Alla fine della terza media nella prima settimana delle vacanze estive i nostri genitori hanno avuto la brillante idea di mandarci in una nuova città, ci consideravano ragazze menifreghiste e vendicative e allontanandoci della persone più care speravano in un nostro cambiamento. Magari avremmo potuto apprezzare di più la nostra vita. Il primo giorno di scuola si stava avvicinando così velocemente e ci stavamo preparando per partire. Questa esperienza non ci avrebbe traumatizzato come pensavano i nostri genitori, perché noi avevamo un carattere forte e sapevamo cavarcela da sole. Arrivate a New York nella nostra nuova casa stavamo provando tanto odio per i nostri genitori e per le loro incomprensioni fino al punto di desiderare di non averli più accanto a noi.
Era il 15 settembre, il giorno del nostro primo anno di liceo. Guardando fuori dalla finestra c’erano delle grosse nuvole che stavano per provocare una tempesta. Sull’autobus il viaggio sembrava infinito. Arrivate davanti ai cancelli, le scuole sembravano così diverse da quelle di Londra. Gli adolescenti non portavano le divise ma si vestivano come volevano e le cheerlader erano vestite con minigonne cortissime e tacchi a spillo esagerati. Ci sentivamo spiazzate e tutti ci guardavano con diffidenza. Entrando nell’istituto con il nostro orario scolastico ci siamo avviate alla nostra prima lezione, algebra. Finita la nostra prima lezione ci siamo spostate verso gli armadietti e mentre stavamo posando i libri, il gruppo delle cheerlader si è avvicinato a noi:
“E voi sareste le nuove arrivate?” disse una bindina tutto pepe in tono superiore.
Si chiamava Crystal ed era la tipica ragazza che si crede dio sceso in terra. Ovviamente era ritenuta la più carina della scuola, acclamata e desiderata da tutti. Ma dal suo attaggiamento non mi era sembrata per niente simpatica…  
“Si, perché qualche problema? Siamo le nuove arrivate e allora?!” replicò Ludmilla.
“E sentiamo, voi chi sareste?” chiesi.
All’improvviso nei corridoi calò il silenzio.
Crystal si infuriò: “Come ti permetti misero sgorbio! Io sono Crystal capo cheerleader e noi siamo le ragazze più cool e famose di tutta la scuola”.
“Davvero? Ma da uno a dieci e noi che ce ne può fregare?”
Ludmilla non riusciva a contenersi, non sopportava le provocazioni.
“ Ludmilla, dai non essere così cattiva, oltre a questo a me non sembra proprio che siete le ragazze più popolari della scuola. Chi è popolare tutti ne parlano ma io di voi tonte ossigenate non ne ho sentito neanche il nome, quindi…” aggiunsi.
Ora Crystal era adirata più che mai: “Come vi permettete, siete appena arrivate e già vi sentite queen?”
“Cara cosa non mi importa come ti chiami, a noi non ce ne può fregare di meno che siamo appena arrivate, perché noi siamo queen, queen dalla  nascita” disse Ludmilla in tono superiore.
“Ahah certo, come no. Non avete nemmeno un briciolo di bellezza e di popolarità come noi, hahaha” scherzò la cheerleader.
E tutte le altre cominciarono a ridere.
Ludmilla non resse e rispose a tono: “ Come di permetti brutta stron…”
Decisi di calmarla: “Calmati Ludmy, non ti abbassare al suo livello, sii superiore”
Una ragazza alta, dagli occhi marroni e dai capelli castani, spuntò dal gruppo e ci provocò: “Comunque voi due non ci fate paura”
“Infatti Katherin” annuì Crystal.
La porta si aprì ed entrarono i ragazzi della squadra di football avvicinandosi alle cheerleader. Erano cinque. Sembravano abbastanza amichevoli ma anche un po’ vanitosi. Uno aveva i capelli ricci e un sorriso capace di ammazzare chiunque, a fianco c’era un ragazzo dall’aria inglese, con un ciuffo modellato e degli occhi azzuri. Il terzo era muscoloso e con i capelli castani e stava dietro ad un biondino. Quello che mi colpì di più però fu quello dall’aria da bad boy e con dei lineamenti pakistani.
“Vi presento le nuove ragazze della scuola” disse Crystal indicandoci.
Il biondino si rivolse a noi: “Ciao novelline. Sapete, qui ci sono molte cose da imparare”
“Noi non abbiamo paura delle sfide, caro Niall” aggiuse Ludmilla provocandolo.
Niall si mostrò sorpreso e le disse urlando: “Sfacciata ragazzina, come sai il mio nome???”
Ludmilla era una ragazza che non aveva paura di dire le cose in faccia anzi se ne fregava. Con i suoi capelli mossi e la sua faccia maliziosa era sempre pronta a smerdare la gente. Mi piaceva il suo carattere e in fondo mi proteggeva.
Rispose a Niall: “Lo so biondino, e bhè è scritto sulla tua maglia!!!”
Katherin, la stessa ragazza di prima che ci rispose in maniera sgarbata si rivolse alla mia best: “Come ti permetti mocciosa lui è il mio ragazzo!”
Ludmilla scoppiò a ridere e scherzando: “Uhh, tremo, oddio che paura!”
“Dai, Crystal fai smettere la tua amica. Mi presento sono Zayn, Zayn Malik. Loro sono Harry, Liam Louis e Niall che avete appena conosciuto. Siamo nella squadra di football” concluse quel ragazzo dai lineamenti perfetti tendendomi la mano.
Io mi mostrai un po’ impacciata. In questo momento mi sentivo un po’ timida ed era bizzaro, non era come mio solito. “Io sono Nina e lei è la mia amica Ludmilla”
Zayn mi sorrise e aggiunse facendomi l’occhiolino: “Piacere di conoscerti bocconcino”