END. 


Lo guardai, li seduto sulla sedia, intento a fissare davanti a se.
Provai odio, un odio infinito verso di lui, gli avrei staccato la testa.
Non meritava il mio affetto, aveva smesso di sorridermi, di guardarmi, di consolarmi..
non esistevo più per lui, niente di niente.
guardai quei suoi occhioni neri e lucidi e per un attimo mi ci persi nel ricordare i momenti passati insieme..
gli scherzi ai miei genitori, gli abbracci quando venivo sgridata..
lui c'era sempre stato per me.
sentivo le sue mute parole, i suoi calci e confortanti abbracci..
ma con il tempo tutto è cambiato..
persi fiducia in lui, non mi rispondeva più, non mi guardava nemmeno, come se fosse in trance.
Rimaneva a riflettere su chissà cosa.
Provai un senso di odio estremo, mi alzai di scatto dal letto e con tutta la forza nella mie braccia gli lanciai contro un cuscino.
Il cuscino cadde a terra con un tonfo, il lancio era sbagliato.
Allora mi alzai, lo presi per le orecchie e lo tirai a peso morto fin fuori al terrazzo;
con tutta la rabbia lo attaccai per le orecchie allo stendi panni.
ciondolava mosso dal vento.
quell'orsacchiotto di peluche che non mi parlava più.


Allora, inizio con il dire che scrissi questo testo all'età di 11/12 anni, insomma, quando si è all'inizio dell'adolescenza.
quando tutto stava cambiando, e io non riuscivo a sentirmi a passo con il mondo.
troppo grande per essere bambina e troppo bambina per essere grande.
qui l'orsacchiotto sta a rappresentare l'infanzia, perchè infatti finisce con l'orso che non parla più.
non l'ho continuata perchè non mi pareva il caso, a distanza di anni.
a quei tempi non sapevo che non era davvero così.
perchè anche se si cresce, si può sempre rimanere "bambini".
quindi chissà, magari un giorno, quando sarò grande, scriverò alla me del passato, e le spiegherò questo, e tante altre cose.. sarebbe bello, davvero tanto.
credo di essermi dilungata troppo, quindi la smetto.
Grazie.