domandò la ragazza, cercando maldestramente di nascondere con le braccia l'enorme macchia di sugo presente sulla gonna.
"La porta non era chiusa bene..." rispose lui, sorridendole nuovamente. Era una bugia, ma Sansa non poteva saperlo. Anzi, era ben propensa a crederci, visto che Odette se ne era andata di fretta. "Pensavo volessi fare il tifo per Hayner, quest'oggi... Ma a quanto pare, stai perdendo il meglio della competizione..." Con Petyr Baelish era impossibile non fare conversazione; usava sempre un tono di voce che lo faceva apparire rassicurante. Eppure Sansa non sapeva ancora se poteva fidarsi di lui o meno, perchè ormai non poteva più fidarsi di nessuno.

Petyr, da parte sua, rimase in silenzio in attesa di una risposta. Ricordava fin troppo bene il giorno in cui lui e Sansa si erano incontrati per la prima volta. La aveva incrociata per le strade di Crepuscopoli con sua madre, Catelyn, che lo aveva presentato alla ragazza come un "vecchio amico di famiglia". Quel giorno si erano scambiati giusto i saluti, in maniera molto formale, per poi non rivedersi più fino al giorno in cui la maggior parte della famiglia Stark era scomparsa e Lysa aveva preso in affido la ragazza e i suoi fratelli più piccoli. Da allora, la sua era stata una presenza costante in casa Stark, sia perchè Lysa desiderava averlo accanto, sia perchè la sua missione implicava la sua vicinanza a quella famiglia, così preziosa per l'Organizzazione. Ditocorto non sapeva ancora perchè gli Stark fossero così importanti per Xemnas, ma era riuscito a trovare qualche informazione; tuttavia, il tempo a sua disposizione per raccogliere informazioni, si stava lentamente esaurendo. Ora che l'Organizzazione aveva perso anche Roxas, Xemnas aveva iniziato a fare pressioni maggiori. "Devi portare qui la ragazza, prima che Axel la porti via con sé."
Già, Axel, il disertore. Ditocorto lo aveva trovato un soggetto interessante proprio per quell'apparente barlume di umanità che era rimasta in lui, nonostante non avesse più un cuore. Petyr però un pò lo capiva: anche lui, pur essendo diventato un Nessuno, come gli altri membri dell'Organizzazione si ricordava cosa significava averne uno. E intuiva le ragioni per cui Axel aveva a tutti i costi cercato di recuperare Roxas: solo con lui si sentiva ancora completo, come se non avesse mai perso il suo cuore. Lui si era sempre sentito così con Catelyn, anche dopo la sua trasformazione.

"Non mi sento bene" rispose la ragazza, mentendo solamente in parte: in fondo, l'idea di vedere Joffrey la faceva stare male davvero. "Tu non dovresti essere alla stazione con mia zia Lysa?" gli domandò subito dopo. L'ultima persona che si aspettava di vedere quel giorno, infatti, era proprio lui. Stando a ciò che le era stato detto, dopo una riunione d'affari Petyr avrebbe dovuto raggiungere sua zia in stazione. Ma a quanto pareva i piani erano cambiati.
"Ho avuto un contrattempo" rispose di rimando l'uomo, staccandosi dalla porta, per avanzare verso di lei. "Perciò, che ne dici di venire con me?"
Ancora una volta, Sansa rimase per un pò in silenzio, seduta sul bordo del letto. Sua madre aveva sempre cercato di sviare l'argomento, quando si trattava di parlare di Petyr Baelish e le aveva sempre detto di fare attenzione a quell'uomo. Sua zia Lysa sembrava pensarla diversamente, ma quanta fiducia si poteva riporre nei suoi giudizi?
"Non me la sento di uscire..." rispose la ragazza. Avrebbe voluto proseguire con il suo discorso, ma qualcosa si mosse alle spalle di Petyr. Era solo un'ombra ma, in un attimo, era scivolata velocemente sul soffitto, per poi staccarsi dallo stesso per assumere la forma di un essere che Sansa no aveva mai visto: completamente nero e con gli occhi gialli; sembrava un insetto, ma non lo era. Le storie della vecchia Nan, la balia della sua famiglia, erano piene di quegli esseri, gli Heartless, creature originate dall'oscurità presente nei cuori delle persone.

Sansa fino a quel momento aveva creduto che si trattasse solamente di stupide storie per bambini, ma a quanto pareva si sbagliava. Paralizzata dallo stupore e dalla paura, non riuscì a muoversi nemmeno quando quella creatura si mosse per avvicinarsi a lei. Fu l'intervento tempestivo di Petyr a salvarla: l'uomo, infatti, lanciò un coltello contro la creatura, facendola scomparire. Ma altre stavano già apparendo in tutta la stanza.
"A quanto pare dovrai trovare la forza per farlo" replicò Petyr, prendendola per mano; la sua era una presa salda e sicura, ma non dolorosa. Un istante dopo i due stavano correndo giù per le scale, diretti all'ingresso, mentre quegli esseri continuavano ad invadere la casa.

Ditocorto sapeva di non poter tener testa a tutti quegli Heartless senza mettere a repentaglio la vita di Sansa; lui era bravo con le parole, con gli inganni e le illusioni, tutte armi inutilizzabili con degli esseri guidati solamente dall'istinto. Gli serviva un diversivo, uno qualunque, per portare la ragazza lontano da quella casa.
"Sansa, cos'è tutto questo trambusto? PETYR! Che cosa ci fai qui con LEI?"
Lysa aveva appena aperto la porta di casa e le chiavi le erano scivolate dalle dita, tintinnando sul pavimento. La donna sembrava sconvolta più dalla presenza di Petyr nella casa che dall'orda di Heartless famelici che scivolavano sulle pareti. "Posso spiegarti tutto" le disse, avvicinandosi velocemente a lei, mentre spingeva con forza Sansa fuori dalla casa, "semplicemente, non mi servi più."
Non diede alla donna neanche il tempo di realizzare il significato della frase, perchè in un attimo l'aveva già afferrata e lanciata in pasto agli Heartless, per poi richiudersi la porta alle spalle. Fatto ciò, raggiunse Sansa, che era rimasta immobile fuori dalla porta.
"Non sei al sicuro qui" le disse, mentre con un cenno della mano apriva un Varco Oscuro "Quindi, per questa volta, dovrai fidarti di me. Posso tenerti al sicuro."
Non voleva forzarla e, per questo, la attese al limitare del Varco, con il braccio teso verso di lei. La ragazza si mosse solamente quando vide un'ombra scivolare da sotto la porta di casa. Ma mentre afferrava la sua mano, i suoi pensieri non andarono a sua zia, né ai suoi fratelli che probabilmente non avrebbe più rivisto. No, lei pensava alla porta di casa e a quel Varco in cui si stava lasciando scivolare. "Non ha usato la porta..." fu il suo ultimo pensiero.
 
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"Sei in ritardo Ditocorto...è lei la ragazza?" gli disse l'uomo incappucciato, quando lo vide apparire assieme a Sansa. La ragazza rimase in silenzio, mentre osservava il panorama: non le fu difficile capire che non era stata portata molto lontana da casa, visto che si trovava sulla cima della torre dell'orologio di Crepuscopoli.
"Non mi sembra di averti dato un appuntamento... Comunque sì, è lei." Quelle parole furono sufficienti; il ragazzo si alzò in piedi, per poi abbassare il cappuccio, lasciando liberi i suoi capelli ribelli.
"Ehi, io sono Axel, l'hai memorizzato?" domandò a Sansa, allungando un ghiacciolo al sale marino verso di lei, che lo prese in mano con riluttanza. "Grazie... sei molto gentile" gli rispose, non potendo fare a meno di paragonare gli occhi verdi del ragazzo a quelli di Petyr "Io sono Sansa." Axel annuì come a voler sottolineare che lo sapeva; poi fece un cenno a Ditocorto, invitandolo a seguirlo.

I due non si allontanarono molto, ma Sansa capì subito che non volevano che lei ascoltasse la loro conversazione. Tuttavia, non potè fare a meno di notare che la stessa mantella indossata da Axel era apparsa indosso a Petyr nel momento esatto in cui erano usciti da quella sorta di varco dimensionale. Ancora una volta trovò una risposta alle sue domande nelle storie della sua vecchia balia: quei due erano dei Nessuno, l'opposto degli Heartless. Ma, a quanto pareva, anche loro la cercavano per ragioni a lei sconosciute. Sapeva che tentare la fuga era inutile, quindi non poteva far altro che fidarsi dell'uomo che le aveva salvato la vita.

"Sei sicuro che Xemnas cercasse proprio lei?"
"Sicurissimo. Suo padre è Eddard Stark, e tu sai bene quanto me che cosa vuol dire."
Axel annuì, lanciando un'occhiata alla ragazza: era evidente che lei stessa non sapeva nulla circa il suo enorme potenziale latente.
"Come faccio a fidarmi di te? Chi mi dice che non mi tradirai come hai fatto con il resto dell'Organizzazione?"
"Non puoi saperlo, ma tu come me agisci per i tuoi interessi e in questo momento, le nostre strade si incrociano. Se vogliamo raggiungere i nostri obbiettivi, dobbiamo collaborare. Sai che l'Organizzazione non ci darà tregua."
Axel non replicò immediatamente, limitandosi a tenere d'occhio la ragazza. "Sua madre era importante per te, quando avevi un cuore. E' per questo che la vuoi proteggere da Xemnas?"
Fu Ditocorto a non rispondere, questa volta; si limitò anche lui a riportare lo sguardo su Sansa, intenta a mangiare il ghiacciolo al sale marino. "Ci sono cose che ancora non sai, Axel" concluse parecchi minuti dopo, per poi tornare dalla ragazza.

"Sansa..."
La ragazza si voltò, mentre Petyr si sedeva accanto a lei, per osservare il tramonto.
"Perchè tutti mi cercano?" gli chiese, appoggiando il bastoncino del ghiacciolo accanto a sé.
"Perchè sei speciale" rispose lui, sistemandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio "Ma nessuno ti farà del male finchè sarai con me." Sansa faticava a fidarsi, ma sapeva di non poter fare altro; così si limitò ad annuire mentre il suo sguardo si posava su Axel, che era rimasto in piedi a braccia conserte, con la schiena appoggiata alla Torre. Il ragazzo le sorrise per rassicurarla, ma i suoi pensieri non erano altrettanto rassicuranti.
"Povera ragazza, non sa con chi ha a che fare. L'uomo che ha accanto guarderebbe tutti i mondi bruciare, solo per essere il Re della Cenere..."
"Preparati Sansa" le disse Ditocorto, attirando nuovamente la sua attenzione "perchè questo è solo l'inizio".
 
 
Note: Sì, insomma...bho. La storia era stata pensata per un contest a cui, alla fine della fiera, non ha potuto partecipare perchè il giudice non conosceva il mondo di Kingdom Hearts e la sua ambientazione e, di conseguenza, non avrebbe potuto giudicare la storia. Quindi eccoci qui con questo pseudo crossover che, a dirla tuta, vuole essere una sorta di esperimento. Per cosa? Ma per una long, ovviamente. Un crossover Kingdom Hearts/Game of Thrones, giusto perchè non considero questi due fandom per me ostici, noooo! Ma va là! In ogni caso, la storia vedrà luce (forse) a sessione estiva finita. E nulla da dire, insomma, era un esperimento. La Sansa che ho scelto di rappresentare è all'incirca quella che ritroviamo alla fine della 4 stagione della serie tv: una Sansa più matura, ma non ancora del tutto sveglia. Una via di mezzo tra la vecchia e ingenua ragazzina e la donna che potrebbe diventare. Quanto agli altri personaggi, sono tutti abbastanza marginali a parte Petyr, a modo suo co-protagonista. Ecco, con lui spero di non essermi lanciata verso un'OOC esagerato. Idem con Xemnas e Axel. Bene, fine angolino note più lungo della storia in sè! Se vi va lasciate una recensione: non fa male ricevere pareri, opinioni e consigli. Il silenzio uccide! ç_ç (capisco anche che forse i due universi sono molto lontani ma... Io spero di trovare qualcuno che conosce entrambi!
 
 
   
 
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