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Autore: Jude_InTheSkyWithDiamonds    25/06/2014    1 recensioni
Avete presente le stelle? Quei corpi celesti lontani miliardi di Chilometri?
Le stelle stanno li, come puntini luminosi sul cielo buio. Ad osservare da lontano il mondo che le circonda, immobili ed annoiate.
Miliardi di persone si rivolgono alle stelle, decantando canzoni, raccontando loro i propri segreti, sfogandosi con loro, che sempre ascoltano senza mai deridere e giudicare.
Nessuno ha mai ottenuto una risposta da una stella. Mai.
Nessuno tranne un ragazzino
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente le stelle? Quei corpi celesti lontani miliardi di Chilometri?
Le stelle stanno li, come puntini luminosi sul cielo buio. Ad osservare da lontano il mondo che le circonda, immobili ed annoiate.
Miliardi di persone si rivolgono alle stelle, decantando canzoni, raccontando loro i propri segreti, sfogandosi con loro, che sempre ascoltano senza mai deridere e giudicare.
Nessuno ha mai ottenuto una risposta da una stella. Mai.
Nessuno tranne un ragazzino.

Peter era lì, vicino ad una stella, una delle più piccole, intento in una conversazione fatta di strani luccichii e di parole sussurrate.
Ogni stella vicina tendeva le orecchie -sebbene le stelle non fossero propriamente fornite di apparati uditivi - per origliare la conversazione, osservando tutte la stessa casa, nel centro di Londra.
Casa Darling.

La casa era illuminata ed il vociare e risate si spandeva dalla finestra spalancata della stanza da letto, dove tre bambini stavano giocando.
La più grande, la ragazzina di nome Wendy, aveva la cravatta del padre, rosso scuro, legata intorno alla fronte e gli occhi, di un azzurro cristallino, illuminati dalla gioia del racconto che lei stessa esponeva.
I due maschi, John e Michael, seduti  ai piedi della bambina, ascoltavano estasiati.
Erano un pubblico perfetto.
Trattenevano il fiato nei momenti di tensione, lasciandosi andare a urletti eccitati quando occorreva.

Peter sogghignava. Adorava le storie di quella ragazza. Erano storie su di lui.
Non sapeva come facesse lei a saperle, ne come quei bambini conoscessero così bene le sue avventure e la geografia dell’Isolachenoncè.
Ma non gli importava.
Parlavano di lui. Lo trovavano il migliore, e tanto bastava.
Dopotutto, lui era il migliore.
Il grande ed inimitabile Peter Pan.

Erano passati venti minuti e la stanza, da luminosa e piena di voci, era diventata scura e silenziosa.
Era il momento adatto. Doveva riprendersi quello che aveva perduto.
La sua dannatissima ombra.

Gli era stata strappata via da quel grande cane che gli abitanti della casa chiamavano “Nana”.
Non era stato molto veloce, quella sera alla finestra, e quel cane gli si era lanciato contro.
Aveva mancato lui, ma non l’ombra.
E adesso voleva e doveva riprendersela!

La aprì lentamente, alzandola senza fare alcun rumore mentre Tinkerbell, la sua fatina luminosa e dal pessimo carattere entrava prima di lui, andando ad esplorare la stanza buia e divertendosi a giocare con una brocca.
Ma non era il momento di giocare.

- Campanellino! - Sussurrò - Lascia stare quella brocca e aiutami a trovare l’ombra. Dobbiamo trovare quella maledetta!-

Fece una smorfia, dirigendosi verso la grande scatola che lei, con un tintinnio infastidito, gli aveva indicato.
Un grande cassettone di mogano.
Portò le mani sulle manopole, tirando e liberando così l’ombra che, felice di essere finalmente libera, svolazzava per le pareti.

- Ehi! Dove stai andando?! Vieni qui!!! -

Si sollevò dal pavimento ricoperto di moquette, avvicinandosi, volando, al muro e tirando l‘ombra per la gamba. Dovevano tornare una cosa sola. Anche se essa cercava di imporsi. Si rifiutava di farsi prendere.
Ma lui ce l’avrebbe fatta!
Prese una saponetta rosa chiaro, facendola strusciare contro la suola erbosa della scarpa che indossava, cercando di renderla appiccicosa per incollarsela.
Senza successo, iniziando poi a piagnucolare.

Continuò così per almeno cinque minuti buoni, quando la voce di una ragazzina, alle sue spalle, lo distrasse.
Girò rapidamente il capo, facendo svolazzare i capelli biondastri, guardandola e alzandosi di scatto, ignorando le lacrime che scorrevano sulle guance sporche di polvere di fata, e portando le mani sui fianchi, in una posa spavalda.

- Come ti chiami?
E non stavo piangendo! Cercavo soltanto di attaccare la mia ombra! -

Era Wendy Moria Angela Darling.
Furono queste le prima parole che si scambiarono.
Il resto, è storia.




  
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