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Autore: Aiko_Nara    25/06/2014    1 recensioni
"Hai.Ore wa koko ni iru yo."RinHaru
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                           Intossicazione da adrenalina
 
 
 
 
Haru si sveglia in preda ad un incubo,i lampi negli occhi,il rombo del sangue nelle orecchie,le guance bollenti,la maglietta,quella maglietta,zuppa di sudore acido e gelato.Cola.
Respira.
Perde anche gli ultimi brandelli di sensazione dell’incubo,ed una strana consapevolezza,mista a lieve timore,si impossessa del suo stomaco.Poi le grinfie dell’ incubo la sbranano,riducendola al terrore della consapevolezza stessa.
Rin.
Non si sono più cercati,perlomeno materialmente.Inconsapevolmente,sì.Haru ha cercato Rin nel broncio perenne dei bimbi,in piscina,nelle ciocche rosse di Gou,a scuola,nel saluto entusiasta che gli ha rivolto Ai,dal fornaio;Rin ha cercato Haru nei discorsi della sorella,nell’odore di sgombro alla piastra del ristorante in fondo alla strada,in una felpa odorosa dell’Iwatobi che ha trovato nello spogliatoio,dopo il relay,e che non ha esitato a portare via,la gola gonfia di codardia e speranza.
Haru.
Il delfino torce la stoffa della t-shirt tra le mani,impregnandole di sudore.Sospira.Fiato bollente.Calcia via la coperta al fondo del letto.Il cellulare in carica,sul comodino,si illumina e Haru la sente,l’adrenalina che si fa strada tra le dita,così forte che è quasi dolorosa,che sembra bruciargli le arterie mentre afferra il telefono e,scuotendo la testa di fronte all’evidenza che lo schermo gli sbatte in faccia-nessun messaggio,nessuna chiamata persa- scrive:Rin.
Poi invia,e un’irrazionalità lucida lo conquista:sono le due di notte,ricevere una risposta è pressoché impossibile,e,consapevolmente,il delfino lo pretende.
Beve uno shot di euforia e risentimento;è solo un nome,eppure Haru sa che Rin ci leggerà tutto ciò che non è mai riuscito a dirgli,e non sopporta,non sopporta di…aver perso.Sì,perché con Rin è sempre una guerra.Ma l’aver perso,per Haru,prende a perdere consistenza,e a sfociare nell’euforia di non avere più carte coperte,di essere assolutamente e innegabilmente vulnerabile.Esposto.
Rin.
Rin.
Rin.
Rin.

Rinrin
Un lieve senso di nausea gli cerchia la testa,e in gola attecchisce un sapore amarognolo,scomodo.E il cellulare vibra,pigro.Haru sussulta e le sensazioni si mescolano fino a tendere al bianco:
Goddamit Haru what do you want?
Delirio leggero e inconsistente:
-You.
-The fuck?
Una sottile risata isterica.
-You heard me.
-What does that even mean?
L’irritazione di Rin è come vapore umido su un vetro.Dietro ci sono i suoi colori.
-It means quit with that stupid drama and come over to show me that sight of you again.
Le dita di Haru corrono a coprire la bocca,l’adrenalina che sale quasi come un attacco di nausea.
-WTF HARU?!
Il vetro si sta incrinando,non c’è più vapore.Puzza di paura e speranza,ha un colore verdognolo che è vomitevole:Indecisione imposta.Haru la avverte.
You have 30 minutes.
È l’ultimo respiro spezzato di Haru,sa che non ne avrà più.Smania.Rin.Rinrinrinrinrin.Espira frustrazione e panico.Non riesce,non riesce a…trovare pace.Rin.Rin.Una vibrazione.Due.Tre.


I’m on my way.
Un’ondata di frustrazione,densa e lattea come veleno floreale.Vuole che Rin sia lì.Subito.Tra le sue dita,su di lui.Subito.
Rin.
“Haru.”sembra quasi lo sgranarsi di una collana.Lo sciogliersi di un nastro rosso,Haru scivola dalle lenzuola,di fronte a Rin,e sorride,sorride fortissimo.Lo squalo abbassa gli occhi,muove leggermente le labbra mormorando,e le dita si incagliano nella stoffa gialla della maglietta di Haru,che non è di Haru.Ride con uno sbuffo e una lacrima lucida cola mentre la stropiccia,e lo guarda.Tira su col naso,poi Haru lo bacia.
E lo bacia.
E lo bacia.
Le mani di Rin tormentano la pelle calda del delfino,sotto il tessuto fradicio che ormai si incolla scompostamente alla spina dorsale e sale,sale,sale fino alle ultime vertebre,fino a che,agilmente,il rosso oltrepassa la stoffa e afferra la nuca di Haru.Vorrebbe morderla.Un ringhio gutturale gli sfugge,Haru geme.Rin affonda i denti nel labbro inferiore del moro,la saliva che li lega come una ragnatela.Haru deglutisce ,quieto; guarda lo squalo:
“…here.”esala leggero.L’intonazione della voce è discendente e conclusiva,sembra la fine di un discorso.Rin annuisce,sussurra:
“Hai.Ore wa koko ni iru yo.”
 
 
 
 
 
 
N/A:
Rin e Haru non parlano.E sarebbe bello poter dire che lo fanno perché non ne hanno bisogno,perché si capiscono con un’occhiata,ma quello non è Rin,è Makoto.Solo Makoto. E no,non sono una MakoHaru,come credo di averVi fatto capire con questa fic (che,per inciso,è la prima che pubblico). Rin e Haru si capiscono con uno sguardo e si fraintendono con intenzione,e quel fraintendimento se lo portano negli occhi,se lo tirano addosso perché parlare sarebbe troppo facile. Ho scritto quello che ho scritto perché,per una volta,sarebbe bello che quei due,prima di aspettare la prossima lite,la prossima depressione di cui sono puntualmente causa ed effetto e il prossimo,lasciatemelo passare,sbrocco (vedi episodio 12),si capissero e basta.
Detto questo,ringrazio moltissimo la mia sensei Pamela alias Prim (sì,come quella di Hunger Games) alias Mangaholic girl (fate un salto sulla sua Kuroshiro’s Chronicles) che si è sorbita le mie paranoie e ha letto la one-shot in uguali porzioni di cinque (sì,avete capito bene) righe. Sensei, non dimenticherò più cos’è la Kiseki no Sedai,lo prometto.
  
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