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Autore: jessycat    24/06/2014    0 recensioni
Brian esattamente cinque anni fa vide una ragazza al parco Centra Park.
Fu incantato dalla bellezza di quella ragazza.
Non le sembrava neanche vera da quanto era bella.
Lui crede che lei sia un Angelo.
Brian ha ragione o è solo frutto della sua immaginazione?
Dalla storia:
"Non dimenticherò mai quel giorno,
quel 22 Aprile,
quella mattinata di primavera,
quella meravigliosa ragazza dagli occhi color oceano.
Mi ricordo ogni minimo dettaglio di quella giornata magica."
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                             QUEL GIORNO DI PRIMAVERA

 

 

 

 

                                                                                            “Io, con quei occhi color oceano, c'ho

                                                                                                    fatto l'amore,l'amore vero”

 

 

                                            I saw an Angel. . .

 

 

Non dimenticherò mai quel giorno,

quel 22 Aprile,

quella mattinata di primavera,

quella meravigliosa ragazza dagli occhi color oceano.

Mi ricordo ogni minimo dettaglio di quella giornata magica.

Mi ricordo che stavo uscendo dalla sala prove, ero rimasto lì più tempo dei miei amici perchè dovevo sistemare alcuni sound.

Guardai l'orologio, erano le dodici meno un quarto.

Camminavo beato per le strade ti Huntington Beach con la mia amatissima Schecter nera a strisce bianche tra le mani.

Fu lì che la vidi.

Era tamente bella che non sembrava neanche umana. Quando la vidi pensai che quella ragazza, in verità, fosse un angelo. Era troppo bella per essere vera. Aprì e chiusi più volte gli occhi a quella visione. Non volevo crederci.

Aveva dei lunghissimi capelli color rosso fuoco, un paio di occhiali neri situati sul suo piccolo nasino leggermente all'insù.

Aveva un vestitino bianco non troppo corto.

Questo vestito aveva una piccola cinturina nera sul busto. Indossava un paio di scarpe nere con un tacchetto non troppo alto ma neanche troppo basso.

Sul viso aveva uno spruzzo di lentiggini proprio sulle fossete, questo mise in risalto ancor di più il suo bellissimo viso.

Le sue labbra erano sottili e a forma di cuore.

I suoi occhi.

I suoi occhi erano la fine del mondo.

Erano di un azzurro oceano, erano molto profondi.

Avevano quel non so che di tanto speciale.

Lei era seduta sotto un piccolo alberello del parco Central Park.

Ricordo che disegnava.

Disegnava i fili d'erba ingialliti.

Disegnava i piccoli scoiattolini che disolito giravano vaghi tra i cespugli.

Disegnava quel piccolo laghetto e quelle poche anatre che vi erano dentro.

Mi ricordo che la vidi sorridere.

Un sorriso abbagliante, un sorriso che mi fece quasi morire, un sorriso che mi fece vedere la luce del paradiso.

Poi, improvvisamente si girò verso di me.

Di sicuro si sarebbe accorta prima o poi che qualche d'uno la stesse guardando da minuti interminabili.

Ci guardammo negli occhi per quasi minuto, quel minuto sembrava infinito.

Io con quello sguardo ci feci l'amore.

Non volevo smettere di guardarla.

Volevo guardarla per il resto della mia vita.

Non mi importava del resto del mondo.

In quel momento c'eravamo solo io, lei e i nostri sguardi.

Lei si rigirò verso il laghetto e riprese a disegnare.

Io la guardavo ancora.

Non volevo andarmene da quel posto.

Non mi interessava neppure di andarle a parlare.

Mi bastava solo guardarla.

Con quello sguardo dicevo già tutto.

Non avevo alcun bisogno di parlare.

Si alzò improvvisamente un venticello fresco che mi scompigliò i capelli corvini.

Mi sentì chiamare, allora mi girai.

Ma non c'era nessuno.

“Mi sono sbagliato e avrò sentito male” pensai.

Ma per mia grande sfortuna, quando mi rigirai, quel piccolo angelo indifeso non c'era più.

La cercai con lo sguardo ovunque.

Ma di lei non c'era traccia.

Quindi decisi di ritornare a casa.

Quando aprì la porta d'ingresso la mia amatissima cagnolina mi saltò in braccio cominciò a leccare il mio volto ancora sconvolto.

Continuai a pensare a quella ragazza per tutto il giorno,per tutte le settimane e per tutti i mesi successvi.

E sì, anche per i cinque anni successivi.

Tanto vero?

Lo so.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancora adesso vado quasi tutti i giorni in quel posto per vedere se la ragazza è tornata.

Ma no.

Lei non c'è.

Sono passati secondi, minuti ed ore.

Sono passati giorni, mesi ed anni.

Cinque per l'esattezza.

E di quel sorriso che ti fa assaporare il paradiso, non ce n'è più traccia.

Lei è un Angelo. . .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL' AUTRICE

E' la prima storia che 

 scrivo e che pubblico

e sinceramente non mi piace proprio per

niente. Ma voglio sapere che cosa ne pensate voi.

Mi farebbe davvero molto piacere se mi lasciaste una

piccola recensione.

Anche di critiche!

Mi scuso per gli eventuali errori di battitura.
Grazie per aver letto la storia e grazie anche

per l'attenzione. . . <3

 

 

-Jessycat

 

  
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