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Autore: grelaria    24/06/2014    4 recensioni
[Altri]
Tornano le nostre Gims Girls in una nuova incredibile avventura che le porterà a New York, dove il passato, forse, cambierà ogni cosa!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare volevamo lasciarvi il link del trailer di questo Missing-moment.
Speriamo vi piaccia, un bacione grande e buona visione!


TRAILER
 
 
 

 
Capodanno a New York

 
« Dunque, cosa potremmo fare per Capodanno?»

Greta era seduta sul divano, intenta a leggere Vogue. Alzò lo sguardo verso di me ed aggrottò la fronte. Probabilmente stava pensando a cosa rispondermi. Mi sedetti sulla poltroncina rossa poco distante, in attesa di una risposta.
« Che ne dici di andare in qualche locale qua a Londra?»
Okay, devo ammetterlo, pensavo dicesse “Che domande, c'è solo un posto in cui si può festeggiare un Capodanno coi fiocchi”, ma purtroppo non lo disse. Perciò tentai un approccio diverso.
« Io ho un'idea migliore. Che ne dici di... New York?» La guardai speranzosa, ma non accennava a rispondere. Rincarai la dose.
« Non ti sembra che sarebbe fantastico? Non puoi dirmi di no. New York, stiamo parlando di New York!»
Fece una smorfia, se avesse detto di no, avrei dovuto far sparire i biglietti aereo che avevo già preso.
« Va bene, va bene. Ci sto, okay?» Iniziai a saltellare per casa come una bambina, ma proprio in quel momento mi cedette il ginocchio e caddi a terra come un salame.
« Ehi, tutto bene?» Ero dolorante, ma feci finta di niente. Purtroppo, dopo l'incidente di quasi due anni prima avevamo avuto dei problemi tecnici. Ma cercavamo di non darlo a vedere. 
« Tranquilla, sto bene. Tra qualche giorno si parte!» 
Sì, sarebbe stato un bel Capodanno coi fiocchi.
 
Atterrammo che si erano fatte le nove del mattino. Non feci a meno di ripensare al mio soggiorno a New York di qualche anno prima. Mi sembrava surreale ritrovarmi lì, nella grande mela, dopo così tanto tempo. Inesorabilmente, ritornarono a galla vecchi ricordi che credevo ormai sepolti. Fecero capolino nei miei pensieri più profondi, avvolgendomi completamente.
« Ila, tutto a posto? Hai una faccia!» mi destai dai miei pensieri e scrutai il cielo plumbeo. Di certo non era una giornata meravigliosa, ma lo sarebbe diventata presto, ne ero più che sicura.
« Diciamo che New York porta a galla tanti ricordi. Ad esempio la nostra mega litigata. Strano non essere finite sul Daily Mirror!» incominciammo a ridere, non potevamo farne a meno.
« Davvero, e le facce di Jared e Jason? Non capivano un cazzo di quello che dicevamo, ma di una cosa ero certa. Erano sconvolti!» mentre ricordavamo i vecchi tempi, scrutammo il paesaggio dal finestrino del taxi.
Vi era un via vai frenetico, solito di New York. Erano tutti indaffarati, carichi di pacchetti e sacchetti dai vari colori. 
Mancavano solo pochi giorni a Capodanno ed io non vedevo già l'ora che arrivasse.
 
Dopo aver disfatto le valigie ed esserci riposate nelle nostre enormi camere d'hotel, decisi che fosse ora di uscire. Greta stava ancora dormendo, non me la sentivo di svegliarla. Il fuso orario era duro per tutti, ma io avevo un modo tutto mio per abituarmi alla differenza oraria.
L'aria gelida mi travolse appena uscita dalla hall dell'hotel. Ero letteralmente incappucciata da capo a piedi. Cappello di lana, lunga sciarpa rossa e cappotto, eppure riuscivo ancora a percepire il freddo.
Il taxi era già lì, pronto a scarrozzarmi in giro per la città, ma c'era solo un posto in cui volevo andare: un piccolo negozietto di cui mi ero innamorata durante il periodo del set fotografico. Il paese delle meraviglie, come l'avevo risoprannominato io.
 
« Ho anche i canditi, se ne vuoi qualcuno.» mi chiese allegramente la signora dietro al bancone.
« No, grazie. Direi che sono a posto per un po' di tempo!» esclamai più che convinta. 
Il piccolo negozio non era cambiato di una virgola. Scaffali su scaffali riempivano i pochi metri quadrati a disposizione. Erano stracarichi di ogni tipo di caramella, dolciume o pasticcino. Ripensai a Jared, a quando eravamo stati lì insieme. Sì, c'eravamo proprio divertiti.
Sentii lo scampanellio della porta aprirsi, ma non ci feci molto caso. Ero troppo intenta ad osservare i sacchetti pieni di caramelle per prestare attenzione a chi fosse entrato. 
« Dice che ho esagerato con tutte queste caramelle?» mi ritrovai a chiedere alla signora dallo sguardo gentile. Lei mi sorrise e fece di no con la testa, dunque mi rilassai.
« Ma che! Io ti batto sicuramente.» mi voltai di scatto, rimanendo a dir poco sorpresa.
« Jared!» gli corsi incontro e lo abbracciai di slancio. Non ci potevo credere, Jared era lì, davanti a me. Era da parecchio tempo che non ci vedevamo e rivederlo in quel particolare momento, mi fece molto piacere.
« Ehi, così mi soffochi, blogger da strapazzo!» il solito vecchio Jared.
« E tu modello dell'Upper East Side, come stai?» era così con lui, un tira e molla continuo di frecciatine.
« Direi bene, cosa ci fai qui a New York? Aspetta, ti hanno offerto qualche altro lavoro da  modella? Perché in tal caso dovremmo proprio festeggiare!» tono sarcastico, lo riconobbi all'istante.
« Molto divertente!» dissi sbuffando. All'istante, assunse un'espressione seria.
« Lo sai che sto scherzando, vero?» certo che lo sapevo. 
Ecco spuntare all'improvviso il Jared tenero e premuroso, la parte che più adoravo di lui.
« Certo che lo so.» risposi in un sussurro, osservandolo di sottecchi.
« Se non è troppo tardi, vorrei chiederti se ti andrebbe di venire ad una festa per Capodanno, sai ci saranno molte persone famose, potresti farti conoscere.» scherzò. Lo guardai male, ma poi sorrisi. 
« Ovvio che sì, non potrei mai perdermi un’occasione del genere, tu alla festa cosa farai? Il cameriere?» gli chiesi ridendo.
« Molto, molto divertente!» ribattè stizzito.
 
« MA TI RENDI CONTO CHE FESTEGGEREMO CAPODANNO CON DEI MODELLI?!» mi urlò Greta nelle orecchie. Mi aveva letteralmente stordita, che era dire poco. Dovevano essere gli ormoni.
« Gretuccia, Gretuccia, lo so. Ma dobbiamo stare calme e non farci riconoscere immediatamente. Okay?» mi osservò con sguardo truce, era forse stato per il soprannome?
Un tappeto rosso ricopriva l'entrata dell'edificio, paparazzi e fotografi erano al di là delle sbarre di protezione controllati dai body guard all'ingresso. Cercavano di entrare, in tutti i modi possibili, ma i possenti uomini all'ingresso impedivano loro il passaggio.
Successivamente comunicammo a uno di loro i nostri nomi e ci fecero entrare. Dopo aver attraversato la porta scorrevole, ci ritrovammo nella hall.
La festa era all'ultimo piano e quando varcammo le soglie dell'ascensore, ci preparammo mentalmente a ciò che sarebbe successo di lì a poco.
« Okay, Greta. Io sto per svenire, hai idea di quanta gente ci sarà?» le chiesi con il cuore in gola.
Nonostante fosse passato parecchio tempo dalla creazione del blog, non eravamo ancora riuscite a metabolizzare l’idea che da quel giorno avremmo conosciuto quasi giornalmente celebrità da tutto il mondo.
« Ilariuccia, Ilariuccia, lo so. Ma dobbiamo...» la inturruppi immediatamente.
« Concetto recepito. Idee?»
« Dobbiamo essere noi stesse. Dici che il nostro aspetto e gli abiti siano adeguati?» ci osservammo dallo specchio al nostro fianco. Capelli sciolti per entrambe, ondulati per me, lisci per Greta. Trucco leggero, non troppo pesante. Scarpe col tacco e due abitini da cocktail. Niente di eccessivo, andavamo più che bene.
« Sì!» gridammo all'unisono e proprio in quel momento, le porte dell'ascensore si riaprirono.
 
Rimasi a bocca aperta, letteralmente. 
Un enorme appartamento si estendeva oltre la mia visuale. 
Grandi vetrate circondavano l'enorme salone, da lì si poteva vedere tutta New York. C'erano tantissime persone, davvero troppe. La musica era alta, ma non esageratamente. 
Un palco enorme, con tanto di band, era stato sistemato al centro dell'attico di lusso. Non potevo credere ai miei occhi, tutto era di una dimensione spropositata.
Greta mi diede un colpetto al braccio e mi indicò qualcuno poco più in là.
« Giovanni Bonamy, ti rendi conto?!» eccolo, vicino ad un tavolino, intento a parlare con un gruppo di modelle. « Oddio! E quello è Alex Pettyfer! Ma chi l'ha organizzata questa festa?» mi chiese Greta, a voce bassa.
« Non ne ho la più pallida ide...» mi bloccai di colpo. Scorsi Jared parlare con una ragazza bionda, parecchio alta. Lei era di spalle e non riuscivo a capire chi fosse. Jared, dal canto suo, continuava a ridere e quando non lo faceva, sorrideva completamente preso da ciò che lei diceva. O per lo meno, così mi pareva. 
Ed io che avevo pensato... Cosa? Che mi avesse invitata per riprovarci con me? Cosa mi aspettavo, dopotutto l'avevo lasciato io. Per Niall, poi. 
Io amavo Niall, non mi ero ancora dimenticata di lui, proprio per niente. Nonostante ci fossimo lasciati da un po', a causa della distanza, era sempre nei miei pensieri.
Eppure... Vederlo con quella ragazza mi fece parecchio male, non capivo perché.
« Se tipo... Io vado a parlare con qualcuno? C'è Giovanni, c'è Alex...» continuava ad indicarli, se l'avessero vista l'avrebbero presa per scema. In fondo era l'ultimo dell'anno e le cazzate erano ben accette, soprattutto alla nostra età. 
« Vai e conquistali tut...» se ne andò talmente velocemente da non lasciarmi nemmeno il tempo di finire la frase.
Niente pensieri, niente riflessioni, era ora di divertirsi ed è ciò che avrei fatto, in quel preciso istante.
 
 
***
 
Non riuscivo ancora a crederci, avevo davanti a me due dei più bei ragazzi del mondo dello spettacolo. Dovevo cercare di fare una bella impressione, ero sicura che il giorno dopo le foto di quel party sarebbero circolate tra tutti i giornali scandalistici americani, se non anche europei.
Appena mi vide, Alex mi sorrise. Ero sicura che se fosse andato avanti così, mi sarei sciolta nel giro di pochi istanti. Prese al volo due bicchieri di champagne dal vassoio di un cameriere che passava, e appena fui abbastanza vicina a lui, me lo porse gentilmente.
« E finalmente conosco una Gims Girls! Piacere, Alex.»
“Come se non ti conoscessi già”, pensai.
In quel momento si girò anche Giovanni. Aveva un sorriso stupendo, e per un istante rimasi confusa. Se non avessi mantenuto almeno un po’ di autocontrollo, le mie gambe avrebbero ceduto per l’emozione. No, non potevo fare una figuraccia anche lì!
Mi decisi a rispondere ad Alex, stringendogli la mano.
« Lui è un mio vecchio amico, Giovanni. E’ francese, ma parla perfettamente italiano. E’ qui per alcuni servizi fotografici»
Sapevo benissimo chi era. Mi era capitato di leggere qualche suo tweet, sembrava un ragazzo molto simpatico, e attraente allo stesso tempo. Alcune amiche francesi ci avevano pregato di fargli un’intervista, perché era uno dei più rinomati modelli di Parigi. Purtroppo non avevamo potuto accontentarle per diversi motivi: prima di tutto non era molto conosciuto nel resto del mondo, e con tutti gli impegni che ci portavano da Londra agli Stati Uniti non saremmo riuscite a ritagliarci un’ora di tempo.
Mi pentii di non averlo intervistato: era molto alto, i capelli castano chiari andavano a formare un ciuffo spettinato, mentre gli occhi scuri erano così profondi da potercisi immergere. Non ho mai capito per quale dannato motivo la gente è fissata solo ed esclusivamente con gli occhi azzurri.
« Piacere mio.» sussurrai, visibilmente agitata. Probabilmente Giovanni se ne accorse, e sorrise.
Perfetto, peggio di così non poteva andare.
« Scherzi, vero? Io sono un tuo grande fan, adoro quello che scrivi con Ilaria nel blog.» esclamò. Non potevo essere più lusingata, inoltre aveva parlato in italiano!
« Ragazzi, ora vi lascio. Tanto non capisco una virgola di quello che dite!» sentenziò Alex, sarcastico. Scoppiammo in una fragorosa risata, e nonostante i primi momenti imbarazzanti, riuscimmo a rompere il ghiaccio e iniziammo a parlare come se niente fosse.
Era un ragazzo davvero simpatico: nonostante la sua bellezza non si era montato la testa, e soprattutto era riuscito a mantenere i legami con la sua famiglia.
« Sai, sei molto più carina dal vivo.»
Questa non me la aspettavo, e immediatamente arrossii. Fantastico.
« Scusa, non volevo metterti in imbarazzo, davvero.»
« Figurati, sarò arrossita per il vino che sto bevendo, credo.» ma che diavolo stavo dicendo?
Iniziai a guardarmi intorno, sperando di incrociare lo sguardo di Ilaria, ma di lei non c’era traccia. Poco male, ero sicura che non avrei avuto altre opportunità di incontrare quel meraviglioso ragazzo, perciò più ero in sua compagnia, meglio era.
 
« Tu sei delle Gims Girls, vero?» mi chiese una ragazza parecchio alta, dai capelli incredibilmente biondi che parevano quasi bianchi. 
« Sì, esatto... Oh Jared, grazie mille per averci invitate!» era spuntato dietro la ragazza. Sapevo per certo che Jared fosse sul metro e ottanta, ma veniva quasi messo in ombra dalla modella. Davo per scontato che lo fosse, certe cose si capiscono anche lontano un miglio.
« Di niente, Greta. Ti presento Genevieve, Genevieve Williams.» non fece in tempo ad aggiungere qualcosa che lei lo interruppe.
« Sono la padrona di casa. Lieta di avere le Gims Girl a casa mia!» mi sorrise gentilmente. Genevieve Williams, la famosa top model parigina.
Era imbarazzante, eravamo alla sua festa senza saperlo.
 
***
 
Avevo parlato con un'infinità di persone, tra cui un giovane stilista giapponese e un attore spagnolo di cui non avevo mai sentito parlare. Erano entrambi gentili, dalle larghe vedute, ma abbastanza noiosi. Anzi, fin troppo.
Avevo scoperto che la festa era stata organizzata da Genevieve Williams, di lei avevo sentito dire che era una famosa modella francese. 
Due anni prima si era sposata con un ricco imprenditore tedesco ed era diventata più ricca di quanto non fosse già.
« Non ti piace la festa?» mi voltai di scatto. Di fronte a me si stanziava un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi di un blu intenso.
« Emh... No, no stavo solo cercando qualcosa da mangiare. Per lo meno qualcosa che non sia fatto esclusivamente di verdura. Va bene mangiare cibo salutare, però...» scesi dal bancone della cucina e mi rimisi in piedi, sistemandomi il vestito.
« Allora abbiamo avuto la stessa idea, a quanto pare. Prova in quel cassetto, magari c'è qualcosa.» non me lo feci ripetere due volte, e in men che non si dica ci ritrovammo a dividere un pacchetto di patatine.
« Comunque piacere, io sono Felix.» mi porse la mano ed io gliela strinsi. Felix... Felix... Non riuscivo a capire chi fosse. 
« Ilaria.» risposi. Lui annuì e mi fece un largo sorriso.
« Sai, i giornali sono invasi dalle foto delle Gims Girls, soprattutto in questi ultimi periodi.» dunque mi aveva riconosciuta. Mi concentrai, dovevo capire chi avessi davanti e con chi stessi condividendo il bottino scovato.
Poi, un lampo di genio e lo riconobbi. L'avevo visto un paio di settimane prima in una pubblicità in televisione. Pubblicizzava un qualche profumo di cui non ricordavo la marca... Felix Bujo! Ecco chi era. 
« Già... Non mi ci sono ancora abituata, a dire il vero.» rispondo imbarazzata.
« Immagino valga lo stesso per me, è il mio lavoro, ma in fondo è una continua sorpresa, no?» mi ritrovai a concordare con lui.
« Direi di sì.»
« Eccoti qua, ma dove ti eri cacciata?» diedi uno sguardo alle mie spalle e scorsi Jared, si era affacciato allo stipite della porta. Il ciuffo scompigliato e lo sguardo allegro. Si stava mordicchiando il piercing al labbro, adoravo quando lo faceva.
Ilaria, ma che stai dicendo?
« Bene, vado a farmi un giro. Ci si vede in giro, Ilaria.» detto ciò, Felix imboccò la porta e ci lasciò soli.
 
***
 
« Meno dieci minuti alla mezzanotte!» urlò Genevieve da un microfono rosso. Era sul palco, proprio davanti alla strana band di cui non conoscevo affatto il nome.
Dieci minuti e il nuovo anno sarebbe approdato nelle nostre vite, allontanando per sempre quello vecchio.
Io e Giovanni ci eravamo seduti su un divanetto, senza smettere di chiacchierare. Con lui non era difficile trovare degli argomenti, avevamo quasi gli stessi gusti.
« Finalmente trovo una ragazza a cui piace il calcio, questo è un miracolo!» esclamò sorridendo.
« Cosa ci devo fare, è più forte di me!» risposi.
« Sarà fortunato il tuo ragazzo.» sussurrò.
« Ecco, io e Harry…»
Attese un istante di silenzio.
« S-scusa, non lo sapevo. Mi dispiace.»
Ero sicura che sapesse della rottura tra me e Harry, ma probabilmente non ci aveva prestato troppa attenzione.
Nonostante le scuse, notai che gli si erano illuminati gli occhi.
Lo osservai più attentamente: ora che eravamo davvero vicini potei notare una piccola voglia che si trovava sotto il collo. Capì che lo stavo fissando.
« La odio, ogni volta me la devono cancellare con Photoshop e...»
Lo interruppi.
« Invece no, è carina. Così ti contraddistingui, no?» sussurrai.
Giovanni sorrise, abbassando lo sguardo timidamente. Stava per dire qualcosa quando arrivò un giovane ragazzo con in mano un pacchetto di patatine. I due si abbracciarono fraternamente, lasciandomi in disparte per un istante.
« Lei è Greta. Greta, Felix.» esclamò Giovanni.
Gli sorrisi, e poco dopo Felix prese per il braccio il francese, fino a portarlo in cucina.
Incuriosita, aspettai qualche istante e poi li seguii.
Anche questa volta la curiosità aveva avuto la meglio, perciò iniziai ad origliare.
« Gio, mi ha chiamato Francisco, mi ha detto che ha organizzato qualcosa sulla Quinta, dove si mangia vero cibo. Andiamo?»
« Non so...»
Felix parve sorpreso per un istante.
Sapevo che non sarei dovuta restare lì, o mi avrebbero scoperta.
Fanculo, è l’ultimo dell’anno e faccio quello che mi pare.
« Ma se da quando siamo arrivati hai detto che alla prima possibilità ce la saremmo data a gambe! Amico, che ti prende?»
Mi sporsi un secondo, e notai che Giovanni non sembrava per niente convinto.
« Mi piace la compagnia di Greta, ci stiamo divertendo, in un certo senso!- sussurrò, abbozzando un sorriso innocente.
Arretrai di qualche passo, ancora scossa da ciò che avevo appena sentito. Piacevo a Giovanni?
« Bonamy, non si era notato, davvero! È tutta la sera che state insieme. Attento che il suo ex è un pezzo grosso.» sbottò Felix, scoppiando in una fragorosa risata.
Rimasi leggermente infastidita da quella sorta di presa in giro nei confronti di Harry, ma sapevo che non lo diceva in malafede. Non riuscii a non immaginare Harry in versione gangster con tanto di sigaro in bocca, baffetti e completo gessato. A fatica mi trattenni dallo scoppiare a ridere.
« Coglione.» esclamò Giovanni nei confronti dell’amico, per poi scoppiare a ridere anche lui.
Mi piaceva il loro rapporto, mi ricordavano tanto me e Ilaria.
« Scherzi a parte, non te la porterai subito a letto, vero? Anche perchè io non farei bella figura con Ilaria. Sai, è davvero carina...» sentenziò Felix.
« Cazzo dici Fel? Sai che non sono così. Mi sembra diversa, pensa che sa cos’è un fuorigioco! Non sarebbe male conoscerla, non chiedo tanto. Mi domando solo come farò a resistere dal non baciarla fino a mezzanotte.» sorrise.
Mi misi una mano sulla bocca, cercando di reprimere un forte sospiro.
Bene, addio autocontrollo degli ormoni.
Fortunatamente mi accorsi che stavano per uscire dalla cucina, perciò mi fiondai sul divanetto, facendo finta di niente. 
« Buona fortuna, eh?» sussurrò Felix all'amico, per poi dileguarsi, facendomi l'occhiolino. Povero illuso, non sapeva che conoscevo già la verità.
« Tutto bene?» chiesi apposta a Giovanni.
« Sì... Ehm, di cosa stavamo parlando prima?»
« MENO 1!» gridò Genevieve.
Ci alzammo in piedi, per poi poter ammirare meglio i fuochi d'artificio.
Lo fissai silenziosa.
Era questione di attimi all’avvento del nuovo anno.
« Non vedo l'ora che arrivi la mezzanotte.» sussurrai.
Si girò verso di me e mi fissò stranito, capendo solo dopo qualche istante a ciò che alludevo.
« In Francia e in Italia l'anno nuovo è già arrivato, sai?» disse a bassa voce, accennando un sorriso malizioso.
Eravamo a pochissimi centimetri di distanza, e non vedevo l'ora che fossero colmati. Probabilmente mi lesse nel pensiero, perchè pochi istanti dopo sentii le sue labbra sulle mie.
 
***
 
« Allora sei molto amico di Genevieve, ecco come ci hai fatto entrare alla festa, ed ecco con chi stavi parlando quando siamo arrivate io e Greta.» sentenziai alla fine, dopo aver ascoltato l'intero discorso di Jared.
« Sì, esattamente. Potevi venirmi a dire che eri arrivata, pensavo avessi cambiato idea.» rispose.
« Non volevo disturbare, pensavo foste insieme! Lei era girata di spalle e non riuscivo a riconoscerla»- dissi, sbuffando.
« Ah, quindi non volevi disturbare?» mi chiese, aveva un sorrisetto fin troppo malizioso.
« Appunto... D'altronde è da tanto che non ci vediamo e quindi...»
« Non sarai mica stata gelosa?» domandò, quasi speranzoso.
« Io?.. Ma cosa vai ad insinuare, certo che no.» non ero completamente convinta di ciò che stavo dicendo, ma cercai di non darlo a vedere. Intento che non riuscì del tutto.
Ero gelosa per caso? Era impossibile che lo fossi, completamente impossibile.
Però, c'era qualcosa in sospeso tra di noi, ne ero certa. Lo si capiva dal suo sguardo e dai miei dubbi. Fin da quando lo avevo visto con Genevieve, avevo come una morsa opprimente nel petto che non mi lasciava tregua, nemmeno per un istante.
« Sono stata una stupida, con te. Tu mi hai sempre aiutata, sei stato un buon amico eppure... Ti ho lasciato così su due piedi, senza dirti addio o altro.» lasciai che le parole fluissero senza ostacoli, lasciandomi trasportare da quello che sentivo dentro di me, nel profondo.
« MENO 1!» Genevieve sovrastò la mia voce, un brusio generale si levò dall'interno del super attico. Dovetti sforzarmi per farmi sentire da Jared.
« Già, non è stato proprio il migliore dei momenti, però è così che vanno le cose, no?»
« 59» sentii urlare.
« 58».
« No, affatto.» venni spinta verso le enormi vetrate e persi di vista Jared. 
Cercai di aguzzare la vista, ma eravamo troppi. Non vedevo assolutamente niente, scorsi Greta poco più in là, ma era troppo indaffarata ad osservare ammaliata il modello francese per notarmi.
« 40».
Cercai di divincolarmi e di trascinarmi al di là della gente ammassata lungo le vetrate.
« 20».
Non riuscivo a trovare Jared, dove diamine si era cacciato?
«10».
« 9».
Tanto valeva seguire il countdown, perciò mi unii alle grida generali. Avrei cercato Jared più tardi.
« 8».
« 7».
« 6».
Qualcuno mi afferrò per il braccio e mi fece voltare.
« Jared...» stetti zitta e lo guardai negli occhi.
« 5».
« 4».
« 3».
« Hai ragione, ci voleva il bacio d'addio.»
« 1!».
E mentre gli altri stavano esultando per l'arrivo del nuovo anno, le mie labbra incontravano quelle di Jared. 
 
   
 
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