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Autore: Novalis    24/06/2014    6 recensioni
Jane Ryan è una ragazza di ventisette anni, è una giornalista per l'Edinburgh Fashion Magazine, e tra le serate con gli amici e la sua pazza coinquilina Abbie, vive una vita tranquilla, ma forse fin troppo monotona, nella bellissima capitale scozzese, Edimburgo.
Terence Ashling è l'ultimogenito di una famiglia ricca e snob. E' cieco e per la sua disabilità è scontroso, solitario e antipatico, o meglio lo è con chi non conosce. Non sa cosa sia l'amore, fatta eccezione che per quel sentimento d'affetto che gli ha dato sua madre.
Riusciranno questi due cuori così diversi ad incontrarsi e a dar vita ad una storia tutta loro?
E ricordate :"Si vede bene solo con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."- Antoine De Saint Exupery-
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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AD OCCHI CHIUSI

Capitolo Due

 

 

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La bellezza risplende nel cuore di colui che ad essa aspira pi
ù che negli occhi di colui che la vede. 
Gibran, Kahalil 

 

 

 

 

Accettare oppure no?

Terence Ashling era pur sempre uno sconosciuto. Un ragazzo non vedente, conosciuto in un locale solo da poche ore, che si era dimostrato scontroso e snob.

Certo era, che in qualche modo mi affascinava. Era inutile negarlo…e poi ero curiosa. Sì curiosa, perché in quel messaggio aveva scritto che lo incuriosivo, e da più di una decina di minuti stavo torturando il mio cervello per capire come avessi interessato quel ragazzo così strano.

Se non avessi accettato il suo invito sarei stata a casa a stressarmi davanti una pila di articoli da revisionare, con una bella tazza di cioccolata calda con tanto di marshmallow in mano, e poi avrei visto un bel dvd. Ma se non l’avessi fatto sarei rimasta con mille dubbi…ed era risaputo che Jane Ryan odiava avere pesi sullo stomaco, quindi l’invito sarebbe stato accettato, era deciso.

Così pensato, presi il cellulare e scrissi:

Salve Terence,

accetto il tuo invito. Ci vediamo domani, alle 17:00 nel luogo da te scrittomi.

Jane Ryan

A quel punto, mi aggiustai le coperte e cercai di prendere sonno, domani mi sarei fatta trovare pronta davanti a quel ragazzo.

***


-Quindi, oggi pomeriggio, vai all’appuntamento?- gridò Abbie dalla cucina per sovrastare il rumore della macchina del caffè.

-Sì penso proprio di sì. Sono proprio curiosa di sapere perché l’ho attratto.

-Dovresti saperlo tu questo! Cosa vi siete detti quando stavamo ballando?

-Bah niente di che…inizialmente mi ha chiesto se avevo capito che era cieco, poi sentendosi osservato mi ha chiesto se lo ritenessi bello.- risposi mangiando del burro di noccioline dal barattolo con un cucchiaio.

-E tu?- chiese Abbie, versandosi del caffè italiano e spalmando della marmellata su una fettina di pane bianco.

-Gli ho risposto facendo un po’ la filosofa.- risi.- gli ho detto che non tendo a giudicare l’esteriorità di una persona se non conosco prima la sua interiorità.

Abbie scoppiò a ridere.

-O-okay, Jane sei troppo forte. Solo tu potevi rispondere in una maniera del genere. Vabbè dai, io finisco la colazione poi mi preparo. Oggi ho un matrimonio.

-No, che barba! Quindi starai via almeno fino a mezzanotte?
- chiesi tristemente.

Che pizza, ogni qual volta che la mia migliore amica aveva da fotografare auto d'epoca usate per qualche matrimonio, finivo per passare la serata in solitudine. Uff!

-Sì baby, ma stai tranquilla, il tempo volerà con Terence, ne sono sicura.
-Mhm…se lo dici tu! In ogni caso…come mi devo comportare con un ragazzo cieco? Non ho idea di come gestire la situazione…
-Baby cosa c’è da gestire? E’ un ragazzo come gli altri, solo che ha avuto la sfortuna, per motivi che sta a te scoprire, di non vederci più. Ora non farti mille complessi, vai all’appuntamento e quel che sarà sarà.

La faceva facile, lei…
A quel punto prima che potessi risponderle iniziò a cantare “Que sera sera” di Doris Day.
Un’amica più pazza non potevo trovarmela.

-Whatever will be, will be…what will be, what will be.- continuò a cantare.

Così presa dalla sua gioia presi a cantare anch’io, ballando con lei.

***


Okay, ero pronta! Jeans, camicetta, all stars, lucidalabbra e due gocce di Chanel numero cinque…okay non era Chanel, ma faceva figo dirlo, e occhiali da sole.
Salutai la mia pazza coinquilina, poi salita sull’autobus richiesi un biglietto al conducente e poi andai a obliterarlo.
Dunque per arrivare al bar “Gray’s cup” mi sarei dovuta fermare tra quattro fermate.
Adocchiato un posto libero vicino al finestrino, mi ti ci catapultai. Poi presi la mia borsa e appoggiata sulle mie cosce la usai come “tavolino” per appoggiare la prima pagina di una certa Elen, giornalista alle prime armi. Dovevo iniziare a togliermi un po’ del tanto lavoro che quel sadico di George mi aveva affibbiato.

 
Dopo una quindicina di minuti, vidi molte persone andarsene, così sbirciando dal finestrino notai che questa era la mia fermata.
Sistemai gli articoli in borsa e scesi dal bus. La zona era esattamente come la ricordavo.
Attivai il navigatore satellitare sul mio cellulare e digitai: “Dorian’s cup”. Era un bar che non avevo mai visto. Vedendo la cartina notai che sarebbe dovuto essere presente in una stradina della Old Town, a pochi passi dal Royal Mile.
Dopo una passeggiata di qualche minuto, con un occhio sulla strada e uno sul cellulare arrivai, scorgendo l’insegna del famoso bar e dei tavoli all’esterno situati sotto un gazebo bianco adornato da fiori fucsia.
Scorsi in lontananza un ragazzo che poteva essere Terence…aveva il suo stesso profilo…per quel che ricordavo.
Mi avvicinai con un po’ di titubanza e dopo aver fatto un po’ di slalom mi avvicinai al tavolo dove c’era proprio lui. Il suo bastone era steso sotto la sedia su cui era seduto e guardava, se così potevo dire, sempre con gli occhi coperti da una montatura nera, fisso davanti a sé.
Mi schiarii un attimo la voce.
-Buonasera.- dissi con decisione.
-Jane sei tu?
Aveva una bella voce.
Terence si alzò di scatto in piedi, appoggiandosi al tavolino argentato di fronte a lui.
-Sì sono io.- risposi.
-Prego, accomodati.- disse risedendosi.
-Grazie…
-Cosa posso farti portare?
-Un caffè andrà benissimo.- risposi posando la mia borsa sul tavolino di fronte.
Evidentemente non aveva preso niente, davanti a lui c’era solo un vasetto con dei fiori e un porta tovagliolini.
Era ben vestito. Indossava una giacca nera sopra una camicia bianca e dei jeans azzurri.
Lo vidi chiamare un certo Samuel, che capii essere il cameriere, e dopo che il mio ordine fu preso, rimasi a guardarlo.
-Come sei vestita oggi?- mi chiese, sorprendendomi.
Voleva forse parlarmi d’abiti?
-Perché?
-Per lo stesso motivo che ti ho detto ieri…voglio immaginare ciò che mi circonda…
Doveva essere davvero una sensazione orribile e triste quella di non vedere più nulla. Il nero, a circondarti ogni attimo della tua vita.
-Ho una camicia azzurra a maniche lunghe con dei bottoncini bianchi, dei blue jeans semplici con due piccole tasche anteriori e posteriori, un giubbotto di jeans con  bottoni grandi, rossi e lucidi, e delle All Stars nere.
Avevo cercato di essere molto precisa, cosicché potesse immaginarsi bene ogni cosa.
-Capisco…- disse mantenendo dritto il capo verso di me.
-Ehm…senti…allora, dimmi tutto. Perché mi hai invitato?
-Come ti ho scritto, mi incuriosisci…tutto qui. Cos’è, ti dà tanto fastidio fare compagnia ad un cieco?
Questo suo essere scontroso, mi stava dando sui nervi. Perché se la prendeva con me?
-No, assolutamente no. E perché ti ho incuriosito?

Sorrise.

-Non saprei…forse per la tua risposta e il tuo riferimento a Wilde. Sai, non è la prima volta che conosco nuove ragazze e chiedo loro cosa ne pensano di me. Fino a quando ho fatto la tua conoscenza, tutte mi avevano detto che sono il ragazzo più bello che avevano mai incontrato…che fosse per commiserazione, per i miei soldi, o altro non so. So solo che ricordo, che quando mi guardavo allo specchio non ero male.

Guardavo allo specchio? Quindi non era cieco dalla nascita.

-Ho capito…quindi ti ha sorpreso il fatto che io non ti abbia detto che sei bello?
-Sì…in un certo senso…il fatto che tu non abbia proprio esposto il tuo parere su di me mi ha incuriosito. Non giudicare la mia esteriorità se prima non conosci la mia interiorità. Sei il contrario di me…o meglio di come ero prima.- concluse, sistemandosi il colletto della giacca.

Nel frattempo il mio caffè arrivò.

Ringraziai e il cameriere si allontanò.

-Mhm…va bene…
-Sei fidanzata?- mi interruppe chiedendomi.
-Sì- risposi prontamente.

In realtà ero single, ma da quel che po’ che avevo capito Terence era un ragazzo sbruffone e sicuramente mi avrebbe stuzzicato se avesse saputo che in realtà non avevo un ragazzo.

-Avanti spara, ti ha lasciato lui o pure tu?
-Come prego? Ti ho appena detto che ho il ragazzo.
-Ed io ci vedo, allora.

Uff volevo prenderlo a schiaffi, ma chi diamine credeva di essere?

-Senti ragazzo, non so perché tu ti diverta a prendermi in giro, ma so che adesso me ne andrò.- dissi alzandomi.
-No, ti prego, non andare. Lo faccio perché sono cieco.- disse seriamente.

Mi schiarii la voce e mi risedetti.

-Non capisco, scusa…cosa c’entra la tua disabilità con il tuo essere sbruffone?
-C’entra invece, perché…se non mi comportassi come mi comporto riceverei solo pietà e commiserazione, cose che non voglio assolutamente. Dimmi la verità…in tutta la nostra discussione hai mai fatto caso al fatto che non vedessi? Ti sei mai frenata la lingua per non farmi dispiacere?

Ci pensai un attimo.
-No, assolutamente no.
-Visto?- sorrise. -Anzi non avrei dovuto parlartene...
-Non preoccuparti, se ho da lamentarmi con te lo farò senza timori.
-Ciò va benissimo.

-Dunque sei single, no?- cambiò discorso.
-Ti ho già detto di no.
-E io ti ho detto che non ti credo. Se tu fossi fidanzata probabilmente non avresti neanche accettato il mio invito, e avresti portato il tuo ragazzo con te ieri sera.
-Perché tutti i ragazzi presenti ieri al locale sono fidanzati?- chiesi inarcando le sopracciglia.
-Esatto. O meglio Mary Anne non è fidanzata, mi fa il filo piuttosto, ma Russell le fa la corte.
-Mhm…comunque sono single, mi ha mollato lui.- conclusi, arrendendomi.

Se c’era una cosa che avevo capito era che con questo ragazzo sarebbe stata sempre una battaglia persa.

-Lo sapevo.- sorrise.- e come è successo?
-Beh…oh, ecco…lui mi ha lasciato perché si è scoperto...
-Sì?- mi incitò.
-Beh…gay.

A quel punto Terence scoppiò a ridere. Rise così tanto che si appoggiò un braccio sulla pancia per calmarsi.

-Ehi tu, calmati, ci stanno osservando.- dissi sottovoce, ma quello spaccone non voleva smetterla.
-Scusa.- continuò a ridere.

Tanto fu il suo divertimento che, ad un certo punto, si tolse gli occhiali da sole e si asciugò delle lacrime dagli occhi, dovuto al troppo ridere.

E fu a quel punto che vidi il colore delle sue iridi.

Erano azzurre…no, forse verdi…erano un colore strano, un misto di verde e celeste…solo che, erano spenti…erano molto chiari e…senza vita, sì sembravano vitrei e tristi.

Dopo un po’ si rimise gli occhiali neri sugli occhi.

-Oh Dio, sei troppo buffa Jane.- disse.

Io non gli risposi. Ero rimasta incantata a pensare alla particolarità dei suoi occhi. Nonostante tutto, li ritenni gli occhi più belli che avessi mai visto.

-Ehi sei ancora qui?- chiese diventando serio.
-Sì.- risposi subito.
-Ti andrebbe di accompagnarmi a fare una passeggiata?- mi chiese sorprendendomi.
-Ehm…sì.

Terence lasciò otto sterline sul tavolino, quindi molto più del dovuto, e poi mi porse il suo braccio.

-Posso pagare io, non c’è bisogno che tu…
-Oh suvvia Jane, non vorrai farmi fare la figura del cafone, no?
-Non saresti un cafone, saresti solo giusto.
-Ah stai zitta Jane, andiamo al parco.
-Ora sì che sei cafone, ragazzo.- dissi poggiando la mia mano sul suo braccio.
-Chiamami Terence, è un bel nome, non credi?

Curvò le sue labbra in un suo sorriso. Sì perché avevo notato che aveva un modo tutto suo di sorridere.

-Ah il tuo bastone.- mi si accese una lampadina.
-Vorrai dire James, è così che chiamo il mio fedele amico di legno. Potresti prendermelo, per favore?
-Certo.

Mi abbassai e presi “James” da sotto la sedia.

-Grazie.- disse dopo che glielo porsi.
-Figurati- risposi dopo aver ripreso a camminare.

La mano destra sosteneva il bastone, mentre la sinistra era libera, c’ero io appoggiata al suo braccio.

-Come è essere una giornalista di moda, Jane?
-Mah non saprei spiegarlo. E’ sicuramente stressante, soprattutto se hai un datore di lavoro come il mio, ma è anche soddisfacente e interessante. Spesso si finisce anche per incontrare stilisti famosi come Versace, Calvin Klein, o Ralph Lauren e altri, che rilasciano interviste in merito a loro ultime sfilate e collezioni.
-Oh forte, tutti i miei jeans sono firmati Klein.

Doveva essere molto ricco. Avrei dovuto informarmi sulla famiglia Ashling. Barbie mi avrebbe sicuramente detto qualcosa in merito, quando sarei tornata in ufficio.

-Tu, invece? Lavori?- chiesi fermandomi e fermandolo ad un semaforo rosso. Menomale che si era fermato con facilità,  grazie anche al suono che emettevano i semafori.
-Mi sarei fermato comunque, fa tra bip quando è rosso.- disse freddamente.

Dio che responsabilità fare da guida ad un ragazzo cieco. Il suo bastone non era “vivo”, non avrebbe dunque potuto fermarlo o aiutarlo a girare gli angoli con facilità. Molte volte era successo che, sebbene il semaforo fosse rosso, molti pazzi attraversavano...Come faceva quando era solo? Perché passeggiava da solo, no?

-Sono uno speaker radiofonico per una piccola radio locale. – continuò.

Dicevo che aveva una bella voce.

-Ah interessante. Per quale radio?
-Radio Capital…conosci?
-Sì credo di sì, per quel po’ che ascolto la radio, devo averla sentita qualche volta.
-Ottimo.

Dopo qualche svolta a sinistra e destra, per fortuna la passeggiata continuò lungo una via dritta.

-Perché non prendi un cane per non vedenti?- chiesi, interrompendo il silenzio  tra di noi e pentendomene subito dopo.
-Ho intenzione di farlo, a breve, infatti. Il mio James non mi ha mai tradito, ma mia sorella vuole un cane e a questo punto…
-Capisco.- dissi riprendendo a camminare.

Alcune persone si fermavano e giravano per guardarci. Non avevano mai visto un ragazzo cieco? Boh.

-Dunque hai una sorella?- continuai.
-Ho un fratello e una sorella.- rispose sempre freddamente.

A quanto sembrava, la famiglia e la sua disabilità erano argomenti tabù.

-Beh dimmi Jane, come ti ha mollato il tuo ragazzo? Quali parole ha usato?- ora chiese ridendo.

Era chiaro come il sole che volesse ridere  e non pensare ai suoi problemi.

-Oh e basta!- dissi accelerando il passo e stringendo la mia presa.

Scoppiò a ridere.

-Eccoci al parco di Holyrood.- continuai avvicinandomi ad un grande cancello.
-Bene.- continuò sorridendo.

La nostra passeggiata proseguì sempre allo stesso modo.

-E tu sei fidanzato?- gli chiesi ammirando lo splendore che mi circondava.

Peccato che fossi l’unica a vederlo…

-No, credi che sia scemo per caso? Nessuna ragazza si fidanzerebbe con me per la mia disabilità. Le donne sono creature vanitose e tutte amano ricevere complimenti sui loro vestiti o sul loro corpo, cose che, ora come ora, non potrei mai fare. Non ti nego che abbia fila di ragazze che mi fanno la corte, Mary Anne compresa, come ti dicevo, ma lo fanno solo perché sono ricco, perché ho i soldi…tutto qui. Solo un pazzo cadrebbe nella trappola di quelle donne che si propongono come mie future compagne per la vita.
-Quindi…noto che non hai molta fiducia in te…voglio dire, pensi che tutte le donne che ti corteggiano lo facciano solo per il denaro, non per te…
-Esatto! Come ti dicevo, ricordo di essere un bel ragazzo e fin da quando ero piccolo che ricevo complimenti per i tratti eleganti e sofisticati del mio viso, e non è che non sia sicuro di me esteticamente, solo che…ora vengo colpito solo da pregiudizi e altro, e sono consapevole che avere gli occhi …morti…spaventi molte donne.
-Dunque consideri la gente del mio sesso come delle gallinelle frivole e interessate solo ai tuoi soldi?
-E’ quello che ho detto.
-E se qualcuna si innamorasse veramente di te? Della tua interiorità, intendo?
-E chi è questa qualcuna? Tu, Jane?- chiese ridendo.
-Perché no? E’ così improbabile che una come me si possa innamorare di uno come te? Se tu mi facessi conoscere ogni lato del tuo carattere ed io me ne innamorassi?
-Impossibile, fidati di me! Ho un carattere terribile e sebbene non sia brutto, sono consapevole del fatto che i miei occhi deturpino il mio viso.
-Wow…vedo che hai un’alta considerazione di te stesso.

Sorrise.

-Bah chi sa…e ora dimmi cosa c’è intorno? Il mio James non tasta altro che pietre.
-Beh c’è la brughiera, poi alla nostra sinistra c’è un grande lago e tutt’intorno è verde, ci sono monti, e campi estesi in cui prevalgono fiori.
-Bello, molto bello, l’aria che si respira è fantastica.- disse inspirando l’aria circostante e fermandosi.
-Okay Jane, direi che per oggi è tutto, sono un po’ stanco. Chiamo Harrison cosicché ci venga a prendere.- continuò fermandosi.

Tanta fatica per accompagnarlo fin qui, e poi già se ne voleva andare. Avevo già detto che era strano?

-Harrison? Prendere?- chiesi curiosamente.
-Sì è il mio autista, se per te non ci sono problemi, tendo ad accompagnare coloro che mi fanno compagnia.- disse con la sua aria altezzosa.
-Va bene, allora ritorniamo al cancello e aspettiamo il tuo autista.

Se avessi rifiutato, avrebbe detto sicuramente la sua e non mi andava di discutere.

Dopo una decina di minuti, Harrison arrivò e dopo avermi chiesto l’indirizzo di casa, il viaggio partì.

Arrivati, Terence mi salutò.

-Bene, Jane…grazie della compagnia, ci vediamo presto.- disse guardando fisso davanti a sé.
-Grazie a te Terence e a lei signor Harrison- dissi guardando lo specchietto anteriore da cui un occhiolino e un sorriso da parte dell’ anziano autista, mi salutarono.

Scesa dall’auto, quest’ultima non se ne andò finché non rientrai in casa, dove ad aspettarmi c’era lavoro, lavoro e ancora lavoro.

CONTINUA…

 

 

Salve ragazzi!:)

Mi scuso per il tardo aggiornamento, ma tra l’ultimo periodo scolastico e il proseguimento dell’altra mia storia e anche a causa della mancanza di ispirazione, non sono riuscita a scrivere nulla fino a pochi giorni fa.

Spero che questo secondo capitolo sia piaciuto e non abbia deluso nessuna aspettativa. Grazie di cuore per essere arrivati fin qua, e soprattutto grazie a : Sun_Rise93 e Helmwige per le splendide parole nelle loro meravigliose recensioni. Grazie mille per il supporto :)

E grazie anche a : Desyree92 , e alle già citate Helmwige e Sun_Rise93 per aver messo la storia tra le seguite ;)

Cosa ne pensate di Jane e Terence?

Alla prossima ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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