Avendo troppa paura del confronto diretto ho fatto la codarda ripiegando in un altro fandom - no, non è vero, volevo scrivere su Hannibal da millenni. Ebbene, vi lascio qui a seguire le prime cinque creature, e ci rivediamo presto (si spera) per le altre!
Avrebbe
voluto poter pensare di non esserne rimasto sorpreso, ma avrebbe
mentito a se stesso.
Certo, sapeva con chi aveva a che fare, ma questo – caso quasi unico – tendeva a non costituire un vantaggio, tutt'altro. La stanza era completamente vuota: è vero, qualche mobile era rimasto, coperto da vecchie lenzuola, ma quell'ampia sala era fredda come se nessuno vi avesse messo piede da secoli.
In tutto quel vuoto Hannibal provò uno strano sentimento, qualcosa che non aveva più provato da molto tempo... La solitudine. Non il tipo di solitudine che si sceglie, non quello usato come strumento per tenere gli altri a distanza. Il tipo di solitudine che ti sceglie, e ti tiene a distanza, contro la tua volontà.
Il mostro chiuse gli occhi e inalò l'odore di una donna bionda ed elegante, che ancora permaneva aggressivo nell'aria di quella casa. Lo respirò come se fosse un nutrimento, poi si ricongiunse alla notte.
Will guarda il coltello che gli stai offrendo, il suo volto si riflette nella lama e ricambia il suo sguardo incerto. Senti il tuo battito accelerare, lentamente, in modo regolare. Inconsueto, ecco come lo classifichi. Il tuo cuore è sempre stato un animale obbediente, quiete perpetua.
Ma c'è qualcosa che lo eccita, nel modo in cui l'uomo di fronte a te sta osservando quella lama lucente: uno sguardo che tradisce il desiderio... I suoi occhi dal taglio elegante sono pozzi per l'inferno, ma il suo corpo agisce di volontà propria e la mano ricade nel vuoto, lontano dall'arma, acqua sulle fiamme vive che puoi vedere attraverso quelle pupille di pece.
«Non lo ucciderò. Sta a te.» dice quel demonio. E tu sai che la tua anima è perduta.
3. Healing Winds – Junichi Nakatsuru
Winston è il primo a percepirlo, ma non sa bene cosa sia. Un'emozione lo assale, improvvisamente: un misto di terrore e preoccupazione, che ha in sé qualcosa di definitivo. Un uggiolio inudibile lascia le sue fauci, e diffonde negli altri cani la stessa sensazione di impotenza contro qualcosa di molto più grande di loro, qualcosa che sta succedendo a miglia di distanza.
È allora che il coltello affonda nel ventre del loro padrone, lasciandolo cadere tra le braccia del suo assassino: nonostante la lontananza lo renda impossibile, Winston può sentire l'odore del sangue. Qualcuno, accanto a lui, ulula disperato. Ora è certo che anche gli altri cani abbiano avvertito la stessa cosa, e questo non è che una conferma di ciò che sta avvenendo. Buster è sempre stato il più coraggioso, Winston lo osserva gettarsi verso la porta cercando un modo per uscire di lì e raggiungere colui che si è sempre preso cura di loro. Alcuni dei suoi compagni lo seguono nell'impresa, ma non lui: lui ha capito.
Raggiunge la stanza da letto del suo padrone e si acciambella sul letto, lasciando che il suo cuore rallenti lentamente, sempre più lentamente.
4. Memphis Bells – The Prodigy
Lei si chiama Susan, lui si chiama Paul. Stanno insieme da sette anni, se vogliamo ignorare la pausa di tre che si erano presi durante il college. (Era stata Susan a lasciare Paul: le tre settimane di tirocinio in California si erano trasformate prima in tre mesi, poi in sei. Lui non l'aveva presa bene ma non l'aveva dato a vedere, perché si illudeva di amarla, così come sono soliti illudersi i ragazzi a quell'età. L'aveva rivista in un supermercato, un giorno d'ottobre, un anno e tredici giorni dall'ultima volta che si erano sentiti al telefono. Doveva essere tornata in città per una breve visita, non c'era niente di peculiare in questo, ma la sensazione di non avere più accesso a informazioni come la città in cui Susan si trova l'aveva terrorizzato. Quanto era bella, Susan. Sembrava un'attrice. Paul aveva deciso di andare a parlarle, sentiva di dovere, e quella sera stessa avevano rifatto l'amore.)
Sono stati due anni bellissimi, a partire da quel giorno. Paul pensa che sia il caso di festeggiare in un modo speciale, e mentre si scaldano di fronte a quel falò ha l'assoluta certezza che saranno felici per sempre. Pensa che se qualcuno potesse vederli in quel momento, vedrebbe la coppia più felice dell'universo.
Ma Randall Tier vede solo due prede.
5. Il re muore – Samuele Bersani
Jack osserva la sua vita che crolla, ma lo fa a debita distanza, come se la faccenda non lo riguardasse. Di certo non c'è niente che lui possa fare, perché le sue scelte non sono più sue già da molto tempo. Non è suo il lavoro da cui l'hanno sospeso, non è sua la moglie colpita dal cancro, non sono suoi i piedi che percorrono quel vialetto.
Non è suo il sangue che bagna la camicia di Hannibal, non è mai stato suo: dapprima proprietà del suo lavoro, ora dell'onore, dell'amicizia e del senso del dovere; Jack sa di non avere nulla, ed è questa la convinzione che gli permette di continuare a combattere, senza il timore di lasciare indietro qualcosa di prezioso.
La morte gli sorride crudele, abbacinante; la morte è uno specchio che gli mostra se stesso e la verità in un'unica immagine perfetta. Le dita che compongono il numero di Bella sono proprietà di Jack.